Rispondo solo ai post di TheObserver.
L'identità di genere opposta al sesso biologico (o al limite all'età) non esiste. Un essere umano che si creda un extraterrestre è malato, non ha una diversa "identità di pianeta". Lo stesso si dica per chi soffre di disforia di genere.
Un paese civile dovrebbe garantire che non vengano commessi abusi psicologici (dai genitori - dalla madre in primis - e dalle istituzioni) sui maschi sin dalla tenera età con lo scopo di indurli a sottoporsi ad una mutilazione fisica inutile (anche se legalizzata), dopo che la lesione mentale sia già avvenuta senza che si sia fatto nulla per prevenirla.
La nostra società "aperta" sta facendo i conti con quella patologia, profetizzata da Popper, che si chiama
eccesso di tolleranza. Per come la vedo possiamo tollerare che i trans esistano, ma non possiamo tollerare che ci sia imposto il loro punto di vista, che è un punto di vista intollerante. Molto semplice.
"Persona" è una parola abusata. La persona giuridica è una cosa, la persona socio-psicologica è un'altra cosa. Una persona è un individuo completo, maturo, capace di agire secondo il principio di realtà e di comprendere il mondo secondo i codici linguistici della sua comunità di appartenenza. Un individuo che non sappia riconoscere ed accettare il proprio corpo per quel che è, non è una persona. Ed è pericoloso (anche se persona giuridica e persona psico/sociale sono cose diverse). Il principio di "prevalenza dello psichico" sul "fisico" per giustificare sovrastrutturalmente l'ideologia gender non regge lo stesso. Infatti l'espressione "identità di genere" fa uso del termine "genere" per indicare la componente psichica del proprio rapporto al proprio sesso. Il genere è il genus, ossia la stirpe e la linea di discendenza. Da "genere" viene "genetica" e lì c'è un cromosoma ipsilon (Y) che nessuna mutilazione chirurgica o chimica potrà occultare o modificare.
La discriminazione, ghettizzazione e demonizzazione delle "persone Transgender" che TheObserver pensa di aver subito, esiste, sì. Solo che TheObserver commette un errore cronologico, dovuto forse a problemi di memoria. Prima c'è stata la discriminazione, ghettizzazione e demonizzazione del figlio maschio da parte della madre (e talvolta del padre, complice) e solo poi è nato, come conseguenza, il "transgender", che per soddisfare i genitori (o chi ne faceva le veci) sadici, frustrati o cannibali si fa lacerare le carni da un chirurgo.
Il gender è solo questo super-io che diventa, da patologia familiare che era in principio, patologia civile poi e infine patologia di Stato. L'interpretazione volutamente distorta della ideologia gender è quella che attribuisce alla stessa un valore educativo: nell'ambito della patologia familiare, infatti, il genitore distorce volutamente i propri abusi nei confronti del figlio (maschio o femmina che sia) spacciandoli per strumenti di educazione.
I giochi di ruolo a sfondo sessuale, nelle scuole come fuori, non sono educativi e portano a misconoscere le differenze fra i sessi. Porterebbero, se la transessualità fosse una condizione umana - e non lo è in quanto è l'esito di trattammenti dis-umani - a misconoscere anche le differenze che intercorrono fra persone e transgender/cisgender/transex/cissex o come cavolo volete che si chiamino: infatti travestire un maschio normale da femmina, è un modo per confonderne la sua naturale capacità di distinguere se stesso da un transgender ed eventualmente, ammesso e non concesso che i transgender esistano da bambini, è un modo per confondere la capacità che il transgender ha di distinguersi dal maschio normale (con le femmine ovviamente vale la stessa cosa). Non c'è niente di educativo nell'eliminare la capacità cognitiva di eseguire distinzioni elementari.
Indegno di un paese democratico e civile è che sia consentito ad una minoranza dai tratti analoghi a quelli del fanatismo religioso*, la partecipazione alla quale prevede mutilazioni fisiche e comincia con mutilazioni psichiche, di imporre la propria visione al resto del mondo, senza che neanche sia consentito fare contro-cultura.**
La famiglia tradizionale è l'unica famiglia possibile. Una coppia omosessuale non è una famiglia perché non è riproduttiva. La famiglia non è l'unico gruppo possibile fra quelli finalizzati alla riproduzione. C'è anche chi sostiene che la riproduzione semplicemente non debba basarsi su gruppi stabiliti di persone, ma essere in mano alla collettività tutta, senza un ambito privato di riferimento. La denigrazione del modello riproduttivo tradizionale, cioè la famiglia, eseguita assimilandolo alla formazione di coppie sterili, è un attacco contro la famiglia e non propone alcuna alternativa positiva alla famiglia stessa.
Il matrimonio è il "compito della madre": il suo scopo è la riproduzione. Una "coppia gay" non è riproduttiva. Il matrimonio riceve fondi dallo Stato perché quei soldi servono a svolgere un'attività, che è la riproduzione e l'allevamento dei figli. Dare fondi matrimoniali ad una coppia non riproduttiva conduce inevitabilmente a sottrarre quei fondi ad una coppia riproduttiva: così vengono dati soldi dei contribuenti a coppie che non ne hanno bisogno (e contro la volontà dei contribuenti) e vengono dati meno soldi a chi ne ha bisogno.
*per l'origine religiosa fanatica dell'ideologia trans-gender, vedere
https://it.wikipedia.org/wiki/Cibele e
https://it.wikipedia.org/wiki/Gallo_(sacerdote) .
**nell'antica Roma, che evidentemente di civiltà s'intendeva (anche perché "civitas" è un termine romano), semplicemente vietavano ai cittadini liberi di diventare gàlloi e in questo modo contenevano la minoranza.