non ho capito il sentire profondo ...
se intendi che la nostra percezione della realtà non può corrispondere alla realtà, è scontato: la realtà è sempre di più, perciò la nostra percezione può assomigliare ad una illusione perchè è un progresso dall'ignoranza alla conoscenza e senza alcuna possibilità di compimento su questa terra
così anche il fatto che l'idea di Dio si sia relativizzata, assomiglia un po' ad un luogo comune che prescinde dai termini della discussione: Dio chi è. Domanda senza alcuna risposta seria.
Per i semiti: è l'essere. E cosa è l'essere? L'essere è ... -> A - A ...
Per i greci: Dio è il luminoso, la condizione della conoscenza. Anche qui siamo nella procedura, non nel traguardo.
Per i nordici: Dio è il prezioso. Tutto ciò che vale è Dio in quanto vale. Ma ciò che nella nostra esperienza conosciamo come valore è infinitamente meno del Valore assoluto.
Di Dio possiamo elencare tante qualità, se siamo sani di mente qualità positive, altrimenti a ciascuno il proprio male. (cioè: predicare che Dio vuole il suicidio, che ha creato il mondo per condurlo al nulla, è ovviamente folle)
Vedi San Francesco: Onnipotente, Altissimo, (ma soprattutto) Bon Signore
Ora, un Dio buono posso accettare che perdoni anche chi fa il male, ma faccio fatica ad accettare che tratterà allo stesso modo l'assassino e l'ammazzato, il ladro e il derubato, etc ...
Poi, chi sono io per dire a Dio: che fai?Salva
NOn mi sono spiegato, tu dicevi che Dio può essere visto da alcuni come un'illusione, io affermavo (da non credente) che forse potremmo più correttamente definirlo come una sensazione profonda; sensazione che io non conosco appieno, (da non credente) per cui la mia è solo un'ipotesi.
Per me Dio è un'idea che pervade la mente di chi ci crede e la religione è un insieme di regole generalmente studiato ed ottimizzato per durare nel tempo e per far vivere la gente (il popolo) nella maniera più opportuna e proficua. Che Dio esista o no, date per buone tali premesse, diventa quindi di secondaria importanza; peraltro non mi metterei mai a discutere di fede con un credente.
So che magari sembra blasfemo e sacrilego, ma io la vedo così e però penso che chi crede debba avere massimo rispetto; in questi anni se qualcuno mi ha letto ricorderà che mi sono sempre comportato con coerenza.
Mi limitavo a rilevare, inoltre, come spesso e volentieri anche chi dice di credere non si attiene granchè alle regole di cui sopra, che presumibilmente dovrebbero tendere al bene piuttosto che al male. Ma anche chi fa del male sembra che la cosa non infici minimamente la sua fede e continua a dirsi un buon cattolico, o protestante, ortodosso, musulmano, etcetera.
Quindi, come già dicevano altri in altro 3D, rilevavo questa contraddizione che mi sembra sia in aumento, e perciò parlavo di "relativizzazione delle religioni", e forse chi si comporta in tal modo dovrebbe rivedere il proprio concetto di fede e di religione; ma penso che il discorso sia troppo lungo e complesso per infilarcisi, tra l'altro è un fenomeno che è sempre esistito e forse non è nemmeno esatto dire che appartenga ai nostri tempi; del resto i nazisti avevano scritto sulle fibbie "Dio è con noi", insomma: un altro esempio di relativizzazione, mi pare. Tra l'altro il discorso sarebbe pure interessante, ad averne voglia e tempo. Non sono sicuro, però, che sarebbe producente.