Forum sulla Questione Maschile
Off Topic => Off Topic => Topic aperto da: Utente cancellato - Settembre 17, 2011, 01:17:13 am
-
con l'iribus chiuderà l'unica azienda italiana che fa autobus.
"un bel risultato" per un Paese che vuole essere moderno e per questo dovrebbe provvedere ad un rinnovo ecologicamente corretto del trasporto pubblico.
"un bel risultato" per chi come me non vede di buon occhio la ricchezza da speculazione finanziaria ed è ancora affezionato all'idea di un'economia che produce cose reali partendo da lavoro manuale ed idee a lungo elaborate.
-
Come non essere d'accordo.
-
già
sarà meglio che ci tiriamo su le maniche...
-
Si vede che non era un'azienda competitiva.
Se un'azienda non va bene è giusto che chiuda i battenti.
-
Si vede che non era un'azienda competitiva.
Pare anche a me.
Qui da noi c'e' l'invasione di bus Scania Irizar.
Bus, diciamo, "di lusso", usati sia in città che nei collegamenti tra centri abitati.
Chiaro che se perdi le gare d'appalto a ripetizione, in favore di mezzi che arrivano dalla Svezia, significa che proprio non sei competitivo.
-
che la fiat non sia competitiva è vero, guardate questo:
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=10381
però non si può mollare un settore che comunque è strategico(i mezzi pubblici) se si evolverà un'economia più ecologista.
bisogna farsi i conti se conviene economicamente alla cittadinanza avere un'azienda che costa un pochino di più in italia oppure importare prodotti da un'azienda collocata all'estero.
i costi dell'appalto sono solo un pezzo dei costi, bisogna aggiungerci il livello di occupazione, la possibilità di creare know how.
a me pare che solitamente gli altri Stati tendano a difendere la produzione in loco mentre in Italia si preferisca preservare la proprietà italiana(tipo il caso alitalia).
personalmente sono favorevole alla creazione di un' IRI per i settori strategici ed alla proibizione di delocalizzare per le aziende che ricevono fondi pubblici
-
Io invece sono per il libero mercato.
-
bisogna farsi i conti se conviene economicamente alla cittadinanza avere un'azienda che costa un pochino di più in italia oppure importare prodotti da un'azienda collocata all'estero.
i costi dell'appalto sono solo un pezzo dei costi, bisogna aggiungerci il livello di occupazione, la possibilità di creare know how.
a me pare che solitamente gli altri Stati tendano a difendere la produzione in loco mentre in Italia si preferisca preservare la proprietà italiana(tipo il caso alitalia).
Straquoto.
Più o meno la regola USA del "buy american", applicata specialmente nel campo degli appalti di materiale militare.
Nel caso dell'appalto per il nuovo elicottero "presidenziale" (vinto da una versione ad hoc del "nostro" EH 101, effettivamente superiore ai concorrenti), si e' provveduto a...cancellare la gara, con la scusa dei costi eccessivi. :rolleyes:
Nel caso del C-27 J (versione modernizzata del G-222 di Alenia, ex Aeritalia), anche lui senza reali concorrenti, si e' pretesa la costruzione su licenza negli USA e la partecipazione alla gara e' stata subordinata alla presenza obbligatoria di una azienda USA in qualità di capo-commessa (Lockheed-Martin).
Risultato: posti di lavoro in America e trasferimento di tecnologie da Finmeccanica a Lockheed-Martin.
Così potrebbe essere, in caso di vittoria, per il VTLM "Lince" e per il Beretta ARX 160.
Basterebbe copiare... :doh:
-
A prescindere dal fatto che questo nazionalismo produttivo non credo giovi molto all'economia, ma c'è da dire che c'è una certa differenza tra il settore militare e quello degli autobus.
-
bisogna farsi i conti se conviene economicamente alla cittadinanza avere un'azienda che costa un pochino di più in italia oppure importare prodotti da un'azienda collocata all'estero.
i costi dell'appalto sono solo un pezzo dei costi, bisogna aggiungerci il livello di occupazione, la possibilità di creare know how.
Straquoto
-
...c'è da dire che c'è una certa differenza tra il settore militare e quello degli autobus.
D'accordo, certo.
Ma in entrambi i casi si tratta di evitare di regalare posti di lavoro e soprattutto know-how a terzi, i quali si ritroverebbero a gratis le competenze necessarie a mettercela nel culo un domani.
-
A gratis... se produci con costi minori e sei più competitivo non è che la cosa sia poi tanto gratis.
Secondo me si dovrebbe smetterla di pensare in piccolo al solo contesto nazionale e iniziare a vedere l'economia come un meccanismo molto più grande dove le risorse si piazzano dove conviene di più.
Ma mi rendo conto che il mio ragionamento è troppo liberista per poter essere gradito ai più. :)
-
A gratis... se produci con costi minori e sei più competitivo non è che la cosa sia poi tanto gratis.
Secondo me si dovrebbe smetterla di pensare in piccolo al solo contesto nazionale e iniziare a vedere l'economia come un meccanismo molto più grande dove le risorse si piazzano dove conviene di più.
Ma mi rendo conto che il mio ragionamento è troppo liberista per poter essere gradito ai più. :)
Torniamo all'esempio del C-27 J Spartan:
Alenia si dissangua sostenendo spese enormi in ricerca e sviluppo per "tirare fuori" il miglior trasporto tattico STOL di tutti i tempi.
Gli USA lo fanno figurare come prodotto nazionale, se lo producono in casa, non spendono un cent in R&D e quindi "imparano" gratis ciò che serve a produrre in casa il suo sostituto.
Alenia, oltre al prestigio, che ci guadagna (vendita della licenza a parte)?
Ora vediamo un caso "alla rovescia".
L'Italia si associa agli USA (e ad altri) partecipando ai costi di sviluppo dell'F-35.
Ottiene la costruzione di una linea di produzione a Cameri, ma gli USA si rifiutano di trasferire le conoscenze necessarie allo sviluppo del prodotto (segnatamente la parte riguardante le tecnologie necessarie alla bassa osservabilità elettromagnetica, la cosiddetta stealthness).
Ci danno insomma la zappa, ma non ci spiegano cosa sia l'agricoltura.
"Zappate e zitti". :lol:
Capita l'antifona?
-
A gratis... se produci con costi minori e sei più competitivo non è che la cosa sia poi tanto gratis.
Secondo me si dovrebbe smetterla di pensare in piccolo al solo contesto nazionale e iniziare a vedere l'economia come un meccanismo molto più grande dove le risorse si piazzano dove conviene di più.
Ma mi rendo conto che il mio ragionamento è troppo liberista per poter essere gradito ai più. :)
Infatti non mi piace proprio il tuo ragionamento :P
Secondo me bisogna tornare a fare l'interesse delle Nazioni (altri già lo fanno). Inoltre il discorso delle risorse che si piazzano dove conviene di più porta solo ad un progressivo impoverimento dei popoli.
-
Infatti non mi piace proprio il tuo ragionamento :P
Fa niente, era prevedibile.
Secondo me bisogna tornare a fare l'interesse delle Nazioni (altri già lo fanno).
Le Nazioni? E che sono le Nazioni?
Inoltre il discorso delle risorse che si piazzano dove conviene di più porta solo ad un progressivo impoverimento dei popoli.
La Nazioni, i popoli, l'impoverimento... ma di cosa parliamo, di cose reali e concrete o di mere congetture? A me sembrerebbe delle ultime. :D
Fatto sta che l'economia smembrerà sempre di più questi confini fittizi e diventerà sempre più globale.
Questo è poco ma sicuro.
Quindi, più che un tornare indietro irrealizabile, e a mio dire anche dannoso, secondo me si dovrebbe guardare avanti.
-
io il libero mercato non l'ho mai visto perchè questo presuppone due cose:
1) eguali condizioni di partenza
2) rispetto delle regole
ora lasciando perdere il punto 1) che riguarda una concezione della società più che l'economia,
per il punto 2) io ho visto sempre gente che tenta di fottere l'altro e tenta di prendere tutti i vantaggi rispetto alla concorrenza in modo che il proprio prodotto possa risultare vincente al di là della propria qualità e del proprio costo.
le strutture pubbliche, e gli Stati, non sono neutrali spettatori ma giocano un ruolo attivo.
finchè non vi è un accordo tra Stati per cui entrambi si fanno i fatti loro , la concorrenza non è assicurata e chi non aiuta le aziende nel proprio territorio penalizza loro con uno svantaggio competitivo.
guardiamo alle banche inglesi: a suo tempo Brown intervenne per aiutarle altrimenti sarebbero andate in bancarotta.
ciò è ingiusto perchè pagarono i cittadini inglesi ma, in mancanza di accordi con altri Stati, se non l'avesse fatto banche degli altri Stati avrebbero mangiato quelle inglesi limitandone di molto l'indipendenza del risparmio.
così facendo invece salvò l'indipendenza e l'occupazione britannica.
riassumendo: se non vi è un accordo di neutralità tra Stati(e non vi è) , penso si debba difendere le aziende sul territorio anche per una questione di concorrenza.
-
Abbastanza d'accordo con Giubizza. In questo caso il passato non ritorna.
-
Io invece sono per il libero mercato.
Anch'io...
peccato però che il libero mercato non esiste.
Se le altre nazioni,Cina,in special modo,ma anche nazioni teoricamente liberali come Usa e Francia,favoriscono le proprie aziende rispetto alle nostre,non difendere le nostre aziende in nome del libero mercato,significa fare la parte dei fessi.
-
Messaggi: 835
Re: un altro pezzo di economia reale se ne va
« Risposta #15 inserito:: Oggi alle 13:20:09 » Citazione
--------------------------------------------------------------------------------
io il libero mercato non l'ho mai visto perchè questo presuppone due cose:
1) eguali condizioni di partenza
2) rispetto delle regole
ora lasciando perdere il punto 1) che riguarda una concezione della società più che l'economia,
per il punto 2) io ho visto sempre gente che tenta di fottere l'altro e tenta di prendere tutti i vantaggi rispetto alla concorrenza in modo che il proprio prodotto possa risultare vincente al di là della propria qualità e del proprio costo.
le strutture pubbliche, e gli Stati, non sono neutrali spettatori ma giocano un ruolo attivo.
finchè non vi è un accordo tra Stati per cui entrambi si fanno i fatti loro , la concorrenza non è assicurata e chi non aiuta le aziende nel proprio territorio penalizza loro con uno svantaggio competitivo.
guardiamo alle banche inglesi: a suo tempo Brown intervenne per aiutarle altrimenti sarebbero andate in bancarotta.
ciò è ingiusto perchè pagarono i cittadini inglesi ma, in mancanza di accordi con altri Stati, se non l'avesse fatto banche degli altri Stati avrebbero mangiato quelle inglesi limitandone di molto l'indipendenza del risparmio.
così facendo invece salvò l'indipendenza e l'occupazione britannica.
riassumendo: se non vi è un accordo di neutralità tra Stati(e non vi è) , penso si debba difendere le aziende sul territorio anche per una questione di concorrenza.
Questo è il punto della situazione.
-
Si vede che non era un'azienda competitiva.
Se un'azienda non va bene è giusto che chiuda i battenti.
Questa è tagliata con l'accetta. :P
Un'azienda, oggi, per "essere competitiva", dovrebbe trattare i dipendenti come schiavi, così se la gioca con la Cina e paesi simili, dove i lavoratori non hanno alcun diritto e lavorano 12 ore al giorno per l'equivalente di 500 euro mensili circa.
Io penso che si dovrebbe riflettere un pò di più. :)
Si deve decidere se mantenere democrazia e diritti umani, o se essere competitivi. Il mondo d'oggi presenta nuove sfide. Il cittadino che riflette poco, causa danni a sè stesso e agli altri. :)
-
Anch'io...
peccato però che il libero mercato non esiste.
Se le altre nazioni,Cina,in special modo,ma anche nazioni teoricamente liberali come Usa e Francia,favoriscono le proprie aziende rispetto alle nostre,non difendere le nostre aziende in nome del libero mercato,significa fare la parte dei fessi.
Eh già, saremmo tutti per il libero mercato, se esistesse un mondo ideale.
In questo mondo, e' meglio pararsi il fondoschiena in ogni modo.
Protezionismo incluso.
Così fan tutte...le nazioni furbe.
-
Un'azienda, oggi, per "essere competitiva", dovrebbe trattare i dipendenti come schiavi, così se la gioca con la Cina e paesi simili, dove i lavoratori non hanno alcun diritto e lavorano 12 ore al giorno per l'equivalente di 500 euro mensili circa.
Però, Red, nel caso di Irisbus non mi pare che i concorrenti (Scania su tutti) usino metodi cinesi.
C'e' qualcos'altro...
-
Questa è tagliata con l'accetta. :P
Un'azienda, oggi, per "essere competitiva", dovrebbe trattare i dipendenti come schiavi, così se la gioca con la Cina e paesi simili, dove i lavoratori non hanno alcun diritto e lavorano 12 ore al giorno per l'equivalente di 500 euro mensili circa.
Io penso che si dovrebbe riflettere un pò di più. :)
Si deve decidere se mantenere democrazia e diritti umani, o se essere competitivi. Il mondo d'oggi presenta nuove sfide. Il cittadino che riflette poco, causa danni a sè stesso e agli altri. :)
La penso anch'io così. Anzi, fosse per me, il capitalismo sarebbe già morto.
-
Però, Red, nel caso di Irisbus non mi pare che i concorrenti (Scania su tutti) usino metodi cinesi.
C'e' qualcos'altro...
Competenza, tecnologia, organizzazione e tante altre cose.
Inoltre bisognerebbe rendere i lavoratori non più ricattabili. E questo lo si potrà fare solo con una seria politica di distribuzione di reddito e non certo con arcaiche politiche protezioniste che seppure restano ancora oggi sono solo un rimasuglio di epoche passate. Non credo dureranno ancora molto a lungo, ed è giusto così.
Abbastanza d'accordo con Giubizza. In questo caso il passato non ritorna.
E' questo il punto.
-
in USA , Obama non è stato passivo di fronte alla crisi della Chrysler
ed oggi molti sostengono che il gruppo fiat-chrysler nonostante la proprietà italiana(se italiani si possono dire gli ultimi rampolli Agnelli) tenderà a spostarsi in USA ed abbandonare l'italia nonostante che la fiat abbia strappato gli accordi di pomigliano/mirafiori e la modifica sacconi all'articolo 18 (in sostanza può fare quello che vuole con gli operai).
se Obama avesse lasciato fare al libero mercato, non avrebbe ottenuto questo risultato.
e la controparte è la stessa: la Fiat.
a me non va proprio giù l'idea che gli altri lottino con i denti, battendo i pugni sul tavolo,
ed in italia dobbiamo invece rassegnarci al fatalismo del "libero mercato" , della globalizzaione quando con la chiusura degli impianti , quando cedendo diritti dei lavoratori o dei cittadini comuni a favore di elite politiche od economiche.
-
Bisogna lottare nel modo giusto per le cose giuste. Il nazionalismo e l'assistenzialismo non sono né giusti né modi giusti a mio avviso.
Tra l'altro è ingenuo credere che l'Italia si identifichi con il popolo e non con delle élite.
Che siano élite nazionali o meno non è che cambi molto la cosa.
Che poi l'aumento del debito pubblico mi sa che sia direttamente collegato a queste politiche economiche di favoritismi nazionali.
Ora gli Usa (o meglio i potentati americani) stanno "lottando" per proteggere la loro economia mentre il loro debito aumenta. Fino a quando reggerà tutto questo? Non per molto credo.
Il libero mercato non è un "fatalismo" è la prospettiva del futuro. E su questa prospettiva potranno innestarsi tutte le istanze che potranno essere portate avanti.
Quelle che ne sono al di fuori sono destinate ad essere emrginate.
-
Oramai il libero mercato puro lo praticano solo nei paesi del Sud America. Tanto, essendo disastrati di
loro, disastri maggiori il libero mercato puro non ne potrà arrecare.
-
Fa niente, era prevedibile.
Fatto sta che l'economia smembrerà sempre di più questi confini fittizi e diventerà sempre più globale.
Questo è poco ma sicuro.
Quindi, più che un tornare indietro irrealizabile, e a mio dire anche dannoso, secondo me si dovrebbe guardare avanti.
Io invece vedo un ritorno prepotente del nazionalismo e lo considero un bene. Forse tu con il termine economia intendi i mercati (dietro ai quali c'è un elite di ricconi). Ma quando i mercati cominceranno ad esigere un prezzo troppo elevato ai popoli, i popoli si rivolteranno contro i mercati e sarà un bene per tutti (tranne che per quegli oligarchi per i quali certo non provo dispiacere).
-
Io invece vedo un ritorno prepotente del nazionalismo e lo considero un bene. Forse tu con il termine economia intendi i mercati (dietro ai quali c'è un elite di ricconi). Ma quando i mercati cominceranno ad esigere un prezzo troppo elevato ai popoli, i popoli si rivolteranno contro i mercati e sarà un bene per tutti (tranne che per quegli oligarchi per i quali certo non provo dispiacere).
Si come no! Coi debiti pubblici in crescita lo vedo pure io un "ritorno al nazionalismo"... :P
Sai che fine faranno gli stati nazionali tra una ventinna d'anni a questa parte? Io già me lo immagino. :D
E ripeto: non esistono "i popoli". Esiste IL popolO ormai! :)
-
E in ogni caso la Fiat ha già sèpolpato troppi soldi allo stato (ossia ai contribuenti, in massima parte ai lavoratori). Soldi che avrebbero potuto essere impiegati in cose ben migliori.
Quindi sarei contento se chiudesse proprio.
-
A questo proposito ti ricordo che fallire sarebbe molto conveniente. Ciò che paghiamo in interessi è il 6% del pil e si avrebbe una crescita immediata del 6%. Dopo solo un paio d'anni di difficoltà andremmo a gonfie vele. A rimetterci sarebbe solo chi ha azioni in massa (cioè i mercati) e per loro non mi dispiace proprio. Il fallimento giova alle Nazioni e fa male ai mercati.
-
Si certo, perché uno stato nazionale che ha fatto patatrack poi ricomincia daccapo come se niente fosse... :lol:
-
Leggiti quest'articolo. Poi dimmi qual'è il tuo commento.
http://www.keinpfusch.net/2011/09/countdown-iii.html
-
Leggiti quest'articolo. Poi dimmi qual'è il tuo commento.
http://www.keinpfusch.net/2011/09/countdown-iii.html
Mi sembra una pompinata: http://www.morewhores.com/ba/pics/images128/interracial-huge-cock-1_1091.jpg
:lol:
-
L'hai letto? Sono le idee che contano. Per favore leggilo. E' illuminante.
-
E comunque non è che le "Nazioni" e "i mercati" siano proprio due cose distinte e separate e in competizione tra loro eh.
Le cose sono un pochino più complesse.
Secondo me ci vorrebbe un ripensamento della politica monetaria mondiale che va dai meccanismi di emissione a quelli di distribuzione e circolazione.
Ma qui si va a scavare in qualcosa di troppo in grande e complicato, per cui è meglio lasciar perdere.
-
L'hai letto? Sono le idee che contano. Per favore leggilo. E' illuminante.
Prova a cliccarci sopra e a leggerlo...
-
Mi sembra una pompinata: http://www.morewhores.com/ba/pics/images128/interracial-huge-cock-1_1091.jpg
Eccheppalle, ma quante volta bisogna ripetere le stesse cose. :mad:
NON cliccare sul cazzo di link, fai copia-incolla, così eviti il fottuto redirect.
Ma lo leggete sto forum o no?
-
Scusa Giubizza. :D
Fa come ha detto Fazer.
-
Eccheppalle, ma quante volta bisogna ripetere le stesse cose. :mad:
NON cliccare sul cazzo di link, fai copia-incolla, così eviti il fottuto redirect.
Ma lo leggete sto forum o no?
Si, ma era una battuta.
-
Estratto dal post di Uriel linkato da Giuseppe:
...Entro una decina di anni, la configurazione della zona sara' qualcosa come:
un'area euro ristretta ai paesi del nordeuropa, e ancora senza la partecipazione entusiasta degli inglesi. In pratica, una federazione del mare del Nord, in debole crescita e soggetta all'influenza russa.
Un'area mediterranea che parla principalmente con est e sud (africa e medio oriente) in relativa crescita.
Una zona anglosassone in ritirata piu' o meno autarchica (se non altro nel senso finanziario del termine) verso nordovest, con diversi tentativi di sbocco nel commonwealth britannico India e nel centroamerica.
Non c'e', a mio avviso, modo di evitarlo. Se non entrano in gioco eventi caotici, la classica farfalla che sbatte le ali, lo scenario piu' probabile e' questo.
Non illudetevi: le perturbazioni continueranno (correggere il disavanzo NON cambia l'ammontare del debito complessivo) , e ad ogni oscillazione si chiedera' al governo un bagno di sangue per tranquillizzare il mercato. Le manovre non basteranno MAI, cosi' come avviene in Grecia, dove ad ogni settimana si pretende che il governo faccia nuovi tagli al welfare: qualcuno si illude di messicanizzare i greci.
Come in un culto che pretende un continuo olocausto , prima o poi il popolo si rompera' il cazzo di bruciare capretti al Dio che manda la carestia, cambiera' Dio e decidera' che e' meglio mangiare i capretti anziche' sacrificarli, proprio perche' siamo in carestia.
Oggi il dio e' il mercato. Si continua a sacrificare tutto al mercato. Bisogna pagare gli interessi al mercato, bisogna fare le manovre per il mercato, bisogna a tutti i costi tranquillizzare il mercato, placare questo dio furioso che manda le carestie.
Perche' c'e' anche un altro modo di procedere: bruciare il tempio, tenersi gli agnelli e lasciare che il Dio che manda le carestie faccia un poco quel che gli pare. Noi avremo carestie comunque, lui dovra' trovarsi qualche altro fedele che gli costruisca un tempo.
E a quel punto, il problema sara': ha piu' bisogno un Dio dei suo fedeli, o i fedeli del loro Dio? Ha piu' bisogno il mercato finanziario delle economie nazionali, o le economie nazionali del mercato finanziario?
LA risposta e' ovvia. E non appena le "misure per stabilizzare il mercato" si riveleranno piu' temibili delle conseguenze del default, al Dio del mercato finanziario rimarranno due soli templi: Londra e New York.
Tutti gli altri popoli troveranno altre divinita'...
-
Io credo che i romulani dichiarearanno guerra ai vulcaniani e interverrà la Federazione con l'aiuto dei Klingoniani.
I klingoniani però hanno maggiore interesse ad allearsi coi romulani, guerrafondai come loro. Perciò sorgerà una fazione klingoniana ostile al governo filo-federazionista che mirerà a inimicarsi la Federazione.
Entro una decina d'anni, la configurazione della zona locale della Galassia sarà qualcosa come:
I klingoniani e i romulani alleati fonderanno una confenderazione guerriera.
La Federazione e i vulcaniani fonderanno una confederazione fondata sulla Dea Saggezza.
Ma una parte dei vulcaniani tornerà coi fratelli romulani per un forte richiamo religioso.
La Federazione invece, per venire incontro alle esigenze mitologiche dei suoi popoli, rifonderà l'antico culto terrestre della dea Ashera con cui promuoverà la sua crociata contro la confederazione dei Sacri Guerrieri di RomanKlingon.
-
Io credo che i romulani dichiarearanno guerra ai vulcaniani e interverrà la Federazione con l'aiuto dei Klingoniani.
I klingoniani però hanno maggiore interesse ad allearsi coi romulani, guerrafondai come loro. Perciò sorgerà una fazione klingoniana ostile al governo filo-federazionista che mirerà a inimicarsi la Federazione.
Entro una decina d'anni, la configurazione della zona locale della Galassia sarà qualcosa come:
I klingoniani e i romulani alleati fonderanno una confenderazione guerriera.
La Federazione e i vulcaniani fonderanno una confederazione fondata sulla Dea Saggezza.
Ma una parte dei vulcaniani tornerà coi fratelli romulani per un forte richiamo religioso.
La Federazione invece, per venire incontro alle esigenze mitologiche dei suoi popoli, rifonderà l'antico culto terrestre della dea Ashera con cui promuoverà la sua crociata contro la confederazione dei Sacri Guerrieri di RomanKlingon.
Tutto ciò e' semplicemente impossibile:
I Borg non tollereranno niente di tutto ciò, e al minimo accenno di ostilità provvederanno ad assimilare tutti, Vulcaniani, Romulani, Klingon e Federazione.
Ma una nuova alleanza composta da Gundam, Blue Noah e Hurricane Polimar irromperà sulla scena, e al quel punto...mi sveglierò cantando "amici miei, sono Peter Rey, comandante del roboooooooooooooot..."
-
Tutto ciò e' semplicemente impossibile:
I Borg non tollereranno niente di tutto ciò, e al minimo accenno di ostilità provvederanno ad assimilare tutti, Vulcaniani, Romulani, Klingon e Federazione.
Ma una nuova alleanza composta da Gundam, Blue Noah e Hurricane Polimar irromperà sulla scena, e al quel punto...mi sveglierò cantando "amici miei, sono Peter Rey, comandante del roboooooooooooooot..."
Tutto questo è ancora più agghiacciante! :huh:
-
Fa pure l'ironico. Ma queste sono le parole più lucide e sensate in materia di economia che io abbia mai sentito.
-
Beh, ognuno ha un suo concetto di lucidità e sensatezza.
-
Fa pure l'ironico. Ma queste sono le parole più lucide e sensate in materia di economia che io abbia mai sentito.
Calma Giuseppe, e' stato un momento di sminchio generale.
E' tipico dei pazzi... :cool:
"Sono atterrati duecento milioni, di gothamiani, Blue Noah...Contro Makoto e Domond il saggio, e l'equipaggio, Blue Noah.
A bordo tutto ok, e' l'ora degli erooooooooooi..." :P :P :P
Seriamente: Uriel pare essere specialista nel fare quei ragionamenti che, se ricevessero adeguata pubblicità, porterebbero molte persone a farsi domande scomode.
Scomode per coloro che "campano" grazie a un certo tipo di ignoranza diffusa... ;)
-
Ma questo Uriel chi è?
L'ho cercato su Google ma non ho trovato granché.
-
Ma questo Uriel chi è?
Nel suo sito Wolfstep.cc (ora keinpfusch) trovi info su di lui.
E' in gamba. ;)
-
A me Uriel non piace,è parecchio di parte,e crede di sapere tutto.
Sul default,io penso,se UNA SOLA NAZIONE FA DEFAULT,come nel caso dell'Argentina,o dell'Islanda,dopo il default quella nazione torna a respirare.
SE INVECE A FARE DEFAULT E' TUTTO UN SISTEMA,OVVERO TANTE NAZIONI,si crea una grossa depressione,perchè se non rimane in piedi nessuna mercato grosso,con moneta forte a sostituire la domanda interna che viene poverizzata dal default,il mercato viene azzerato e si ha un crollo del PIL mondiale.
Il default e le svalutazioni funzionano fino a che c'è qualche moneta forte,con mercato grosso che rimane in piedi,se per esempio l'euro dovesse sgretolarsi,ma il dollaro dovesse rimanere in piedi,l'Italia aumenterebbe a dismisura le sue esportazioni verso gli Usa,ma gli Usa già subiscono le esportazioni della Cina,non potrebbero sostenere anche le esportazioni dell'Europa senza un tracollo definitivo della loro economia,quindi il rischio è che presto o tardi cadano tutte le valute mondiali,e non ci sia più nessuno verso cui esportare con la svalutazione,quindi attenti a parlare di svalutazioni competitive,finchè lo fa uno solo,gli va bene,ma quando lo fanno tutti,diventa un gioco al massacro.
-
A me Uriel non piace,è parecchio di parte,e crede di sapere tutto.
Si, non e' un campione di modestia.
A me dispiace di più che abbia una pessima opinione dei padri separati, ai quali attribuisce tutte le colpe (cercatevi il post in cui ne parla, che poi, se non ricordo male, e' quello nel quale getta merda anche sui movimenti maschili).
Peccato.
-
A me Uriel non piace,è parecchio di parte,e crede di sapere tutto.
Manco a me.
Sul default,io penso,se UNA SOLA NAZIONE FA DEFAULT,come nel caso dell'Argentina,o dell'Islanda,dopo il default quella nazione torna a respirare.
SE INVECE A FARE DEFAULT E' TUTTO UN SISTEMA,OVVERO TANTE NAZIONI,si crea una grossa depressione,perchè se non rimane in piedi nessuna mercato grosso,con moneta forte a sostituire la domanda interna che viene poverizzata dal default,il mercato viene azzerato e si ha un crollo del PIL mondiale.
Il default e le svalutazioni funzionano fino a che c'è qualche moneta forte,con mercato grosso che rimane in piedi,se per esempio l'euro dovesse sgretolarsi,ma il dollaro dovesse rimanere in piedi,l'Italia aumenterebbe a dismisura le sue esportazioni verso gli Usa,ma gli Usa già subiscono le esportazioni della Cina,non potrebbero sostenere anche le esportazioni dell'Europa senza un tracollo definitivo della loro economia,quindi il rischio è che presto o tardi cadano tutte le valute mondiali,e non ci sia più nessuno verso cui esportare con la svalutazione,quindi attenti a parlare di svalutazioni competitive,finchè lo fa uno solo,gli va bene,ma quando lo fanno tutti,diventa un gioco al massacro.
Ma è lì che si andrà a finire. E si scoprirà una cosa molto semplice: che il rapporto credito-debito è un qualcosa di nominale, basta che si dica: "Non posso pagare!" e crolla tutto.
Da qui una nuova concezione del credito, della moneta e della ricchezza.
Io lo dico da anni che un sistema fondato sul debito e sul reddito da lavoro non durerà per sempre per via della continua riduzione della richiesta di manodopera nel lungo periodo e della conseguente convulsione economica che richiede sempre più politiche assistenzialistiche e quindi un continuo ricorso al debito pubblico.
La soluzione è fuoriuscire da questa catena impostando una nuova politica di gestione pubblica e di distribuzione del reddito. Ma si è sordi da questo orecchio.
In un modo o nell'altro, come quasi sempre accade, si giungerà a quanto ho detto in maniera convulsa e contorta perché è quella la via d'uscita.
-
Si, non e' un campione di modestia.
A me dispiace di più che abbia una pessima opinione dei padri separati, ai quali attribuisce tutte le colpe (cercatevi il post in cui ne parla, che poi, se non ricordo male, e' quello nel quale getta merda anche sui movimenti maschili).
Peccato.
http://azionepuntozero.blogspot.com/2010/03/la-responsabilita-del-femminismo-nella.html
E' questo l'articolo?
Riconosce che il femminismo nella sua essenza è odio impressionante nei confronti degli uomini. Ma dice che ha fallito perchè ha castrato solo una parte degli uomini (tra cui i padri separati). :wacko:
Questo di QM non capisce una sega!!!
Però di economia ne capisce secondo me.
-
E' questo l'articolo?
Si, uno e' questo.
Ma mi pare di ricordare che le accuse più pesanti stavano su qualche altro post...
-
Io invece sono per il libero mercato.
Pure io... :cool:
Basta che poi la gente non si lamenti se al libero mercato delle merci, dei capitali e delle industrie, segue immediatamente dopo il libero mercato delle braccia e della forza lavoro.
Traduzione:
Se tu come consumatore sei libero di comprare (giustamente..) al prezzo più basso, e godendo sempre della concorrenza e competitività dei prodotti sul mercato io come industriale sono altrettanto libero di produrre anzi OBBLIGATO a produrre al prezzo più basso possibile....
Delocalizzando, licenziando, riducendo gli stipendi, esternalizzando i costi e mettendo in competizione gli operai tra di loro in una corsa al ribasso degli stipendi finalizzata all'aumento della competitività del mio prodotto sul mercato. :D
Nessun problema quindi se si è per il libero mercato al 100%, solo che poi bisogna essere coerenti, e pagarne il prezzo senza lamenti e senza storie.
O no?
-
Pure io... :cool:
Basta che poi la gente non si lamenti se al libero mercato delle merci, dei capitali e delle industrie, segue immediatamente dopo il libero mercato delle braccia e della forza lavoro.
Traduzione:
Se tu come consumatore sei libero di comprare (giustamente..) al prezzo più basso, e godendo sempre della concorrenza e competitività dei prodotti sul mercato io come industriale sono altrettanto libero di produrre anzi OBBLIGATO a produrre al prezzo più basso possibile....
Delocalizzando, licenziando, riducendo gli stipendi, esternalizzando i costi e mettendo in competizione gli operai tra di loro in una corsa al ribasso degli stipendi finalizzata all'aumento della competitività del mio prodotto sul mercato. :D
Nessun problema quindi se si è per il libero mercato al 100%, solo che poi bisogna essere coerenti, e pagarne il prezzo senza lamenti e senza storie.
O no?
Ci sarebbe un modo per avere un libero mercato che non comporti tutto questo.
Ma lascerò ai "posteri" trovarlo. Al momento non verrebbe preso in considerazione.
-
Si, non e' un campione di modestia.
A me dispiace di più che abbia una pessima opinione dei padri separati, ai quali attribuisce tutte le colpe (cercatevi il post in cui ne parla, che poi, se non ricordo male, e' quello nel quale getta merda anche sui movimenti maschili).
Peccato.
ti riferisci a questo ?
http://www.keinpfusch.net/2010/02/sesso-e-sinistra.html
-
ti riferisci a questo ?
http://www.keinpfusch.net/2010/02/sesso-e-sinistra.html
E' lo stesso articolo linkato da Giuseppe.
Questo è uno dei due/tre che ho letto nei quali ci sono critiche a movimenti maschili/padri separati.
Non ho voglia di sfogliare e ritroso tutto il suo blog.
E sinceramente non mi pare una cosa importante.
Lui ha una moglia e una figlia piccola: spero che la moglie non lo molli, altrimenti sperimenterà sulla sua pelle la via crucis dei padri separati e capirà quante stronzate ha scritto.
-
http://www.keinpfusch.net/2011/09/calma-calma-calma.html#more
Solita raccomandazione: non cliccate sul link ma fate il copia e incolla.
-
Lui ha una moglia e una figlia piccola: spero che la moglie non lo molli, altrimenti sperimenterà sulla sua pelle la via crucis dei padri separati e capirà quante stronzate ha scritto.
Io invece spero proprio che accada.
-
Io invece spero proprio che accada.
No Giuseppe.
Che poi sclera e non scrive più post come quello che hai linkato.
Post che a me piacciono assai... :cool:
-
Rimandata al 31 dicembre la chiusura della Irisbus di Avellino. Lo comunica il sindaco di Grottaminarda, Giovanni Ianniciello ai lavoratori riuniti in presidio sotto al ministero dello Sviluppo economico, aggiungendo che sarebbero in ballo nuove offerte di acquisto. "Non è stato un confronto, ma una pura informativa del capo del gabinetto dello Sviluppo economico' ha riferito il primo cittadino. Gli amministratori locali hanno chiesto che la trattativa prosegua presso la presidenza del Consiglio.
I punti principali emersi sarebbero tre: il governo non avrebbe i soldi per il piano trasporti; l'azienda sarebbe disponibile a prolungare lo stato di sospensione dell'attività fino al 31 dicembre; da oggi alla fine dell'anno si tratterebbe con Di Risio e altri imprenditori. L'unica certezza, al momento, è che i posti di lavoro in bilico sono circa un migliaio considerando gli operai diretti (700) e quelli dell'indotto.
Il rinvio della decisione finale al 31 dicembre "mi sembra il passo minimale, prendendo qualche mese in più per trovare una soluzione, ma è veramente minimale". Così commenta Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd, arrivato al ministero dello Sviluppo per incontrare i lavoratori. Il democratico si dice convinto che ci siano le condizioni "per salvare e rilanciare lo stabilimento, ma né il governo né l'azienda si stanno impegnando".
L'incontro si è svolto in un clima di forte tensione, con i lavoratori irpini in presidio caricati dalla polizia poco prima che il tavolo iniziasse. Lo denuncia il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, parlando di "comportamento inaccettabile con cui sono trattati i lavoratori davanti al ministero". Per il dirigente sindacale, gli operai "non si toccano ed è assurdo che il governo, sotto una propria sede, lasci che siano caricati dalla polizia mentre stanno soltanto testimoniando la voglia di lavorare e di salvare la propria azienda".
Speriamo che la vicenda vada a buon fine! Tanto FIAT (Marchionne) un pezzo alla volta proverà smantellare tutta la produzione dall' Italia e portarla dove ci sono regole più vantaggiose per loro. Questo è il problema vero della nostra industria, da una parte bisogna frenare questa politica di smantellamento speculativo, dall' altra però anche gli italiani devono capire che devono tornare competitivi (meno kaste e privilegiati) per attirare investimenti importanti. Spesso noi roviniamo le nostre indubbie capacità tecniche e innovative con la nostra INcapacità organizzativa.
-
http://azionepuntozero.blogspot.com/2010/03/la-responsabilita-del-femminismo-nella.html
E' questo l'articolo?
Riconosce che il femminismo nella sua essenza è odio impressionante nei confronti degli uomini. Ma dice che ha fallito perchè ha castrato solo una parte degli uomini (tra cui i padri separati). :wacko:
Questo di QM non capisce una sega!!!
Però di economia ne capisce secondo me.
dai no. ci son dei passi che son forti.