Ok Zagaro, è' vero ma questi sono dettagli tecnici, di fatto c'era la possibilità di far intervenire legalmente lo stato formalizzando una denuncia di stupro anche quando si era stati consenzienti sul momento e di fatto l'unico modo che aveva l'accusa ti di evitare la pena era sposarsi. Mi chiedo anche se questa storia in qualche modo, non abbia influito su questa dualità fra la femmina che si percepisce ancora oggi violentata quando si rende conto di non aver ottenuto ciò che voleva (ieri il matrimonio è la sicurezza, oggi non lo sa nemmeno lei)
secondo la mia opinione è proprio qua il busillus delle Corti la linea fra stupro come violenza e stupro come inganno.
perchè vi sta nel presunto consenso un'alterazione da alcool, che dalla lettura dell'articolo non è stata provocata dagli accusati. la prima corte l'ha visto come una violenza sul consenso quindi una coercizione sulla persona, mentre la seconda Corte l'ha visto come un vizio di mente, una sorta di raggiro. dei due è punibile solo la coercizione.
I casi giurisprudenziali come questo servono a capire proprio cosa possa significare consenso e la relativa violazione del consenso.
in merito alla seconda parte del tuo post, alle Leggi in generale, la saggezza popolare nei proverbi ha scritto che: nelle norme si ha l'uso e l'abuso, e già Cicerone quindi 2000 e passa anni f diceva: 'le leggi per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano'