Come saprete, io non sono di destra. Non l'ho mai votata ma apprezzo chi, pur essendo dall'altra parte politica, non si fa comandare "a bacchetta".
Per questo, per diversi mesi, ho seguito Marcello Veneziani. Di sicuro non è amico della Boldrini o di Scalfarotto, ma ha anche criticato la Destra pur scrivendo su un giornale di destra. Una voce critica a destra, da apprezzare. Soprattutto perchè mentre tutti credevano alle leggi pro gender in Europa lui argomentava e criticava tali idee.
Adesso è stato fatto fuori. Non morirà di fame. Ma è un segno. Chi è come FaS, vive nel Sistema (pur facendo credere che lo critica). Chi invece critica seriamente è FUORI. Però resta Uomo e UMANO. E va apprezzato. Anche se si è di sinistra.
Buona lettura (dedicato alle mercenarie intellettuali di sinistra che si riciclano su giornali dove spacciandosi per "liberi" si fanno le fotografie con i nazisti ucraini.
http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11762788/Marcello-Veneziani-lascia-il-Giornale-.html"Non sono un cortigiano, per questo mi hanno fatto fuori". Un addio clamoroso, rumoroso. Marcello Veneziani lascia il Giornale, non senza polemiche. E con una lettera diretta ai suoi lettori, molto amara: "Siete in tanti a scrivermi e telefonarmi per sapere come mai non appare più il cucù sul Giornale. Non posso andar via come un clandestino - scrive l'editorialista, penna storica della destra intellettuale italiana -. Il Giornale mi ha comunicato la decisione di chiudere il mio rapporto di lavoro. Subito o al più entro l'estate. La decisione dell'Editore è presa e finirà in modo consensuale".
La lettera ai lettori - La motivazione formale, spiega Veneziani, è lo stato di crisi che impone tagli e prepensionamenti. E sotto la mannaia è finita anche la mano (meglio, la testa) del notista che iniziò a collaborare con la testata di via Negri 25 anni fa, "chiamato da Indro Montanelli". "Ne uscì quando mi parve che la sua posizione non rappresentasse più i suoi lettori e la necessità di una svolta nel Paese; vi ritornai con Feltri per due volte. Lascio a ciascuno pensare al risvolto politico, giornalistico, ma anche umano e professionale, della vicenda in corso; vi risparmio il mio stato d'animo".
"Non sono un puttano" - "Ho un ruolo pubblico, rappresentativo di un'area d'opinione, la mia attività è esposta in vetrina ogni giorno - scrive ancora Veneziani -. Dunque è giusto essere trasparenti fino alla fine e giustificare a voi lettori, che siete i miei veri editori, la futura assenza e la scomparsa della rubrica cucù, dopo quattro anni di vita. Ho già vissuto situazioni analoghe, alcuni ricordano precedenti esperienze, censure, licenziamenti, casi come l'Italia settimanale ma non solo. E' il prezzo amaro della libertà e dell'incapacità di essere cortigiani, ruffiani e puttani. Non è un mistero che da tempo reputo conclusa la parabola politica di Berlusconi: da anni non esprime una posizione politica e non interpreta il sentire del suo popolo, perché è preso nelle proprie vicende e nella tutela, pur comprensibile, dei suoi interessi. Lo scrivo da tempo, in un crescendo di toni". "Le mie idee saranno giuste o sbagliate, lo dirà la prova dei fatti - conclude -, ma quei giudizi nascono da un ragionamento, privo di rancori o vantaggi personali, mosso da passione di verità e da una testimonianza di vita e di coerenza, costi quel che costi".