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chlobbygarl 27-05-2008 19.12.15

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da misterxy
Fermo restando il fatto che Iulbrinner sa difendersi benissimo da solo, vorrei chiederti se lo conosci personalmente e quindi talmente bene, da poter emettere siffatta "sentenza".

quanto Iulbrinner dice qua sopra sulle donne è abbondantemente sufficiente per pensare ben altro di lui che quello che gli ho scritto.Ovviamente non parlo di terrore fisico rispetto a donne 'pallute' ma di assoluta non-volontà di condurre contraddittori realmente paritari con esse, per il verosimile motivo che donne intelligenti e pienamente consapevoli sono un ostacolo non da poco all'autoreferenza e all'autoascolto solipsistico.
Citazione:

Detto questo, mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensi di certe interpretazioni del Corano, fatte dagli estremisti islamici; queste per la precisione:
Nel Corano si legge:"Gli uomini hanno autorità sulle donne perché Allah ha fatto gli uni superiori alle altre" (versetto 4, 34).
Un antico commentatore del Corano, Ibn Katir, ribadisce:"Gli uomini sono superiori alle donne, e un uomo è meglio di una donna".
Un altro commentatore, Razi, sostiene: "L'uomo è più perfetto della donna nella creazione, nell'intelligenza e nella sfera religiosa, così come nella capacità di giudicare e di guidare il lavoro. Inoltre, la testimonianza di un uomo vale doppio di quella di una donna. Per questo, a una maggiore responsabilità devono corrispondere maggiori privilegi. Poiché la donna è deficiente di intelligenza e molto libidinosa; se le si dà troppo denaro, ne risulterà una maggiore corruzione", e aggiunge:"Se nel Corano l'uomo è menzionato per primo, significa che l'uomo è meglio della donna".
Anche Ahmad Zaky Tuffaha nel 1985 scriveva:"Dio ha stabilito la superiorità dell'uomo sulla donna nel versetto 4, 34, che nega l'uguaglianza di uomo e donna. L'uomo viene posto sopra la donna in virtù della sua superiorità intellettuale e della sua capacità di amministrare e di spendere per lei".

A tuo parere, questi signori considerano le donne degli esseri inferiori perché ne sono realmente convinti, oppure ritieni che anch'essi ne abbiano una "paura fottuta" ?
nessuna delle due, ma non vedo cosa centri questo con Iulbrinner.
Questi signori semplicemente vivono un privilegio di 'rendita di genere' concesso da un culto che, giudicato relativisticamente e laicamente, è semplicemente improponibile ove assuma tali sembianze (e le assume correntemente)
Citazione:

E già che ci sono ti rivolgo un'altra domanda.
Diresti mai in faccia a un musulmano:"Tu sei terrorizzato dalle donne con le palle" ?
Così, tanto per sapere...
qui non conta cosa io abbia il coraggio o meno di dire per il motivo principale che il coraggio proclamato in rete è ben poca cosa.E per l'altro motivo che io potrei non avere il coraggio di dirglielo ma comunque la mia affermazione rispondere a realtà.

ti faccio io una domanda: dopo aver letto con interesse reale i molti contributi scientifici che hai postato in questi mesi sulla questione in oggetto, ti chiedo semplicemente di riassumerli nella tua posizione personale:

quali a tuo avviso le differenze di genere esistenti?
dove uomo e donna sono per te differenti e dove vedi superiorità dell'un genere rispetto all'altro?
La domanda non è retorica, come detto più volte anch'io considero la differenza tra generi un fatto, ma non mi sono mai posto il problema, nè ammetto saprei farlo, di schematizzare un prospetto analitico sul tema.
Mi sono invece limitato qui sopra e circa la questione a mettere in evidenza quelle che a me sono apparse contraddizioni e implausibilità più o meno dette in buona fede.

Ma questo lascia anche da parte mia inevasa la domanda sul possibile tentativo di classificazione tipologica e valoriale delle diversità di genere.

xman 28-05-2008 00.25.54

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Scusate se cerco di abbassare i toni di questa appassionante (appassionante?) discussione, ma non ho potuto fare a meno di notare un passaggio negli scritti di chlobbygarl che mi sembra interessante.
Citazione:

Originalmente inviato da chlobbygarl

se come ripeto da mò, la diversità tra i generi è un fatto e come tale andrebbe osservata con la dovuta serenità intellettuale, operando chirurgici distinguo ed evitando viscerali generalizzazioni, analizzando pur senza giustificarle ad esempio le innegabili e non di rado inique sperequazioni giuridiche in favore del 'femminile' e riconducendole però nell'alveo di un più ampio e panoramico dibattito, ecco che posizioni come quelle dei 3 suddetti ( il cui tentativo di diversificarsi reciprocamente come rispettive sottocategorie è davvero il segno di una floridità culturale che non può che rendere ottimisti) contribuiscono non poco a creare i presupposti per cui, in seguito a tale arroccamento da setta, nella parte 'avversa' femminile segua compattatura e smaltimento della tesi da loro perorata che invece, presa a sè e depurata delle amenità di cui la corredano, avrebbe plausibilità inequivocabile.


Poichè ho seguito più o meno tutta la discussione, mi sembra che sia la prima volta che chlobbygarl arrivi su posizioni non così distanti da quelle di chi, come me, lamenta una certa diversità di trattamenti tra uomini e donne a discapito dei primi. Mi pare infatti scomparsa la questione delle discriminazioni positive a favore di inique sperequazioni.
Insomma si potrebbe partire da qui per un discorso più costruttivo e meno personale.
Ammesso che io sia riuscito a capire il senso dietro un linguaggio come dire...desemplificato


chlobbygarl 28-05-2008 08.39.45

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da xman
Poichè ho seguito più o meno tutta la discussione, mi sembra che sia la prima volta che chlobbygarl arrivi su posizioni non così distanti da quelle di chi, come me, lamenta una certa diversità di trattamenti tra uomini e donne a discapito dei primi. Mi pare infatti scomparsa la questione delle discriminazioni positive a favore di inique sperequazioni.

Ti correggo anche se osservo con favore l'equilibrio delle tue considerazioni, questo è il mio secondo post nel thread:
http://www.riflessioni.it/forum/cult...tml#post202578

>>dire che non esitono privilegi di fatto a sfavore delle donne appare paradossale e in definitiva impossibile (soprattutto in Italia) se pensiamo che a parità di doti psicoattitudinali (non di rado, test alla mano risultano migliori...) le donne oggi continuano a conoscere un gap rappresentativo percentuale ed una caratterizzazione distributiva nella gerarchia professionale e politica
imbarazzanti.

trovo ozioso discutere tutto questo per semplice onestà intellettuale dunque e non per militanza.

che poi la contrattazione sociale tra i due sessi, pur osservando perdurante disparità, abbia determinato squilibri di segno opposto e ambiguità macroscopiche, soprattutto giuridiche, costituisce il segnale preciso e la conferma del vuoto culturale prima che politico in cui si è giocata la partita.

ma non è sufficiente a mio avviso elencare una serie di norme di legge
per fare pari e patta tra uomini e donne, ancora oggi.

sarebbe lo stesso errore compiuto dal femminismo, ma di segno opposto, cioè pensare di abolire e aver risolto la disuguaglianza per legge, come prima lo si era ritenuto possibile per rivendicazione sociale.
>>

ciaociao

xman 28-05-2008 17.41.42

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
E sia, c'era stato un precedente, però devo dire sempre in forma concessiva, quasi irriconoscibile tra le bordate che lanci contro le lamentele di chi in quanto uomo si sente trattato in maniera iniqua.
Se non ricordo male il concetto era, tradotto in parole poverissime, la situazione giuridica come rimedio peggiore del male, aggiungendo ingiustizia (il Diritto) a ingiustizia (l'ethos).
E aggiungerei io un'ultima ingiustizia: negare che sia urgente un dibattito sulla questione maschile.
In Norvegia è già cominciata: Link

Scorpion 28-05-2008 18.57.55

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da chlobbygarl
quali a tuo avviso le differenze di genere esistenti?
dove uomo e donna sono per te differenti e dove vedi superiorità dell'un genere rispetto all'altro?

In merito non sono preparato come misterxy, pero' rileggendo qualche suo precedente intervento, credo che lo abbia evidenziato bene in piu' di una occasione, in particolar modo in questo post:
misterxy
Per esempio, che siano più gli *uomini che le donne a mostrare eccezionali capacità di ragionamento matematico e manipolazione mentale di oggetti tridimensionali è un dato di fatto (rapporto di *4 a 1) che basta a spiegare la distanza dalla proporzione cinquanta e cinquanta nel campo dell'ingegneria, della fisica, della chimica organica e fra i professori in alcune branche della matematica.

Nella maggior parte delle professioni le differenze medie di capacità sono irrilevanti, ma le differenze medie nelle preferenze possono mettere i due sessi su strade diverse. Un esempio molto significativo viene dall'analisi di David Lubinski e Camille Benbow di un campione di ragazzini selezionati nel corso di una ricerca di talenti condotta negli Stati Uniti su scala nazionale.
Nati all'epoca della seconda ondata femminista, frequentavano tutti il settimo anno di scuola, davano prova di precoci doti matematiche, i genitori li incoraggiavano a sviluppare i loro talenti (venivano tutti mandati ai corsi estivi di matematica e scienze), ed erano ben consapevoli delle loro capacità di successo.

Ma le ragazze dissero ai ricercatori che le interessavano di più le persone, i "valori sociali" e gli obiettivi umanitari e altruistici, mentre i ragazzi che li interessavano di più le cose, i "valori teorici" e la ricerca intellettuale astratta. All'università le scelte delle ragazze si distribuirono su un'ampia gamma di materie umanistiche, artistiche e scientifiche, mentre i ragazzi si buttarono a capofitto nella matematica e nelle scienze. E, naturalmente, le ragazze che arrivarono al dottorato in matematica, scienze fisiche e ingegneria furono meno dell'1%, mentre i ragazzi furono l'8%.
Le femmine preferirono indirizzarsi verso la medicina, la giurisprudenza, le materie umanistiche e la biologia.

Tale asimmetria salta agli occhi negli studi su larga scala sui valori connessi al lavoro e sulle scelte di carriera, altro genere di ricerca in cui uomini e donne dicono in prima persona che desideri hanno, invece di far parlare a nome loro qualche militante...



Tuttavia, se c'e' una qualita' che riconosco alle donne (perlomeno basandomi sulla mia esperienza), e' la capacita' di essere solidali ed empatiche fra di loro, molto di piu' di quanto lo siano gli uomini nei confronti degli altri uomini. Per esempio, se c'e' una cosa che fra maschi - specie se giovani - e' praticamente impossibile fare, e' parlare di sentimenti. E questo e' veramente un grande limite maschile, che pero' non ritengo essere naturale, bensi' culturale.
I motivi di cio', li lascio spiegare a qualcun altro che ne ha voglia e capacita', dato che io non ritengo di essere in grado di farlo.

Sùmina 28-05-2008 20.51.37

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da xman
E sia, c'era stato un precedente, però devo dire sempre in forma concessiva, quasi irriconoscibile tra le bordate che lanci contro le lamentele di chi in quanto uomo si sente trattato in maniera iniqua.
Se non ricordo male il concetto era, tradotto in parole poverissime, la situazione giuridica come rimedio peggiore del male, aggiungendo ingiustizia (il Diritto) a ingiustizia (l'ethos).
E aggiungerei io un'ultima ingiustizia: negare che sia urgente un dibattito sulla questione maschile.
In Norvegia è già cominciata: Link


Ciò che è bene per le donne, lo stabilisce il ministro de La Signora, ciò che è bene per gli uomini, invece.....lo stabilisce ancora Lei.

Finchè gli uomini non capiranno che cio' che è bene per loro lo devono decidere loro, e non una donna a capo di un ministero di donne per i diritti delle donne, finchè gli uomini non usciranno dalla culla infantile della subordinazione morale del femminile nella quale sono confinati da sempre, con tanto di ciuccio ben piantato nella bocca (e nel cervello), nessuna questione maschile potrtà mai essere risolta, dato che il primo articolo di un'ipotetica carta costituzionale dei diritti maschili, sarebbe: Cio' che è bene per gli uomini, lo decidono gli uomini (tutti), e solo gli uomini.

xman 28-05-2008 23.00.01

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da Sùmina
Cio' che è bene per gli uomini, lo decidono gli uomini (tutti), e solo gli uomini.


Su questo concordo pienamente, però è davvero sintomatico che questo input sia stato lanciato da una donna. Che sia forse perchè i ministeri e le commissioni delle pari opportunità sono preclusi agli uomini?
Ministero delle pari opportunità, l'unica istituzione che non rispetta le pari opportunità.
Ma sapete che vi dico? che con tutti gli uomini che dormono sonni profondi e non vedono l'enormità della situazione forse è meglio che per ora ci vadano solo donne. Negli ultimi decenni i danni maggiori sono stati fatti da uomini che erano "più realisti del re".

Sùmina 29-05-2008 08.02.14

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da xman
Su questo concordo pienamente, però è davvero sintomatico che questo input sia stato lanciato da una donna. Che sia forse perchè i ministeri e le commissioni delle pari opportunità sono preclusi agli uomini?
Ministero delle pari opportunità, l'unica istituzione che non rispetta le pari opportunità.
Ma sapete che vi dico? che con tutti gli uomini che dormono sonni profondi e non vedono l'enormità della situazione forse è meglio che per ora ci vadano solo donne. Negli ultimi decenni i danni maggiori sono stati fatti da uomini che erano "più realisti del re".


Ed è per questo che tra parentesi ho messo (tutti). ;)

Se ci sono uomini che "rappresentano" altri uomini, questi verranno scelti tra coloro che sono piu' realisti del re, io sarei scartato subito, chlobbygarl sarebbe a capo del ministero.

Capito?

Altrimenti lì non c'arrivano, non ci rimangono, infatti la ministra ha scelto, artisti, cantanti, principalmente uomini dello spettacolo che devono la propria notorietà al consenso, ed indovina il consenso di chi?
Bingo!

E' sempre lì che si va a parare!
Sono uomini, ma se non fanno i bravi bambini, se fanno una mossa sbagliata e non quello che vogliono le donne, cadono in men che non si dica dalle stelle alle stalle!

Il problema, non è quindi che ci siano donne o uomini, quando questi sono delle mere teste di legno (basta vedere anche da noi), no, il problema è che gli uomini tutti si rappresentino da loro...."tutti uniti come un sol uomo" si direbbe...nessuna democrazia rappresentativa.

chlobbygarl 29-05-2008 10.20.02

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da xman
E sia, c'era stato un precedente, però devo dire sempre in forma concessiva, quasi irriconoscibile tra le bordate che lanci contro le lamentele di chi in quanto uomo si sente trattato in maniera iniqua.
Se non ricordo male il concetto era, tradotto in parole poverissime, la situazione giuridica come rimedio peggiore del male, aggiungendo ingiustizia (il Diritto) a ingiustizia (l'ethos).
E aggiungerei io un'ultima ingiustizia: negare che sia urgente un dibattito sulla questione maschile.
In Norvegia è già cominciata: Link

No xman, non è "in forma concessiva" che io sostengo come alcune aberrazioni giuridiche siano sintomatiche ed emblematiche del modo in cui è stata approcciata la questione del rapporto tra i generi leggi qui mentre invece lo dico proprio perchè i due aspetti osservabili della questione, vale a dire la discriminazione femminile fotografata dai numeri e il tentativo di compensazione giuridica, poi rivelatosi a volte sperequativo,

sono due termini legati da una relazione che andrebbe indagata, quantomeno posta come possibile.

Ma per fare ciò è necessario vederli entrambi, ed è quanto manca in questa discussione fin dall'inizio: la domanda su cosa sia il maschilismo nasce monca se si omette lo sguardo sulla condizione femminile che le statistiche dicono essere effetto inequivocabile di quel maschilismo sul quale s'indaga.Io non ho citato letture sociologiche, ma solo numeri.

Se hai seguito tutta la discussione avrai letto le risposte di Iulbrinner di fronte al mio elencare numeri e statistiche sulla condizione femminile: sono risposte impietose proprio e solo nei confronti di quella immagine di sè che il nostro dice di voler tutelare di fronte al "disturbo" da me rappresentato.

Il nostro arriva a parlare di maschilismo ignorando che le donne guadagnano di meno a parità di livello e di professione.Il nostro ignora studi e dati della commissione europea sulla questione femminile, il nostro afferma che le donne in parlamento sono poche perchè poche sono quelle interessate alla politica, senza domandarsi se una donna oggi abbia le stesse possibilità di un uomo di interessarsi alla politica.Il nostro cita giustamente l'affacciarsi della questione maschile sul palcoscenico, ma omette di dire che quella femminile intesa come riconoscimento della discriminazione effettiva e attuale patita dalla donna è una realtà in tutti i paesi d'europa.Scripta manent basta ri-leggere.Poi però tira fuori il merito, la concorrenza, darwin: lo stato delle cose del rapporto tra generi è quello determinato dalla fisiologica allocazione che la libera concorrenza opera di cervelli e persone.Ma poi il merito cessa a sua volta di esistere quando le sperequazioni le vive sulla "sua" condizione di uomo discriminato dalle norme e dal diritto in favore delle donne.

Insomma il nostro parla di fatti e ne cita solo alcuni, sceglie criteri di analisi e li applica a giorni alterni.Eppure il suo problema sono gli altri che non fanno informazione vera!!!

arriva a quel punto oberon in suo soccorso e dice che sì, non solo le leggi pro-femmina imperversano, ma costituiscono insieme ad un epifenomeno culturale di assoluto riguardo quello scenario abnorme di normalizzazione di massa che o lo vedi o non è possibile spiegartelo, effettuato massivamente contro gli uomini ma, e questa è la vetta, ad opera di altri uomini.

riassumendo quindi e come da studi scientifici, le donne sarebbero inferiori anche intellettualmente agli uomini, ma in grado però di operare un plagio sia su quelli preposti a produrre e amministrare la legge, sia sulla stragrande maggioranza di quelli che disquisiscono di rapporto tra generi.Insomma per dimostrare l'inferiorità femminile si è disposti a riconoscerne la superiorità su una parte pur esigua e per nulla rappresentativa di uomini: i parlamentari che legiferano, i giudici che applicano a senso unico le leggi, la maggior parte dei sociologi, dei demografi e degli statistici che scrivono numeri dimensionando la discriminazione femminile.Dimenticavo poi tutto il resto del mondo cieco alla questione urlante e pendente. Questo il brillante presupposto per l'inconfutabile teoria.

seguono letture storiche e sociologiche come ad esempio quelle esposte dal vivace Sùmina, un vero politicamente scorretto (mica come Iulbrinner!Tsè! "il male è nelle donne"!) che spariglia sempre con intuizioni esclusive quanto ineludibili frammiste a quella dose di sano sprezzo che un Uomo deve sempre possedere, uno che dopo aver giocato un pò aspetta tutte al varco per inchiodarle al fatto che l'eccellenza scientifica e artistica è sempre stata solo e soltanto maschile.La tesi aggiunge, è inobiettabile.Discussione finita, punto.Lui ha letto Nietzsche ahò!Mica pizza e fichi!

Io dico xman che chiedersi se e cosa sia il maschilismo, dando ad intendere che non esista più ammesso che sia mai esistito, prima che intellettualmente compassionevole sia del tutto off-topic se poi si parla solo e soltanto di discriminazioni giuridiche patite dagli uomini e si ignorano o si negano quelle subite ancora oggi dalle donne.

Nel senso che non perchè le prime hanno luogo le seconde cessano di esistere.

I due termini messi così sono rette parallele in eterno destinate a guardarsi senza spiegarsi nulla l'un l'altra.

"a me sembra" che invece di arroccarsi ognuno da una parte sia necessario cercare la relazione tra quei due termini.

"io credo" che le disparità osservabili fino a 35 anni fa nella condizione sociale e professionale tra uomini e donne abbiano determinato la ricerca di soluzioni, anche giuridiche anche sbagliate, che hanno preceduto di troppo tempo la condivisione sociale di un ethos in grado di renderle pregnanti e imprescindibili oppure ingiustificate e da cambiare (penso all'affido che oggi è congiunto).Condivisione di cui questo dibatito costituisce certo un abbozzo emblematico.

kore 29-05-2008 13.08.37

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da Scorpion
Tuttavia, se c'e' una qualita' che riconosco alle donne (perlomeno basandomi sulla mia esperienza), e' la capacita' di essere solidali ed empatiche fra di loro, molto di piu' di quanto lo siano gli uomini nei confronti degli altri uomini. Per esempio, se c'e' una cosa che fra maschi - specie se giovani - e' praticamente impossibile fare, e' parlare di sentimenti. E questo e' veramente un grande limite maschile, che pero' non ritengo essere naturale, bensi' culturale.
I motivi di cio', li lascio spiegare a qualcun altro che ne ha voglia e capacita', dato che io non ritengo di essere in grado di farlo.


Forse non ho capito bene, espongo perciò quello che ho capito.
Le capacità intellettuali, astratte, teoriche, scientifiche, sono per legge di natura più sviluppate negli uomini.
Le capacità sociali, empatiche, umanistiche per intenderci, sono per legge di natura più sviluppate nelle donne.
Tuttavia quell'unica qualità di natura (quella empatica) che tu sembri riconoscere alle donne, sempre se c'è, visto che parli per esperienza personale, è appannaggio anche degli uomini, solo che non è favorita dai fattori culturali.
Risulterebbe, comunque, assodata la superiorità del genere maschile nell'ambito intellettivo e razionale.
Inoltre, auspicando il superamento di un limite tutt'al più culturale, che ancora pone il genere maschile in una posizione diciamo un pò più svantaggiata rispetto al genere femminile, la superiorità del primo sarà finalmente un dato di fatto incontrovertibile e su tutti i fronti.
Ho capito bene?
Grazie.

misterxy 29-05-2008 19.41.08

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
A proposito di superiorità mentale femminile, riporto un articolo pubblicato nel dicembre 1994, sull'estinto mensile ultra-femminista CENTO COSE energy.
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I TEST DI INTELLIGENZA HANNO DIMOSTRATO LA SUPERIORITA' FEMMINILE
Sondaggio della rete televisiva inglese BBC



Caro maschio, sei finito, è iniziata l'era della supremazia delle donne,
ha sentenziato qualche settimana fa la serissima rete televisiva inglese
Bbc, dopo un accurato monitoraggio sulla popolazione anglosassone.
Le donne sarebbero di gran lunga più intelligenti e creative degli uomini.
Le prove sono evidenti: in questo momento tra i migliori studenti di ogni
facoltà universitaria due terzi sono femmine. Secondo il professor Richard
Kimball è solo il primo segnale, le donne sono naturalmente più dotate e
presto prenderanno il posto degli uomini, in ogni caso.
Già adesso il numero delle studentesse supera quello dei maschi e anche
i test d'intelligenza dimostrano che il loro cervello funziona bene, è più
integrato. Gli ultimi studi scientifici attribuiscono alle donne anche una visione
più globale della realtà. Che vuol dire prima di tutto una maggiore elasticità:
la capacità di superare meglio lo stress, di mediare bene tra razionalità e
emozioni. Tutte cose che portano inevitabilmente a un migliore adattamento
ai cambiamenti. Non è affatto vero che le donne siano imprevedibili. Anzi
hanno un maggior controllo di sé che aiuta nella competizione; i maschi,
più calcolatori e freddi oppure troppo aggressivi, perdono invece terreno.
Ed ecco perché in Inghilterra, nella City, metà delle grandi banche ha scelto
donne dirigenti. La ricerca è perentoria:"Immersi nei loro cliché i maschi si
sono lasciati andare, mentre le donne hanno risalito la china e ormai si trovano
ad aspirare a importanti funzioni manageriali"
.


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Articoli di questo genere erano la norma su tale mensile, così come in tutti i settimanali e mensili femministi dell'epoca.
Nessuno, però, si scandalizzava (o si scandalizza) per questo; anzi...
Non parliamo poi dei soliti riferimenti ai "maschi" e alle donne...



P.S. Volendo, potrei postarne a bizzeffe di articoli simili, risalenti a 10-15-20 anni fa.

xman 30-05-2008 00.42.06

Per chlobbygarl
 
Avrei qualcosa da dire sul dato che le donne guadagnino meno a parità di livello e professione, ma non lo faccio, non ho tempo, energie e capacità dialettiche per ricominciare una girandola di tesi e contro tesi.
Per la scarsa rappresentanza femminile in alcuni settori della società invece non ho nulla da dire perchè è stato dibattuto a lungo in questa sede, inutile ricominciare.
Qualcosa sulla visione per così dire parziale (in tutti i sensi) in base alla quale è stata condotta la discussione sulla questione maschile in questo forum, avrei qualcosa da dire.
Questo non è un dibattito, questo è un urlo. Un urlo sacrosanto.
Perchè la questione maschile non esiste, perchè se da una parte abbiamo media, istituzioni, intellettuali, politici, uomini e donne che si occupano della questione femminile dall'altra abbiamo qualche uomo di buona volontà che cerca di avere un'altra visione, che è una voce fuori dal coro, e che per farlo deve ricorrere a forum o siti quasi clandestini. La lotta è impari.
Certo ci sono dei libri che ne parlano, qui ne sono stati riportati molti stralci, ma come dimostra la vicenda Travaglio-Schifani, i libri non sono importanti, li leggono pochi e non meritano nemmeno una querela.

kore 30-05-2008 07.32.36

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Da quando è nata questa discussione anche io ho fatto caso a questi articoli, e li trovo abbastanza idioti.
Certo, se questa vostra "crociata" servisse a eliminare un pò di questa roba che c'è in circolazione io sarei la prima a rallegrarmene.
Ma sono sicura che se mi mettessi a postare tutto quello che c'è scritto sui siti maschilisti i capelli vi si rizzerebbero in testa pure a voi.
Quello che voglio dire è che va benissimo indignarsi.
Ma attenzione a che non diventi un'ossessione, perché a furia di respirare aria inquinata si rischia il cancro ai polmoni.

oberon 30-05-2008 22.09.28

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Soprattutto con lo scopo di fugare il sospetto che io snobbi le osservazioni rivoltemi, riprendo brevemente, anche ripetendomi, quanto già chiarito in altri post, relativamente al taglio e agli obiettivi dei miei interventi.

Quello che va sotto il nome di ‘dialogo’ si risolve, spesso in società e quasi sempre nel web, in una logomachia senza fine dalla quale progressivamente si scivola nel conflitto interpersonale aperto.
Nel web in realtà è ancora peggio, perché mancando qui la presenza fisica degli interlocutori e la compresenza dell’insieme degli ascoltatori-lettori e per giunta agendo in forma anonima, si è trascinati in una spirale perniciosa che conduce spessissimo alle flames. Già questo dovrebbe indurci alla prudenza e ad un costante controllo sulla forma del nostro scrivere. Dovrebbe anzi sollecitarci ad intendere questo colloquio come una articolata ma placida conversazione nella quale si esprimono punti di vista, sensazioni e congetture diverse e si narrano racconti di percorsi intellettuali consueti o anomali quali sono stati sperimentati da ciascuno. Anche convinzioni profonde e radicali, senza però né tentare né sperare di modificare quelle altrui.
Infatti, come non sono le verità altrui a modificare il nostro sentimento del mondo, così sono impotenti le nostre in senso inverso.

L’amor proprio e il bisogno di difendere la nostra identità ci impediscono poi di riconoscere nell’immediato ed apertis verbis il contributo altrui alla nostra crescita ed al mutamento delle nostre opinioni (ossia sentimenti). Solo dopo lungo tempo, ed assente il benefattore, si diventa disposti a riconoscere il peso delle sue parole nella nostra evoluzione. (Incidentalmente osservo che questa difficoltà è superiore nei maschi che nelle femmine, parimenti orgogliose e permalose ma su altri versanti dell’esistenza. Ciò in conformità con l’antica verità secondo cui i Due sono diversi l’uno dall’altra in modo radicale in ogni aspetto. Due specie).

Una delle più belle definizioni della filosofia che abbia incontrato è questa: essa non andrebbe intesa in altro modo che come una Grande Conversazione. Un millenario colloquio. Scrivo qui cercando di onorare e di dar corpo a quell’ideale.

Non porto statistiche a sostegno delle mie tesi, almeno non in modo sistematico. Solo in via episodica. Non sono le statistiche a modificare le c.d opinioni (che si originano dai sentimenti). Vi è poi il fatto che quei dati e quei fatti che io potrei riportare qui non sono né riservati né di difficile reperimento. Il web permette quasi tutto e in tempi minimi. Inoltre molte statistiche relative al conflitto dei sessi ed alla diversa condizione di MM ed FF sono disponibili sui siti del movimento maschile italiano. Basta andare là. Per il resto tutti siamo egualmente immersi nella cronaca e quasi non passa giorno che sul tema non ci giungano da diverse fonti i numeri e le statistiche che ci servono per vedere ciò che accade. Se non le notiamo vuol dire che il problema sta nei nostri occhi non nei “dato che ci mancano”.

Qualche settimana fa tutti i principali media hanno reso noto (con evidenza) che il 40% delle coppie italiane non fa sesso. Un dato impressionante che parla da solo e parla in modo preoccupante (ma anche luminoso). Chi non lo ha notato aveva gli occhi (ossia il cuore) altrove. Legittimamente, ci mancherebbe. Ma non può esigere l’eterna rimemorazione di quel che doveva e deve sapere, se si occupa del conflitto dei sessi e del suo destino individuale.

Non scrivo per forzare chi mi legge a cambiare il suo sentimento del mondo. Dipingo (ed altri qui lo fanno in modi diversi) un quadro mai visto, racconto le verità visibili da una postazione diversa, raggiunta attraverso sentieri piuttosto impervi. Verità amare, indigeribili persino a chi le scrive.
Parlo. Chi vuole ascoltare lo fa. Chi non vuole, avrà le sue ragioni.

E’ stato suggerito che io sospetti la malafede nei miei interlocutori. Nulla di più estraneo alle mie convinzioni. Al contrario. Magari ci fosse malafede.

Il problema degli uomini è che tutto ciò che viene agito contro di essi è motivato dalla più perfetta buonafede. Né è riprova il fatto che essi stessi combattono contro il proprio Genere. Contro di sé. E si dovrà ammettere che in un simile singolare processo la malafede non può entrare.
La buonafede è universale e non solo nel conflitto tra i sessi. Quello della buonafede sincera è uno dei problemi dell’umanità. Forse irrisolvibile. (Spero di aver occasione di approfondire questo tema intrigante).

Obn

Prima di incollare questa pagina ho letto che il forum viene congelato per …eccessivo successo.
Mi spiace. Spero che presto possa venire riattivato. Ringrazio intanto i gestori e i mod per aver creato e ben gestito questo che mi pare il miglior spazio di conversazione filosofica in Italia.

Scorpion 31-05-2008 07.23.18

Riferimento: Per chlobbygarl
 
Citazione:

Originalmente inviato da xman
Questo non è un dibattito, questo è un urlo. Un urlo sacrosanto.
Perchè la questione maschile non esiste, perchè se da una parte abbiamo media, istituzioni, intellettuali, politici, uomini e donne che si occupano della questione femminile dall'altra abbiamo qualche uomo di buona volontà che cerca di avere un'altra visione, che è una voce fuori dal coro, e che per farlo deve ricorrere a forum o siti quasi clandestini. La lotta è impari.

Sono d'accordo con te, e' una lotta impari, ma tanto non credo esistano delle soluzioni definitive. Nessun movimento maschile, nessun libro, nessuna legge, potranno mai liberare gli uomini dalle donne, che schiavi erano e schiavi resteranno, fino alla fine dei loro giorni. Al massimo se ne puo' parlare e scrivere per renderne testimonianza, questo si'.

misterxy 31-05-2008 08.38.38

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Come salvare da se stesso il "guerriero di carta"

Il "guerriero di carta" è prigioniero dell'approvazione altrui. Raramente cambia, finché il suo matrimonio non va in pezzi o la sua carriera subisce un arresto. Nel momento in cui la sua carriera si interrompe, viene riscaricato su un mercato del lavoro che esige da lui che lavori ancora più sodo per dare nuovamente prova di sé {in fondo, è reduce da un fallimento). Nel momento in cui il suo matrimonio fallisce, viene ributtato su un mercato della carne in cui lo si valuta di più se è un avvocato affermato che non se è un insegnante d'asilo. Per lui i periodi di autodeterminazione sono di breve durata. È vulnerabile a qualsiasi accenno di vaga possibilità di essere "bruciato".
E gli accenni a questa possibilità non mancano certo! Provate a cercare un divano nella stanza di un uomo. (Soltanto una volta in vita mia ho visto addirittura una poltrona in una stanza occupata da un uomo, il che è una rarità persino negli hotel più esclusivi.) Provate a cercare un leader nazionale che ammetta di concedersi qualche sonnellino. Perché? Invece di applaudirlo, abbiamo preso in giro Ronald Reagan perché di solito non rinunciava alla siesta. Ed ecco che Nancy Reagan, nelle sue memorie, ci spiega che non faceva mai il sonnellino, e anzi che bisognava lottare perché si sdraiasse un momento a riposare anche durante i voli più lunghi. Scrive: "Non ho mai capito da dove sia venuta un'idea simile, visto che la stampa riceveva ogni giorno una copia del suo programma e sapeva che non tornava a casa per il sonnellino".
Non è forse vero che Reagan si è conquistato, almeno in parte, la sua fama perché alle riunioni pubbliche "sonnecchiava"? Sì, in parte. Ma spiega Nancy Reagan: "È vero che Ronnie una volta si assopì nel corso di un incontro pubblico con il papa, nel 1982... Ma quella notte non aveva quasi chiuso occhio. La mattina presto eravamo partiti per Roma e una volta arrivati ci eravamo recati direttamente in Vaticano per l'incontro con il papa".
Qual è il punto? Non mettiamo in ridicolo le casalinghe se nel corso della giornata schiacciano un pisolino. Piuttosto, dovremmo incoraggiare il "sonnellino del dirigente" e il "sonnellino dell'impiegato". Oppure predisporre una stanza per la meditazione accanto alla palestra. Alcune società giapponesi forniscono ai dipendenti capsule di vetro che li avvolgono nell'oscurità e in cui sono cullati da una musica suadente. "Quando il tempo è scaduto, una ventata d'aria fredda lo colpisce in pieno volto e il dipendente viene rispedito al lavoro." (Dell'aria fredda posso farne a meno, ma del pisolino...)
Comunque, in ultima analisi, solamente il guerriero di carta può salvare se stesso dal "sentiero della follia". Le donne possono contribuire modificando il proprio sistema di approvazione, per esempio sposando persone modeste con la stessa frequenza con cui fanno un "bel matrimonio". Ma credo che poche donne cambieranno se gli uomini sono troppo deboli per domandarlo.

misterxy 31-05-2008 08.43.30

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Che cosa accade se gli uomini "dicono semplicemente di no" alla richiesta di fornire un grembo finanziario?
"I neri, gli indiani e i gay sono i più tartassati tra i maschi americani. E tutti hanno qualcosa in comune: non forniscono alle donne nessuna sicurezza economica."
Gli uomini che non possono proteggerla: i neri e gli indiani
Gli indiani non riuscirono a proteggere cibo, acqua e terre dagli invasori bianchi. A dispetto delle leggende e dei miti che insegnavano all'indiano a sacrificarsi, quando leggende, archi e frecce non erano all'altezza della tecnologia, dei fucili e delle pallottole, le loro famiglie venivano confinate nelle riserve della disfatta. Incapace di proteggere uccidendo bufali o "facendo una strage" a Wall Street, l'indiano diventò un uomo di cui disporre a piacimento. Gli fu dato poco amore e, avendo poco amore, trovò molto liquore.
Allo stesso modo, quando i neri, con il loro passato di schiavitù, entrarono in un'era industrializzata senza un addestramento adeguato per proteggere la famiglia, furono rifiutati dalie donne. Soltanto il maschio nero capace di prestazioni formidabili, di solito in campo sportivo (per esempio, tipi come Wilt Chamberlain e Magic Johnson), trovava donne a profusione. Gli altri, incapaci di grandi performance, erano messi in ridicolo nei romanzi e nei film (per esempio, Il colore viola, The Women of Brewster Piace).
Come conseguenza della inadeguata preparazione a proteggere, molti afroamericani spesso scelsero modi aberranti per "arrivare": spaccio di droga, gioco d'azzardo, lotterie. Quando questi metodi non consentirono di accumulare il denaro necessario per proteggere, anche loro, come gli indiani, si sentirono non all'altezza dell'amore delle donne, pronti a rischiare tutto per un'ultima speranza d'amore, e a morire di overdose se fallivano.
Gli uomini che non vogliono proteggerla: i gay
L'ostracismo nei confronti dei gay ha radici più profonde di quello contro i neri o gli indiani. I neri e gli indiani che non potevano fornire la debita protezione alle donne, se non altro volevano proteggerle, anche se non ci riuscivano. I gay, invece, non ci provano neppure a prendersi cura delle donne. Così abbiamo definito "immoralità" la loro reticenza a proteggere le donne. E li abbiamo messi al bando, cercando di negare loro la sopravvivenza. Li abbiamo definiti eretici, come le streghe. La parola fascina significa fascio di legna minuta da bruciare: quando venivano portati al rogo come eretici, gli omosessuali furono detti "fascine".
Perché? Proviamo a pensarci un momento. Per un gay il sesso significava due ore di piacere sessuale in cambio di due ore di piacere sessuale. Per un eterosessuale il sesso significava due ore di piacere sessuale in cambio di un'intera vita di responsabilità. L'eterosessualità non era un buon affare! La paura che stava dietro l'omofobia era che nessuno si sarebbe occupato della generazione successiva. Sarebbe stato solo un gran divertimento generale. Così la parola "divertimento" diventò un segno di immaturità; molte forme di "edonismo" diventarono illegali. Le culture tolleravano l'omosessualità soltanto quando non si preoccupavano più della sopravvivenza (per esempio, la classe media degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, i greci e i romani quando si sentirono perfettamente al sicuro nel loro impero).
Veramente ci preoccupiamo meno della vita degli uomini che si rifiutano di riprodurre e di proteggere? La nostra iniziale mancanza di attenzione per l'AIDS - finché non fu evidente che anche gli eterosessuali erano a rischio - dà un'idea abbastanza precisa del nostro atteggiamento.
Gli uomini che non riescono a proteggerla: i senzatetto
"A San Francisco i senzatetto adulti sono per il 96 per cento uomini. In altre città la percentuale scende, mediamente all'85 per cento."
"Gli uomini che vivono da soli nelle strade sono tre volte più numerosi di tutti i bambini, gli adolescenti e le donne adulte che vivono nelle strade, messi insieme."
Individui senza fissa dimora che vivono da soli
Bambini o adolescenti (19 anni o meno) 6%
Donne adulte 20%
Uomini adulti 74%
Se pensiamo a un senzatetto, la prima immagine che si presenta alla mente è quella di una donna con i suoi figli. In realtà, su tutto il territorio nazionale solamente il 16 per cento dei senzatetto fa parte di un gruppo famigliare di un qualche genere. E anche tenendo conto di raggruppamenti famigliari tra i senzatetto restano comunque più numerosi gli uomini soli che i bambini, le donne sole, le donne sposate o gli uomini sposati riuniti tutti insieme.
Siamo portati a pensare che siano le famiglie senzatetto a trovarsi nelle condizioni peggiori, ma gli studi condotti hanno rilevato che sono senz'altro trattate molto meglio: a loro viene più facilmente offerto un ricovero, del cibo, qualche lavoro. Coloro che stanno di gran lunga peggio sono i single senzatetto.
Quando mi è capitato di distribuire cibo e indumenti ai senzatetto, sono rimasto colpito dalla quantità di uomini e ragazzi che vivevano per la strada, senza alcun riparo. Non posso dimenticare un uomo tutto tremante, rannicchiato con i suoi quattro bambini su un materasso sudicio. Il logoro cappotto serviva a coprire i due più piccoli. Quando vivevo a New York, ricordo di aver visto un uomo che contendeva a un topo dei rifiuti, e con la mano congelata dal freddo rovistava tra pannolini e assorbenti per recuperare qualche foglia di lattuga appassita.
In quasi tutti i rapporti sui senzatetto si trova una frase come questa (tratta da un rapporto ufficiale della California): "Se le donne costituiscono una piccola parte dei senzatetto (valutata intorno al 10 per cento in California), si trovano tuttavia ad affrontare particolari problemi". E questo va bene. Ma nessuno parla mai dei problemi che devono affrontare gli uomini.I senzatetto non sono soltanto uomini che non hanno una casa, ma uomini che non hanno amore né speranza di trovare amore fintantoché rimangono dei senzatetto. Molti avevano un tempo una casa, dei figli, una moglie, ma perdendo la capacità di proteggere, persero anche tutti coloro che amavano. Sulla strada, entrarono in un club quasi per soli uomini.
Perché non siamo pronti ad aiutare i senzatetto? In parte perché non ci rendiamo conto che la pressione cui sottoponiamo gli uomini affinché mantengano la famiglia spesso li costringe a fare mestieri saltuari, a un passo dalla condizione di senzatetto (quelli degli immigrati, dei marinai della Marina mercantile, dei camionisti, degli operai che costruiscono strade e ferrovie...) e in parte perché reagiamo in modo diverso davanti agli uomini falliti...
Il nostro atteggiamento è diverso se invece di un uomo abbiamo di fronte una donna che non è in grado di dare protezione?
Vi ricordate di quando quasi tutti i senzatetto erano uomini? Li chiamavamo "barboni". Poi cominciò a comparire qualche donna. In America le chiamavamo le "signore con la borsa". Quando le donne raggiunsero circa il 15 per cento, chiamammo tutti "senzatetto" e all'improvviso cominciammo a preoccuparci del problema. Questa distinzione tra "barboni" e "signore con la borsa" non è che una metafora della differenza tra l'atteggiamento che abbiamo nei confronti degli uomini e quello nei confronti delle donne che falliscono.
"Allorché un capitano non riuscì a controllare la sua nave e il petrolio che ne fuoriuscì distrusse fauna e flora, i nomi Exxon Valdez e capitano Joseph Hazelwood furono coperti d'ignominia. Hazelwood fu messo sotto processo, condannato a pagare una multa e chiuso in carcere. Diventò il miserando bersaglio delle barzellette di Johnny Carson e Jay Leno. Beveva, e la cosa non mancò di essere sottolineata. Il fatto che un improvviso cambiamento di programma avesse risospinto in mare aperto un capitano, e un equipaggio esausti, e che ciò avesse rovinato la carriera del capitano fu passato sotto silenzio."
"Quando un controllore di volo donna commise un errore e provocò un incidente in cui morirono trentaquattro persone (non flora e fauna), i colleghi la nascosero in un albergo per proteggerla dalla pubblicità. Per giorni e giorni cercarono di confortarla. Invece di essere il bersaglio di battute umoristiche non sempre di buon gusto, andò in analisi per ritrovare l'equilibrio, naturalmente a spese di noi contribuenti. Invece di citarla in giudizio, la Federai Aviation Administration le procurò un avvocato. Invece di pubblicizzarne il nome, il National Transportation Safety Board collaborò affinché la sua identità restasse segreta e non data in pasto ai media. Finora il suo nome è rimasto sconosciuto."
I titoli di giornali quali il Los Angeles Times e il New York Times enfatizzarono la sua pena, e non il lutto e il dolore dei famigliari delle vittime.
Los Angeles Times
Controllore di volo sconvolto dal dolore, lacrime dopo la catastrofe
Dopo l'incidente, i colleghi hanno passato ore accanto a lei e per giorni l'hanno tenuta nascosta.
A tutt'oggi devo ancora vedere un articolo sull'angoscia del capitano Hazelwood. Approvo il fatto che il governo si sia accollato l'onere di aiutare quella donna a superare lo choc, ma riesco anche a immaginare la reazione del pubblico se il governo avesse mandato in terapia il capitano Hazelwood dopo il disastro della Exxon Valdez. Quando un uomo non riesce a proteggere, lo perseguitiamo; quando una donna non riesce a proteggere, la proteggiamo. Insomma, ci preoccupiamo del dolore femminile
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misterxy 31-05-2008 08.54.07

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Una visione complessiva
Quando un sesso soltanto vince, entrambi i sessi perdono.


Nell'Ottocento, negli Stati Uniti, se a commettere un delitto era una donna, chi andava in prigione era il marito. E per la legge inglese, se una famiglia contraeva dei debiti, era il marito a essere rinchiuso nella prigione per debitori. Nelle questioni maschio-femmina, l'inconscio legiferare degli uomini era programmato in modo da proteggere le donne. Quasi sempre le leggi erano fatte dagli uomini, ma non per gli uomini.
In questo capitolo scopriremo che in un'epoca di pretesa indipendenza femminile le leggi, una dopo l'altra, finirono per essere fatte tenendo talmente conto della necessità di proteggere le donne che, qualora i diritti costituzionali di un uomo entrino in conflitto con la protezione di una donna, nella maggior parte dei casi tali diritti non verranno rispettati.
Questo è ciò che accade legalmente. Ma ciò che accade legalmente quasi sempre riflette ciò che accade a un livello psicologico più profondo. Come vedremo, se il divorzio lasciava la donna priva del marito-salvatore, molte donne si cercavano sostituti salvatori; e se il divorzio lasciava l'uomo senza una fonte di amore, gli uomini gareggiavano per ottenere l'amore di una donna, trovando modi nuovi per salvare le donne.
La ricerca del salvatore e la competizione per fare il salvatore si presentavano sotto vari aspetti. Le donne della New Age passavano dal padre al marito al guru; gli uomini facevano a gara per diventare il loro guru. Le donne tradizionali passavano dal padre al marito a «Dio Padre»; gli uomini facevano a gara per essere i loro «padri» (preti, ministri del culto, sacerdoti, rabbini). Le femministe passavano dal padre al marito a varie alternative: l'alternativa di provvedere a se stesse o di rivolgersi al massimo salvatore - il governo come surrogato del marito; gli uomini fecero a gara per trasformare il governo nel surrogato del marito.
I divorzi fecero nascere sodalizi di uomini (detti legislature) che proteggevano collettivamente le donne quando altri uomini (detti mariti) non proteggevano più le donne individualmente. Ciò significò un appesantimento del carico fiscale, soprattutto su altri uomini, al fine di trovare denaro soprattutto per le donne. Quando il divorzio priva le donne di un marito che le protegge, l'inconscio collettivo continua però a volerle proteggere.
E l'inconscio collettivo femminile tuttora vuole protezione. Per esempio, un poliziotto di San Diego sta attualmente scontando una pena di cinquantasei anni di prigione per aver violentato delle donne sulle spiagge locali; la moglie è in causa con il dipartimento di polizia per ottenere le entrate che il marito non può più assicurarle... si aspetta che il governo sia il surrogato del marito. Ha intentato causa al dipartimento anche per averlo assunto, tanto per cominciare... si aspetta che il governo giudichi il carattere del marito meglio di quanto non avesse saputo fare lei.
Queste leggi fatte dagli uomini riflettono dei valori maschili? In parte. I valori maschili consistono in parte nel proteggere le donne più ancora che se stessi. Queste leggi sono forse fatte nell'interesse degli uomini? In un certo sento. Gli uomini che vogliono l'amore di una donna imparano a preoccuparsi degli interessi delle donne più che dei propri.
Il fatto che quasi tutti i legislatori siano uomini prova forse che gli uomini sono i responsabili e possono scegliere quando tener conto e quando non tener conto degli interessi femminili? In teoria è così. Ma in pratica il sistema legale americano non può prescindere dall'elettore. E alle elezioni presidenziali del 1992 il 54 per cento dei votanti era costituito da donne, il 46 per cento da uomini. (Le donne rappresentano oltre 7 milioni di voti in più rispetto agli uomini.)
Nell'insieme, il legislatore è per un elettore quello che l'autista è per il datore di lavoro - entrambi hanno un incarico, ma entrambi possono essere licenziati se non vanno dove viene loro detto di andare. Quando sembra che i legislatori non proteggano le donne, quasi sempre è perché le donne hanno una diversa idea della protezione. (Per esempio, le donne divisero equamente i loro voti tra repubblicani e democratici nelle quattro elezioni presidenziali, prese nel loro complesso, precedenti la nomina di Clinton.)
Vedremo come la propensione della legge alla speciale protezione delle donne ha cominciato a scricchiolare pericolosamente di fronte alla garanzia, sancita dalia Costituzione, di pari protezione. Come negli Anni Ottanta, per esempio, avessimo due definizioni dell'autodifesa: una per gli uomini e una per le donne; e due definizioni di omicidio di primo grado - a seconda del sesso. Vedremo come, negli Anni Novanta, dodici possibilità di difesa erano potenzialmente a disposizione di una donna che aveva ucciso ma non dell'uomo che aveva ucciso. Come, in molte università, una donna poteva far espellere un uomo incolpandolo di violenza - anche se aveva deciso lei di bere e di dire di «sì» mentre beveva.
Nei capitoli seguenti troveremo la spiegazione della legislazione riguardante molestie sessuali e violenze; e avremo un'idea dei dilemmi che tutto ciò procurerà nel lavoro, al governo, alla legge e in ultima analisi alle donne stesse nel ventunesimo secolo; e infine verranno esaminate le misure che potremmo prendere prima dì ritrovarci alle corde.
Considereremo in che modo l'originaria posizione femminista contro la discriminazione legale basata sulle differenze biologiche si sia trasformata in quella che consiste nel favorire l'uso delle differenze biologiche se estendono i diritti delle donne - per esempio il diritto di portare avanti una gravidanza anche se il padre non è d'accordo, o di citare poi in giudizio il padre affinché mantenga il figlio per diciotto anni.
Prenderemo in esame il dilemma davanti al quale si trovano i datori di lavoro, i quali devono garantire diritti speciali alle donne e nel contempo devono trattarle con pari rispetto. Per esempio, il supporto femminista al diritto speciale riservato a una donna incinta di ricevere una paga d'invalidità ha fatto sì che la gravidanza diventasse sul lavoro l'unica «invalidità» che, pur essendo considerata tale, non si può certo definire un incidente sul lavoro, e l'unica che un'impiegata si procura intenzionalmente.
Queste leggi per la «protezione della donna» sono già state messe in pratica in quella che è forse stata la rivoluzione legale più pacifica della storia. Nel 1970 non si era mai sentito parlare della dottrina giuridica femminista. Attualmente, da una recente bibliografia su donne e dottrina giuridica, risulta che per la maggior parte i libri e gli articoli sono scritti da studiose di diritto femministe. Nessuno studioso importante ha criticato il femminismo sulle riviste legali specializzate. Quando gli fu chiesto come mai ciò non fosse accaduto, il professor Geoffrey Hazard della Yale Law School spiegò che nell'atmosfera «politicamente corretta» delle università lo studioso che esprimesse un qualche dissenso sarebbe tacciato di antifemminismo.
Comunque, ancora non abbiamo provato che il sistema effettivamente protegge le donne. Ovvero, che realmente esistono due leggi - la legge maschile e la legge femminile.

misterxy 31-05-2008 14.03.21

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Sesso con il contagocce, stile OPEC

Spesso riteniamo che i paesi che impongono alle donne di indossare il velo lo facciano per mantenerle sottomesse. Nei paesi musulmani, il purdah nasconde la bellezza femminile, che può essere mostrata solamente a pochi eletti, invariabilmente individui pronti a mettere generosamente mano al portafogli. Ciò impedisce all'uomo medio perfino di guardare la donna media finché non promette di proteggere e mantenere lei e i suoi figli per tutta la vita (vedi matrimonio). E fino a quel momento l'uomo è privato della presenza femminile durante i pasti, i viaggi, le preghiere eccetera. L'amore della donna, l'affetto, il conforto, persino il suo sorriso sono concessi solo a patto che lui dimostri la precisa volontà di provvedere, proteggere e rischiare la vita per lei. Di conseguenza, quasi tutte le donne, e non solamente le più belle, sono protette da qualcuno.
In Medio Oriente, il sesso e la bellezza femminili rappresentano per quei popoli ciò che petrolio e gas rappresentano per gli americani: più scarseggiano, più aumenta il prezzo. Più numerose sono le donne che «si concedono» gratuitamente, o per poche lire, e più cala il valore della singola donna... Questo è il motivo per cui la prostituzione, la violazione del purdah (togliere il velo) e la pornografia sono messi al bando e condannati, specie tra le donne. Ecco perché i genitori dicono alle figlie: «Non concederti a buon mercato». Il sesso «a buon mercato» inflaziona il mercato.
Proviamo a immaginare il contrario: se le donne dovessero promettere di mantenere un uomo per tutta la vita prima che questi si tolga il velo e mostri loro il suo sorriso, la considereremmo una forma di privilegio femminile?
Tuttora, quando diciamo che qualcuno offre i suoi favori sessuali, non parliamo mai dei favori sessuali dell'uomo; pertanto, solamente le donne si aspettano qualcosa in cambio. Ogni anno gli uomini spendono miliardi di dollari per svelare il corpo femminile, mentre gli uomini che si spogliano finiscono in prigione. Una donna mostra le sue beltà; un uomo, invece, è un esibizionista; a lei diamo denaro, a lui la galera. Il potere sessuale femminile significava pagamenti per le prestazioni. L'uomo apprese a guadagnare di più per pagare di più; rimase pertanto di stucco quando si sentì dire che il bisogno di guadagnare di più era un riflesso del suo più ampio potere.
Sesso in altalena, stile americano
Negli Stati Uniti, sul finire degli Anni Sessanta, quando le femministe credevano che l'indipendenza economica delle donne avrebbe portato la ricchezza economica alle donne, esse sostennero e difesero la libertà sessuale. Allorché si scoprì che il divorzio creava obblighi a livello economico, femministe, fondamentalisti e riviste femminili fecero fronte comune per dare un taglio alla libertà sessuale. Titolava Cosmopolitan, ben prima del flagello dell'herpes: «Sesso: fateglielo guadagnare». Un'attenta analisi del declino della rivoluzione sessuale ci aiuta a capire perché, se non fosse stato per l'herpes e per l'AIDS, sarebbe intervenuto qualcos'altro.
Il bisogno di sicurezza economica che precede l'apertura sessuale delle donne è probabilmente inconsciamente rafforzato dalla nostra tradizione, che impone all'uomo per primo d'invitare una donna a cena fuori. E più la donna è tradizionale, più saranno numerose le cene e meno lei si sentirà sessualmente aperta se prima il partner non le paleserà il suo impegno - in sostanza, l'impegno a mantenerla a vita.

Davvero gli uomini hanno oppresso le donne?
Gli uomini hanno trattato le donne come una proprietà?
Soltanto comprendendo che l'esistenza degli uomini era subordinata alla proprietà potremo conciliare lo status misto delle donne, al tempo stesso paragonabili a una proprietà e messe «su un piedistallo». Quando si dice che gli uomini trattavano le donne come una proprietà, raramente si dice anche che gli uomini erano tenuti a morire affinché la loro proprietà non venisse danneggiata - che l'esistenza degli uomini era fondamentalmente subordinata alla proprietà. Persino nell'America del diciannovesimo secolo la legge federale stabiliva che se una moglie commetteva un delitto, sarebbe stato processato per quel crimine il marito, e lui sarebbe andato in prigione se fosse stata dimostrata la di lei colpevolezza. Analogamente, se la famiglia era morosa, lui soltanto sarebbe finito nella prigione per debitori.
Nel corso della storia, gli esponenti di entrambi i sessi sono stati proprietà in modi vari. I giovani maya si legavano con un contratto ai suoceri; in epoca biblica, Giacobbe si legò allo zio Labano; in America, Johnny si è legato allo zio Sam... In quasi tutte le società costrette a difendere il loro territorio, i giovani morivano per questo e, prima che facessero in tempo a capire qualcosa di più, venivano istruiti in modo da essere fieri di morire.
In America, decine di migliaia di immigranti si guadagnarono il permesso di entrare nel paese come indentured servants. Oltre il 90 per cento di quei servi era costituito da uomini. All'inizio assumevano uno status molto simile a quello degli schiavi, per un periodo di sette anni. Alcuni erano scapoli che speravano di guadagnare abbastanza da diventare un buon partito e finalmente accasarsi. Altri avevano lasciato le mogli in Europa. Pensateci un momento. Quale più grande dimostrazione d'amore di quella di un uomo che si rendeva schiavo per una donna, senza poter godere della sua cucina, delle sue cure o della sua affettuosa compagnia? Solamente gli uomini - il «sesso poco romantico» -facevano questo... per le donne. Ma...
Molti uomini prolungarono il contratto che li legava oltre il periodo stabilito, anche per tutta la vita, per poter richiamare le famiglie. In pratica, questi uomini diventarono degli schiavi.
In Europa, ai tempi dell'Impero Romano e fino al Medioevo, era normale che gli uomini avessero bisogno di una protezione economica, e così si vendevano ai signori. Con una speciale cerimonia il vassallo prendeva i voti: il conte chiedeva se il vassallo desiderava diventare «il suo uomo» e con un bacio suggellava il patto. Il vassallo era tenuto a fare per il padrone una cosa che raramente le donne facevano per i mariti: considerare come un onore morire per proteggerlo.
Se gli uomini non avevano il potere, come mai spesso la proprietà passava in eredità agli uomini? Perché gli uomini avevano la responsabilità di provvedere alla proprietà. La proprietà era uno degli attributi che facevano dell'uomo un buon partito, così come la fertilità era tra gli attributi della donna. Gli uomini avevano diritti sulla proprietà per assumersene la responsabilità. La pressione sociale indusse gli uomini a fornire alla moglie una proprietà pari alla loro; e il tabù del divorzio evitò alle donne di perdere la proprietà, se a perderla non era il marito.
Le donne erano pertanto pari per proprietà, e più che pari agli uomini: e, quindi, «su un piedistallo».

misterxy 02-06-2008 06.55.56

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Per concludere...

IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Nella Guerra del Golfo, le donne affrontavano gli stessi rischi senza ricevere la stessa paga?
Durante l'invasione di Panama da parte degli USA, sulle prime pagine dei giornali fu dato ampio spazio alla prima donna che guidò i soldati al combattimento. Il New York Times chiarì che la donna pensava di trovarsi in prossimità di un canile incustodito, ma ciò non impedì a un membro femminile del Congresso degli Stati Uniti, Schroeder, di servirsi di questo incidente per dare vita a tre miti - miti che furono ulteriormente rafforzati durante la Guerra del Golfo:
1. Donne e uomini corrono gli stessi rischi.
2. Alle donne erano negati i posti di combattimento in prima linea per poter negare loro pari opportunità come ufficiali.
3. Alle donne venivano negati i posti di combattimento per poter negare loro la stessa paga.
Questi miti furono ulteriormente alimentati dalle cover stories dei nostri settimanali:
Ma i fatti forniscono un quadro diverso della situazione:
1. Stessi rischi. Se davvero le donne avessero corso gli stessi rischi, gli scontri a Panama non si sarebbero conclusi con la morte di 23 uomini e 0 donne (e 0 donne ferite); le operazioni per la Guerra del Golfo non avrebbero provocato la morte di 375 uomini e di 15 donne. Sommando le vittime delle due guerre, per ogni donna sono morti 27 uomini; ma dal momento che nell'esercito ci sono soltanto 9 uomini per ogni donna, per un uomo il rischio di perdere la vita era quindi tre volte superiore che per una donna.
Se gli uomini incidessero per meno del 4 per cento sul totale dei decessi e ogni singolo uomo avesse corso soltanto un quarto di rischio di morire, la Schroeder avrebbe ancora affermato che gli uomini correvano gli stessi rischi? L'eguaglianza non consiste nel rendere le donne vulnerabili per caso, quando gli uomini sono resi vulnerabili di proposito.
Alle donne venivano negati i posti di combattimento per poter negare loro pari opportunità come ufficiali? O per poter negare loro la stessa paga?
2. Pari opportunità come ufficiali. Le donne costituiscono l'11,7 per cento dell'intero esercito, ma il 12 per cento degli ufficiali. Le donne ottengono promozioni in numero più che proporzionato nonostante il tempo sproporzionato in cui hanno prestato servizio (le prime donne si diplomarono a West Point nel 1980).
3. Stessa paga. Durante la Guerra del Golfo tutti e due i sessi ricevettero un'indennità extra di 110 dollari. I due sessi ebbero la stessa paga sebbene i rischi non fossero gli stessi.
In breve, gli uomini ottengono meno promozioni e, di conseguenza, una paga inferiore per periodi più lunghi di servizio e rischi tre volte superiori di perdere la vita; nonostante tutto ciò, sentiamo parlare di discriminazione contro le donne e non di discriminazione a sfavore degli uomini. Quando gli uomini fanno il 30 per cento dei lavori domestici, li critichiamo perché non condividono i lavori domestici; quando una donna riceve il 100 per cento della paga speciale degli uomini in guerra e corre il 25 per cento dei rischi rispetto a un uomo, la definiamo una guerriera e le riconosciamo il merito di «condividere il pericolo».

misterxy 02-06-2008 07.00.18

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Il mio corpo è affar mio?
«Se un feto ha 'diritto alla vita', ma diciotto anni dopo ha il 'dovere di morire', quale sarà il suo sesso?»
Reclutare per il servizio militare tutti i nostri figli diciottenni poiché il paese potrebbe avere bisogno di un maggior numero di soldati è sessista quanto lo sarebbe richiamare tutte le nostre figlie diciottenni e indurle a fare dei bambini se il paese avesse bisogno di un maggior numero di bambini.
Al momento, quindici milioni di ragazzi americani sono nella banca dati degli uomini che potrebbero essere richiamati. Quante probabilità ci sono che ciò accada? Sappiamo solamente che in un arco di tempo tra le ventiquattro e le settantadue ore potrebbero arrivare i primi inviti a presentarsi. Ecco con quale rapidità potrebbe cambiare la vita di vostro figlio. La Guardia Nazionale e le unità di riserva sono preparate a riempire le caserme con 100.000 ragazzi in quattro settimane. Le unità si esercitano un week-end al mese a installare e far funzionare quartieri generali e uffici da campo, e a tenere corsi supplementari nei distaccamenti. In caso di guerra si saprebbe che fare.
Paradossalmente, gli ufficiali del Selective Service sono orgogliosi del loro sistema di «pari opportunità», non più regolato in modo da favorire una classe, una razza, lo status di studente o talune professioni. È una metafora dei tempi nostri il fatto che venga definita pari opportunità la condizione che per gli uomini soltanto prevede la morte.
Il Selective Service fa legalmente ciò che le professioni mortali fanno psicologicamente. Per le donne «il mio corpo è affar mio», per gli uomini «il mio corpo è affare del governo». La donna ha il «diritto di scegliere»; un coscritto può scegliere tra essere «colpito da una mina o da un mortaio, da un proiettile o da una granata, o di saltare in aria... potresti smembrarti in modo tale che non si riuscirà più a riunire le parti... potresti morire nell'ultimo stadio della malaria con quel lieve soffio nelle orecchie».
Quello che tuttora è un «affare del governo», un giorno, forse, sarà finalmente un affare che riguarderà gli uomini.

L'esercito di lui contro l'esercito di lei
L'addestramento militare ti priva dell'immagine che hai di te, per ricostruirti in modo da adattarti allo stampo dell'esercito.
Bruce Gilkin, veterano del Vietnam
Quando ogni uomo nell'esercito è tenuto ad andare in combattimento secondo un ordine preciso, e ogni donna può scegliere tra andare a combattere o essere protetta, creiamo due distinte mentalità. L'addestramento militare esige dagli uomini una svalutazione della loro vita; l'addestramento a mestieri che si possono svolgere anche nella vita civile è compatibile con una buona valutazione della propria vita. Con quale risultato?
Vessazioni e punizioni sono una preparazione alla svalutazione - ed è per questo che gli uomini si infliggono reciprocamente vessazioni e punizioni; si privano della propria individualità perché la macchina della guerra funziona meglio se le parti sono standardizzate. Vessazioni e punizioni sono pertanto un presupposto necessario dell'addestramento militare nell'«esercito degli uomini»; ma nell'«esercito delle donne» vessazioni e punizioni possono essere contestate - sono in conflitto con il valore che si dà alla propria vita.
Se gli eserciti degli uomini e delle donne fossero fisicamente separati, queste differenze non costituirebbero affatto un problema. Ma se agli uomini viene detto che le donne sono uguali, e quando poi infliggono vessazioni e punizioni alle donne in quanto uguali la loro carriera è rovinata (e spesso la loro vita famigliare è distrutta), allora non si fa che rafforzare una ben precisa convinzione degli uomini: le donne «vogliono, per sé, salvare capra e cavoli».

misterxy 02-06-2008 07.06.13

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

La sindrome della gravidanza in Marina
Non è polìticamente corretto toccare questo Casto nell'esercito, ma... un'ampia percentuale di soldatesse ha scelto di abortire dopo aver usato la gravidanza come mezzo per evitare il turno nell'Operazione Desert Storm. {...] È scorretto usare un feto per sottrarsi alla responsabilità che ti sei assunto arruolandoti, per poi uccidere quel feto.
Lettera firmata di un medico dell'esercito, Kuwait
La mentalità che implica la stima di sé porta anche alla «sindrome della gravidanza in Marina»: il fenomeno della donna che approfitta dell'addestramento tecnico e poi, un momento prima che la nave salpi, resta incinta, e può perciò restare a terra a buon diritto; oppure che resta incinta subito dopo la partenza della nave - il che le consente di sottrarsi alle proprie responsabilità - e costringe i compagni a sostituirsi a lei. Tutto ciò è compatibile con la stima di sé, ma in un contesto militare, quando oltre il 40 per cento delle donne imbarcate su navi statunitensi come l'Acadia rimase incinta durante i preparativi per la partenza, mette in pericolo la vita degli uomini. Come mai?
La Marina addestra delle squadre. Ogni membro di una squadra è addestrato a interagire con gli altri in situazioni in cui una frazione di secondo può salvare o far perdere una vita. Quando d'improvviso viene a mancare una parte della squadra, non è sufficiente una semplice sostituzione, perché troppo preziosa è l'interazione tra le personalità peculiari che fanno parte della squadra. In sostanza, quando anche una sola donna dichiara forfait, tutta la squadra è perduta. Con quali conseguenze? Proviamo a immaginare che cosa sarebbe successo se il luogotenente Conklin fosse stato una donna incinta quando i due missili iracheni aprirono una breccia di circa cinque metri nella fiancata della Stark...
L'attacco missilistico provocò un incendio che si propagò rapidamente, minacciando di far saltare per aria la nave e i 200 uomini a bordo. Il luogotenente Conklin, ventisettenne (persona reale, storia vera) rimase gravemente ferito e ustionato alle mani, alle braccia e ai piedi. Ma sapeva che strisciando tra i rottami in fiamme per raggiungere la sala macchine e spegnere i motori avrebbe forse potuto evitare l'esplosione.
Il percorso verso la sala macchine era nero come la pece e il calore arrivava a circa 400 gradi Fahrenheit (la carta brucia a circa 451 gradi; di qui il titolo del film Fahrenheit 451). Eppure entrò, protetto soltanto da una T-shirt bagnata nell'acqua salata del mare, tenendo chiusi gli occhi (così si sarebbero bruciate le palpebre e non gli occhi). Avanzò a tastoni, seguendo il sistema di tubature, e ogni volta che toccava un tubo bollente si sentiva strappare la pelle delle dita e delle mani; raccontò poi che era stato come camminare in un forno acceso e poggiare le mani sulle teglie bollenti. Non si dette per vinto finché non riuscì a chiudere le valvole. Faticosamente tornò sui suoi passi e scoprì che la nave rischiava ora di affondare e non era del tutto scongiurato il pericolo di un'esplosione: continuò perciò a fare tutto quanto gli fu possibile per salvare la nave.

Mentre Conklin con coraggio affrontava tutto questo, il marinaio Mark Caouette, che aveva perduto una gamba e perdeva sangue, rifiutò i tentativi dei compagni di portarlo in salvo. Preferì condurre a termine altre operazioni importanti. Fu poi ritrovato il suo cadavere carbonizzato. Nel frattempo l'elettrotecnico Wayne Weaver riusciva a mettere in salvo dai sei ai dodici uomini; il suo corpo fu poi ritrovato aggrappato al corpo dì un altro uomo che stava cercando di salvare.
Questi uomini tra i 19 e i 36 anni salvarono la vita a 163 uomini, perché 37 morirono. Per loro, essere una squadra significava poter contare sulla disponibilità di ogni membro a mettere la propria vita in secondo piano. Non significava approfittare dell'addestramento per poi trovare il modo di restare a terra poco prima della partenza.

Negli ultimi dieci o vent'anni, abbiamo parlato di sessismo ai danni delle donne quando uomini del genere rifiutavano l'idea che delle donne potessero essere imbarcate sulle navi da guerra (o entrassero in una squadra di pompieri volontari). Questo mi spiegò un militare: «Non stiamo ad aspettare un'emergenza per scoprire chi è pronto a rischiare la vita e chi invece se la darà a gambe. Quando arriva una nuova recluta, simuliamo situazioni in cui qualcuno stia rischiando la vita. Vogliamo vedere se l'ultimo arrivato cerca di salvare il collega nei guai o invece di salvarsi la pelle. Ma se lo facciamo con le donne, quelle urlano: 'Discriminazione'. Non tutte le donne, ovviamente. Ma se una donna ha lo smalto alle unghie... be', non ho mai visto una donna con lo smalto che non volesse essere salvata».
La «sindrome della gravidanza in Marina» è soltanto la manifestazione esteriore di un problema rilevato da quasi tutti gli studi condotti sulle forze armate - dall'U.S. Signal Corps all'U.S. Army. Da ogni studio risuìtò che, secondo gli uomini, le donne avevano incarichi più leggeri o promozioni immeritate, spesso grazie ai loro «favori» sessuali. Provavano un forte risentimento per le donne che, comunque, ricevevano una paga uguale.
Gli interrogativi sulla serietà delle donne nell'esercito si moltiplicarono quando alcuni studi rilevarono che soltanto il 21 per cento delle donne prendeva in considerazione l'ipotesi di una carriera militare, contro il 51 per cento degli uomini. Secondo gli uomini, questo atteggiamento si riscontrava nelle soldatesse che usavano creme varie, si raccoglievano i capelli e si truccavano persino in condizioni simulate di combattimento.

Le accademie militari hanno preso atto delle differenze, per esempio del fatto che a West Point le donne si mettono in malattia quattro volte più spesso degli uomini, e non hanno reagito rendendo gli standard delle donne uguali a quelli degli uomini, bensì creando una doppia serie di standard. Per esempio, in un campo di addestramento della Marina si dovettero esentare tutte le donne dall'addestramento in fanteria e dalle esercitazioni nei percorsi a ostacoli. Con quale risultato? Durante la Guerra del Golfo gli uomini dovettero intervenire ogni volta che una donna non riusciva a cambiare una ruota, a spingere un veicolo affondato nella sabbia, a trasportare pesanti lattine di combustibile, o a trasportare un soldato ferito. E per giunta gli uomini potevano pregiudicare gravemente la propria carriera se si fossero lamentati di questa discriminazione. Paradossalmente, lamentandosi della discriminazione sarebbero subito stati accusati di fare della discriminazione.
Abbiamo così due diverse mentalità: la mentalità-del-battersi-se-necessario nell'«esercito di lui», e la mentalità-del-battersi-se-desiderato nell'«esercito di lei». Si definiscono dunque un esercito di uomini che disprezzano la propria vita e un esercito di donne che apprezzano la propria vita. Si rafforza così la sensazione che le donne stiano bluffando con la rivendicazione dell'eguaglianza. Si spacca in due l'esercito.

misterxy 02-06-2008 07.10.20

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Uccidere o essere uccisi...
Se vostro figlio si rifiuta di presentarsi per la leva quando compie i 18 anni, può ottenere in cambio l'esclusione da tutti i pubblici uffici - dalle Poste alI'FBI. Dovrà pagare una multa, che può arrivare anche a 250.000 dollari, e passare cinque anni in prigione. Una volta in galera, sia per il suo giovane corpo vergine sia per la fama che si è fatto, cioè di uno che non vuole battersi, vostro figlio diventa un perfetto candidato alla violenza omosessuale, e quindi probabile vittima dell'AIDS. In breve, la sua vita è in grave pericolo. Perché? Perché era troppo sensibile per uccidere.
L'obbligo della leva e le qualità combattive portano, insieme, allo stupro legalizzato degli uomini? Sì. Ma non possiamo ignorare la sensazione che si esageri quando paragoniamo l'esecuzione in massa degli uomini, come mostra il film sulla Guerra Civile Glory, allo stupro legalizzato. Come mai? Ebbene, siamo talmente abituati a definire «gloria» la morte degli uomini!
La donna dalle molteplici scelte, l'uomo senza possibilità di scelta
In molti Stati, un ragazzo di 18 anni che non si è presentato alla leva non può frequentare una scuola statale. Non può nemmeno ottenere un prestito per frequentare una scuola privata.
La leva, obbligatoria soltanto per gli uomini, lascia alla donna che non decide di entrare nell'esercito la possibilità di:
1. Frequentare una scuola statale
2. Frequentare una scuola privata con l'aiuto dello Stato
3. Sposarsi e lavorare; restare nubile e lavorare; avere dei figli...
Lascia l'uomo che non si presenta nella possibilità di: 1. Andare in galera
Gli standard, diversi per la donna, affrancano quest'ultima da dilemmi morali, permettendole di vedere se stessa e le altre donne come persone più innocenti e morali degli uomini. Questa convinzione si rafforza in tempo di guerra, quando alle donne non viene neppure richiesto di abbandonare il normale lavoro e di produrre armamenti per due anni.
In breve, il problema con il Selective Service è che è davvero selettivo.

Quali sono le due leggi più incostituzionali d'America?
Perché l'obbligo alla leva per i soli uomini e il dovere di combattere saranno infine riconosciuti come le leggi più incostituzionali d'America? Esse violano uno dei diritti inalienabili: il diritto alla vita.
Privare i nostri padri e i nostri figli del loro diritto alla vita a causa del loro sesso è la massima violazione del Quattordicesimo Emendamento, che garantisce a tutti protezione secondo i termini della legge. Tale garanzia fu il fondamento della legislazione che regola i diritti civili.

Più un paese è sciovinista e più...
Più un paese è sciovinista e più protegge le donne. E, di conseguenza, tanto più limita le donne. L'Italia e la Spagna proteggono completamente le donne dal servizio militare non permettendo loro di arruolarsi. La Danimarca offre un più ampio ventaglio di scelte (arruolarsi e partecipare alle azioni), ma tuttora protegge le donne dalla leva obbligatoria. Come gli Stati Uniti, offre alle donne scelte e non obblighi. Pertanto questi paesi soffrono ancora di uno sciovinismo maschile e di uno sciovinismo femminile, e non possono definirsi emancipati. Il livello di emancipazione di un paese si misura dal grado di libertà che gli uomini hanno dall'obbligo di proteggere le donne e dal grado di socializzazione delle donne affinché proteggano parimenti gli uomini. Nessun paese è molto emancipato.

Le donne sono uguali agli uomini negli eserciti di Israele e dell'ex URSS?
«Il Corpo Femminile della Difesa israeliana si chiama CHEN, ovvero 'fascino'.»
Spesso pensiamo che negli eserciti, nell'ex Unione Sovietica e in Israele, gli obblighi per donne e uomini siano perfettamente uguali. Non è vero. Meno dell'1 per cento delle forze armate sovietiche è costituito da donne. Nessuna donna partecipa ai combattimenti. In Israele entrambi i sessi hanno l'obbligo della leva, ma il dovere di combattere spetta agli uomini soltanto. Per le donne resta una opzione che attualmente quasi mai scelgono.
Le donne sovietiche e israeliane, come le donne americane, sono in grado di scegliere occupazioni che offrono delle prospettive dopo il servizio militare (controllore di volo, cuoca, insegnante, tecnico). Con il denaro dei contribuenti le donne sono preparate a mestieri che risultano loro utili nella vita civile, mentre gli uomini sono addestrati a uccidere e a essere uccisi. Gli uomini che scampano alla morte, tornano alla vita civile con il loro addestramento alla distruttività - e non alla costruttività. (E poi accusiamo gli uomini di essere distruttivi.)

misterxy 02-06-2008 07.16.38

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Uomini e donne in Israele devono prestare servizio per lo stesso numero di anni? In teoria, quasi: gli uomini per tre anni, le donne per due. In pratica, però, gli uomini israeliani prestano servizio per una media di tredici anni prima di raggiungere i 54 anni, età in cui non possono più essere richiamati; le donne prestano invece servizio per meno di due anni. Perché? Innanzitutto perché solamente il 50 per cento delle donne è richiamato (contro il 90 per cento degli uomini). In secondo luogo, una madre israeliana non può essere costretta a prestare servizio per oltre due anni; i padri israeliani, invece, sì. In terzo luogo, anche in tempo di pace l'uomo israeliano - che sia padre o no - è tenuto a prestare servizio due mesi all'anno (dopo il periodo minimo di tre anni) fino all'età di 54 anni. Una madre non viene richiamata, e le donne senza figli devono soltanto tenersi a disposizione. Quarto, in tempo di guerra soltanto gli uomini prestano servizio finché è necessario.

La «cella di vetro» finale
La «classe d'élite» ovvero la «classe di morti»: l'esercito è una conseguenza della competizione e del potere maschili?
La mia politica? Signore, io sono un soldato. Io non ho una politica.
Generale francese Henri Giraud
Consideriamo le massime autorità militari il bastione del potere maschile. Negli Stati Uniti, come in Francia, la politica di creare la guerra è determinata dalla legislatura, la politica riguardante la scelta tra combattere o negoziare è determinata dal presidente, e il presidente e la legislatura sono determinati dai voti degli elettori. Il generale è semplicemente l'autista. Il suo lavoro consiste nel portarci dove gli diciamo di andare.
Il singolo soldato è addestrato non a predominare ma a essere un subordinato. Solamente dopo aver dato prova della sua capacità di ricevere degli ordini può cominciare a darne. In effetti, il suo addestramento a impartire ordini è creato dalla sua capacità di obbedire agli ordini; l'addestramento al predominio è creato dalla sua subordinazione.
Riteniamo il maschio giapponese la quintessenza del maschio dominatore. Eppure i maschi giapponesi, durante la seconda guerra mondiale, furono addestrati secondo il «costume del guerriero». E il costume del guerriero era quello della subordinazione: il guerriero giapponese era pronto a morire per l'imperatore e i suoi antenati; era educato a credere che alla vittoria non ci fosse altra alternativa che la morte. Il kamikaze non è che un frutto del costume del guerriero - la totale schiavitù all'«altro».
Spesso apriamo la bocca per parlare della competitività degli uomini e chiudiamo gli occhi per non vedere l'altruismo degli uomini. Ma nell'esercito un uomo si sacrifica per uno Stato e per la libertà di un popolo che non conosce. Piuttosto altruista. Eppure l'esercito è anche competitività. Gli uomini si mettono in competizione per servire. O competono per essere altruisti. Nella vita degli uomini, la competizione è spesso la via che conduce all'altruismo.

Il fondo «uccidi-un-bambino»
Nella recente guerra Iran-Iraq, l'Iran, e poi l'Iraq, misero in prima linea «ondate umane» di bambini piccoli, anche di soli sei anni. I ragazzini lanciavano granate e sparavano, e alla fine gli iracheni furono costretti a rispondere con il fuoco, uccidendoli. Molti soldati iracheni riferirono tuttavia che nel momento in cui uccidevano un bambino di sei, otto anni, «non riuscivano a far finta di nulla». Soffrivano di collassi nervosi, avevano sudori freddi, incubi, e il ricordo li ossessionò per anni. I bambini iraniani ovviamente servivano proprio a questo scopo: logorare il morale degli iracheni.
L'uso dei bambini trovava un vasto appoggio in Iran, tanto che quando una città veniva attaccata le famiglie, a quanto è stato riferito, spingevano i figlioletti ad andare in guerra, nella convinzione che fosse meglio essere martiri in battaglia e assicurarsi il paradiso che morire durante un'incursione aerea, senza neppure impugnare un'arma. Con il paradiso come obiettivo, i ragazzini «andavano volontari» al fronte. Prima dell'età della ragione. Il risultato di questa precoce socializzazione infantile è una serie di odiatissimi Saddam Hussein e di donne protette.
I ragazzi vengono arruolati alla guerra non soltanto con l'allettamento del paradiso ma anche con l'ignoranza dell'inferno che ogni guerra provoca. Nessuno avvertì il soldato sovietico che nella sua memoria sarebbe rimasto per sempre impresso il momento in cui aveva dovuto separare un piccino dalla madre ormai morta, in Afghanistan, e come quel corpicino, mentre lo teneva in braccio, sarebbe stato straziato... Né quell'altro soldato sovietico sapeva che con i suoi occhi avrebbe visto - e mai più dimenticato - un ribelle afghano che praticava un'incisione attorno alla vita di un compagno e poi lo scorticava e con la sua pelle si ricopriva il capo.
Se cominceremo a preoccuparci di più delle persone che muoiono, lanceremo degli avvertimenti, invece di ricorrere ad allettamenti. Scriviamo avvertimenti sulla pubblicità delle sigarette, ma non sui manifesti che invitano i giovani ad arruolarsi. Se sul finire degli Anni Settanta abbiamo pagato le tasse, abbiamo così contribuito a pagare le armi vendute all'Iran, e quindi dato il nostro contributo all'ondata umana: al fondo «uccidi-un-bambino».

Come vengono preparati i ragazzi ad affrontare il pericolo?
Nell'immagine che presentiamo, dei ragazzi cinesi hanno pile di mattoni sulla testa e vengono colpiti con un maglio perché imparino a temere meno la morte. (Riuscite a immaginare la rivista Time che mostra delle ragazzine colpite sulla testa con un maglio ed evita qualsiasi riferimento al sessismo?)
In realtà, questa pratica di portare mattoni in testa ed essere colpiti nasconde due trucchi. Innanzitutto, i mattoni assorbono in gran parte i colpi. Il secondo trucco, di conseguenza, è quello vero: gli uomini sono indotti a credere che affrontare il pericolo a testa alta (per così dire) non sia una cosa così terribile come appare. Anche in questo modo l'esercito fa sì che gli uomini tengano in poco conto le proprie paure - in questo caso «dimostrando scientificamente» agli uomini che «persino una femminuccia» può sopportare i colpi di un maglio.
Osservate!
Reclute della Marina che imparano a diventare insensibili ai dolore.

La psicologia che fa dell'uomo uno di cui disporre
«II dipartimento della Difesa diede due milioni di dollari alla Louisiana State University affinché studiasse il modo per riportare sul campo di battaglia i soldati che avevano subito lesioni al cervello (invece di aiutarli ad adattarsi alla vita civile). Il Physicians' Committee for Responsible Medicine protestò energicamente. Ma aspettate... La protesta non riguardava il reclutamento di uomini che avevano subito lesioni cerebrali, ma il fatto che fossero sottoposti a lesioni cerebrali dei gatti allo scopo di scoprire come riutilizzare al meglio gli uomini. Anche i titoli dei giornali proclamavano: I MEDICI CONTRO IL PROGETTO CHE PREVEDE UNA STRAGE DI GATTI.»

misterxy 02-06-2008 07.22.46

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Perché ci importa così poco della vita degli uomini?
Abbiamo visto che fu il sacrificio della vita di tanti uomini che storicamente portò alla sopravvivenza della razza. Pertanto, inconsciamente, le varie società hanno appreso a non preoccuparsi molto della vita degli uomini. Osservate come il maggior interesse per la sopravvivenza di una donna venga inconsciamente messo in rilievo nei titoli:The New York Times
6 americani, compresa una donna, tra i 10 rilasciati a Baghdad
(5 MARZO 1991)

Se siamo indifferenti alla vita degli uomini, perché gli sposati con figli potevano contare su un rinvio della leva? Perché cominciamo a preoccuparci della vita degli uomini quando sono utili alla sopravvivenza di donne e bambini.

Donne innocenti, uomini colpevoli
Sia i conservatori sia i liberali accettano passivamente espressioni quali «donne e bambini innocenti». Quando vengono catturati degli ostaggi stranieri e vengono liberati soltanto donne e bambini, nessuna ideologia protesta contro il sessismo:
Los Angeles Times
Donne e bambini stranieri possono lasciare l'Iraq, dice Hussein
Immaginiamo una legge che imponga alle nostre figlie di andare nella giungla e rischiare Un colpo mortale alla testa. Se vi arrivasse la notizia che sono stati uccisi «uomini e bambini innocenti», non vi mettereste a urlare: «Un momento, anche mia figlia è innocente!»? Tutti esprimerebbero il loro biasimo.

Quando un paese entra in guerra, tutti i cittadini di quel paese sono parimenti innocenti e parimenti colpevoli. Quando gli Stati Uniti attaccarono l'Iraq, il 76 per cento delle donne approvò l'intervento, come l'87 per cento degli uomini.
Chi è colpevole? Chi ha provocato la guerra? La guerra è provocata dalla paura originaria di non sopravvivere. Ed è una paura che coinvolge entrambi i sessi. E siccome è una paura molto radicata, siamo indotti a esagerare le cattive intenzioni altrui non appena ci convinciamo che potrebbero minacciare la nostra sopravvivenza. Perché? Un errore nel sottovalutare una minaccia spazzerebbe via tutti, molti errori nel sopravvalutare spazzerebbero via gli uomini soltanto. In quanto così fortemente radicata, la nostra paura di non sopravvivere ha portato alle distorsioni del nazionalismo e alla tendenza a mettere in secondo piano l'umanità degli uomini rispetto al poter disporre di loro. È tempo di smetterla di biasimare gli uomini per questa paura, che è propria di entrambi i sessi.
Quando conservatori e liberali accettano passivamente espressioni come «donne e bambini innocenti», ben pochi comprendono che frasi del genere mantengono le donne al loro posto: più una donna accetta il ruolo dell'innocente, più pretende un protettore, ribadendo così la propria innocenza e giustificando la più ampia protezione. È effettivamente un posto di potere, ma presenta un conto da pagare: più ha bisogno di protezione, più cerca gli sciovinisti maschi, che la proteggono ma non la rispettano. Perché?

Perché gli uomini amano le donne più di se stessi, ma rispettano se stessi più delle donne?
Ricordate come abbiamo protetto i nostri figli prima di rispettare la loro capacità di proteggersi da soli? La capacità di proteggere genera rispetto. Ma lo sviluppo della capacità di proteggere si compie tenendo testa al lato oscuro del mondo. Il che porta alla perdita dell'innocenza. Quando l'uomo che ha acquisito la capacità di proteggere incontra la donna innocente, «si innamora» perché l'innocenza della donna gli consente una riunione con l'Io che è andato perduto nel lungo processo per arrivare a tener testa alla complessità. Se apparentemente s'innamora di lei, in realtà egli s'innamora della propria innocenza perduta. Amava il proprio Io innocente perché quella innocenza gli consentiva di vedere direttamente la propria anima, così come vediamo le montagne in un paese senza smog.
Più la donna è innocente - o tradizionale - e più cerca l'uomo in grado di gestire la complessità. Ed è proprio la sua capacità di gestire la complessità che le consente di conservare la sua innocenza. (Il protettore, in effetti, protegge quella innocenza.) Ma nel procedimento che lo porta ad affrontare il lato oscuro della vita, egli si allontana dalla propria spiritualità. Diminuisce di conseguenza l'amore che lei gli porta, mentre aumenta la sua dipendenza da lui.
Per contro, egli dipende spiritualmente da lei e l'ama di più, pur rispettandola meno. Egli rispetta la parte di sé capace di gestire la complessità, ma detesta quella parte di sé che ha dovuto scendere a patti.
Quando le donne vengono considerate persone innocenti, gli uomini tributano loro un'adorazione quasi religiosa. E ciò non a caso. Il richiamo della religione, come della donna «innocente», risiede in parte nel fatto che ci consente di essere in contatto con il nostro spirito più semplice - o spiritualità. Nel fatto che ci offre un temporaneo sollievo dalle complessità della vita.
Ma le donne non si innamorano forse di uomini che rispettano? Lo chiamiamo amore. Ma la donna non è in realtà «presa dall'amore» quanto «presa dal rispetto». L'uomo con un'oncia di introspezione è spesso portato a chiedersi se è davvero amore, o non piuttosto rispetto, quello che hanno saputo generare l'uniforme militare o la divisa da calciatore che indossa. Di qui la crisi descritta nel film Ufficiale e gentiluomo: la donna «innamorata» d'improvviso si disamora quando l'aspirante pilota decide di essere fedele a se stesso e rinuncia a diventare pilota. Il film è entrato nella fantasia femminile grazie all'ufficiale che si porta via la donna, e non per l'amico che, dopo aver guardato dentro se stesso, ha deciso di non diventare ufficiale. Il pubblico ha ignorato l'uomo che dava un valore al proprio Io, ha applaudito l'uomo che si sarebbe sacrificato. Per lo più gli uomini cercano l'applauso. E del resto vedono ben poche donne pronte ad applaudire Rinunciatario e gentiluomo.
Gli uomini non ameranno se stessi e le donne non ameranno gli uomini finché il ruolo del killer-protettore resterà in misura così macroscopica il ruolo del maschio.
La soluzione? I due sessi dovranno sviluppare la propria integrazione spirituale, unendo al bisogno di protezione il bisogno di restare in contatto con la propria innocenza. L'integrazione ci regala la pace interiore. Non fa dipendere la spiritualità dalla negazione della realtà.

chlobbygarl 02-06-2008 12.06.17

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Una chiosa sul thread dicendo a misterxy che le cose che lui riporta di farrell, verosimili e senza alcun dubbio interessanti da prendere in esame, non escludono l'esistenza del maschilismo, che rimane la somma dei fatti per cui le donne vengono discriminate a vario modo e titolo oggi nel mondo.Se il tema è interrogarsi sull'esistenza o meno del maschilismo non è introducendo la legittima questione maschile o la mascolinità di farrell che si può dimostrare che il maschilismo non esiste più.Come dice anche farrell, le due facce hanno una qualche relazione e non si annullano affatto a vicenda.Se la tua proposta è quella di leggere il fenomeno del rapporto tra generi nella sua globalità, o almeno dualità, sono del tutto d'accordo.Diversamente, nessuna prevaricazione culturale o fisica di segno opposto può cancellare quella subita dalle donne e descritta dai numeri.

si tratta di fare due cose misterxy, osservare i fenomeni nella loro organicità e cercare le relazioni che intercorrono tra di essi.

misterxy 02-06-2008 13.33.25

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da chlobbygarl
Una chiosa sul thread dicendo a misterxy che le cose che lui riporta di farrell, verosimili e senza alcun dubbio interessanti da prendere in esame, non escludono l'esistenza del maschilismo, che rimane la somma dei fatti per cui le donne vengono discriminate a vario modo e titolo oggi nel mondo.
[...]
Se la tua proposta è quella di leggere il fenomeno del rapporto tra generi nella sua globalità, o almeno dualità, sono del tutto d'accordo.Diversamente, nessuna prevaricazione culturale o fisica di segno opposto può cancellare quella subita dalle donne e descritta dai numeri.

Infatti io non sostengo affatto che il maschilismo non esista in altre parti del mondo, ad esempio in Paesi come l'Iran, la Birmania o l'Afghanistan (tanto per citarne tre) o che non sia mai esistito in passato, bensì che la realtà è molto più complessa di come la descrivono i mass media, le femministe e tutti i "cagnolini maschi" al loro seguito.
Il mio intento è proprio quello di leggere il fenomeno del rapporto tra i sessi nella sua globalità e di far capire che le principali vittime di certi sistemi non sono le donne ma gli uomini.
Basti dire che chi mi conosce personalmente e/o virtualmente, sa bene che il sottoscritto è solito fare questa affermazione:
"Gli uomini sono il problema n.1 degli uomini".
Mio intento è anche quello di evidenziare che non esiste alcuna innocenza femminile relativa alla Storia, come invece si vuol far credere in ogni dove, ed anche di aprire gli occhi gli intellettuali* italiani - e non - in ascolto.
(*Io non lo sono, nella vita mi occupo di altro; la QM è da lustri il mio "secondo lavoro" non retribuito.)

chlobbygarl 02-06-2008 15.02.20

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da misterxy
Infatti io non sostengo affatto che il maschilismo non esista in altre parti del mondo, ad esempio in Paesi come l'Iran, la Birmania o l'Afghanistan (tanto per citarne tre)

Son d'accordo a metà, nel senso che il maschilismo esiste ancora oggi, nei modi, nelle forme e nei dati numerici che io ho elencato in tutto il thread, proprio qui da noi in occidente.E il fatto che esista parimenti la Q.M. non esclude affatto quei numeri, semmai, e questa è la mia differenza con te, fornisce un elemento in più sulla riflessione globale opportuna attorno alle due questioni Q.F. e Q.M. che entrambe esistenti e compresenti non possono essere slegate o lette separatamente, tantomeno risolte a mio avviso.

Scorpion 02-06-2008 17.52.23

Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
 
Citazione:

Originalmente inviato da chlobbygarl
Son d'accordo a metà, nel senso che il maschilismo esiste ancora oggi, nei modi, nelle forme e nei dati numerici che io ho elencato in tutto il thread, proprio qui da noi in occidente.

Per quanto riguarda l'Italia sono del parere che il maschilismo resista piu' che altro nel popolo, di certo non fra gli intellettuali, in tv, sui giornali, nella scuola o nella magistratura. Mentre nei paesi scandinavi e' praticamente scomparso. Li', ormai, domina il femminismo (che non mi sembra proprio una gran cosa...). Comunque sia, resto del parere che gli uomini medi non esercitino alcun reale potere (eccetto quello fisico), nessuna vera attrazione sulle donne e che il maschilismo abbia avuto origine proprio da questa impotenza maschile.


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