Allora,non sono d'accordo.
Non solo sostengo che in quel periodo storico la tesi secondo la quale la donna era sfruttata e l'uomo era lo sfruttatore è totalmente errata...non solo...io sostengo la tesi opposta ovvero era l'uomo sfruttato e la donna parassitava il superiore sacrificio maschile.
Le realtà lavorative di allora andavano fondamentalmente divise in due grosse realtà:quella rurale e quella industriale(parlo come mangio e quindi Campagna e Fabbrica)
In entrambi i casi ,sia in Campagna sia in Fabbrica, i lavori più massacranti e logoranti erano destinati all'uomo(cosa ancora verissima tutt'oggi)
Le morti sul lavoro erano per la stragrande maggioranza, ieri come oggi,maschili. ...
Tutto vero, a proposito sono illuminanti i libri di Farrell.
Ma Farrel ha spiegato (mirabilmente) un fenomno, poi al fenomeno bisogna dare un senso, bispogna interpretarlo.
Quale sarebbe l'interpretazione tua del suddetto fenomeno? Qual'è l'approdo, il senso e la conclusione del ragionamento? Cosa bisogna dedurre, cosa bisogna fare?
Io posso spiegarti qual'è la mia, di interpretazione.
E' che le femminstre in genere, ma in maniera molto più pesante quelle della seconda ondata (da Elvira Banotti in poi), non hanno considerato le diversità, hanno pensato che rondini e cavalli fossero uguali, ed hanno lavorato in quel senso.
Uomini e donne non sono uguali, invece, e la vittoria di uno non è la vittoria dell'altra; viceversa, la vittoria di una non è la vittoria dell'altro e le loro soddisfazioni sono diverse.
Così sono emersi pensieri aberranti, ad esempio che così come all'uomo non piace ricevere il pene, non sarebbe piaciuto nemmeno alla donna. Pensieri aberranti, ripeto, perversi ed assurdi, ma che pian piano hanno pervaso le menti del popolo italiano.
Ancora oggi e persino qui, ogni tanto si sentono discorsi basati su tale teoria. La donna è un uomo con la vagina, secondo i più, ed anche qui si è letto qualcosa del genere.
Cosa è successo, in realtà, nel corso della storia? E' successo che la situazione storica e l'ambiente determinava i ruoli dei due sessi, (a parte eccezioni), che sono già per natura diversi. Così se si doveva
vivere di caccia, a cacciare ci andavano gli uomini -perchè più adatti- e a tutto il corollario per vivere ci pensavano le donne. (cioè facevano da mangiare, accudivano le abitazioni, i figli piccoli, etc, etc, etc). Ovvio che ciò aveva i suoi pro e i suoi contro. Ma veva i suoi pro e contro anche andare a caccia.
Se oggi scoppiasse una guerra (speriamo di no), le donne tornerebbero a curare la casa e gli uomini andrebbero di nuovo in guerra. Gli uomini morirebbero, le donne sarebbero sfruttate da chi produce bombe e quel che serve per vivere.
Finita la guerra, gli uomini sopravvissuti tornerebbero, le donne rimaste a casa chiederebbero di non essere più sfuttate e in taluni casi, secondo loro, maltrattate. Punto. nulla di nuovo sotto al sole.
Chi ha più meriti, il maschile che è morto in guerra, il femminile che si è fatto sfruttare?
Non so, in ultimo, forse la domanda è balzana e non ha una vera risposta. E' il mondo che va così, ma è pure importante capirlo.
-Come già detto molte volte, io oggi rifiuterei di andare in guerra, così come la donna rifiuta di fare la sua parte, io vorrei rifiutare di fare la mia. Ma tanto è inutile. (per fortuna ho passato l'età per combattere). -
Cambiate le condizioni quindi, non più indispensabili per i lavori di corollario, le donne hanno chiesto quel che hanno chiesto.
Fino ad un certo punto è ok. Oltre un certo punto si sono rese non solo ridicole, ma decisamente dannose, perverse, deviate, fuori di testa. Tuttavia sostenute da tutti i media e dai poteri forti.
Quale
il motivo di tutto ciò?
Io ho la mia idea, ma noto che la gente non ci vuole credere e non ci crede. (
hai voglia e cantà... dice una vecchia canzone)
In realtà utilizzando la semplice logica deduttiva e mettendo insieme anche solo parte degli
innumerevoli indizi, si dovrebbe capire perchè le donne ad un certo punto hanno voluto a tutti i costi diventare uomini, sostenute in questo da tutti i media e dai cd "poteri forti".
(peraltro di recente ci hanno provato anche nei paesi islamici, ma le hanno bastonate; anche in Russia non è andata bene; gli africani hanno detto che il femminismo non è nella loro cultura e non se ne parla. Della Cina non saprei.)
Tornando alle origini del femminismo in America, anche lì si nota che c'è di mezzo l'eugenetica, anche lì si dice che il problema è che siamo in troppi.
Altro, ennesimo, indizio. Ma tanto è inutile.La gente non crede.
Si preferisce insultare, arrabbiarsi, far casino in maniera scomposta; inutile.
Per me l'unica speranza sta nella consapevolezza, la consapevolezza di quel che è accaduto ed accade realmente.