La scena che IO ritengo più significativa è quella nella quale il capo degli Huroni dopo aver vinto il duello con lo spasimante della biondina e vede che costei preferisce buttarsi nel precipizio che concedersi a lui, lancia uno sguardo sprezzante come per dire " E chi se ne frega!" e si accontenta della vittoria. Perchè è così che ragiona e si comporta un guerriero: è la vittoria in SE STESSA che conta, non il premio che è la ragazza ma potrebbe essere qualsiasi altra cosa. Un bianco o un uomo di oggi si sarebbe disperato, avrebbe pianto, avrebbe urlato alla ragazza: "Ma perchè lo hai fatto?" o magari si sarebbe buttato nel precipizio anche lui per morire - stupidamente - accanto ad una donna che non lo vuole. Ma non il capo degli Huroni: per lui è la vittoria ottenuta e la vendetta conseguita sui nemici che conta, non una femmina. E' un vero peccato che poi muoia - dignitosamente e senza un grido, peraltro - nel duello successivo con il padre del ragazzo sconfitto. Per me l'eroe è lui, non l'ultimo dei mohicani che per tutta la durata del film non fa altro che rincorrere e preoccuparsi dell'incolumità delle due donzelle, facendo persino a gara con l'ufficiale britannico (un altro spasimante imbecille) a chi si sacrifica per salvare le due donne. Un vero esempio da seguire per i maschi che oggi hanno dimenticato che la vittoria (in guerra o nel combattimento come anche nella vita) è GIA' un premio sufficiente e che la stima e l'amore di una donna (ammesso che valga qualcosa) al massimo ne è solo la conseguenza e un risultato. Eventuale ed accessorio. Dovremmo imparare questo e altro dagli uomini Huroni.