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Natura maschile e natura femminile / Le donne immaritabili di oggi
« Ultimo post da Vicus il Oggi alle 01:12:21 »
La donna viziata, drogata dalle infinite possibilità che la modernità le offre in ogni campo spiega innanzitutto la crisi del matrimonio: perché infatti impegnarsi in un rapporto stabile e irrevocabile, promettendo una fedeltà assoluta al coniuge e rinunciando così alle infinite possibilità affettive e sentimentali che la vita potrebbe riservarmi? La donna moderna è ormai incapace di de-cidersi, di trasformare l’apparente contingenza di una scelta, in necessità, in destino; è, in un certo senso, incapace di fedeltà e il matrimonio, con le sue aspre esigenze, con l’ascesi che gli è inevitabilmente connessa, le fa orrore.

Per lo stesso motivo la donna contemporanea è nemica della natalità, è incapace di aprirsi alla vita con generosità, perché nulla come la nascita di un figlio incatena alla necessità, limita una libertà che si pensa come vera solo se sempre disimpegnata, leggera, in grado di abbandonare una situazione, per immergersi in un’altra più eccitante, o, semplicemente, nuova.

Numerosi ormai i casi di figli lasciati morire per giorni in casa, per andare a una festa lontana a farsi selfie.

I figli “invecchiano”: la loro crescita scandisce inesorabilmente il tempo che passa; essi incatenano al presente e alla realtà come nessun’altra forza. Si può dire che l’avere dei figli rivela la serietà del vivere, il profondo dell’esistenza come nessun’altra esperienza: introducono inesorabilmente -molto più del semplice rapporto con il coniuge- nella dimensione del sacrificio e del dovere.

Infine la donna-massa, la donna volgare, la donna soddisfatta di sé e assetata solo di sempre nuove possibilità, esperienze e piaceri, adolescente eterna che non conosce la tragicità del vivere, che non conosce il dramma sotteso a ogni vero decidere, è anche donna intimamente irreligiosa (al più pratica una religiosità superficiale e sentimentale, vuota e consolatoria). Nulla le ripugna più dell’assolutezza con cui la fede cristiana intima di credere, con cui la morale limita l’effervescenza di una volontà mobile e spettrale, ma che si pensa come divina e onnipotente.
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Osservatorio sul Femminismo / Re:Festa della donna, una festa inventata
« Ultimo post da Vicus il Marzo 09, 2025, 01:28:55 am »
Citazione
avvertivamo (1987) che le manifestazioni dell'8 marzo stavano perdendo di forza, di efficacia, al limite, di senso.
Come S. Valentino, ridotta a festa coatta per zerbini con morosa palla-al-piede, l'8 marzo è diventata una festa di regime, che ogni anno celebra in TV la resa dei conti col genere maschile (quest'anno legge sul femminicidio, l'anno prossimo??) e in parte una ricorrenza consumista come Halloween e il Venerdì Nero, con agevolazioni e "porte aperte" alle donne per incentivare i consumi
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Osservatorio sul Femminismo / Re:Festa della donna, una festa inventata
« Ultimo post da Frank il Marzo 09, 2025, 00:58:48 am »
https://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/passaparola-3/otto-marzo/otto-marzo.html

Citazione
SPETTACOLI & CULTURA
PASSAPAROLA.        Rieditato, con un dvd, Storie, miti e riti
della giornata internazionale della donna. Parlano le autrici
"La verit� sull'8 marzo delle donne
per quel libro scovato per caso"
di SILVANA MAZZOCCHI

SE, NELLA PARIGI del Fronte popolare si distribuivano i mughetti, nel 1946 quando l'Udi, l'Unione donne italiane, si trov� a organizzare il primo 8 marzo dell'Italia libera, le partecipanti alla discussione decisero di optare per le gialle mimose. "A noi giovani romane vennero in mente gli alberi coperti di fiori gialli... pensammo che quel fiore era abbondante e, spesso, disponibile senza pagare...", recita tra l'altro la testimonianza di Marisa Rodano, una delle tante voci raccolte nel bel volume 8 marzo, una storia lunga un secolo, in cui Tilde Capomazza (femminista e programmista televisiva) e Marisa Ombra (ex partigiana e presidente, negli anni Settanta, dell'editrice di Noi donne) ricostruiscono un secolo d'impegno femminile, restituendo dignit� e adeguata importanza a una data troppo spesso ridotta a puro rito consumistico.

Il libro, gi� uscito nel 1987 con il titolo: Storie, miti e riti della giornata internazionale della donna per la casa editrice di nicchia Utopia e presto andato esaurito, esce ora per Jacobelli con una nuova edizione impreziosita dal Dvd originale, (anche questo introvabile fin dal 1988), che intreccia rare immagini storiche con le interviste e le testimonianze di alcune protagoniste della politica italiana degli ultimi cinquant'anni. Un documento molto utile per comprendere il vero significato dell'8 marzo e, dunque, per incentivare l'indispensabile passaggio di memoria tra le generazioni.

E' ricco di notizie e di ricostruzioni storiche il lavoro di Capomazza e Ombra. E, gi� all'epoca, fece scalpore soprattutto una scoperta: il fatto che non fosse in realt� basata su alcun dato certo la convinzione comune che Clara Zetkin, nel 1910, avesse scelto l'8 marzo per ricordare le operaie americane morte due anni prima durante un incendio avvenuto nel corso di uno sciopero. E come, invece, fosse provato da una ricca documentazione che, a fissare il giorno delle donne all'8 marzo, fosse stata la Conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921 "per ricordare una manifestazione di donne con cui si era avviatala prima fase della rivoluzione russa".

IL VIDEO

Tilde Capomazza, il vostro libro ha sfatato la leggenda che l'8 marzo sia nato per ricordare la morte delle operaie americane nell'incendio del 1908. Come lo avete accertato?
"Potrei dire 'per puro caso', ma in realt� fu la tappa felice di una ricerca che cominciata nel 1985 dur� due anni: Marisa Ombra passava giornate in vari archivi, io sfogliavo libri, le poche riviste storiche esistenti; Internet allora per noi ancora non esisteva. Un giorno alla storica libreria delle donne 'Al tempo ritrovato' a piazza Farnese, a Roma, chiesi a Maria Luisa Moretti se per caso le fosse mai passato tra le mani qualche libro o rivista che parlasse della Giornata della donna, anche in lingua straniera, magari. Lei si mise a pensare, poi, rivolta a Simone, sua partner nella gestione della libreria, disse: 'Guarda un po' su quello scaffale ... ti ricordi quando venne una ragazza francese e ci lasci� un libro?' Simone non ricordava, ma cerc� e trov� quel libro. Manc� poco che non svenissi. Titolo 'La journ�e internationale des femmes. La clef des �nigmes, la verit� historique'. Autrice Ren�e Cot� , canadese del Queb�c, quindi di lingua francese. Era un libro farraginoso, ma ricco di riproduzioni, di citazioni, di appunti relativi alla confusa storia della Giornata, tutta interna al Movimento socialista internazionale e successivamente alla Internazionale comunista. Fu l� che scoprimmo che di incendio non si parlava affatto, ma decisiva fu la lettura degli atti della Conferenza internazionale delle donne socialiste a Copenaghen 1910 dove di Gdd si parl� ma non di incendi... La giornata, dopo vari tentativi fatti da Clara Zetkin fu poi approvata a Mosca nel 1921 , definita giornata dell'operaia, e ispirata alla rivolta delle donne di Pietrogrado contro lo zarismo avvenuta il 23 febbraio 1917( corrispondente nel nostro calendario gregoriano all'8 marzo)".

Il libro e il dvd raccontano i 50 anni di questa ricorrenza. Qual �, oggi, il significato dell'8 marzo?
"Il libro per la verit�, uscito nel 1987 cio� 21 anni fa, non aveva alcun intento celebrativo di una ricorrenza. Ci eravamo buttate in questa impresa Marisa ed io, non storiche, ma militanti del Movimento con percorsi diversi, perch� avvertivamo che le manifestazioni dell'8 marzo stavano perdendo di forza, di efficacia, al limite, di senso. E pensammo di ripercorrerne la storia per capire cosa aveva spinto le donne che ci avevano precedute a costruire questo appuntamento annuale di lunga durata che aveva certamente prodotto importanti esiti. Era il caso di mollarlo o era bene rifletterci? Scegliemmo la seconda via scoprendo eventi impensati. Ma di tutto questo l'unica cosa che colp� la stampa fu la cancellazione dell'incendio e pareva che, con quella scoperta, avessimo voluto cancellare addirittura la giornata".

Qual � il testimone che la generazione del femminismo e del Movimento ha trasmesso alle ragazze di oggi?
"Noi abbiamo studiato e scritto di quel filo affascinante che ha attraversato la storia del Movimento e che ha portato attraverso le piazze d'Italia le proteste, le denunce e le richieste che le militanti intendevano far conoscere sia alle altre donne , sia ai vari governi. Ma non abbiamo fatto storia del Movimento, anche se abbiamo dovuto attraversarlo. Sull'argomento le opinioni delle donne che sono state soggetti attivi possono essere molto diverse. Noi due, con il nostro lavoro, abbiamo voluto fare memoria storica di questo appuntamento annuale ricco di eventi, di sofferenze, di allegria, di grande impegno che � stato il prodotto di un soggetto collettivo molto forte e che ha impegnato ogni donna che ne faceva parte".

"Al mito dell'incendio che ha avuto una funzione aggregante agli inizi, abbiamo sostituito la storia di questi soggetti reali che si sono fatti carico per s� e per tutte le donne di un processo di emancipazione e liberazione che deve continuare. Di fronte alla commercializzazione e volgarizzazione dell'8 marzo, noi proponiamo una riflessione sulla storia, molto gradevole nel dvd, molto avvincente nel libro. Questo � il nostro testimone e speriamo che passi in pi� mani lasciando tracce ispiratrici di nuovi impegni".

Tilde Capomazza, Marisa Ombra
8 marzo, una storia lunga un secolo
Prefazione di Loredana Lipperini
Jacobelli editore
Cofanetto libro*dvd, euro 19,50

(7 marzo 2009)




Citazione
http://www.tempi.it/archivio_dett.aspx?idarchivio=2368

La favola dell’8 marzo. Atto II

La festa dell’8 marzo, che in Italia si tramanda di anno in anno con l’immutabilità delle leggende, narra della lotta di classe, dello sfruttamento capitalista, del diritto al lavoro e, immancabilmente, dell’iniquità della società americana

di Nucci Alessandra

La festa dell’8 marzo, che in Italia si tramanda di anno in anno con l’immutabilità delle leggende, narra della lotta di classe, dello sfruttamento capitalista, del diritto al lavoro e, immancabilmente, dell’iniquità della società americana. Si tratta però di una mitologia indotta, un misto di fatti veri e meno veri ricostruiti con fantasia dal movimento sindacale, in piena Guerra Fredda, per dare corpo all’ideologia marxista e incanalare le donne il più possibile verso rivendicazioni di stampo comunista. La storia vera infatti è molto più articolata della sola iniziativa che si vuole lanciata da Clara Zetkin a Copenhagen nel 1910. L’incendio della Triangle Shirtwaist Factory di New York fu tragedia vera e immane, ma non fu riconducibile né a scioperi né a serrate, fece vittime anche fra gli uomini e oltretutto avvenne nel 1911, un anno dopo il supposto “proclama”. Nella minuziosa ricostruzione storica offerta dal libro “8 marzo. Storie, miti, riti della giornata internazionale della donna” di Tilde Capomazza e Marisa Ombra (ed. Utopia, Roma, 1991), si scopre che la data dell’8 marzo fu stabilita a Mosca nel 1921, durante la “Seconda conferenza delle donne comuniste”. Svoltasi all’interno della III Internazionale comunista, la conferenza decise di stabilire quella data come “Giornata internazionale dell’operaia” in onore della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo. La “Festa della donna” fu istituita quindi nel quadro ideologico e politico che vedeva i paesi comunisti di tutto il mondo uniti per la rivoluzione del proletariato, sotto la guida dell’Unione Sovietica. Perché allora questo fatto non viene tramandato ogni 8 marzo? Per capirlo bisogna andare alle radici del femminismo, che non nasce dalle lotte del proletariato ma dalle donne del ceto medio, che già dalla metà dell’800 avevano cominciato a mobilitarsi per il diritto di voto. Quando poi, al volgere del XX secolo, venne fondato il Partito Socialista internazionale, le sue donne si divisero fra quelle disposte ad allearsi con le femministe “borghesi”, e quelle che invece ritenevano che, come scrisse nel 1910 L’Avanti!, «il proletariato femminile non può schierarsi col femminismo delle donne borghesi [….] per ottenere quelle riforme civili e giuridiche che le tolgano alla tutela e alla dipendenza dall’uomo. Questa emancipazione di sesso non scuote e può piuttosto rafforzare i cardini della presente società economica: proprietà privata e sfruttamento di classe». In poche parole le donne di sinistra accusavano le borghesi di «non attaccare a fondo l’istituto familiare, luogo privilegiato di oppressione della donna». Questa divisione può spiegare la ricostruzione dell’8 marzo come iniziativa di protesta per il terribile incendio di New York, il cui taglio anti-americano risultava tanto più efficace quanto più ne rimaneva nascosta la radice sovietica. Questa versione fu riportata infatti per la prima volta in Italia dal settimanale La lotta, edito dalla sezione bolognese del Partito Comunista Italiano. Era il 1952, e quell’anno l’Unione Donne Italiane, settore femminile della Cgil, distribuì alle sue iscritte una valanga di librettini minuscoli, 4 cm x 6, da attaccare agli abiti insieme a una mimosa. Nel libretto c’era un resoconto dell’incendio di New York. Due anni dopo, il settimanale della Cgil, Il lavoro, perfezionò il racconto con un fotomontaggio che ritrae un signore arcigno in bombetta dal nome inventato che si fa largo fra masse di donne tenute indietro dalla polizia. Così la data dell’8 marzo si è diffusa a tappe alterne, soprattutto in Europa. In alcuni paesi è salita alla ribalta solo da pochi anni. Negli Stati Uniti, dove le manifestazioni delle donne hanno sempre incluso le più svariate associazioni femminili, le donne socialiste tenevano già una “Festa della donna” nel 1908, che però non è mai diventato un appuntamento diffuso. È da pochissimo che si tenta di far acquistare visibilità in USA all’“International Women’s Day”. Nonostante infatti la crescente pubblicistica degli studi femminili, presenti in tutti gli atenei, il livello di attenzione del pubblico per l’8 marzo continua ad essere quasi del tutto inesistente
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Off Topic / Re:Ha vinto Giorgia Meloni
« Ultimo post da Vicus il Marzo 08, 2025, 22:36:52 pm »
E' molto probabile. Secondo sociologi affidabili l'Europa tornerà almeno in parte al baratto :ohmy: e sarà (cit.) "scadente dal punto di vista del consumatore". Un'idea possono darcela città come Detroit o film come Matrix o Blade Runner, che secondo esperti dei media non hanno il solo scopo di intrattenere ma anche di preparare il pubblico al mondo del futuro.
La Borsa non esisterà più perché non regge la pressione di comunicazioni e transazioni istantanee, si fonda sul monopolio obsoleto dei quotidiani economici (anche l'abolizione dei recinti alle grida ha un peso perché crea ulteriore accelerazione).
L'automazione porrà fine al concetto tradizionale del lavoro, sostituendolo con quello di ruolo, dando all'uomo lo spazio per lo svago. I lavori tradizionali spariranno e saranno sostituiti da forme di lavoro oggi impensate. Per esempio la gente sarà pagata per imparare, o per fornire soluzioni a problemi matematici, sociali o di altro tipo postati in rete
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Osservatorio sul Femminismo / Re:Festa della donna, una festa inventata
« Ultimo post da Vicus il Marzo 08, 2025, 22:25:45 pm »
Lo stesso patriarcato è un'invenzione
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Osservatorio sul Femminismo / Re:Festa della donna, ua festa inventata
« Ultimo post da Massimo il Marzo 08, 2025, 22:03:19 pm »
Se si tratta di combattere e abolire il "patriarcato" anche le menzogne, le fole, le invenzioni e le illusioni vanno benissimo.
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Off Topic / Re:Ha vinto Giorgia Meloni
« Ultimo post da Massimo il Marzo 08, 2025, 22:00:38 pm »
In effetti, è inutile pensare ad un movimento politico che rimarrebbe politicamente isolato e senza seguito. Verrà assai più rapidamente dell'ipotetico risveglio maschile il collasso di questa stanca e moribonda civiltà occidentale attraverso il crollo del sistema finanziario e bancario mondiale e la perdita di valore dello strumento monetario che costringerà l'umanità a tornare a forme di autoproduzione e di consumo che passino necessariamente per il recupero della terra e della riappropriazione da parte degli uomini del loro valore e (perchè no?) anche del loro potere. Che non è e non significa affatto totalitarismo del maschile.
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Off Topic / Re:Ha vinto Giorgia Meloni
« Ultimo post da Vicus il Marzo 08, 2025, 18:36:23 pm »
Non esistono formazioni politiche antifemministe. E' anche per questo che non ho alcuna fiducia nella soluzione della QM per via politica. La QM si risolverà quando imploderà da sé questo sistema ginecocratico. Nel caso peggiore ci penserà la demografia degli immigrati
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Off Topic / Re:Ha vinto Giorgia Meloni
« Ultimo post da Frank il Marzo 08, 2025, 16:20:37 pm »
Sono gli uomini ad aver costruito la società tecnologica e sono sempre gli uomini a portarla avanti.
Uomini che costruiscono le case nelle quali le femmine vivono, le scuole dove studiano, i palazzi dei parlamenti in cui le femmine comandano, gli ospedali in cui si curano, le strade sulle quali viaggiano a bordo di mezzi inventati da uomini.
Uomini che in Italia, come in tutto il mondo industrializzato, sono la quasi totalità dei morti sul lavoro, nonché la stragrande maggioranza degli infortunati, e il motivo è semplice: sono gli uomini a svolgere quasi sempre i lavori più pesanti, nocivi e pericolosi.
Uomini che provvedono anche alla manutenzione di tutto ciò.
Pure internet, ex arpanet, ovvero lo strumento attraverso il quale le femmine denigrano quotidianamente gli uomini (quindi anche i loro padri, fratelli, mariti, figli) è una creazione maschile mica femminile.
Senza l'opera maschile la specie umana tornerebbe immediatamente nel Paleolitico, senza nemmeno passare per il Mesolitico e il Neolitico.
Fosse per le femmine l'umanità vivrebbe ancora nelle caverne, ma nonostante ciò Giorgia Meloni ci ricorda che "le donne sono il cuore pulsante della nostra società. Ogni giorno, con forza, talento e dedizione, costruiscono, innovano e ispirano".
Ed altrettanto sostengono altre femminucce e gli scendiletto di sesso maschile a traino.
In sostanza fanno tutto loro.
Amen
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Off Topic / Re:Ha vinto Giorgia Meloni
« Ultimo post da Frank il Marzo 08, 2025, 16:10:56 pm »
E che vuol dire ?
Guarda che la Meloni non è una antifemminista.
E' una femminista,* come tutte le femmine che affollano i partiti e il parlamento; e come la grandissima maggioranza delle femmine odierne, italiane e non.
Quelle più giovani, poi, lo son quasi tutte.
In sostanza, non mi aspetto nulla da lei, così come non mi aspetto niente dagli scendiletto che le baciano i piedi.
Mai vista una politichessa interessarsi delle problematiche maschili.
Per loro esistono solo le femmine e le problematiche femminili.
I politici, poi, nemmeno a parlarne, tanto è vero che ho scritto più volte che se ne avessi il potere impedirei agli uomini di far politica per almeno un paio di generazioni.
Tanto passano la loro esistenza a leccare i piedi alle femmine e a metterlo nel deretano agli uomini.
Non lo dico io, lo dicono i fatti.
Basta avere occhi per guardare e orecchi per ascoltare.

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* Ovviamente i media e le femministe "ufficiali" sostengono il contrario...



E niente, sto quasi pensando di cambiare il mio soprannome...
Al posto di "Frank" metterò "Profeta"...
Battute a parte, queste sono parole di Giorgia Meloni, che confermano in pieno ciò avevo scritto su di lei nel settembre 2022.

https://x.com/giorgiameloni/status/1898282956449255739?s=46
Citazione

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Giorgia Meloni
@GiorgiaMeloni
Coraggiose, instancabili, determinate: le donne sono il cuore pulsante della nostra società. Ogni giorno, con forza, talento e dedizione, costruiscono, innovano e ispirano.

Come Governo, il nostro impegno è garantire a ogni donna le opportunità per essere protagonista in ogni settore, senza ostacoli.

I numeri parlano chiaro: l’occupazione femminile ha raggiunto il livello più alto di sempre, superando i dieci milioni di donne lavoratrici. Un risultato importante, ma sappiamo che molto resta da fare per una parità piena in ogni ambito.

Le donne non devono più scegliere tra carriera e vita privata. La parità significa assicurare a tutte le donne le condizioni per realizzarsi pienamente, senza sacrificare né il lavoro né la vita familiare.

Continueremo a lavorare per creare le opportunità che permettano a ogni donna di esprimere il proprio potenziale al massimo, senza limiti e senza barriere.

Naturalmente non potevano mancare i soliti commenti del soliti omuncoli (c'è anche un indiano...) inconsapevoli e regolarmente piegati a novanta gradi di fronte a qualsiasi cosa che somigli anche solo vagamente a una femmina della specie umana.

https://x.com/NandkishorRAGA/status/1898289737145663615
Citazione
Nandkishor Kaushik
@NandkishorRAGA
Il messaggio sottolinea con forza il ruolo centrale delle donne nella società e l'importanza di garantire loro pari opportunità in tutti i settori. Il raggiungimento del record di occupazione femminile è un passo significativo, ma il riconoscimento che resta ancora molto da fare è fondamentale.

L'equilibrio tra carriera e vita privata è una delle sfide più grandi per la piena parità di genere. Politiche efficaci devono garantire che nessuna donna debba scegliere tra lavoro e famiglia, ma possa realizzarsi in entrambi gli ambiti senza compromessi.

L'impegno a creare opportunità concrete, abbattendo barriere e limitazioni, è essenziale affinché ogni donna possa esprimere il proprio potenziale al massimo.



Citazione
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5h
Le donne sono innegabilmente la spina dorsale della società, ma le parole non significano nulla senza un sostegno e un'azione reali.
Insurgent - Cripto Anarchico (A)🏴‍☠️🇮🇹🔥
@Insurgent_Ita

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