Il cambiamento più radicale è avvenuto negli anni '90, ma è cominciato intorno ai primi anni '60. Pasolini era in anticipo, nel bene e nel male, considerata una certa deriva qualunquista nei suoi film. Ma almeno era intellettualmente onesto.
Se è vero che il benessere può corrompere, è vero anche il contrario, se guardiamo all'abbrutimento causato da disoccupazione e sfruttamento.
La situazione presente viene sempre spiegata con teorie anche elaborate, incentrate soprattutto su considerazioni morali.
Quel che si tende a trascurare è che una società può essere fatta declinare con mezzi complessi, sociali (leggi/sentenze), economici (disoccupazione/precariato) e mediatici (promozione di comportamenti pseudotrasgressivi o allontanamento delle donne dalla famiglia con sogni e "carriera").
La tecnologia e i media sono una seconda natura, risorse essenziali come l'acqua o l'atmosfera.
Abbiamo consegnato queste risorse a società private.
Diceva Archimede: "Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo".
Oggi direbbe: "Datemi i media e farò muovere il mondo nella direzione e alla velocità che deciderò io".
C'è ancora una scarsa coscienza di questi meccanismi, sostituita da un moralismo ("malgoverno", "speculazione") inefficace perché rimane alla superficie. Per cambiare davvero le cose, è necessaria una maggiore comprensione a livello collettivo delle dinamiche del cambiamento.