è anche qui :
url immaginehttp://www.wired.it/play/cultura/2014/10/23/femminismo-minorenne-col-dito-medio-alzato/Fa un certo effetto sentirlo dire in modo sboccato da un gruppo di bambine vestite da principesse della Disney, però l’idea è carina, loro sono divertenti e l’immagine è forte. Si tratta di un video che fa parte di una campagna promozionale targata FCKH8.com, l’azienda di abbigliamento attivista che produce t-shirt altamente “impegnate” su temi come il sessismo, il razzismo e i diritti LGBT (ha venduto più di 200 mila magliette dalla sua apertura nel 2010). Lo slogan stavolta è “Girls Just Want to Have FUN-damental Rights”.
Qui vediamo cinque piccole femministe che ripetono una serie di mantra sull’uguaglianza di genere riportando dati statistici sulla violenza contro le donne, gli stupri e la disuguaglianza di salario tra uomini e donne. Piccole femministe consapevoli, che per ribadire i concetti ripetono in modo esasperante la parola “fuck” e tutti i suoi derivati.
Forse è possibile che più piccola sei quando impari certi slogan e meglio riuscirai a superarli e a farti un’idea tua delle cose? Essere femministe da bambine può aiutarci a crescere meglio e formarci come donne? Ma queste principesse che hanno dai 6 ai 13 anni e sono state scelte per questa campagna hanno davvero coscienza delle frasi che sputano fuori? Questo è l’addio definitivo a Gloria Steinem?
“Non offendetevi per le parolacce, offendetevi per come vengono trattate le donne. Nel 2014 sono ancora pagate il 23% in meno rispetto agli uomini e una su cinque viene molestata o stuprata. Chi sarà di noi?”, si chiedono con la tiara in testa. Fa un certo effetto.
Certo, viene anche da pensare che l’obiettivo di FCKH8 non sia la maggiore consapevolezza di sé e la diffusione di idee women empowerment, ma soltanto il fatto di diventare virale (cosa che sta succedendo).
FCKH8 vuole vendere o sensibilizzare? A settembre il brand aveva lanciato un altro video dove i protagonisti erano dei bambini di Ferguson che indossavano magliette contro il razzismo. Una parte dei profitti era stata devoluta a quattro diverse organizzazioni. Una politica aziendale precisa: creare campagne che facciano presa sul pubblico, suscitare risposte controverse, vendere tanto, tenere i prezzi bassi e devolvere una parte del ricavato scegliendo una serie di “kick-ass charities”, valutate anche con l’aiuto e i suggerimenti dei fan sulla loro pagina Facebook.
“Tutto, a quanto pare, può essere distillato, confezionato, comprato e venduto, incluso il razzismo” aveva scritto Aura Bogado in un post sul blog Colorlines, sottolineando il mero carattere mercificatorio e vuoto dell’attività del brand.
Stando ai dati diffusi sul sito di FCKH8, il totale del ricavato devoluto ad associazioni e organizzazioni di varia natura si aggirerebbe intorno ai 4 mila dollari. Forse una cosa un po’ più utile del post su un blog.