Autore Topic: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?  (Letto 19713 volte)

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Offline Lucia

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Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« il: Febbraio 25, 2015, 19:52:06 pm »
Uomini che si sono fatti mantenere per molti anni dalle loro compagne, o che, senza l'aiuto finanziaro di lei, non si sarebbero realizzati ci sono, tanti.

Ovvio, se il mio marito si fosse trasferito nel mio paese io l'avrei aiutato a trovare un lavoro di 100-200 euro al mese.

@Frank
Il velo di Maya c'è anche sugli occhi delle donne quando s'immaginano che gli uomini italiani sono  migliori dei loro connazionali.

e nessun adulto sano di mente può essere ingannato per molto tempo senza il suo accordo.
« Ultima modifica: Febbraio 25, 2015, 20:03:27 pm da Lucia »

Offline ilmarmocchio

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #1 il: Febbraio 25, 2015, 21:00:34 pm »
In merito aggiungo che le donne dell'est sono delle vere e proprie maestre nel raggirare (= nel prendere per il culo) una caterva di illusi italiani.
Sarebbe il caso che molti nostri connazionali iniziassero a togliersi quel velo di Maya che li rende ciechi.

Eppure dovremmo essere vaccinati, visto che le prime raggiratrici del mondo le abbiamo in Italia, e dirò di più :
le abbiamo cresciute noi uomini italiani, che evidentemente abbiamo più di una responsabilità.
Gli uomini dell'est non hanno le idee femministe, per non dire altro, che abbiamo noi.
Forse per questo sono più rispettati proprio da quelle donne che invece sarebbero così spietate.
Allora, una domanda sorge spontanea :
dove si trova il difetto ?
lasciamo stare la storia delle botte, perchè io non ne ho viste di storie simili

Offline Eric Lauder

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #2 il: Febbraio 25, 2015, 21:06:40 pm »
si punta alla donna che ti manda i messaggi giusti.
spesso, le più belle sono quelle  meno problematiche

Esatto.
Questa è la storia di come mi sono messo insieme con la mia nuova fiamma.
Vado alle poste, per fare la postepay nuova.
C'è un impiegata che ho già visto un paio di volte, che mi ha sempre dato del tu. E' bella? E' brutta? Sinceramente io non mi sono mai neanche posto la domanda, quando vado alle poste vado a fare qualcosa, non è così che funziono io - salvo casi particolari, io le donne non le noto neppure, nun me ne po' freggà dde meno!
Ad un certo punto mi porge un foglio da firmare: ha premarcato "si" a tutte le domande sulla privacy.
Io: "scusa, no, questo è sbagliato, io non do' l'assenso alle ricerche di mercato"
Lei: "boh! Mai sentito, faccio così con tutti...lo rifaccio subito, ma sono curiosa, perché, cosa comporta?"
Io: "sostanzialmente vendono i tuoi dati a società terze che fanno un profilo di te, delle tue abitudini di consumo, una vera e propria schedatura, è per questo che mi scoccia un po'.."
Lei: "davvero? Questo non lo sapevo, in effetti darebbe un po' noia anche a me"
Mi porge il foglio ristampato e stavolta con tutti i "no" al posto giusto e mi dice "controlla se va bene"
Inizio a guardare il foglio, e mentre lo guardo lei dice una frase tipo "dimmi se va bene, tu sai così tante cose"
Alzo lo sguardo su di lei, mi sta sorridendo leggermente imbarazzata.
Ecco: quello che io chiamo "il velociraptor" si sveglia, passo da modalità asessuata a predatore, io non ho stati intermedi.
Il velociraptor registra immediatamente il fatto che le pupille di lei sono dilatate.
Gli do' il foglio, dicendo che va bene, e noto che ha una cintura di pelle nera con le borchie, pantaloni attillati, quegli orribili stivaletti bassi che usano oggi, maglia verde che copre tutto ma dalla quale si capisce bene che il seno è ottimo, anche se non ha alcuna scollatura. Se me lo avessero chiesto tre secondi prima non avrei avuto la minima idea di come era vestita.
Il resto avviene in maniera assolutamente spontanea: io che gli dico ridendo e scherzando alla sua richiesta della motivazione da inserire nella postepay "mettici una cosa buffa!" e lei ridendo "non si può, è una lista pronta, posso solo scegliere!", io: "fammi vedere la lista!",  io mi allungo sul bancone, lei gira il monitor, mi da' più volte bottarelle sul braccio come fanno gli adolescenti o le ragazzine quando scherzano, prima battuta della collega a lei fatta poco prima io non ho idea di cosa le abbia detto so solo che lei ha risposto "ti ho sentito, sai?" con tono divertito e malizioso,  poi io "dai, questa! Mettici a scopo di gioco online! Sono un giocatore incallito!" ridendo, lei "no, tu sei un diavolo" ridendo come una bambina e giù altra strizzatina al mio avambraccio, altra battutina della collega che stavolta lei ignora totalmente,  io: "si vabbè, mi hai scoperto: voglio comprare dei quadri online" (questa è vera, ho fatto la postepay apposta), lei "io dipingo nel tempo libero" serissima e quasi scioccata. Si alza per andare a prendere non so cosa: di faccia non è bellissima ma ha un corpo perfetto - e non per i miei standard di donna curvy, proprio il corpo perfetto della falsa magra con dieci anni di meno (lei ha 36 anni, questo l'ho scoperto dopo). Quando si risiede piazzo la bordata: "davvero dipingi? Cosa? Io sto cercando dei quadri perché tutti quelli che avevo sono rimasti a casa della mia ex-moglie dopo la separazione" (questa è falsa: li ho lasciati apposta, erano tutti schifosi quadri rappresentanti vasi di fiori). Lei: "se vuoi, te li faccio vedere, ma non ti aspettare granché, è solo un hobby", io "perfetto, nome e numero di telefono prego" - stavolta con tono scherzosamente professionale e serio. Le colleghe vanno in visibilio. C'è un vecchio dietro di me che borbotta e sbuffa come una pentola a pressione. Mi scrive un bigliettino col suo numero, senza fare commenti, un po' imbarazzata.
L'abbiamo fatto la seconda volta che siamo usciti. Siamo già andati a vedere "50 sfumature di grigio" insieme, ha 36 anni, è divorziata e non prende alimenti dall'ex, non ha figli, pare non possa averne. Il fisico è strepitoso per la sua età, il volto è normalissimo, né particolarmente bello né particolarmente brutto probabilmente, ma a me piace.
Io non ci vedo proprio nessuna "tecnica" in tutto questo, e resto convinto del fatto che sia stata lei a provarci con me e non viceversa.
Non ho mai cercato un donna in termini diversi da questi dopo la mia separazione, è lei che deve fare il primo passo, e prima del primo passo lei non esiste per me: diveramente, lo riterrei umiliante.
Questo post è anche una risposta a Frank che aveva parlato di tecniche nell'altro topic, direttamente nel topic della seduzione.
I don't like Misandry because I don't feel myself inferior to females, and I believe in Equality

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No woman can make a MAN feel ashamed without HIS consent.

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Offline ilmarmocchio

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #3 il: Febbraio 25, 2015, 21:17:09 pm »
la tecnica c'è eccome, non far finta di niente ;)
hai notato le pupille dilatate, e hai dato importanza al fatto che LEI ti toccasse.
Questa è tecnica , che molti purtroppo ignorano e invece danno importanza a segni senza valore, tipo una scollatura vertiginosa.
Potrei continuare, ma credo che ci siamo capiti

Offline Eric Lauder

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #4 il: Febbraio 25, 2015, 21:51:06 pm »
la tecnica c'è eccome, non far finta di niente ;)
hai notato le pupille dilatate, e hai dato importanza al fatto che LEI ti toccasse.
Questa è tecnica , che molti purtroppo ignorano e invece danno importanza a segni senza valore, tipo una scollatura vertiginosa.
Potrei continuare, ma credo che ci siamo capiti

Ma questa non è tecnica, sono cose normali. Se lei non ti tocca, è ovvio che non ci sta. Io ho una specie di timore reverenziale nel toccare la donna per primo, non credo riuscirei a farlo. Tra l'altro, col senno d poi, credo sia uno degli istinti che mi ha salvato da eventuali accuse di molestie :P 
Quando si parla di tecniche si parla di tutta quella serie di nozioni che uno dovrebbe mettere a mente nella speranza di sedurre una donna: piuttosto che studiare un manuale del genere mi faccio delle seghe per il resto della mia vita, lo troverei deprimente e umiliante. Come comprarsi un certo tipo di automobile perché si pensa che faccia colpo: l'auto è MIA i soldi sono MIEI e dovrei DAVVERO pensarla in funzione di un'eventuale sconosciuta? MA SCHERZIAMO? Piuttosto che pensare una cosa simile, per ripicca, mi compro una Dacia Sandero!!!
O pensare che siano i soldi a fare colpo: l'estratto conto che mi ha compilato quando ho fatto la postepay dice 4427 euro e mi sembrano un po' pochi per fare colpo su un'impiegata postale alla ricerca del ricco pollastro da spennare...
Sono io che ho il controllo, sono io che decido, potevo terminare l'approccio in qualsiasi momento e lei sarebbe stata lì, senza poter fare nulla. Questo è il potere maschile: sono io che decido.
Poi di fatto non decido una mazza  :hmm: perché sinceramente non ho mai evitato di rispondere a una che mi dava dei segnali, lo considererei "scortese" e il velociraptor è SEMPRE affamato quando si sveglia, ma questo è un altro discorso   :dry:  la cosa buona è che i cessi non danno mai segnali: probabilmente non sono abbastanza sicure di sé per farlo. Quella negativa è che le strafighe non danno neppure loro segnali, perlomeno non a me.
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Offline Salar de Uyuni

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #5 il: Febbraio 25, 2015, 22:41:37 pm »
Citazione
Esatto.
Questa è la storia di come mi sono messo insieme con la mia nuova fiamma.
Vado alle poste, per fare la postepay nuova.
C'è un impiegata che ho già visto un paio di volte, che mi ha sempre dato del tu. E' bella? E' brutta? Sinceramente io non mi sono mai neanche posto la domanda, quando vado alle poste vado a fare qualcosa, non è così che funziono io - salvo casi particolari, io le donne non le noto neppure, nun me ne po' freggà dde meno!
Ad un certo punto mi porge un foglio da firmare: ha premarcato "si" a tutte le domande sulla privacy.
Io: "scusa, no, questo è sbagliato, io non do' l'assenso alle ricerche di mercato"
Lei: "boh! Mai sentito, faccio così con tutti...lo rifaccio subito, ma sono curiosa, perché, cosa comporta?"
Io: "sostanzialmente vendono i tuoi dati a società terze che fanno un profilo di te, delle tue abitudini di consumo, una vera e propria schedatura, è per questo che mi scoccia un po'.."
Lei: "davvero? Questo non lo sapevo, in effetti darebbe un po' noia anche a me"
Mi porge il foglio ristampato e stavolta con tutti i "no" al posto giusto e mi dice "controlla se va bene"
Inizio a guardare il foglio, e mentre lo guardo lei dice una frase tipo "dimmi se va bene, tu sai così tante cose"
Alzo lo sguardo su di lei, mi sta sorridendo leggermente imbarazzata.
Ecco: quello che io chiamo "il velociraptor" si sveglia, passo da modalità asessuata a predatore, io non ho stati intermedi.
Il velociraptor registra immediatamente il fatto che le pupille di lei sono dilatate.
Gli do' il foglio, dicendo che va bene, e noto che ha una cintura di pelle nera con le borchie, pantaloni attillati, quegli orribili stivaletti bassi che usano oggi, maglia verde che copre tutto ma dalla quale si capisce bene che il seno è ottimo, anche se non ha alcuna scollatura. Se me lo avessero chiesto tre secondi prima non avrei avuto la minima idea di come era vestita.
Il resto avviene in maniera assolutamente spontanea: io che gli dico ridendo e scherzando alla sua richiesta della motivazione da inserire nella postepay "mettici una cosa buffa!" e lei ridendo "non si può, è una lista pronta, posso solo scegliere!", io: "fammi vedere la lista!",  io mi allungo sul bancone, lei gira il monitor, mi da' più volte bottarelle sul braccio come fanno gli adolescenti o le ragazzine quando scherzano, prima battuta della collega a lei fatta poco prima io non ho idea di cosa le abbia detto so solo che lei ha risposto "ti ho sentito, sai?" con tono divertito e malizioso,  poi io "dai, questa! Mettici a scopo di gioco online! Sono un giocatore incallito!" ridendo, lei "no, tu sei un diavolo" ridendo come una bambina e giù altra strizzatina al mio avambraccio, altra battutina della collega che stavolta lei ignora totalmente,  io: "si vabbè, mi hai scoperto: voglio comprare dei quadri online" (questa è vera, ho fatto la postepay apposta), lei "io dipingo nel tempo libero" serissima e quasi scioccata. Si alza per andare a prendere non so cosa: di faccia non è bellissima ma ha un corpo perfetto - e non per i miei standard di donna curvy, proprio il corpo perfetto della falsa magra con dieci anni di meno (lei ha 36 anni, questo l'ho scoperto dopo). Quando si risiede piazzo la bordata: "davvero dipingi? Cosa? Io sto cercando dei quadri perché tutti quelli che avevo sono rimasti a casa della mia ex-moglie dopo la separazione" (questa è falsa: li ho lasciati apposta, erano tutti schifosi quadri rappresentanti vasi di fiori). Lei: "se vuoi, te li faccio vedere, ma non ti aspettare granché, è solo un hobby", io "perfetto, nome e numero di telefono prego" - stavolta con tono scherzosamente professionale e serio. Le colleghe vanno in visibilio. C'è un vecchio dietro di me che borbotta e sbuffa come una pentola a pressione. Mi scrive un bigliettino col suo numero, senza fare commenti, un po' imbarazzata.
L'abbiamo fatto la seconda volta che siamo usciti. Siamo già andati a vedere "50 sfumature di grigio" insieme, ha 36 anni, è divorziata e non prende alimenti dall'ex, non ha figli, pare non possa averne. Il fisico è strepitoso per la sua età, il volto è normalissimo, né particolarmente bello né particolarmente brutto probabilmente, ma a me piace.
Io non ci vedo proprio nessuna "tecnica" in tutto questo, e resto convinto del fatto che sia stata lei a provarci con me e non viceversa.
Non ho mai cercato un donna in termini diversi da questi dopo la mia separazione, è lei che deve fare il primo passo, e prima del primo passo lei non esiste per me: diveramente, lo riterrei umiliante.
Questo post è anche una risposta a Frank che aveva parlato di tecniche nell'altro topic, direttamente nel topic della seduzione.

Che palle!
Anche in questo forum c'era la necessità delle vanterie dei playboy da bar dello sport come li ha magistralmente raccontati Stefano Benni?
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #6 il: Febbraio 25, 2015, 22:53:46 pm »
La parola al maestro Stefano Benni,che ci illustra le tipiche vanterie da playboy da bar

 Il playboy da bar

    Per  prima  cosa  bisogna tener presente che non lo troverete tutte le
    sere: il playboy va al bar una sera sì e una sera no.  Questo  per  il
    fatto che deve raccontare agli amici, il venerdì sera, l'avventura del
    giovedì  sera,  e  così  via.  Uno  dei  momenti più drammatici per il
    playboy è quando entra nel bar e dice  «Ragazzi,  adesso  vi  racconto
    cosa  mi  è successo ieri sera al Flamengo di Modena» e si sente dire:
    «Ma se ieri sera eri qui a vedere  la  partita!».  Allora  il  playboy
    consulta il calendario e scopre di aver sbagliato di un giorno,  e per
    salvare  la  faccia  deve  correggersi:  «Volevo  dire  stamattina  al
    Flamengo di Modena»,  e insiste per convincere tutti che a Modena è di
    moda dare party a base di cappuccini dalle otto a mezzogiorno.
    Un playboy astuto,  comunque,  non incorre  in  questi  errori.  Resta
    chiuso  in  casa  il  giorno prima,  oppure va al cinema con una barba
    finta a Firenze,  e la sera dopo si  spettina,  si  passa  un  sughero
    bruciato  sotto  gli  occhi  entra  nel  bar  e  crolla  su una sedia.
    «Ragazzo, un Vov» chiama, e comincia a raccontare.
    E' naturale che quasi sempre il playboy da bar racconti  delle  balle.
    Ma  se riesce a raccontarle con stile,  avrà ugualmente l'approvazione
    di tutti. Molto spesso il playboy si autosuggestiona a tal punto,  che
    resta  invischiato  nel  suo racconto fino alle estreme conseguenze: i
    manicomi sono pieni di playboy impazziti in questo modo.  Capita anche
    talvolta  che il playboy vada veramente a donne: allora il discorso si
    fa molto più interessante.  Diamo di seguito un esempio di una  serata
    di  playboy  da bar così com'è realmente avvenuta,  e come è stata poi
    raccontata.

    I FATTI: Alle 9 di sera piove che Dio la manda. Il playboy Renzo,  del
    bar Antonio,  si trova con due fratelli napoletani benzinai dell'Agip,
    i Di Bella,  e con Formaggino,  fattorino del salumiere.  Si decide di
    salire  sulla  Giulietta sprint gialla dei Di Bella e di puntare verso
    il Tico-Tico di Castel San Pietro.  I quattro dispongono in totale  di
    lire  quattromilacinquecento,  marlboro  in numero di dieci e un terzo
    del serbatoio di  benzina.  Si  parte  stretti  come  acciughe  in  un
    concerto  di  peti orrendi,  nei quali si distingue il maggiore dei Di
    Bella che prima di ogni flatulenza urla «Sentite questa!».  Si  va  ai
    quaranta  per  risparmiare  benzina  e  perché  il  tergicristallo non
    funziona. Si arriva al Tico-Tico a mezzanotte.

    VERSIONE DI RENZO: Eravamo in piscina,  che si parlava del più  e  del
    meno.  C'ero io,  i fratelli Di Bella, ramo petroli, e Formaggino, che
    ha una ditta di trasporti alimentari. Parlavamo di Saint Tropez, che è
    diventata un carnaio, e non ci si può più andare. Allora,  fa Di Bella
    junior,  perché non si fa una puntata a Château-Saint Peter,  dove c'è
    un localino nuovo? Perché no, diciamo noi,  e saliamo sul coupé dei Di
    Bella,  che  fa i duecento in terza.  Dentro c'era un impianto stereo,
    con mangianastri, che non ce l'ha neanche la Rai. Di Bella senior ogni
    tanto faceva: «Sentite questa» e metteva su delle canzoni  bellissime,
    tutte cose di prima,  modernissime,  inglesi; insomma, in dieci minuti
    alla media dei 240 siamo davanti al Tico-Tico.

    I FATTI: Il biglietto del Tico-Tico  costa  millecinquecento  lire.  I
    quattro  si  palesano  all'entrata  e  Renzo  dice:  «Sono  amico  del
    batterista».  La maschera risponde: «E chi  se  ne  frega».  Di  Bella
    junior  dice:  «Entriamo  un  momento a vedere se c'è mia mamma,  sono
    rimasto senza chiavi di  casa».  La  maschera  non  becca.  Allora  si
    acquistano tre biglietti.  «Ma voi siete in quattro» dice la maschera.
    «Il bimbo non paga» fanno i Di Bella,  e indicano Formaggino.  «Quanti
    anni  hai?» chiede la maschera.  «Sei» risponde Formaggino.  «Ma ha la
    barba» dice la maschera.  «Non è barba,  è  muffa.  E'  molto  malato»
    replica  pronto  Di  Bella  senior.  La maschera è interdetta.  Allora
    Formaggino sfodera un numero da maestro: si  mette  a  piangere  e  si
    piscia  addosso  davanti alla cassa.  La maschera,  convinta,  sta già
    staccando il biglietto,  quando passa una bionda modello  Benetti  con
    minishorts rossi e calza nera. Formaggino la avvicina e la tasta a due
    mani per quindici secondi.  La maschera lo caccia via. Formaggino sale
    sul tetto di una macchina, si arrampica su un albero, scavalca un muro
    e si ritrova nel cortile della caserma dei carabinieri.  Ha  sbagliato
    direzione. Riesce a entrare solo all'una e mezzo sfondando una siepe a
    testate.

    VERSIONE:  Appena  davanti al Tico-Tico il maître mi fa: «Ma lei non è
    Renzo il playboy?». «Così si dice» dico io. Allora ci fa entrare tutti
    gratis, meno Formaggino perché non aveva lo smoking.  Sapete come sono
    in certi posti.  Allora Formaggino sale in macchina, e in venti minuti
    è andato e tornato, e si presenta in smoking al nostro tavolo.

    I FATTI: Naturalmente non  c'è  posto  a  sedere.  I  quattro  vengono
    sistemati  su  uno strapuntino con la faccia contro il muro.  Di Bella
    junior è sotto la batteria,  e ogni tanto prende  una  bacchettata  in
    testa.  Renzo  accavalla  le  gambe  e  manda  in aria un tavolino con
    quattro amarene.  Poi cerca di chiamare il  cameriere  schioccando  le
    dita  ma  non viene notato.  Comincia a battere insieme due bicchieri.
    Niente. Sale sul tavolo e si mette a battere le mani.  Niente.  Allora
    Formaggino si alza,  prende il cameriere per la giacca e mentre questi
    si dibatte lo trascina per terra  fino  al  tavolo.  Di  Bella  junior
    ordina  una  coca-cola  con  whisky  e peperonata.  Di Bella senior un
    gelato  al  fernet.  Formaggino  una  spuma,  Renzo  un  Daiquiri.  Il
    cameriere  gli risponde: «Non facciamo servizio di ristorante».  Renzo
    fa:  «Il  Daiquiri  è  un  cocktail».   Il  cameriere  fa:   «Alcolici
    sovrapprezzo di 500 lire» e Renzo ordina una Fiuggi.

    VERSIONE: Il maître ci porta al tavolo migliore. Io schiocco le dita e
    arrivano  quattro  camerieri.  Uno mi fa: «Ma lei,  non l'ho già vista
    allo Sporting di Montecarlo?». «Può essere» faccio io. «Ma sì, era con
    la principessa...» «Zitto» gli dico «per carità,  non faccia sapere in
    giro»,   e  lo  allontano.   Poi  ordino  quattro  Daiquiri.   «A  che
    temperatura» mi chiede il barman. «Zero assoluto» dico io. E lui: «Lei
    sì che se ne intende».

    I FATTI: Di Bella senior va a pasturare,  cioè fa un giro tra i tavoli
    per  vedere  se c'è del buono.  Renzo adocchia un tavolo buio d'angolo
    con due donne sole.  Di Bella junior si sgancia  e  invita  a  ballare
    quella di destra, che a centro pista si rivela una canuta sessantenne,
    con  occhiali,  alta  un  metro  e  mezzo.  «Hai  visto?»  fa  Renzo a
    Formaggino, «Di Bella s'è beccato la tardona,  e adesso io mi becco la
    giovane».  Si palesa al tavolo e chiede: «Balliamo?».  «Sì» gli fa una
    voce flautata.  Renzo l'accompagna per mano in pista e  si  ritrova  a
    ballare  con  una  bimba  di  otto  anni con un enorme apparecchio nei
    denti.  L'orchestra attacca un tango.  «Cosa fai nella vita?» fa Renzo
    ballando  tutto  gobbo,  «La  quarta elementare.» «Ti piace il tango?»
    «No,  vengo a ballare solo per tenere compagnia alla nonna».  A questo
    punto  Renzo  viene  colto da un tremendo mal di schiena,  ma continua
    stoicamente a ballare piegato verso il basso.  Il tango dura trentadue
    minuti.  Segue una di quelle belle ciarde che finiscono con il trenino
    tra i tavoli.  «Questo mi piace» fa la bimba,  e lo  spinge  per  vari
    chilometri.  Poi gli fa fare anche un cancan e un charleston.  Il giro
    chiude alle due e mezzo.  Renzo torna al tavolo facendo  cadere  dalla
    fronte pere spadone di sudore, e perde conoscenza.

    VERSIONE: Vediamo un tavolo con due donne stupende. Di Bella ne invita
    una: è un'americana,  un po' matura,  miliardaria, molto di classe. Un
    superbo esemplare. Io invito l'altra, una diciottenne,  perversa,  con
    un   sorriso   da   cinema.   «Cosa   fai   nella  vita?»  le  chiedo.
    «L'indossatrice» mi fa. «Ti piace il tango?» «Sì» dice lei guardandomi
    negli occhi,  «specialmente se è l'ultimo.»  Capito,  ragazzi!  Io  mi
    sento  bollire il sangue,  la abbranco e lei mi stringe così forte che
    con le unghie mi porta via dei quadrettoni di  Galles  dalla  schiena.
    Balliamo avvinghiati per due ore: quando la riaccompagno al tavolo, mi
    sviene tra le braccia.

    I  FATTI:  Quando Renzo rinviene,  vede Di Bella che è tornato dal suo
    giro  di  perlustrazione  portando  sette  amici,  naturalmente  tutti
    uomini.  Al  riprendere  della  musica,  tutti e undici schizzano come
    pallottole.  C'è un momento di panico,  con coppie  che  si  scontrano
    nella corsa alla pista.  Quando la confusione si dirada, sono tutti in
    piedi come meloni tra i tavoli della sala,  meno Formaggino e Di Bella
    junior  che nella fretta del momento si trovano a ballare insieme.  E'
    rimasta solo una  donna,  piuttosto  vistosa,  con  due  braccia  come
    polpettoni.  Uno  alla  volta,  tutti  si  presentano  al suo tavolo e
    ricevono chi uno sputo, chi una scarpata, chi un bicchiere di minerale
    in faccia.  Per ultimo si presenta Renzo,  la squadra e fa: «A me  non
    può  dire di no.  Io non sono come loro.» La donna lo guarda e fa: «E'
    vero.  In effetti direi che sei messo  peggio»,  e  va  al  gabinetto.
    Intanto  l'orchestra  attacca  una  mazurca  e la bimba con la protesi
    dentaria si mette a inseguire Renzo tra i  tavoli  urlando:  «Vieni  a
    ballare con me!»

    VERSIONE:  Quando  torno  al  tavolo,  Di  Bella  ha rimorchiato sette
    stangone di un balletto inglese,  una  più  bella  dell'altra.  Quando
    attacca  la musica,  tutte e sette mi saltano addosso gridando: «Dance
    with me (balla con me), dance with me, Renzo». Ma io ho adocchiato una
    bruna che tutta  la  sera  sta  rifiutando  inviti.  Mi  piacciono  le
    conquiste  difficili.  «Vado  a  domare una tigre» dico agli amici,  e
    parto.  La affronto e dico: «Senti,  tu puoi fare la difficile con gli
    altri,  ma  non  con me.  Guardami negli occhi.» Lei protesta,  ma poi
    cede,  mi guarda e fa: «Tu sei quello che aspettavo» e nel dir ciò  si
    bagna un po',  e insomma dice: «Aspettami, tesoro» e fa un salto nella
    toeletta. Intanto la diciottenne, però, comincia a inseguirmi urlando:
    «Non tradirmi, Renzo. Resta con me o mi ammazzo.»

    I FATTI: Renzo riesce a raggiungere il suo  tavolo.  Intanto  i  sette
    amici  di  Di  Bella  hanno  mangiato  nove  panettoni  e bevuto venti
    bottiglie di giovesello,  poi se la sono squagliata lasciando tutto da
    pagare.  Renzo  viene  accerchiato dai camerieri,  ma riesce a fuggire
    arrampicandosi lungo un tralcio d'edera.  Intanto la nonna della bimba
    ha  chiamato  un  carabiniere  dicendo che un individuo molesta la sua
    nipotina.  I due Di Bella fuggono con le tasche piene  di  gelati.  In
    strada,  per  fortuna,  c'è  Formaggino  con la Giulietta già pronta a
    scattare.  Renzo riesce a balzare dal muro del dancing sul tetto della
    macchina  lanciata ai centoventi.  Fa tutta l'autostrada sotto la neve
    aggrappato  con  le  unghie  alla  capote:  al  casello   d'uscita   è
    assolutamente invisibile,  coperto da una bianca coltre. Viene trovato
    e riaccompagnato a casa, congelato, solo tre giorni dopo,  quando i Di
    Bella montano il portasci.
    VERSIONE:  A  questo  punto  me  la vedo brutta.  Urlo: «Champagne per
    tutti, soprattutto per le mie donne.  Consolatevi!»,  butto in aria un
    pacco  da  diecimila  e,  mentre  tutti  lottano  per impossessarsene,
    scavalco il muro con un salto,  balzo al volante del coupé e in  dieci
    minuti  sono al Sestrière,  dove la mattina dopo avevo un appuntamento
    con una svedese. Che seratina, ragazzi!




Tratto da: BENNI, Stefano (1976). Bar Sport [online]. Milano, 68-73;
nella versione online WWW (DOC 460 KB) [cit. 6.10.2009]:
<http://www.comunisti.altervista.org/pci/upload/dl/Libri/STEFANO_BENNI_BARSPORT.DOC>.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Eric Lauder

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #7 il: Febbraio 25, 2015, 22:54:09 pm »
Che palle!
Anche in questo forum c'era la necessità delle vanterie dei playboy da bar dello sport come li ha magistralmente raccontati Stefano Benni?

Trattasi del topic sulla seduzione, e rispondevo a Frank sull'inesistenza, almeno secondo me, delle cosiddette "tecniche". Le cose sono molto più spontanee e naturali, non esistono manuali.
Dove starebbe la vanteria nel fatto di essersi messi con un'impiegata postale?

Edit: letto ora il suddetto post, con le citazioni di Benni. Mi sembra parecchio diverso da quello che ho descritto io. Si parla di sfigati che trasformano le loro disavventure in avventure con strafighe miliardarie. Se per te un'impiegata postale divorziata è la stessa cosa di una strafiga miliardiaria, mi dispiace per te, sinceramente.
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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #8 il: Febbraio 25, 2015, 23:44:10 pm »
Eppure dovremmo essere vaccinati, visto che le prime raggiratrici del mondo le abbiamo in Italia, e dirò di più :
le abbiamo cresciute noi uomini italiani, che evidentemente abbiamo più di una responsabilità.
Gli uomini dell'est non hanno le idee femministe, per non dire altro, che abbiamo noi.
Forse per questo sono più rispettati proprio da quelle donne che invece sarebbero così spietate.
Allora, una domanda sorge spontanea :
dove si trova il difetto ?
lasciamo stare la storia delle botte, perchè io non ne ho viste di storie simili

Caro ilmarmocchio, ho già espresso la mia opinione in altra sede (come sai), ma questa storia secondo cui le italiane (che in larghissima parte detesto profondamente) sarebbero le prime raggiratrici del mondo, non la condivido affatto.
Le donne son donne ovunque; quel che cambia (e pure questo l'ho già scritto) è la mentalità, la cultura nella quale sono immerse e, ovviamente, gli uomini con i quali hanno a che fare (ed anche questo l'ho già scritto), che in altri paesi sono ancora capaci di fare da argine alle appartenenti al sesso femminile, che in assenza di ciò tracimano come un fiume in piena (ho già scritto pure questo).
Come ho già scritto lo scorso anno che, di norma, gli uomini dell'est (albanesi in primis) non sono degli zerbini come la stragrande maggioranza degli italiani.
Ma non solo degli italiani: anche degli uomini di altri paesi occidentali, come gli Stati Uniti.



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le abbiamo cresciute noi uomini italiani, che evidentemente abbiamo più di una responsabilità.

Le hanno cresciute gli uomini italiani; io no di sicuro.
E neanche tu, credo.

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #9 il: Febbraio 25, 2015, 23:51:18 pm »
@Frank
Il velo di Maya c'è anche sugli occhi delle donne quando s'immaginano che gli uomini italiani sono  migliori dei loro connazionali.

e nessun adulto sano di mente può essere ingannato per molto tempo senza il suo accordo.

Lucia, ti ho già risposto molte volte al riguardo, non mi sembra il caso di ripetermi.


Citazione
Uomini che si sono fatti mantenere per molti anni dalle loro compagne, o che, senza l'aiuto finanziaro di lei, non si sarebbero realizzati ci sono, tanti.

Non c'è il minimo paragone fra i quattro gatti mantenuti da donne e la caterva di donne mantenute da uomini.

Offline Eric Lauder

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #10 il: Febbraio 26, 2015, 00:09:17 am »
Caro ilmarmocchio, ho già espresso la mia opinione in altra sede (come sai), ma questa storia secondo cui le italiane (che in larghissima parte detesto profondamente) sarebbero le prime raggiratrici del mondo, non la condivido affatto.
Le donne son donne ovunque; quel che cambia (e pure questo l'ho già scritto) è la mentalità, la cultura nella quale sono immerse e, ovviamente, gli uomini con i quali hanno a che fare (ed anche questo l'ho già scritto), che in altri paesi sono ancora capaci di fare da argine alle appartenenti al sesso femminile, che in assenza di ciò tracimano come un fiume in piena (ho già scritto pure questo).
Come ho già scritto lo scorso anno che, di norma, gli uomini dell'est (albanesi in primis) non sono degli zerbini come la stragrande maggioranza degli italiani.
Ma non solo degli italiani: anche degli uomini di altri paesi occidentali, come gli Stati Uniti.



Le hanno cresciute gli uomini italiani; io no di sicuro.
E neanche tu, credo.

Non per contraddire, ma il più avvilente zerbino che io abbia mai conosciuto in vita mia era proprio albanese: era l'inquilino della casa dove vivo ora, era un bell'uomo, gran lavoratore, con una sua impresa e parecchi soldi per un albanese, e schiavo di una moglie mezza cessa che faceva la casalinga (cioè shopping)...è la scena di zerbinaggio più penosa che io ricordi: tu pensa che la cosa era così palese che pure mia moglie, dalla quale pure mi sono separato, lo prendeva per il culo (quando parlavamo tra noi) per il suo zerbinaggio ridicolo.
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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #11 il: Febbraio 26, 2015, 00:16:45 am »
Non per contraddire, ma il più avvilente zerbino che io abbia mai conosciuto in vita mia era proprio albanese: era l'inquilino della casa dove vivo ora, era un bell'uomo, gran lavoratore, con una sua impresa e parecchi soldi per un albanese, e schiavo di una moglie mezza cessa che faceva la casalinga (cioè shopping)...è la scena di zerbinaggio più penosa che io ricordi: tu pensa che la cosa era così palese che pure mia moglie, dalla quale pure mi sono separato, lo prendeva per il culo (quando parlavamo tra noi) per il suo zerbinaggio ridicolo.

Infatti io ho scritto "di norma",
Citazione
Come ho già scritto lo scorso anno che, di norma, gli uomini dell'est (albanesi in primis) non sono degli zerbini come la stragrande maggioranza degli italiani
non "sempre".
E' chiaro che esistono pure i casi contrari, come ci sono uomini italiani che non sono affatto degli zerbini.
Certo, si tratta di una sparuta minoranza; ma vabbè...


Citazione
tu pensa che la cosa era così palese che pure mia moglie, dalla quale pure mi sono separato, lo prendeva per il culo (quando parlavamo tra noi) per il suo zerbinaggio ridicolo.

Ennesima dimostrazione del fatto che con le donne non può esistere alcun rapporto "paritario".
Come ho già scritto una caterva di volte, quelli fra i due sessi sono in primis rapporti di forza e non d'amore.

Offline Vicus

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #12 il: Febbraio 26, 2015, 00:19:23 am »
Che palle!
Anche in questo forum c'era la necessità delle vanterie dei playboy da bar dello sport come li ha magistralmente raccontati Stefano Benni?
Eric, Salar ha ragione. Non è la prima volta che inondi il forum con prolisse divagazioni off-topic. Non ci saranno ulteriori avvisi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #13 il: Febbraio 26, 2015, 00:51:36 am »
Come ho già scritto lo scorso anno che, di norma, gli uomini dell'est (albanesi in primis) non sono degli zerbini come la stragrande maggioranza degli italiani.
Ma non solo degli italiani: anche degli uomini di altri paesi occidentali, come gli Stati Uniti.

http://antifeminist.altervista.org/multimedia/fox_business.htm

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'Tu Non la Dovrai Deludere'
di Marc Rudov, 3 Agosto 2008

Soldi e Bambini

Non c'è niente che simboleggi la smidollata deferenza quanto l'immagine di un uomo in ginocchio che chiede alla propria ragazza di sposarlo. Quando le dice quelle parole senza tempo - "Mi vuoi sposare ?" - sta prendendo il più grande rischio della sua vita: quello di deluderla. Attraverso questo atto di demascolinizzazione, le sta davvero chiedendo di scavargli la fossa.

E se lui dovesse, Dio non voglia, deludere il suo fiorellino delicato, uno può solo immaginare come lei potrebbe reagire. Gli americani, che odiano vedere le proprie donne deluse, le darebbero molta libertà di azione — sia che lei getti i suoi vestiti dalla finestra, che lo schiaffeggi (come Teri Hatcher, in preda alla rabbia, fa a Pierce Brosnan in Tomorrow Never Dies), o che lo uccida con impunità, come ha fatto Mary Winkler mentre suo marito dormiva, usando poi la difesa dell'abuso o del disordine bipolare.

Quando ricevono proposte di matrimonio dai loro fidanzati, in diretta davanti alle telecamere della TV, le donne generalmente saltano su e giù, strillano e spargono lacrime. Nonostante ciò, considerato che i divorzi ormai si attestano sul 50%, che le donne iniziano le procedure di separazione in almeno il 70% dei casi (un barometro accurato del disappunto femminile), e che le inevitabili battaglie in tribunale distruggeranno delle vite, uno finisce per sospettare su quell'entusiasmo che le donne esibiscono quando per la prima volta si infilano l'anello di fidanzamento. Senza dubbi, non sono di certo commosse per gli uomini che sposeranno. Allora, perchè tutta questa eccitazione ?

[...]

Circa un anno fa sono stato ospite in un programma radiofonico nel Massachusetts. Il conduttore, maschio, mi ha chiesto cosa c'è di così intrinsecamente sbagliato negli uomini perchè rovinano sempre le relazioni. Io sono rimasto sgomento. "Perchè ritieni che le donne sono esperte in relazioni, piccole angiolette perfette senza nessuna colpa ? Perchè presumi automaticamente che ad essere in torto siano gli uomini ?", ho risposto. Il conduttore non aveva risposte da dare perchè era il tipico uomo che si odia e che crede che gli uomini siano la feccia. Ahimè, ce n'è parecchi come lui fra di noi.

In un altro programma radio a DC, il conduttore maschio mi ha chiesto cosa sono i diritti degli uomini e perchè gli uomini hanno bisogno di qualche diritto — non sto scherzando. Altri conduttori maschi hanno ripetuto come dei robot il mantra femminista, "le donne non hanno votato per 100 anni, noi uomini dovremmo dargli una pausa".
La moglie di Dennis Miller l'ha avvisato, con un messaggio durante la nostra discussione, di non invitarmi più nel suo programma. Altri conduttori hanno ammesso che le loro mogli li hanno mandati in bianco per una settimana dopo averli sentiti alla radio che concordavano con me.

E' triste che gli uomini americani si siano ridotti a vivere nel terrore delle donne, facendo si che le donne sentano che il non rimanere deluse è un loro diritto inalienabile. Le conseguenze ? Quando Barack Obama, durante il Giorno del Papà, ha criticato unilateralmente gli uomini per la piaga delle famiglie senza padre, ha ricevuto solo elogi. Tuttavia, non dicendo nemmeno una parola sulle donne nel Giorno della Mamma — sulla stessa questione — nemmeno un giornalista o conduttore televisivo l'ha criticato.

[...]

Coccolamento Perverso

Ho detto prima che la maggior parte degli uomini vengono cresciuti per mettere le donne su dei piedistalli ed evitare di deluderle. Vediamo un esempio. In questo ben noto video, un padre fa una sorpresa a sua figlia, Mackenzie, con una macchina sportiva rossa nel giorno del suo sedicesimo compleanno. Invece di ringraziarlo, lei si lamenta e sbatte i piedi — perchè non le piace il colore. Perchè questo comportamento ingrato ? Perchè il patetico, arrendevole padre di Mackenzie le ha baciato il culo fin dalla sua nascita, proteggendola dalle delusioni. C'è una Mackenzie anche a casa tua ? E' tua figlia, la tua ragazza, o tua moglie — oppure tutte e tre ?

Nella svertebrata America, Mackenzie troverà molti uomini che seguiranno le orme di suo padre. E vi garantisco che il masochista che eventualmente le proporrà di sposarla si inginocchierà ai suoi piedi, perchè lui, come il padre di Mackenzie, vede le donne come esseri superiori. Sfortunatamente, costui avrà la compagnia di parecchi uomini della stessa mentalità in questo paese: mariti, poliziotti, procuratori, giudici, giurati, politici, giornalisti, produttori di film, pubblicità e telefilm.

Dite ad una donna che è troppo debole per essere una dirigente nella tua compagnia, o la comandante in capo delle Forze Armate USA, e vedrete con quale velocità riceverete una telefonata dalla EEOC [Ndr. Equal Employment Opportunity Commission - La Commissione Pari Opportunità sul Lavoro]. Ora, ditele che è troppo forte per avere una speciale protezione dalla VAWA, l'incostituzionale Violence Against Women Act creato da Joe Biden, il più grande "amico delle donne" del Senato USA. Ora, guardate come il suo lato vittimistico emergerà per spiegare le sue debolezze. Praticamente, le donne sono forti quando gli conviene e deboli quando gli conviene, e gli uomini, che soffrono di vaginafobia, semplicemente vanno avanti tollerando tutto questo come se niente fosse.
Questo perverso coccolamento delle donne è radicato nella paura di deluderle. E', nella realtà, una plateale mancanza di rispetto nei loro confronti, una convinzione fondamentale che siano deboli e vittime indifese. Ma se le donne si sentissero insultate da questo coccolamento accondiscendente, protesterebbero, vero ? Avete mai sentito una donna protestare perchè riceve speciali privilegi ?


[...]

Il Capolinea del Nonsenso

Per coesistere con una donna in un paese che odia la delusione femminile, adesso un uomo ha bisogno di un contratto per fare conversazione, un contratto per un appuntamento, un contratto per fare del sesso, un contratto per un aiuto-lavoratore, un contratto per la convivenza, un contratto per il fidanzamento, un contratto per il matrimonio — e nessuno di questi è garantito che varrà qualcosa. Una miniera d'oro per gli avvocati !

Il benesse di un uomo, in questa ginocrazia che gli uomini hanno costruito, dipende dall'umore di una donna, dalla sua morale, dallo stato in cui vive, e dalla riluttanza di un futuro e sconosciuto giudice o giuria di "deluderla". Il campo di gioco non è pari perchè gli uomini — che hanno paura di venir chiamati misogini e hanno paura di andare in bianco — hanno lasciato che tutto questo accadesse, continuano a tollerarlo, e non lo combatteranno.

Se Peter Cook fosse stato la parte colpevole nel suo divorzio da Christy Brinkley, e avesse scelto di rendere noto al pubblico i loro fatti privati, il giudice, i media, e le associazioni di donne l'avrebbero denigrato universalmente come un villano e un terribile padre. Invece, quando Christy ha fatto esattamente questo, nessuno gliene ha reso conto. Infatti, la figlia più vecchia di Brinkley si è detta "fiera" del circo pubblico messo in piedi dalla madre. La società accetta rovinose ed irrazionali emozioni e comportamenti da parte delle donne come una sorta di compenso per le loro delusioni.

Non credete che le donne si aspettino di essere coccolate e di ottenere una posizione di vantaggio nella vita ? Guardatevi intorno in un ristorante, la prossima volta che uscite; contate quante donne stanno pagando la cena agli uomini. Poi, ascoltate i politici parlare, di entrambi gli schieramenti; contate quanti stanno promettendo di condannare le donne che falsamente accusano gli uomini di stupro. Le donne pretendono e ricevono coccole. E finchè uomini con il mantello si precipiteranno a salvare le donne dalle loro delusioni, questo gioco di manipolazione continuerà ad andare avanti.

Il desiderio di coccolare è tanto immaturo e disfunzionale quanto quello di essere coccolati. Una simile codipendenza porta ad una spirale ascendente di aspettative e delusioni — come simboleggiato dalla relazione tra Mackenzie e suo padre. Il coraggio di deludere una donna è un segno di rispetto nei loro confronti. L'accettazione delle delusioni come parte della vita, e che gli uomini non sono responsabili nel prevenirle, è un segno di rispetto per se stesse delle donne.



[ FONTE: The NoNonsenseMan ]
[ TRADUZIONE: Antifeminist.altervista.org ]

Offline Vicus

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Re: Donne dell'Est: fortuna o condanna per un uomo italiano?
« Risposta #14 il: Febbraio 26, 2015, 01:02:00 am »
Tutto vero.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.