Evidentemente ho interpretato male io.
Certo che pregi e difetti sono ugualmente distribuiti tra i due sessi, ma allora, come collaborare se non essendo se stessi valorizzando i propri pregi, prendendo atto delle proprie manchevolezze e supportando le manchevolezze altrui senza generalizzazioni o distinzioni di genere?
"Ciò che sai fare meglio tu non lo so fare io e viceversa" hai detto tu LesPaul, verissimo, ma perchè bisogna dare per scontato che io, in quanto donna so di default fare meglio certe cose e tu, in
quanto uomo, certe altre?
Non è vero.
E forse anche il comune lamentarci della mancanza di palle in tanti dei nostri compagni è un dare per scontato che l'uomo, in quanto uomo, le deve avere.
E' vero quel che dici, riguardo la generalizzazione.
Infatti non lo do per scontato. Io non so cosa TU Gamma sappia fare o non fare (solo tu e chi ti sta vicino può saperlo).
Ma qui occorre entrare nel particolare di ogni persona.
Il tema di cui trattiamo, però, fa parte delle Scienze Sociali. Non ha senso, in questo caso, entrare nel particolare. Occorre analizzare e cercare di astrarre quelli che sono i comportamenti di una massa, per trarne deduzioni di carattere sociologico.
Quindi se io vedo (per fare un esempio) che non ci sono uomini che lavorano nel settore tessile deduco (e penso a ragione) che gli uomini non abbiano attitudini e capacità per occuparsi di tale attività. Se io non vedo donne imbragate a costruire viadotti autostradali deduco che le donne non abbiano, parimenti, attitudini per svolgere quel tipo di lavoro (d'altronde il genere di appartenenza alle "morti bianche" - il 98% delle morti sul lavoro è maschile può farmi astrarre il fatto che si tratti di lavori ai quali le donne siano meno portate, come hai detto anche tu, per motivi fisici).
Ma c'è del male nell'affermare questo? No! E' normale che sia così, quanto meno per me. Le differenze di genere ci sono sempre state, ci sono e ci saranno sempre. Il male sta nel negarle per proprio tornaconto, cosa che viene comunemente fatta dal femminismo (che, schizofrenicamente, si ricorda delle differenze di genere solo quando, guarda caso, vi è un tornaconto personale).
Stiamo dicendo la stessa cosa presa da due punti di vista differenti.