I cani hanno rotto i coglioni
I Difensori dei Cani: L'Ipocrisia di Chi Sostiene Senza Pensare alle Vittime del Disturbo Sonoro
In Italia, il diritto alla quiete, al sonno e alla tranquillità sembra essere diventato un optional, soprattutto quando si tratta di cani e dei loro proprietari. Ogni giorno, migliaia di cittadini si trovano costretti a convivere con il rumore incessante dei cani che abbaiano, in una sorta di “rumore di fondo” che nessuno sembra più percepire come un problema. Invece di difendere il sacrosanto diritto delle persone a vivere in pace, le istituzioni e le forze dell’ordine non solo ignorano questo fenomeno, ma permettono che esso cresca in modo esponenziale.
Eppure, quando il disturbo raggiunge livelli insostenibili, e alcune persone, esasperate dalla privazione del sonno, cedono alla tentazione di prendere in mano la situazione e di reagire, diventa subito un caso di cronaca. In questi casi, l’indignazione è immediata: “criminali”, “disumani”, “violenti”. Ma nessuno si chiede perché una persona arrivi a compiere atti estremi per difendere la propria salute mentale e fisica, in un contesto dove l’inciviltà è diventata una normalità e i diritti dei cittadini sono calpestati senza che nessuno sollevi un dito.
La situazione è insostenibile. Quando un cane abbaia incessantemente, disturbando il vicinato e i passanti, non si sente mai una lamentela. I cosiddetti “difensori dei cani” alzano la voce solo per proteggere gli animali, ma mai per difendere il diritto dei cittadini alla serenità. Questo atteggiamento ipocrita ha contribuito a creare una vera e propria giungla urbana, dove il rumore e il caos regnano sovrani, e dove la possibilità di godere di una notte tranquilla è ormai un lusso che pochi possono permettersi.
In Italia, il comportamento dei proprietari di cani che non riescono a controllare i propri animali è tollerato in modo scandaloso. Nessuno sembra preoccuparsi del danno che un cane che abbaia incessantemente può causare, non solo alla qualità della vita, ma anche alla salute mentale delle persone. Il silenzio delle istituzioni è assordante, come se il diritto alla quiete fosse ormai un valore di seconda categoria. Eppure, questo è un problema che riguarda tutti, dai giovani ai pensionati, dai professionisti alle famiglie con bambini. Tutti costretti a subire l’invasione sonora di cani che abbaiano per ore, giorno e notte.
Cosa succede però quando una persona, dopo mesi o addirittura anni di sofferenza, decide di farsi giustizia da sola? Quando il sonno è ormai un miraggio e l’esasperazione prende il sopravvento, alcuni individui potrebbero compiere azioni estreme per cercare di risolvere un problema che sembra non avere soluzione. Ebbene, quando ciò accade, la reazione è unanime: la vittima, che è arrivata a un punto di rottura psicologica, viene additata come un mostro, un criminale da condannare senza appello. Ma chi si preoccupa di come queste persone abbiano vissuto anni di torture sonore? Chi si prende la responsabilità di spiegare che a volte la violenza non nasce dalla crudeltà, ma dalla disperazione e dal senso di impotenza?
Sarebbe ora che i difensori dei cani smettessero di giudicare e iniziassero a mettersi nei panni di chi, giorno dopo giorno, viene letteralmente tiranneggiato da un cane che non smette mai di abbaiare. Iniziare a comprendere la frustrazione di chi, a causa di una vita quotidiana invasa dal rumore, si ritrova a fare i conti con la propria salute mentale, e infine si arrende alla tentazione di risolvere la situazione a modo proprio. Non è disumano cercare la pace in un mondo sempre più frenetico e caotico, è umano voler preservare la propria sanità mentale, e purtroppo, quando le istituzioni non si preoccupano di questo diritto fondamentale, alcuni si sentono costretti a diventare loro stessi le forze dell’ordine, senza che nessuno se ne accorga fino a quando non è troppo tardi.
Se vogliamo una società civile, bisogna cominciare a riconoscere che il benessere degli esseri umani non può essere sacrificato per la comodità di chi possiede un cane e non sa, o non vuole, controllarne il comportamento. Difendere un cane non può significare ignorare le sofferenze di chi vive accanto a lui, senza alcun tipo di tutela né da parte dei proprietari né da parte delle istituzioni. In un mondo ideale, si difendono entrambi i diritti: quello degli animali e quello degli esseri umani. Ma in Italia, sembra che, troppo spesso, il diritto alla tranquillità venga messo in secondo piano, e la nostra società continui a restare indifferente al rumore che ci soffoca ogni giorno di più.
I cani hanno rotto i coglioniPoco ma sicuro. Come fanno i proprietari a tollerarne l'abbaio per giorni interi non so.
Quanti cani ci sono nel mondo? I numeri sono sorprendenti!
19-05-2020
Gli Antichi Romani credevano esistessero delle isole popolate da migliaia e migliaia di cani: in realtà non era vero, ma ciò non distolse i nostri antenati dal chiamare quelle terre «Isole Canarie»!
Esistono davvero dei luoghi nel mondo in cui i cani sono particolarmente diffusi? E quanti cani ci sono, effettivamente, nel mondo? Proviamo a fare chiarezza.
● Dagli USA all’Argentina: un mondo di amici pelosi
Avere delle statistiche precise sulla popolazione canina in tutto il mondo è purtroppo difficile, dato che molti Paesi non hanno i mezzi per poter svolgere analisi e ricerche di questo tipo. È possibile però fare delle stime che, seppur approssimative, restituiscono la dimensione della presenza degli amici a quattro zampe nel mondo.
In Africa, ad esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ci siano ben 70 milioni di cani domestici, e altrettanti pelosi randagi: un numero enorme, che chiaramente ha a che fare con le dimensioni del territorio del continente.
Allo stesso modo il vastissimo spazio degli Stati Uniti d’America detiene il primato mondiale ufficiale del Paese con più cani presenti: ben 83 milioni di cani! È un dato abbastanza vicino alla realtà, dato che negli USA è obbligatorio registrare i propri animali domestici.
Alla luce di ciò verrebbe da chiedersi la situazione nel Paese più popoloso del mondo, cioè la Cina: è dura avere dei numeri di certi, ma molto probabilmente i cani cinesi superano i 100 milioni.
Mentre la Nazione più vasta del pianeta? Beh, la Russia non sembra ospitare tantissimi cani, complice sicuramente anche il clima estremamente ostile in molte zone: soltanto 12 milioni di pelosi circa.
Un dato molto interessante è ovviamente quello che riguarda il Paese con più cani domestici al mondo (in percentuale al numero di abitanti): ed è una piccola sorpresa! Si tratta dell’Argentina, dove l’80% della popolazione sostiene di avere un animale in casa, e il 66% vive con uno o più cani.
● I dati europei e i controversi numeri italiani
In Europa, come negli USA, le statistiche sono abbastanza chiare, grazie al fatto che gli animali domestici vengono registrati a norma di legge. A tal proposito c’è anche da sottolineare che in alcune Nazioni sono per fortuna praticamente assenti fenomeni di randagismo: è il caso del Belgio e dell’Olanda.
Il primato comunque va alla Gran Bretagna, dove vivono in famiglia più di 8 milioni di amici a quattro zampe. Molto alti anche i dati provenienti dalla Francia: più di 7 milioni di cani domestici. In aumento crescente anche il numero della Germania, che si avvicina ai 6 milioni.
In Italia la situazione è vicina a quella francese: ci sono quasi 7 milioni di cani che vivono nelle famiglie del Bel Paese. Un numero che alcuni anni fa innescò delle riflessioni, dato che, stando ai numeri del 2015, nel nostro Paese ci sono soltanto 6 milioni di bambini di età 0-10 anni: un milione in meno rispetto agli amici a quattro zampe.
Quanti cani ci sono in Italia e nel mondo? Quali sono le razze più popolari?
Di Ilenia Colombo Redattrice | Community Manager | Traduttrice
aggiornato il 26/08/24
Sai quanti cani ci sono nel mondo? Quanti hanno una famiglia oppure sono randagi? In occasione della Giornata del cane, ecco alcune statistiche
La popolazione mondiale ha superato già gli 8 miliardi quest'anno, secondo un rapporto pubblicato dal World Population Prospects 2024. E i nostri amici animali? Quanti cani ci sono nel mondo?
Oggi 26 agosto è la Giornata internazionale del cane, un'opportunità non solo per pensare al proprio animale domestico, ma anche agli animali senzatetto che devono affrontare la strada o aspettare un adottante nei rifugi.
Quanti cani ci sono nel mondo?
I cani sono tra gli animali domestici più popolari al mondo. Conoscere queste statistiche non è solo una curiosità: può essere utile nelle attività educative e insegnare alle persone a fare scelte informate quando decidono se acquistare un animale domestico o adottare un cane.
Secondo le attuali stime, la popolazione canina mondiale è di circa 900 milioni. Naturalmente, questi dati potrebbero non essere accurati poiché i cani non sono registrati in tutti i Paesi.
Ad esempio, la Cina ha la più grande popolazione di cani del mondo: circa 110 milioni. Negli Stati Uniti, 69 milioni di famiglie possiedono almeno un cane. Circa 8,8 milioni di cani sono ospitati nelle case dei francesi e 8,7 milioni nelle case degli italiani.
Quanti cani ci sono in Italia?
In Italia ci sono circa 8,7 milioni di cani. Fido è tra gli animali domestici più comuni nello Stivale, insieme ai gatti, e svolgono un ruolo importante nelle famiglie italiane.
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Le razze di cani più popolari nel mondo
La Federazione Cinologica Internazionale (FCI) riconosce 370 razze canine.
I cani più diffusi nelle nostre case sono i meticci, ma i cani di razza sono apprezzati anche da molte persone che possono permettersi di acquistare un animale da un buon allevamento.
In generale, in tutto il mondo le razze più diffuse sono:
Labrador Retriever
Pastore tedesco
Beagle
Yorkshire Terrier
Boxer
Barboncino
Le razze di cani più diffuse in Italia
Le razze di cani che sono in genere più popolari nel BelPaese sono:
Jack Russel
Pastore tedesco
Labrador Retriever
Cocker Spaniel
Golden Retriever
Il problema dei cani senza fissa dimora
Circa 200 milioni di cani nel mondo sono cani senza casa, di cui molti finiranno i loro giorni nel triste box di un canile.
Alcuni esemplari, ad esempio, rientrano nel gruppo dei "non adattabili", ad esempio gli animali sequestrati dai combattimenti illegali tra cani sono spesso troppo aggressivi per tornare ad essere animali domestici per le famiglie.
Leggi anche: Adozione: è possibile rieducare un cane adulto?
I cani randagi in Italia
Nel 2022, il Ministero della Salute ha recensito circa 90.000 animali domestici entrati nei canili e nei rifugi di tutta Italia. Un dato a dir poco sconcertante.
Ma è possibile combattere efficacemente i cani erranti? Ebbene sì, questo non è solo un sogno irraggiungibile.
Prendere esempio dai Paesi Bassi
I Paesi Bassi sono ufficialmente diventati il primo Paese al mondo in cui non esistono cani senza casa. E questo nonostante non molto tempo fa vi erano molti animali randagi! Com'è stato possibile?
I pilastri di tale successo sono:
Programma di sterilizzazione: fino ad oggi ben l'80% degli animali è stato sterilizzato.
È stata introdotta una tassa più alta sull'acquisto di un cane, rendendo le persone più propense ad adottare cani nei canili.
È stata introdotta una disposizione in base alla quale il cane ha diritto a una vita sana e felice e la crudeltà verso gli animali è punibile con una multa di oltre 3000 euro e una reclusione fino a 3 anni.
È stato istituito un servizio pubblico per far rispettare le leggi. Gli agenti hanno il diritto di recuperare qualsiasi animale domestico maltrattato.
È stata organizzata una campagna nazionale per promuovere le adozioni.
Oggi, oltre il 90% degli olandesi ha un cane e gli animali non aspettano infelici l'adozione dei loro sogni nei rifugi. Sarà possibile in altri Paesi? Speriamo!
E voi cosa ne pensate? Scrivetecelo in un commento qui sotto 👇
Ho il ricordo fino ai primi anni '80 di una bassissima presenza di cani in città
Li vedevi (e ascoltavi) solo all'interno di qualche proprietà immobiliare dotata di giardino (ville) ad eseguire il compito di guardiania, a cui storicamente i cani sono stati sempre utilizzati dagli umani
Pochissimi cani cosiddetti "di compagnia", quasi sempre di piccola taglia e confinati in casa
Dopodiché è via via esplosa la cane-mania, abilmente alimentata anche e soprattutto per fini economici
Il mercato legato al mondo degli animali domestici vale attorno ai 7 miliardi di euro l'anno, una cifra enorme
Tra l'altro...se è vero/probabile che allietino e migliorino la psiche degli umani, siamo sicuri che i cani in città, dentro gli appartamenti, mangiando porcherie industriali, portati in spelacchiate zolle di verde urbano per pochi minuti al giorno...trascorrano una vita felice?
Ho seri dubbi
E ho ragione di credere che tutto quell'inquinamento sonoro prodotto sia una spia della loro vita grama, in conflitto profondo con la loro etologia
Non parliamo poi del casino che mi tocca ascoltare ogni giorno, tanto è vero che mi sembra di vivere all'interno di un canile
In Italia la situazione è vicina a quella francese: ci sono quasi 7 milioni di cani che vivono nelle famiglie del Bel Paese. Un numero che alcuni anni fa innescò delle riflessioni, dato che, stando ai numeri del 2015, nel nostro Paese ci sono soltanto 6 milioni di bambini di età 0-10 anni: un milione in meno rispetto agli amici a quattro zampe.Può aiutare a "riflettere" il fatto che una gran parte di questi bambini sono figli di immigrati, a Milano circa 1 su 3
Sì, Massimo, lo so.
E credo ricorderai che più volte, in passato, ho postato il video di questo film statunitense del 2006, per un ben preciso motivo...
E' molto semplice: in Italia (con qualche residuale eccezione) mandano avanti i cretini.
Anche altrove è così, ma NON in Asia che è una regione emergente.
Un film profetico? Non credo. Probabilmente il regista del film ha tratto solo delle conclusioni e fatto semplicemente delle constatazioni.
quale estero?Come minimo diversi Paesi occidentali. Altri non li conosco abbastanza per avere un'opinione fondata. Comunque il mito del genio incompreso italico che realizza le sue invenzioni all'estero è decisamente da sfatare. Da scienziate del clima a piccoli burocrati di laboratorio, il panorama non è edificante. La REALTA' è che se hai la tessera del Partito (quello italico) puoi venire "premiato" con un lavoro all'estero, spesso all'università di Vattelapesca. Una di queste tipe sognava di diventare assistente di Noam Chomsky, non perché fosse un brillante autore ma perché era di sinistra. Inutile dire che il sogno non si è realizzato.
Inoltre, se prendo come termine di paragone il mio settore (privato), posso dirti che "o sai lavorare o sai lavorare"Ehm... c'è privato e privato. Perfino gli aerei cadono a pezzi. Tanti italiani vanno all'estero per lavorare nelle costruzioni, nei cantieri navali o in altri settori ma di loro non si parla mai, fanno notizia solo i raccomandati che geni non sono mai stati
Ma in Europa dell'Est sì.Boh l'Europa dell'Est ha comunque un'economia emergente (es. Polonia), per quel poco che ho visto non ci sono molti cretini da quelle parti, temprati come sono dalla sopravvivenza a 70 anni di comunismo. Non penso sia un caso che di italiani ad Est non ne ho visto neanche uno, e i pochi di cui sono a conoscenza (es. quel tale che fabbrica il parmigiano in Moravia) sono capaci e lavorano sodo
Il privato che dico e conosco io è quello che ho precedentemente descritto, per cui "o lavori o lavori" e "o sei capace o sei capace".Il settore costruzioni è immune da questa roba. Al massimo ci può essere qualche operaio albanese arrogante
Ai privati devi rendere, altrimenti ti licenziano.
Per il resto, va detto che un conto è la Polonia e un conto è l'Albania, la Romania, la Serbia, la Bosnia, il Montenegro, etc...Ho un'idea, per questo non li ho nominati (insieme ad altri Paesi oggi innominabili). Ma restano economie in moderata espansione e/o con una demografia non da ultimi giorni di Pompei
Per esempio: hai idea di come funzionano le cose nel paese delle aquile ?
E' tutto un intrallazzo e corruzione, peggio che in Italia.
Mi associo: i cani e soprattutto i loro padroni hanno rotto il cazzo.:yahoo:
Il Cane: Il Parassita Sociale che Si Nasconde Dietro l’Innocenza
Parliamoci chiaro: il cane non è affatto il nostro "migliore amico", come vogliono farci credere. È un parassita, niente di più e niente di meno. Esattamente come le zecche, i piccioni, le pulci e le zanzare, il cane sopravvive sfruttando la generosità altrui. Non è in grado di procurarsi il cibo da solo, non sa come vivere senza l’assistenza dell’essere umano. Si aggira per le nostre case, mangia ciò che gli diamo e si impone senza vergogna, costringendoci a prendersi cura di lui, mentre lui non fa nulla per guadagnarsi il suo posto nel mondo.
A dirla tutta, la maggior parte dei cani non è altro che un peso inutile. Non ha una funzione reale nella società, non produce nulla, non contribuisce a niente. Se non fosse per uno su un milione che viene addestrato per svolgere un compito, il cane sarebbe solo un accessorio costoso che ci prosciuga tempo, denaro e pazienza. Non è che un utensile privo di pensieri o autonomia, un peso morto che esige il nostro costante impegno senza dare nulla in cambio.
E non venitemi a parlare della loro "fedeltà". Non sono fedeli, sono solo parassiti opportunisti che si adattano a chiunque gli offra cibo e una cuccia calda. Il cane non è altro che un organismo che sfrutta l'essere umano per la propria sopravvivenza, senza alcuna forma di reciprocità. Danno fastidio con il loro abbaiare, i loro odori nauseabondi e quella perenne necessità di attenzione. Ogni passeggiata, ogni visita dal veterinario, ogni pasto è una costante tassa imposta dalla presenza di un animale che, nel migliore dei casi, è solo un "carico" che cerchiamo di sopportare.
Inoltre, i danni che questi esseri causano alla società sono innumerevoli. Non si parla solo di danni fisici — morsi, allergie, traumi — ma anche psicologici. La continua interruzione della nostra tranquillità, la fatica di vivere sotto il peso di un impegno costante per soddisfare le sue necessità. E poi, c’è il danno sociale: cani che infestano parchi, strade e spazi pubblici, sporcando e rovinando l’ambiente, mentre i loro padroni li trattano come "membri della famiglia", ignorando l’effetto che hanno sulla vita degli altri.
In fin dei conti, il cane è la perfetta incarnazione di un parassita moderno: un animale che vive alle nostre spese, che ci costringe ad adattarci alle sue necessità e che non dà nulla in cambio. Se non fosse per il fatto che si è infilato nel cuore della cultura popolare, lo tratteremmo esattamente come qualsiasi altro parassita fastidioso che cerca di approfittarsi della nostra ospitalità.
Ecco la verità che molti non vogliono sentire: il cane non è un compagno, è un ingombro che ci toglie più di quanto ci dia.