Forum sulla Questione Maschile
Dialoghi => Dialoghi sulla Questione Maschile => Topic aperto da: Marco21 - Settembre 21, 2024, 03:19:55 am
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"Io mi devo difendere".
Questa scena di un film di Nanni Moretti, secondo me esprime bene quello che dovrebbero fare gli uomini: lasciare le donne al primo segnale di diversità ed incompatibilità, prima che lo facciano loro. Anche quando la situazione sembra ancora tutto sommato innocua, bisogna scappare. Evitare di avere pazienza, perchè non serve, non da frutti a lungo termine.
Dato che ormai sia le ricerche, sia le statistiche sui divorzi, affermano che le donne lasciano gli uomini con una frequenza ben 4 volte maggiore rispetto a quanto gli uomini lasciano le donne, questo significa che per un uomo, avere empatia per le diversità, non serve a nulla, perchè tanto, anche se tu ti accontenti di una donna che è molto diversa da te, lei prima o poi non si accontenterà e ti lascerà comunque.
Personalmente, mi sono sempre accorto per primo delle diversità e di quanto fosse stupida la ragazza con cui stavo. Loro in realtà, ci sono sempre arrivate dopo di me. Eppure, ho avuto pazienza, mi sono accontentato, ho sempre avuto anche pietà quando mi rincorrevano disperate e mi supplicavano di restare insieme, e poi invece, quando lo hanno capito anche loro, quanto eravamo diversi, mi hanno buttato via come un oggetto e senza nessuna pietà. Tutti quei sentimenti che fingevano di provare, sono spariti da un giorno all'altro, appena hanno trovato di meglio (degli idioti decerebrati, più simili a loro, ovviamente).
Quindi, non bisogna avere nessuna pietà, nè alcuna compassione. Perchè loro, non ne avranno. Mai. Ha ragione Nanni in quel film: "io mi devo difendere". Bisogna difendersi e lasciare per primi, al primo segnale. Perchè è inutile avere un'empatia immensa, per chi non ce l'ha.
Accontentarsi non serve a niente.
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Sono situazioni in cui tutti si riconoscono, come in una fotocopia.
Non serve neppure attendere segnali, le donne oggi hanno idee agli antipodi di quelle degli uomini, non esiste il minimo VALORE COMUNE che possa unire una coppia. Anche per questo, malgrado dicano talora il contrario per vanità, si scelgono uomini estremamente conformisti e sottomessi a gigantesche strutture aziendali da cui l'uomo libero, se può, fugge.
Le donne rimangono con un uomo per interesse (chiedetelo all'avv.!) o per solitudine qualora si trovino ad esempio in alcuni Paesi dove gli italiani sono trattati peggio degli africani. Negli altri casi la noia e la pigrizia hanno sempre la meglio, con qualsiasi uomo.
appena hanno trovato di meglio (degli idioti decerebrati, più simili a loro, ovviamente)
E' questa la chiave: non hanno capito la diversità, hanno trovato di meglio (vale a dire di peggio). Alle donne dà fastidio chi ragiona, perché pur non volendo le mette a disagio e le costringe a guardare in se stesse, e riconoscere che sono abissi di nevrosi e fasci di nervi dietro quell'apparenza sin troppo sensata e composta.
Per cui meglio mollarle (o non cercarle del tutto) prima che lo facciano loro, con eventuali conseguenze
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Sono situazioni in cui tutti si riconoscono, come in una fotocopia.
Non serve neppure attendere segnali, le donne oggi hanno idee agli antipodi di quelle degli uomini, non esiste il minimo VALORE COMUNE che possa unire una coppia. Anche per questo, malgrado dicano talora il contrario per vanità, si scelgono uomini estremamente conformisti e sottomessi a gigantesche strutture aziendali da cui l'uomo libero, se può, fugge.
Le donne rimangono con un uomo per interesse (chiedetelo all'avv.!) o per solitudine qualora si trovino ad esempio in alcuni Paesi dove gli italiani sono trattati peggio degli africani. Negli altri casi la noia e la pigrizia hanno sempre la meglio, con qualsiasi uomo.E' questa la chiave: non hanno capito la diversità, hanno trovato di meglio (vale a dire di peggio). Alle donne dà fastidio chi ragiona, perché pur non volendo le mette a disagio e le costringe a guardare in se stesse, e riconoscere che sono abissi di nevrosi e fasci di nervi dietro quell'apparenza sin troppo sensata e composta.
Per cui meglio mollarle (o non cercarle del tutto) prima che lo facciano loro, con eventuali conseguenze
Sono d'accordo su tutto. E le nuove generazioni sono ancora peggio. Ancora più materialiste e stupide. Piene di tatuaggi e piercing da fare schifo, persino sulle labbra o sulla lingua, o al naso persino in mezzo alle narici. Tutte con passioni demenziali. Si nutrono di manga giapponesi, videogiochi, e serie tv spazzatura. Spessissimo sono bisessuali. Pensano continuamente alla "bellezza" (si fa per dire, in realtà come se già non bastasse, coltivano la bruttezza), hanno unghie o meglio artigli, sempre più lunghi, minigonne inguinali persino d'inverno, con vestiti e atteggiamenti ipersessualizzati, e sono ignoranti come capre. Per me sono demoni incarnati, venuti qui per distruggere l'umanità. Che Dio ci aiuti.
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(https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?action=dlattach;topic=19560.0;attach=5368;image)
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Sono d'accordo su tutto. E le nuove generazioni sono ancora peggio. Ancora più materialiste e stupide. Piene di tatuaggi e piercing da fare schifo, persino sulle labbra o sulla lingua, o al naso persino in mezzo alle narici. Tutte con passioni demenziali. Si nutrono di manga giapponesi, videogiochi, e serie tv spazzatura. Spessissimo sono bisessuali. Pensano continuamente alla "bellezza" (si fa per dire, in realtà come se già non bastasse, coltivano la bruttezza), hanno unghie o meglio artigli, sempre più lunghi, minigonne inguinali persino d'inverno, con vestiti e atteggiamenti ipersessualizzati, e sono ignoranti come capre. Per me sono demoni incarnati, venuti qui per distruggere l'umanità. Che Dio ci aiuti.
Eccezion fatta per i manga giapponesi, che contengono messaggi non banali diretti agli adulti, il QS (Quoziente di Stupidità) sale senza fine.
per distruggere l'umanità
Non c'è dubbio. L'ingegneria sociale si serve di persone influenzabili (=le femmine) per portare nel mondo "forze vive e negatrici" (=diaboliche) per distruggere società-bersaglio o sfoltire l'umanità.
A chi ciò sembrasse assurdo, pensi che i Servizi studiano (e praticano) roba come il Vudù haitiano.
In alcuni casi l'ispirazione diabolica è palese, come le B3stie di S4tan4 che uccisero quella povera suora, o quelle che uccidono i figli per volare a farsi un selfie, ovvero in un impeto d'ira sormontano il marito con l'auto (dei 6 milioni di aborti non parliamo)
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(https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?action=dlattach;topic=19560.0;attach=5368;image)
Di fondo c'è che alle femmine non frega niente degli uomini in quanto tali, dai cui, molto spesso, non sono nemmeno attratte, ed anzi ne son pure schifate.
A loro interessa l'utilità o meno che un uomo può avere nei loro confronti, tutto il resto è fuffa, a cominciare dalla favola delle "femmine innamorate" (di cani e gatti).
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Di cani e gatti è vero
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Di cani e gatti è vero
Perchè i cani e i gatti non chiedono nulla a parte qualche carezza o una ciotola di cibo immondo (i cani) o una casa comoda e ben riscaldata d'inverno e rinfrescata d'estate (i gatti). Quanto alla scarsa attrazione che gli uomini esercitano sulle donne, bisogna esserne consapevoli per non esserne vittima quando oramai reagire è impossibile o è troppo tardi. Io seguo sempre la massima del poeta spagnolo Gracian e la sottopongo volentieri a tutti: "E' regola dell'accorto abbandonare le cose che lo abbandonano e non aspettare quindi di essere un astro al tramonto". e questa regola vale anche e soprattutto per i rapporti con l'altro sesso. Tanto, ci penseranno lor femminucce a mollarci non appena non saremo più "funzionali" alla loro felicità. Quindi, mandiamole affanculo prima, finchè siamo ancora "funzionali" ma non loro a noi
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Perchè i cani e i gatti non chiedono nulla a parte qualche carezza o una ciotola di cibo immondo (i cani) o una casa comoda e ben riscaldata d'inverno e rinfrescata d'estate (i gatti). Quanto alla scarsa attrazione che gli uomini esercitano sulle donne, bisogna esserne consapevoli per non esserne vittima quando oramai reagire è impossibile o è troppo tardi. Io seguo sempre la massima del poeta spagnolo Gracian e la sottopongo volentieri a tutti: "E' regola dell'accorto abbandonare le cose che lo abbandonano e non aspettare quindi di essere un astro al tramonto". e questa regola vale anche e soprattutto per i rapporti con l'altro sesso. Tanto, ci penseranno lor femminucce a mollarci non appena non saremo più "funzionali" alla loro felicità. Quindi, mandiamole affanculo prima, finchè siamo ancora "funzionali" ma non loro a noi
Esatto. Concordo su tutto.
Quella parte del film di Nanni Moretti io l'ho sempre vista come molto significativa. Era da un po che volevo condividerla qui, perchè parla di una scena che si ripete costantemente nella vita di tanti uomini che alla fine vengono abbandonati, anche senza ragione, solo per capricci stupidi e materialistici:
- "Tanto tu prima o poi mi lasceresti. Ed io non ci posso pensare che un giorno magari siamo in terrazzo, tu ormai vivi a casa mia, ti avvicini e mi fai "Michele ti devo parlare", e poi mi spieghi che è stato tutto molto bello, però ormai non si può più andare avanti, l'amore è finito.
- Ma come fai a saperlo?
- Lo so.
- Allora per non soffrire dopo lo fai adesso, così, senza che ci sia una ragione, senza motivo.
- Sì. [...] Perché tutto questo dolore? A te sembra giusto? A me no! Io mi devo difendere!
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Di fondo c'è che alle femmine non frega niente degli uomini in quanto tali, dai cui, molto spesso, non sono nemmeno attratte, ed anzi ne son pure schifate.
A loro interessa l'utilità o meno che un uomo può avere nei loro confronti, tutto il resto è fuffa, a cominciare dalla favola delle "femmine innamorate" (di cani e gatti).
Purtroppo è così. Ciò che sottolineavo io, è che spesso gli uomini credono che avere pazienza ed empatia, accontentarsi, possa essere una soluzione.
E invece spesso non serve a niente. Perchè ad accontentarsi bisogna essere in due.
La pazienza e l'empatia sono virtù che bisogna possedere entrambi. Non ha senso avere pazienza ed empatia, con chi non ce l'ha. Non ha senso accontentarsi, di chi non si accontenta e non ha saggezza. Purtroppo è un modo di ragionare che gli uomini istintivamente conservano, perchè un tempo poteva funzionare. Era l'uomo che poteva scegliere se accontentarsi o meno, perchè tanto poi, la storia andava avanti, perchè il divorzio non era contemplato, non esisteva. Quindi quell'accontentarsi, in un modo o nell'altro, dava almeno origine a una famiglia duratura. Oggi questa regola non vale più.
E purtroppo lo si sa solo DOPO, se la donna con cui stavamo, era paziente o meno. All'inizio si può valutare solo il livello intellettivo generale, i valori, l'interesse che ha, e il tempo che investe per noi.
A me, le donne appaiono tutte come delle stupide ritardate, sinceramente. E quando sono stato fidanzato, mi sono sempre accorto della stupidità della ragazza con cui ero.
Ma ingenualmente ho pensato che la stupidità non fosse poi così pericolosa. Che una persona potesse essere stupida, ma tutto sommato anche innocua e buona.
Mi sbagliavo. La stupidità è prima o poi causa della cattiveria, dell'inaffidabilità, della crudeltà estrema. Perchè le persone stupide ed ignoranti, male interpretano tutto, ed al minimo problema si crea un malinteso che poi bisogna chiarire con grandissima fatica. La persona stupida, prima o poi ti lascia. Soprattutto se sei intelligente.
Ed un uomo intelligente, non può nemmeno fingersi stupido. Perchè non sarà mai abbastanza idiota, quanto lo stupido "originale", che alle donne piace. Fra quello originale e quello finto, le donne sceglieranno ovviamente l'idiota originale, che le fa divertire di più.
E' una gara a chi è più imbecille.
Cioè, non è che accontentarsi, avere empatia e pazienza, non siano virtù. Lo sono eccome. Ma con le donne non funzionano. Sarebbe giusto eccome avere pazienza. Ma se la si ha entrambi. Ma visto che i divorzi vengono chiesti circa per l'80% dalle donne, e solo il 20% dagli uomini, significa che le donne hanno 4 volte MENO empatia e pazienza degli uomini.
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Una donna può essere intelligente ma anche stupida su certe questioni, avere pregiudizi. Inoltre il quoziente intellettivo non è direttamente proporzionale alla bontà, possiamo considerarlo un fattore abbastanza neutro.
Ma è sicuramente vero che alle donne l'intelligenza non piace, e preferiscono uomini stupidi. Una mia ex mi disse chiaro e tondo che ero "troppo intelligente", qualunque cosa ciò significhi l'intelligenza non è una qualità per loro.
Considerano invece qualità l'ignoranza, l'arroganza, la prepotenza, il dominio sugli altri con qualsiasi mezzo, il denaro, gli applausi del mondo, il conformismo e naturalmente la stupidità. Ho sicuramente tralasciato parecchie cose
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Inoltre il quoziente intellettivo non è direttamente proporzionale alla bontà, possiamo considerarlo un fattore abbastanza neutro.
Non lo so. Di certo è una questione difficile ed è impossibile avere certezze. Può sembrare in effetti che intelligenza e bontà non siano strettamente correlate e viaggino su binari diversi. Eppure a me pare che di solito, le persone cattive, siano anche abbastanza stupide. Le donne più crudeli che abbia conosciuto, erano visibilmente molto limitate dal punto di vista intellettivo, molto stupide ed ignoranti.
L'intelligenza porta al bene, in un modo o nell'altro. Il male è stupido, perchè non si accorge che è auto-distruttivo.
Una persona stupida è pericolosa. Non ci si può parlare, perchè male interpreta tutto. Può anche apparire buona, ma poi una sbagliata interpretazione della realtà, la porterà a diventare cattiva, convinta di essere nel giusto. Inoltre, più si è stupidi e più si è schiavi della mente irrazionale ed istintiva, che è quella più pericolosa ed imprevedibile. Chi è stupido cambia idea come gira il vento. Insomma, una persona stupida è inaffidabile secondo me.
Poi comunque dipende anche da cosa si intende per intelligenza. Io NON intendo le abilità specifiche (linguistiche, matematiche, artistiche ecc). Quelle sono appunto solo abilità, e spesso purtroppo sono proprio quelle che i test di intelligenza misurano.
Ci sono persino persone che parlano benissimo, ma sono di una stupidità spaventosa.
Per intelligenza io intendo il livello complessivo di consapevolezza della persona, il suo essere "sveglia", presente, vigile. Ed è proporzionale anche alla cultura acquisita. Ed è difficile da misurare. E' qualcosa di cui ci si accorge dopo aver conosciuto bene il soggetto.
Spesso poi le persone stupide sono anche molto ignoranti, ma non sempre.
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L'intelligenza porta al bene, in un modo o nell'altro. Il male è stupido, perchè non si accorge che è auto-distruttivo.
I principio è così, ma ci sono per esempio scienziati che hanno fatto molto male. Che magari dopo aver progettato l'at0mic4 hanno detto con caratteristica megalomania "io sono il distruttore dei mondi".
Non parliamo di filosofi che cambiavano opinione a seconda di quale parte del confine si trovavano.
Per intelligenza io intendo il livello complessivo di consapevolezza della persona
Questa frase spalanca un mondo di domande. Il mondo di oggi tende a soffocare queste qualità nello specialismo e nell'immaturità. In termini più espliciti, è perfettamente possibile controllare una persona intelligente impedendole di maturare (la maturità è semplicemente saper gestire le emozioni) e incanalando le sue abilità in mansioni estremamente specializzate. Ci sarebbe da dire molto di più.
Ma anche senza fornire dettagli il mondo è pieno di "geni" criminali, leggi anche generali guerrafondai, scienziati da premio Nobel che sfornano armi o droghe sempre peggiori, artisti di talento che deliberatamente pervertono la gente con le loro opere.
E' altrettanto certo che
1. La nostra epoca demonizza l'intelligenza associandola al male
2. La stupidità non è una scusante né garanzia di bontà (anzi)
Lo storico dell'economia Carlo Cipolla ha scritto che lo stupido è colui che procura un danno all'altro senza vantaggio per sé (come farebbe il bandito), ma addirittura recando un danno a se stesso
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Ed è proporzionale anche alla cultura acquisita. Ed è difficile da misurare. E' qualcosa di cui ci si accorge dopo aver conosciuto bene il soggetto. Spesso poi le persone stupide sono anche molto ignoranti, ma non sempre.
Una volta forse, oggi non direi proprio... i più stupidi e ignoranti sono coloro che sono andati a scuola.
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Una volta forse, oggi non direi proprio... i più stupidi e ignoranti sono coloro che sono andati a scuola.
Vero ma la scuola sembra nuocere più alle femmine, che imparano i testi a pappagallo senza capirli e per il solo fatto di avere una laurea si considerano autorità nel loro campo
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Vero ma la scuola sembra nuocere più alle femmine, che imparano i testi a pappagallo senza capirli e per il solo fatto di avere una laurea si considerano autorità nel loro campo
Certo, ma nuoce molto anche ai maschi nel senso che crescere in un vero e proprio gineceo ha conseguenze devastanti per i futuri uomini.
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Certo, ma nuoce molto anche ai maschi nel senso che crescere in un vero e proprio gineceo ha conseguenze devastanti per i futuri uomini.
La scuola è diventata un lavaggio del cervello coreano per l'indottrinamento politico di "sinistra". McLuhan scrive che (oggi) è un "penitenziario intellettuale" per spegnere la mente, Jacobs (università) dice che non forma più e serve solo a selezionare soggetti conformisti e sottomessi al sistema.
McLuhan si sofferma anche sull'aumentato tasso di abbandoni (non dice maschili ma porta soltanto esempi maschili) e lo considera un fatto positivo. Nel suo introvabile The Executive as Dropout dice che l'abbandono (dropping out) è un segno di vitalità e una strategia di sopravvivenza
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La scuola è diventata un lavaggio del cervello coreano per l'indottrinamento politico di "sinistra". McLuhan scrive che (oggi) è un "penitenziario intellettuale" per spegnere la mente, Jacobs (università) dice che non forma più e serve solo a selezionare soggetti conformisti e sottomessi al sistema.
McLuhan si sofferma anche sull'aumentato tasso di abbandoni (non dice maschili ma porta soltanto esempi maschili) e lo considera un fatto positivo. Nel suo introvabile The Executive as Dropout dice che l'abbandono (dropping out) è un segno di vitalità e una strategia di sopravvivenza
Qualcosa di simile lo scrisse anche la defunta antropologa femminista Ida Magli.
L'Espresso, 31 ottobre 1996.
"MA PUO' ESSERE UN SEGNO DI CRISI"
di Ida Magli
"Il maschio è in crisi? Si cade in un macroscopico equivoco se non si traduce questa affermazione nel suo significato reale: l'Occidente è in crisi. Maschi e creatività culturale sono la stessa cosa. Istituzioni, valori, idee, politica, religione, scienza, arte, ossia tutto l'assetto di una società umana - quella occidentale - mostrano ogni giorno di più di essere logori, esauriti. Se ne deduce perciò il contrario di quello che le inchieste vorrebbero far intendere: le donne vanno bene perché il mondo va male. Si può anzi andare oltre, e riconoscere (sempre che io non venga linciata prima) che il mondo va male anche perché la presenza massiccia delle donne nelle istituzioni le conserva in una pseudo-vita che impedisce di cambiarle, di imboccare decisamente la via per uscire dalla crisi. Naturalmente il termine "crisi" va inteso in un'accezione dinamica, non soltanto negativa. Lo stato di crisi sarebbe anzi il più adatto per abbandonare il vecchio modo di essere e crearne uno nuovo, se appunto non ci fosse il contrappeso apparentemente positivo della presenza fattiva delle donne. Una brevissima riflessione su questi temi è indispensabile per capire quello che sta avvenendo. Un lungo e ricchissimo ciclo culturale - quello iniziato con l'Illuminismo e l'affermazione del Soggetto - si è concluso realizzandosi nel suo contrario, nell'annientamento del Soggetto. Si tratta della conseguenza negativa di un percorso concettuale che ha le sue basi nel cristianesimo e che accompagna, con la sua falsità logica, tutti gli errori della nostra storia: far coincidere il simbolico con il concreto. Il socialismo, partendo dall'uguaglianza degli individui-soggetti, ha perseguito (e persegue) un'uguaglianza concreta, "fisica", che, non soltanto è allucinatoria, ma non può realizzarsi se non con la privazione di qualsiasi libertà, in quanto nessun essere vivente è uguale all'altro. Anche le donne, quindi, giunte all'uguaglianza proprio con il socialismo, si sono ritrovate, come tutti, deprivate della possibilità di esprimere intelligenza, creatività, invenzione di nuovi saperi e di nuove istituzioni. Ma, visto che hanno raggiunto (e stanno raggiungendo) alcuni beni a lungo desiderati e mai posseduti in precedenza, non riescono a criticarli, e non si accorgono dello stato involutivo di quasi tutto quello di cui vengono in possesso. Non esercitano perciò nessuna spinta verso la trasformazione della realtà e hanno rinunciato perfino ai princìpi libertari sbandierati durante il femminismo. E' come se avessero, invece, infiltrato iniezioni di cemento negli edifici istituzionali traballanti, diventando così la base della "conservazione" in tutti i campi. Le ragazze sono più brave dei maschi a scuola, rivelano le inchieste. Visto, però, che la scuola è un cadavere, del tutto inutile sia per il sapere che per la vita, i più bravi sono maschi che ne percepiscono il vuoto e la respingono. Tuttavia è difficile anche per loro cambiarla proprio perché c'è la massa femminile a impedirne il tracollo. Se passiamo dagli studenti agli insegnanti, la situazione è la stessa. Esiste ormai uno strumento quasi infallibile per misurare lo stato di salute, e prevedere il futuro di una professione o di una istituzione: se il numero delle donne è crescente, si tratta di un istituto sulla via del tramonto. Le forze armate sono in crisi? Arrivano le donne, apprestandosi anche lì, grate dell'onore, a diventare le più brave della classe. I maschi abbandonano la teologia e l'insegnamento della religione, luoghi sterili di pensiero e di potere? Ecco le donne occupare le aule delle Università Pontificie, vuote di maschi, pronte a imparare quel nulla che servirà a insegnare il nulla. La Chiesa, però, sul sacerdozio non molla. Sa che, con le donne, il sacerdozio perderebbe il suo potere. Perfino il Parlamento si lamenta che "la sua centralità è a rischio". Ma i prodromi della sua inevitabile fine erano visibili da tempo al nostro strumento di misura: due donne presidenti della Camera, senza un motivo al mondo salvo il fatto che erano donne. Non sarà che anche il governo, il primo con tre ministri donne...?".
(...)
I maschi e le donne...
Ma vabbè...
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Con Magli non sbagli
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I principio è così, ma ci sono per esempio scienziati che hanno fatto molto male. Che magari dopo aver progettato l'at0mic4 hanno detto con caratteristica megalomania "io sono il distruttore dei mondi".
Non parliamo di filosofi che cambiavano opinione a seconda di quale parte del confine si trovavano.Questa frase spalanca un mondo di domande. Il mondo di oggi tende a soffocare queste qualità nello specialismo e nell'immaturità. In termini più espliciti, è perfettamente possibile controllare una persona intelligente impedendole di maturare (la maturità è semplicemente saper gestire le emozioni) e incanalando le sue abilità in mansioni estremamente specializzate. Ci sarebbe da dire molto di più.
Ma anche senza fornire dettagli il mondo è pieno di "geni" criminali, leggi anche generali guerrafondai, scienziati da premio Nobel che sfornano armi o droghe sempre peggiori, artisti di talento che deliberatamente pervertono la gente con le loro opere.
E' altrettanto certo che
1. La nostra epoca demonizza l'intelligenza associandola al male
2. La stupidità non è una scusante né garanzia di bontà (anzi)
Lo storico dell'economia Carlo Cipolla ha scritto che lo stupido è colui che procura un danno all'altro senza vantaggio per sé (come farebbe il bandito), ma addirittura recando un danno a se stesso
Proprio per questo avevo scritto che per intelligenza NON intendo le abilità specifiche, ma il livello complessivo di consapevolezza. Spesso si tende a definire intelligente una persona solo per una sua abilità specifica. Ci sono molte persone che sono delle "teste parziali", ovvero persone che sono brave solo in uno specifico e ristretto campo, mentre poi in altri campi sono del tutto incapaci. Penso quindi sia un errore confondere intelligenza ed abilità. O perlomeno è tutta una questione di negoziazione del significato che attribuiamo alle parole.
A questo punto, se preferisci, potrei dirti che la qualità che sto mettendo in relazione alla bontà, non è l'intelligenza, ma la consapevolezza. Quello che molte persone chiamano intelligenza, io tendo a chiamarlo semplicemente abilità. Perchè il termine intelligenza, preferisco invece riservarlo per definire qualcosa che in realtà si avvicina più al concetto appunto di consapevolezza.
Riformulo quindi: quel che penso è che la consapevolezza di una persona, sia direttamente proporzionale alla sua bontà. E viceversa, le persone (donne, nello specifico) più inconsapevoli che ho conosciuto, erano anche le più cattive. Solo che "inconsapevoli", sembra quasi una giustificazione, per questo "stupide", mi sembrava più consono. Sebbene su quanto siano giustificabili, e sulla colpevolezza reale per ciò che le persone sono e capiscono, nessuno può avere certezze. Solo Dio può sapere e vedere tutto.
Apro una parentesi: spesso si danno colpe agli scienziati, che invece non hanno. Se esiste la sedia elettrica, non è colpa di chi ha inventato i generatori elettrici. Non dico che non ci sia mai una responsabilità anche degli scienziati. Ma più spesso, vengono attribuite agli scienziati delle responsabilità che invece appartengono alla politica, ai governi, o al sistema economico, di cui gli scienziati stessi sono vittime, come tutti noi. Certo in alcuni casi potrebbero rifiutarsi di portare avanti determinate ricerche, ma molti alla fine accettano perchè sono ben pagati. I soldi piacciono a tutti, purtroppo. Ed alla fine, i governi qualcuno lo trovano sempre. Insomma, tutto si tiene. Le responsabilità sono molto più complesse.
Tornando al tema dell'intelligenza (o consapevolezza), a volte sembra anche a me che non ci sia una grande correlazione con la bontà. Ma in alcuni casi invece ho visto una correlazione molto netta. Il problema è che la vera intelligenza non è misurabile. Molte donne stupide sembrano intelligenti solo perchè sanno comunicare bene (che è una abilità specifica), ma in realtà poi ci si accorge che sono delle cretine come tutte le altre. Viceversa a volte persone intelligenti, possono avere carenza proprio nella comunicazione, ed apparire meno dotate. Per questo è doppiamente difficile trarne una legge generale, perchè siamo ingannati dall'apparenza.
Come spesso accade, quando non si può essere certi nè di una ipotesi, nè di quella opposta, forse la cosa più saggia è seguire il proverbio latino "in medio stat virtus", e quindi concludere che forse potrebbe essere vero in parte, e ci potrebbe essere una correlazione parziale, tra consapevolezza e bontà. Nel senso che la consapevolezza tende ad incoraggiare la bontà nelle persone, anche se non sempre.
Sebbene io penso che questo dubbio, nasca solo dal fatto che è difficile non essere ingannati dall'apparenza e quindi si rischia di chiamare intelligenti persone che non lo sono affatto, oltre poi al fatto che si tende, come dicevo, ad associare erroneamente l'intelligenza, ad alcune abilità specifiche (che magari la persona potrebbe aver imparato con grandissima fatica e con moltissimo impegno e non perchè fosse un genio). Secondo me, se fossimo in grado di misurare la consapevolezza (che per me è la vera intelligenza), riusciremmo ad essere certi che è proporzionale alla bontà e non avremmo dubbi. I dubbi e la confusione, nascono dagli inganni e dalla difficoltà a misurare.
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Le persone consapevoli per definizione sono gli artisti, che Pound definiva le antenne del genere umano, perché in grado di prevedere nei dettagli cambiamenti sociali con un secolo di anticipio. Ma se consideriamo i più grandi di tutti i tempi, Pound stesso aveva l'amante, non sarà un comprtamento da scienziato malvagio ma non trasuda bontà; Joyce era un gran p.ttaniere e tradiva la compagna pur avendo 2 figli; Baudelaire oltre alle prostitute era un tossicomane, immortalò la sua esperienza ne I Paradisi artificiali e amava circondarsi di donne che lui stesso definiva diaboliche. Insomma molto consapevoli ma non proprio dei santi
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Con Magli non sbagli
...e con Caldonazzo? :lol:
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Di Caldonazzo m'importa un mazzo
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Di Caldonazzo m'importa un mazzo
:lol:
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Io seguo sempre la massima del poeta spagnolo Gracian e la sottopongo volentieri a tutti: "E' regola dell'accorto abbandonare le cose che lo abbandonano e non aspettare quindi di essere un astro al tramonto". e questa regola vale anche e soprattutto per i rapporti con l'altro sesso.
Grazie Massimo. Questa frase del poeta Gracian la trovo molto bella e significativa. Le donne ormai abbandonano con una facilità spaventosa. A quegli uomini che restano sgomenti di fronte a questa disumanità, viene detto da tutte le parti, che devono "lavorare sulla paura dell'abbandono". Non sono le donne che abbandonano che dovrebbero lavorare sulla capacità di amare e di provare affetto vero, no. Sono quelli che vengono abbandonati, che devono lavorare su sè stessi, secondo i valori invertiti della società moderna.
Allora, viste le prospettive, abbandonare per primi, mi pare l'unica difesa. Se non altro perchè noi uomini ce ne accorgiamo per primi, delle diversità, ma abbiamo una pazienza infinita e crediamo ingenuamente, che la stessa pazienza l'avrà anche la donna. Cosa che non accade mai, perchè specie con i social, trovano quanti uomini vogliono, e quindi sentono di poter cambiare uomo facilmente. Tanto la fatica del corteggiamento la fanno tutta gli uomini, e per le donne è tutta manna che piove dal cielo. Fin troppo facile.
Bisogna quindi imparare ad abbandonare. Non è tanto una questione di ego, legata a chi lascia per primo, ma più che altro, può servire per abbreviare i tempi e liberarsi prima di affezionarsi a una persona ingrata e senz'anima. Non serve dedicare tempo, avere empatia e pazienza, per chi non ne ha.
In una società sana, l'abbandono dovrebbe essere imperdonabile. Dovrebbe suscitare sdegno e disgusto. E invece oggi quasi tutti gli uomini, non solo perdonano, ma si sentono pure in colpa e rincorrono le loro ex, che li hanno mollati. Proliferano nelle pubblicità sui social, come funghi, sedicenti formatori che insegnano tecniche magiche per riconquistare la ex. Avvoltoi disonesti che si nutrono del dolore di tanti uomini distrutti, dall'egoismo iper-materialista femminile. E nessuno che si ponga la semplice domanda: perchè mai si dovrebbe riconquistare chi ha abbandonato un uomo e gli ha spezzato il cuore, quasi sempre per futili motivi? Che affidabilità può mai avere una donna che abbandona un uomo, solo perchè non la faceva divertire abbastanza? Ed ammesso che si riesca a riconquistare, per quanto tempo ancora potrebbe durare la storia, prima che l'abbandono venga reiterato?
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Le persone consapevoli per definizione sono gli artisti, che Pound definiva le antenne del genere umano, perché in grado di prevedere nei dettagli cambiamenti sociali con un secolo di anticipio. Ma se consideriamo i più grandi di tutti i tempi, Pound stesso aveva l'amante, non sarà un comprtamento da scienziato malvagio ma non trasuda bontà; Joyce era un gran p.ttaniere e tradiva la compagna pur avendo 2 figli; Baudelaire oltre alle prostitute era un tossicomane, immortalò la sua esperienza ne I Paradisi artificiali e amava circondarsi di donne che lui stesso definiva diaboliche. Insomma molto consapevoli ma non proprio dei santi
Personalmente, le persone che reputo consapevoli, sono i maestri spirituali, antichi e moderni, di tutte le epoche storiche, e di tutte le culture.
Eckhart Tolle, Georges Gurdjieff, Jiddu Krishnamurti, Anthony De Mello, Thích Nhất Hạnh, Omraam Mikhaël Aïvanhov, Peter Ouspensky, e molti altri, che in fondo, hanno insegnato tutti le stesse cose, perchè come diceva il filosofo Eraclito: "unico e solo è il mondo, per coloro che sono svegli". Chi dorme invece, vede le cose con gli occhi dell'ignoranza, ed è quindi addormentato nel suo sogno personale, nella sua visione del mondo errata. Questa visione, porta inevitabilmente ad azioni errate, disoneste e malvagie. In questa categoria ovviamente si possono inserire molte altre figure, come i Santi e i mistici della Chiesa, grandi filosofi del passato, e poi ovviamente il Buddha. Ci si potrebbe anche inserire Gesù, ma essendo il figlio di Dio, e non un uomo "qualunque", credo proprio che non sia corretto inserirlo nella lista, sebbene ovviamente, potrebbe e dovrebbe essere inserito al primo posto.
C'è anche da dire, che forse non esiste la "categoria" dei più consapevoli. Qualcuno disse che in ogni categoria c'è la stessa percentuale di cretini. Penso che possano esserci anche contadini consapevoli, come scienziati o filosofi inconsapevoli. Anche nella categoria dei maestri spirituali c'è del marcio. Brutte voci circolano su Osho ad esempio. Ma per me resta comunque l'ambiente dove cercare saggezza e consapevolezza. Tra l'altro, il termine "consapevolezza", in ambito spirituale, assume effettivamente una connotazione diversa, rispetto a quella scritta sul vocabolario, perchè indica appunto la capacità di vedere in profondità, di andare oltre la nebbia di questa realtà illusoria, e di essere vigili, per osservare i continui auto-inganni della nostra mente materiale, che (appunto) mente continuamente.
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Ho conosciuto una buddista (niente male) che era stata "sedotta" da un santone in Rolls Royce, sono casi molto frequenti.
Gurdjieff si illudeva che l'essere umano potesse "fabbricarsi un'anima" con strani esercizi, come movimenti disarticolati.
Krishnamurti era il falso messia di una religione socialisteggiante intrisa di spiritismo, creata dai Servizi per assicurarsi la collaborazione delle classi dirigenti indù (che secondo l'induismo si erano "contaminati" con gli stranieri).
Osho faceva danzare (cito) "fino all'orgasmo" i suoi adepti davanti a cadaveri, con chiaro riferimento al culto di Shiva il Distruttore e di Kali. Culto che non dispiaceva all'inventore della bomba atomica, che si proclamò "il distruttore dei mondi" (frase tratta dai Veda). D'altra parte, la bomba atomica indiana si chiama "sorriso di Buddha".
Sono cose che vanno dette perché in Occidente sono poco note.
Mentre Buddha ammetteva di essere un semplice uomo e che la sua (cito) "filosofia poteva essere soggetta a critica", Gesù è l'unico che, pur nella sua umiltà, si sia proclamato Dio e abbia detto che le Sue parole "non passeranno". "Parlava con autorità, non come i loro scribi" ed era, in quanto Dio, "padrone anche del Sabato".
Poi, certo, esistono punti comuni nelle grandi spiritualità mondiali, specialmente in tema di ascetica: si può sperimentare felicità anche in questo mondo, quando è visto dall'anima che non ha più un io e per questo non trema più ("nella tempesta il rifugio" diceva Buddha). L'Imitazione di Cristo e altri testi spiegano come sfruttare le difficoltà della vita e le proprie stesse debolezze come gradini di evoluzione spirituale