Autore Topic: Nel 2015 sono calati i suicidi in carcere  (Letto 831 volte)

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Nel 2015 sono calati i suicidi in carcere
« il: Gennaio 22, 2016, 22:43:49 pm »
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/Calano-i-suicidi-in-carcere-Nel-2015-si-fermano-a-39-.aspx

Il dato va guardato in controluce. Per capire la storia che c’è dietro quelle morti tra le sbarre. Solo così, infatti, il numero dei suicidi in carcere potrà continuare a scendere. È vero, va detto, 39 detenuti che si tolgono la vita non sono un dettaglio insignificante, ma questo «è il dato più basso dal 1992». La buona notizia, diffusa ieri dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), porta con sé anche le prime festività natalizie – un periodo di solito di «grande fragilità emotiva» che fa aumentare i suicidi – in cui «non si sono verificati casi».


Uno dei motivi è appunto il miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri (i detenuti sono passati da 68mila a 52mila), come anche – ricorda ancora il Dap – «l’implementazione di progetti di reinserimento sociale e lavorativo», più di 12mila lo scorso anno. Peccato che tutto ciò sia a macchia di leopardo.


Numeri più contenuti, ovviamente, «portano ad una migliore vivibilità», commenta don Virgilio Balducchi, capo dell’Ispettorato generale dei cappellani nelle carceri italiane, ma ancor di più «sarebbe importante paragonare il numero dei suicidi ai tentati suicidi, comprendendo quindi anche il lavoro degli agenti che li hanno sventati». Quella cifra va letta in filigrana però, «analizzando il vissuto dei detenuti, quando e perché hanno scelto di togliersi la vita »; così si può agire per far calare ancora i suicidi, «certamente già positivo», «con azioni mirate ».


Sta di fatto che passare meno tempo tra le sbarre, o attraverso le misure alternative e di comunità o con il lavoro, sarebbe un buon deterrente. «La detenzione non è perciò l’unica moneta con cui pagare il reato – è la precisazione della presidente del Seac (Coordinamento enti ed essociazioni di volontariato penitenziari) Luisa Prodi – anzi deve essere residuale». Passi avanti in questo «cambio di mentalità» sono stati fatti, ammette, ma «c’è un mondo di sofferenza oltre il suicidio che non va dimenticato, come l’autolesionismo, le morti in carcere per droga e rissa». Il volontariato si è dimostrato un aiuto importante nell’accompagnamento al male di vivere, ancor di più in quelle strutture dirette da figure lungimiranti.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
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