Autore Topic: La PAS Non esiste (dicono le femministe)  (Letto 31737 volte)

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Online Cassiodoro

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La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« il: Maggio 04, 2010, 15:22:26 pm »
Sul WEB si e' scatenata un'azione di screditamento sulla Sindrome di Alienazione Genitoriale, piu' nota come PAS.
Molte femministe la vedono come un attacco "a tutte le donne".
Per chi non la conosce trova in rete la definizione e il lavoro di Gardner, che per primo ha teorizzato e lavorato sulla PAS.

Vittorio Vezzetti e' il primo che ha introdotto la PAS nei tribunali italiani e ta facendo un lavoro di divulgazione di questa patologia, di cui sono vittima i bambini.


Interessante botta e risposta: la PAS esiste?
L'opinione di Vittorio Vezzetti, resp. scientifico ANFI e ADIANTUM


Un utente, un po’ arrabbiato, ci scrive:

Omissis… IN ENTRAMBI I TESTI (DSM-IV E ICD-10), LA SINDROME ALIENAZIONE DA
ALIENAZIONE GENITORIALE O PAS:

1) NON E’ PRESENTE,
2) NON E’ CATALOGATA,
3) NON VIENE RITENUTA,
4) NON E’ AMMESSA,
5) NON E’ MENZIONATA!

Anche L’ O.M.S, (Organizzazione MONDIALE della Sanità), non ha fatto stilare la PAS nella sua lista: Questa ed altre Istituzioni Mondiali che definiscono gli obbiettivi clinici e di investigazione, basano l’inserimento di una eventuale nuova classe diagnostica, solo se sono presenti solide basi empiriche. Non soddisfacendo la PAS………nessun criterio necessario, non viene riconosciuta da parte della comunità scientifica internazionale. LA PAS NON ESISTE!

Ringrazio l’utente che, citandomi, mi dà l’opportunità di importanti precisazioni sul tema delle malattie psichiatriche, del DSM, della PAS. Premetto che non sono, come dice l’utente, laureato in Psicologia bensì in Medicina e che mi sono successivamente specializzato in Pediatria.
Il fatto che una situazione clinica non sia citata nella vigente edizione del DSM, evidentemente, non significa che non esista, come semplicisticamente viene detto dall’utente. Basti pensare che, dalla prima edizione del DSM (datata 1950) a quella attualmente in vigore (datata 1994) le malattie incluse nel trattato sono passate da 112 a 374. Pertanto non possiamo certo pensare a una attendibilità assoluta e atemporale del DSM, cosa cui non credono gli stessi redattori visto che lo aggiornano periodicamente, dato che ben 252 malattie –sulla base di mutate situazioni e mutate conoscenze- sono poi entrate a far parte del DSM. Forse che prima non esistevano?
Per spiegare meglio il fatto che la Scienza muta ricordo, ad esempio, che chi era affetto da morbo di Alzheimer, pedofilia, morbo di Gilles de la Tourette nel 1993 poteva non esserlo più nel 1995, visto che il DSM IV mutò radicalmente i criteri diagnostici.
Oppure rammento che, prima del DSM III si poneva diagnosi di schizofrenia per tutti i disturbi psicotici precoci! Col DSM III, inoltre, vennero introdotte la bellezza di altre 32 malattie in un colpo solo!
Mi pare veramente azzardato e antistorico dire quindi che la PAS non esista solo perché non contemplato nell’elenco attualmente in vigore.
Sicuramente due sono i fattori principali per cui una situazione che chiunque può riscontrare come reale non sia ancora entrata nei manuali. La prima è che i due studi più importanti sul tema, nonostante evidenze chiare, non hanno raggiunto, per esiguità di campionamento, la significatività statistica (il famoso 0.005>P). La seconda è che non esiste nessuna azienda farmaceutica che abbia interessi a spingere per l’introduzione della PAS nei manuali e a fare svolgere ricerche in tal senso.
Altre critiche al DSM, infatti, riguardano più direttamente la dimensione etica, intaccando di conseguenza anche la credibilità scientifica dell'opera: la metà degli psichiatri che hanno partecipato alla stesura dell'ultima edizione del DSM ha avuto rapporti economici (tra il 1989 e il 2004, con ruoli di ricercatore o consulente) con società farmaceutiche.
 Si tratta di tutti gli psichiatri che hanno curato la sezione del manuale sui disturbi dell'umore e sulle psicosi, definizioni di disturbi che in quegli anni si sono accompagnate all'impennata nelle vendite di farmaci "appropriati". Queste scoperte hanno fatto tornare in auge, negli ultimi anni, il tema delle "malattie finte", disturbi creati ad hoc (attraverso ad esempio un semplice "accorciamento" del cut-off per l'inclusione in una diagnosi) per lanciare nuovi farmaci.
Questo, secondo taluni, potrebbe avere facilitato negli anni l’ingresso di situazioni discusse come l’ADHD (curata farmacologicamente) a discapito della PAS (che non ha nessuno sponsor tra i colossi dell’industria farmaceutica) nel DSM, negli elenchi OMS e ICD-10. Chissà qual è la verità… io non posso avere certezze.
Siamo tutti curiosi di vedere cosa accadrà col DSM V: per ora la PAS è stata considerata malattia solo in Florida ma in tanti Paesi viene comunque considerata condizione pregiudizievole al pari del mobbing o dello stalking (che, ricordo al lettore, non sono malattie psichiatriche ma vengono sanzionate efficacemente da molte legislazioni).
Nel mio piccolo ho fatto pervenire al prof. Barnett di Baltimora, propugnatore dell’ingresso della PAS nel DSM V, alcune evidenze sul tema che credo utilizzerà,unitamente ad altre migliaia, nella consensus conference dell’American Academy of Psychiatry.


Fino a non pohi anni fa l'omosessualita' era inserita nell'elenco delle malattie dell'OM.S..... oggi non e' piu' considerata una malattia.......
« Ultima modifica: Maggio 04, 2010, 15:26:15 pm da Cassiodoro »
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Online Jason

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #1 il: Maggio 24, 2010, 15:30:44 pm »
Citazione
Molte femministe la vedono come un attacco "a tutte le donne".

E chiaramente usano sempre questa scusa quando si tratta di punire le donne che fanno del male: odio verso il genere femminile ( ma chi? dove ? Quando ? Chi ha parlato di sterminio delle femmine ? Si parla di punire le donne che non fanno vedere i figli al padre per ragioni senza senso) , maschilismo, misoginia, eccetera eccetera. Poi quando una madre veramente è una stronza patentata, inventano miliardi di scuse.

LE donne per bene sono favorevoli alla PAS , senza dubbio.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Online Jason

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #2 il: Maggio 26, 2010, 11:11:05 am »
26.05.10Sindrome di alienazione parentale (Sap), la malattia inventata!Post in Omicidi sociali & Fem/Activism & Misoginie at 22:47 :: 點閱次數 (31)

Da Infopino (leggi anche delle madri di Madrid contro la Pas o Sap, che in italia pdl e lega vogliono introdurre obbligatoriamente nella cause di affido). L'articolo è del 2006, data in cui in italia fu approvata la legge sull'affido condiviso. Quanto è scritto si sta verificando:

I bambini non sono né ventriloqui né burattini di genitori, psicologi, periti o altri adulti "manipolatori." A questo pretende ridurrli l'inesistente "sindrome di alienazione parentale" conosciuta come SAP ed utilizzata da avvocati e periti difensori di abusanti di bambini.Questa sindrome é inesistente perché una sindrome è l'insieme di sintomi e segni caratteristici di una malattia. Non è solo inesistente come sindrome ma allude anche ad una malattia inesistente: "l'alienazione parentale".

Questa "sindrome" inventata da un nordamericano, Richard Gardner, che giustificando la pedofilia come un particolare orientamento sessuale, si é diffusa danneggiando sin da 1987 molti bambini abusati di tutto il mondo. Utilizzata da "professionisti" (psicologi, psichiatri, periti, "testimoni esperti", avvocati) che non possono ignorare il danno che procurano, la SAP é stata presa in considerazione da giudici che necessariamente devono basare le loro conclusioni su dichiarazioni di "esperti", ed é stata utile solo per la difesa degli abusanti.

Ci sorprende che sino ad ora le associazioni professionali del nostro paese non abbiano manifestato il loro più energico ripudio a questa invenzione che non solo non ha nessun fondamento scientifico, ma evidenzia una assoluta ignoranza della Psicologia e Psichiatria Infantile. Al contrario si sono attivate associazioni come l'APA, Associazione Americana di Psicologia, e l'AAM (Associazione Medica Americana) A queste si é sommato il "backlash" dell'Argentina, continuatore di quanto era stato fatto in altri paesi, prendendo l'avvio quando i sospetti e le accuse di abuso sessuale infantile cominciarono a coinvolgere settori dell'alta società. La sentenza della città di Mar del Plata che lasciò libero un professore di educazione fisica che per noi (che ci basiamo su antecedenti e bibliografia seria e scientifica) é un abusante, dovrebbe allertarci su prossime assoluzioni basate sulla SAP.

Sicuramente la difesa di chi abusa sessualmente di bambini utilizzerà la stessa strategia: screditare le dichiarazioni dei bambini abusati, dei professionisti seri, delle genuine testimonianze di esperti. Per tutto questo vogliamo allertare la popolazione affinché non si lasci ingannare da professionisti di dubbia rigorosità scientifica.

Lic. Monica L. Creus Ureta, MN 6789. Psicologa, (U.B.A, Buenos Aires, Argentina)

Lic. Isabel Monzón MP: 6879, Psicologa, (U.B.A, Buenos Argentina)

Lic. Pilar Vendrell MN 1789, Psicologa, (U.B.A, Buenos Argentina)

Lic. Margarita Urano, CI 6262509, (Psicologa, Buenos Aires, Argentina)

Lic. Sonia Vaccaro, MN 8298, Psicologa - Commissione per l'Investigazione del Maltrattamento, (Madrid, Spagna)

Lic. Cristina Gaffner, Psicologa - M.P.00055

Lic. María Teresa Gutiérrez, in Educazione, CI 16443826, (Buenos Aires, Argentina)

Norma Beatriz Giuffre CI 16.206.172 impresaria (Buenos Aires, Argentina)

Francisco Di Miguel Morale commerciante (Valencia, España)

Romina Vázquez Ayala CI 32.486.182 Giornalista, (Bahía Blanca, Argentina)

Lic. Ester Nani, CI 5726753, Psicologa, (Buenos Aires. Argentina)

seguono più di 600 firme!

Il testo di una lettera inviata a una serie di istituzioni Istituzioni che si occupano del tema e problema degli abusi sessuali commessi su bambini:

Stimati Coleghi, da già troppi anni, assistiamo in silenzio alla costruzione di un mito teorico. Un'invenzione generata per assistere genitori separati dai loro figli in divorzi controversi nei quali il padre era accusato di abusare del proprio figio: la chiamata "sindrome di alienazione parentale" (SAP). Gardner, ed i suoi libri pubblicati da lui stesso, ha dato la possibilità a molti psicologi di dedicarsi a scrivere libri e dare conferenze, costruendo, con le loro repliche, "un mito", invece di dire chiaramente che si tratta di una sindrome inesistente che non può essere scientificamente riconosciuta, di una malattia che non può essere riconosciuta come tale.

Altri professionisti meno scrupulosi hanno presentato la SAP in giudizi,in pubblicazioni, nei mezzi di divulgazione, come una "verità irrefutabile",anche se non risponde a nessuna verità scientifica accertabile e, quello che è peggiore, che contraddice tutto quello che fino ad oggi sappiamo circa la psicologia e la psichiatria infantile. La SAP é usata per permettere le assoluzioni di prevaricatori di bambini ed i progetti di rivincolazione di prevaricatori con i loro figli; per creare associazioni che riuniscono genitori prevaricatori e si incaricano di diffondere la SAP come se fosse una verità scientifica.

Il silenzio delle istituzioni che raggruppano professionisti della salute mentale, non prendendo posizione davanti a questa aberrazione pseudoscientífica, ha permesso la pomozione di pubblicazioni aberranti così che centinaia di bambini sono stati abusati e vittimizzati un'altra volta. L'abuso sessuale infantile ci aggredisce in una maniera insopportabile. La nostra condizione di nevrotico fa che ci risulti non solo inammissibile ma anche impensabile. Come mi ha insegnato la mia cara Isabel Monzón, il peccato della buona gente è non riuscire a vedere il male dove c'é.

Sicuramente, quando no si é professionisti, la nostra prima reazione sarà quella di pensare: "questo non può essere possibile", "questo bambino sta inventando", "come questa persona tanto corretta può essere capace di " Come professionisti non ignoriamo la perversione e sappiamo bene che è quasi impossibile che un bambino inventi un abuso sessuale dove non c'é stato; che madri e genitori non hanno la capacità di "alienare" i loro figli senza che questo diventi evidente. Le testimonianze dei bambini abusati, victimizati più volte, non risultano credibili per molti giudici, ceh, in molti casi, ignorano le perizie ed anche tutto ciò che é sostenuto dalla psicologia infantile e credono che i bambini mentono per una loro propensione a fabulare.

Dovrebbe essere nostro obbligo, come professionisti della salute mentale, contribuire alla formazione degli operatori, distruggendo miti, sostenendo con impegno ciò che le teorie ci hanno insegnato, non ammettendo che si continui a propagare una falsa "teoria", una falsa sindrome di una malattia inesistente. Per questo motivo Vi sollecitiamo a diffondere e a far pubblica la vostra posizione davanti alla SAP.

Lic. Monica Laura Creus Ureta

No ASI*

Per adesioni asino@fibertel.com.ar *

Vogliamo invitarVi a condividere questa campagna contro l'abuso sessuale infantile (A.S.I.) che abbiamo chiamata "No ASI" La campagna consiste nel riuscire a dare la massima diffusione al tema,unire adesioni e firme alla lettera. Proponiamo anche l'uso di un nastro bianco molto vicino al cuore come manifestazione permanente contro l'abuso sessuale infantile.




Massima attenzione perchè queste vogliono continuare a tenere il popolo con l'inganno femminista. Come lo spiegate il suicidio di 1000 padri separati ogni anno in europa ? Vigilare, l'affido condiviso è una cosa importantissima e chi ne è contrario è sessista.
« Ultima modifica: Maggio 26, 2010, 12:27:49 pm da Cassiodoro »
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Offline COSMOS1

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #3 il: Maggio 30, 2010, 17:01:34 pm »
La PAS (Parental Alienation Syndrome = Sindrome da Alientazione del Genitore) non esiste, dicono le femministe, in prima fila le zapateriste.

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/05/30/l-associazione-spagnola-di-neuropsichiatria-contro-la-sap-o-pas-e-la-terapia-della-minaccia

Citazione
30.05.10
L'Associazione Spagnola di Neuropsichiatria contro la Sap (o Pas) e la Terapia della minaccia

Post in Omicidi sociali & Fem/Activism & Iniziative & Misoginie at 10:42 :(53)

 Negli stessi giorni in cui in Spagna nasce la Red de Madres Damnificadas por el pretendido Síndrome de Alienación Parental (SAP) la AEN (Asociación Española de Neuropsiquiatría) si pronuncia pubblicamente contraria all'uso clinico e legale della cosiddetta PAS o SAP. Nella sua dichiarazione la AEN denuncia il fatto che in Spagna, e non solo, si stanno infiltrando nelle sentenze di separazione e divorzio argomenti per il cambio della custodia dei figli/e e altre azioni legali di enorme ripercussione sui minori, che sono rifiutati da una ampia maggioranza dei professionisti della salute mentale.

Secondo i medici della AEN la teoria della Sap è un “castello in aria” le cui ben poco solide fondamenta sono le opinioni personali e le autocitazioni del suo inventore R. Gardner. La Sap è un serio tentativo di medicalizzare quella che è una lotta di potere per l'affidamento dei figli. Si tentano di spiegare le dinamiche complesse di interazione familiare in termini di “programmazione” del bambino/a compiuta dal coniuge “alienante” con lo scopo di denigrare il coniuge “alienato”. Per i membri della AEN questo è un abuso dell'utilizzo dello “psichiatrico-psicologico” che evita di tenere in considerazione il ruolo che ricopre nel conflitto il coniuge considerato “vittima”. Un bella scappatoia nel caso in cui questi sia un maltrattante e la separazione avvenga in seguito a dinamiche di violenza domestica.

Si accusa inoltre l'esplicita differenza di genere supposta nella Sap: sono “le donne che odiano gli uomini” a “programmare” i figli e ogni tentativo di ribellarsi alla perdita della custodia da parte della madre è una prova di questa “programmazione” mentre ogni rifiuto o disagio dei figli o delle figlie nei confronti del padre ne è una ulteriore conferma. Ma Gardner non si ferma qui: addirittura anche i terapeuti che argomentano contro la Sap sono vittime della medesima “programmazione”. Praticamente, contro ogni teoria scientifica, la Sap è costruita in maniera tale che nulla può essere rifiutato perché qualsiasi critica lo converte automaticamente in verità.

La “terapia” che propone e che lui stesso chiamò “della minaccia” elimina qualsiasi possibilità di uscita per un/a bambino/a da una situazione di abuso. Minacciarlo/a con l'incarcerazione o la perdita della custodia da parte del genitore con cui ha il rapporto più forte (generalmente la madre) lo/la obbliga ad accettare la relazione con il genitore maltrattante, presumibilmente violento o abusante.

In base a queste premesse la AEN afferma che la Sap così come la inventò Gardner non ha nessun fondamento scientifico e la sua applicazione comporta gravi conseguenze di fronte ai giudici.

Il documento si chiude con alcune raccomandazioni: rivolgendosi agli psichiatri/psicoterapeuti si chiede di riportare ai giudici argomentazioni basate su teorie scientificamente comprovate e non mere ripetizioni di ricette semplicistiche e che si faccia informazione nei circoli dei professionisti della salute mentale e della giustizia su come si arrivò alla costruzione di questa presunta sindrome e delle gravi conseguenze della sua applicazione, offrendosi come punto di partenza per la nascita di un gruppo di ricerca per approfondire il tema da un punto di vista, finalmente, scientifico.

In Spagna professionisti, mamme e associazioni femministe si stanno mobilitando per creare una corretta informazione e una forte opposizione a chi vorrebbe, ricorrendo alla Pas, imbavagliare e ridurre al silenzio donne, bambini e bambine.


Evidentemente per le paucineuroniche:

  • non è vero che le madri sono le affidatarie nella stragrande maggioranza dei casi
  • le donne non nutrono mai alcun rancore nei confronti dell'uomo da cui si separano
  • le donne non scaricano mai il loro rancore sui figli
  • i figli non vengono mai influenzati dal rancore materno nei confronti del padre
  • i bambini in famiglie separate riescono male a scuola, hanno spesso problemi psicologici, si suicidano con più frequenza, vanno più spesso in galera, per caso, la conflittualità famigliare non c'entra per nulla

http://www.paskids.com/

Citazione
What is Parental Alienation Syndrome (PAS)?

This is the definition of PAS as described by R.A. Gardner who discovered the syndrome and has become an expert in dealing with the issue.

Gardner's definition of PAS is:

    "The parental alienation syndrome (PAS) is a disorder that arises primarily in the context of child-custody disputes. Its primary manifestation is the child's campaign of denigration against a parent, a campaign that has no justification. It results from the combination of a programming (brainwashing) parent's indoctrinations and the child's own contributions to the vilification of the target parent."

(Excerpted from: Gardner, R.A. (1998). The Parental Alienation Syndrome, Second Edition, Cresskill, NJ: Creative Therapeutics, Inc.)

Basically, this means that through verbal and non verbal thoughts, actions and mannerisms, a child is emotionally abused (brainwashed) into thinking the other parent is the enemy. This ranges from bad mouthing the other parent infront of the children, to withholding visits, to pre-arranging the activities for the children while visiting with the other parent.
Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline icarus.10

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #4 il: Giugno 01, 2010, 15:34:48 pm »
Citazione
Donne e uomini a Madrid in piazza per dire No alla Sap e alla Terapia della Minaccia!

L'appuntamento è fissato per le 19, in tante arrivano in anticipo, è la prima volta che scendono in piazza e per l'occasione la maggior parte indossa una maglietta bianca.
Le persone che si uniscono al gruppo iniziale sono molto eterogenee: dalle adolescenti a donne più anziane, c'è anche una buona rappresentanza maschile.

Quando il numero inizia ad aumentare le organizzatrici dispongono dei lumini in circolo di fronte alla sede del Consiglio della Magistratura e partono gli interventi al megafono. Si alternano riflessioni politiche e di informazione su cosa è il fenomeno di criminalizzazione delle madri e i danni dell'applicazione della Sap a racconti di vicende personali. Molte lanciano un appello a tutte le associazioni di donne ad unirsi alla loro protesta ribadendo che la perdita di diritti che l'applicazione della Sap implica non riguarda solo le donne che in questo momento hanno perso la custodia dei loro figli e sono sotto processo ma tutte quante, perchè questa è solo una delle tante forme con cui il neomaschilismo si manifesta.

L'appello di partecipazione è rivolto anche alle singole persone presenti per coinvolgere amiche, conoscenti e parenti perchè tutte e tutti siamo coinvolti e non dobbiamo delegare la risoluzione di problematiche che affettano nel profondo la vita delle persone. E' ribadito che lo stesso appello è rivolto ancha agli uomini e ai padri, perchè le madri vogliono che i padri si prendano cura dei figli, che li crescano con amore e rispetto e creino relazioni altrettanto piene di affetto e rispetto con le loro compagne, perchè la violenza a cui i figli assistono nelle case si ripercuote su di loro, ne sono altrettanto danneggiati: si chiama violenza assistita. Tutte avrebbero voluto compartire il lavoro di crescita e di cura e non scoprire con amarezza che questo interesse emerge solo nel momento della separazione.
 
Le storie raccontate sono storie di resistenza, toccanti, senza pietismi. Molte donne hanno avuto il coraggio di prendere in mano un megafono, mostrarsi pubblicamente e condividere esperienze che hanno travolto profondamente le loro vite. Tra le tante, ne raccontiamo una sola, perché i moltelici piccoli dettagli che le distinguono, e che chi le racconta tiene sempre tantissimo a sottolineare, nascondono una trama comune che è evidente. Una madre ha deciso di separarsi dal marito violento e di denunciarlo. La figlia ha testimoniato con lucidità le scene di violenza alle quali è stata costretta ad assistere. Una lucidità che -sostiene il padre e con lui il giudice- non può provenire spontaneamente da una bambina tanto piccola. La madre è stata accusata di aver "plagiato" la figlia, di averla convinta di aver visto cose che non sono mai successe. Il padre ha ottenuto la custodia della bambina, purché restasse a Madrid. Lui l'ha portata a vivere con sé all'estero. Il giudice non ha intenzione di prendere provvedimenti al riguardo. La bambina, stupita e disperata ha raccontato alla madre che le hanno detto che le cose che ha raccontato non sono successe davvero, che è stata lei a convincerla ripetendogliele all'infinito. Che i suoi ricordi e le sue paure sono solo una allucinazione.

Domanda la madre, prima di finire il suo racconto: cosa deve fare un uomo perché gli venga tolto l'affidamento? Se commettere violenze, violare disposizioni giudiziali, tentare di uccidere la moglie e in alcuni casi purtroppo con successo, se tutto questo non basta, perché per una donna è sufficiente che venga messa in dubbio la denuncia di queste stesse stesse violenze subite, assieme alla parola dei suoi figli, perché gli vengano allontanati? Chi è il soggetto da difendere, chi è il soggetto che la PAS vuole difendere? Come ci si può difendere da una accusa che non deve dimostrare nulla, ma che invece interpreta ogni tentativo di difesa come una conferma della "programmaticità" della madre? Lasciare alla difesa il compito di provare la non esistenza della accusa è il marchio riconoscibile del sopruso e va molto di moda negli ordinamenti totalitari.

La realtà è che, quando a denunciare è una donna, che sia per violenza domestica, molestie sul luogo di lavoro o stupro, è lei a finire sul banco degli imputati, a dover dimostrare di non esserselo inventato o ancor peggio meritato (come se questo giustificasse la violenza).

La giornata si conclude con l'invito a tornare in piazza ogni ultimo lunedì del mese per continuare a lottare, sempre più numeros* e consapevoli.

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/06/02/donne-e-uomini-a-madrid-in-piazza-per-dire-no-alla-sap-e-alla-terapia-della-minaccia#Comments

Insomma per le FikeSekke:

1) Ogni papà, specie se separato, è un violento e come tale è una "minaccia" per l'ex moglie e i figli.
2) Quando si tratta di una denuncia da parte di una donna al marito, lei non deve dimostrare la veridicità dell'accusa nei confronti del marito. Ma basta e avanza la sua dichiarazione.
3) Non esistono donne bugiarde e approfittatrici. Sono tutte candide, oneste e incapaci di mentire. Pertanto non esistono le false accuse.

Infine hanno pure la sfacciataggine di affermare che in caso di denuncia le donne sarebbero costrette a dimostrare di non mentire. Magari fosse così. Significherebbe che esisterebbe ancora lo stato di diritto, cioè che l'accusatore deve dimostrare la veridicità dell'accusa, e non viceversa. Onere della prova. Invece, guarda caso, proprio per quanto concerne i reati sessuali, quelli di violenza domestica e stalking, le leggi in tutti i paesi occidentali, sono fortemente sbilanciate a favore delle donne denunzianti, tant'è che basta la semplice denuncia di violenza sessuale per far scattare l'obbligo del carcere preventivo(Decreto Anti Stupro del marzo 2009, del loro "odiato" Berlusconi), di quella di stalking o minacce per far scattare l'allontanamento dell' ex marito e quindi l'automatica perdita di casa, figli.. E che di fronte ai tanti casi di false accuse, non una, ripeto, non una delle calunniatrici, è stata mai incriminata per Calunnia. Pertanto queste invasate hanno pure la sfacciataggine e la faccia di bronzo di fare queste affermazioni:

Citazione
La realtà è che, quando a denunciare è una donna, che sia per violenza domestica, molestie sul luogo di lavoro o stupro, è lei a finire sul banco degli imputati, a dover dimostrare di non esserselo inventato

 

"Sono contraria alla pena di morte e all'ergastolo, eccetto che per stupratori, pedofili, e per coloro che maltrattano cani, gatti e...criceti"

Offline ilmarmocchio

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #5 il: Giugno 01, 2010, 19:31:13 pm »
Insomma, secondo gli insigni ( si fa per dire) specialisti, la PAS non esisterebbe. Invece la depressione post-partum si. Peccato che il depresso sia lesivo verso se e non verso gli altri. Invece,'ste mamme ammazzano il figli ma non se stesse.
Strano. E sospetto

Online Jason

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #6 il: Giugno 01, 2010, 19:37:49 pm »
Vabbè che riguarda la spagna e non l'italia, quindi francamente me ne infischio...però lo riporto lo stesso
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/06/02/donne-e-uomini-a-madrid-in-piazza-per-dire-no-alla-sap-e-alla-terapia-della-minaccia


L'appuntamento è fissato per le 19, in tante arrivano in anticipo, è la prima volta che scendono in piazza e per l'occasione la maggior parte indossa una maglietta bianca.
Le persone che si uniscono al gruppo iniziale sono molto eterogenee: dalle adolescenti a donne più anziane, c'è anche una buona rappresentanza maschile.

Quando il numero inizia ad aumentare le organizzatrici dispongono dei lumini in circolo di fronte alla sede del Consiglio della Magistratura e partono gli interventi al megafono. Si alternano riflessioni politiche e di informazione su cosa è il fenomeno di criminalizzazione delle madri e i danni dell'applicazione della Sap a racconti di vicende personali. Molte lanciano un appello a tutte le associazioni di donne ad unirsi alla loro protesta ribadendo che la perdita di diritti che l'applicazione della Sap implica non riguarda solo le donne che in questo momento hanno perso la custodia dei loro figli e sono sotto processo ma tutte quante, perchè questa è solo una delle tante forme con cui il neomaschilismo si manifesta.

L'appello di partecipazione è rivolto anche alle singole persone presenti per coinvolgere amiche, conoscenti e parenti perchè tutte e tutti siamo coinvolti e non dobbiamo delegare la risoluzione di problematiche che affettano nel profondo la vita delle persone. E' ribadito che lo stesso appello è rivolto ancha agli uomini e ai padri, perchè le madri vogliono che i padri si prendano cura dei figli, che li crescano con amore e rispetto e creino relazioni altrettanto piene di affetto e rispetto con le loro compagne, perchè la violenza a cui i figli assistono nelle case si ripercuote su di loro, ne sono altrettanto danneggiati: si chiama violenza assistita. Tutte avrebbero voluto compartire il lavoro di crescita e di cura e non scoprire con amarezza che questo interesse emerge solo nel momento della separazione. (Quanta disgustosa ipocrisia , quanto finto perbenismo. Spero che in Italia non succeda una cosa simile) 

Le storie raccontate sono storie di resistenza, toccanti, senza pietismi. Molte donne hanno avuto il coraggio di prendere in mano un megafono, mostrarsi pubblicamente e condividere esperienze che hanno travolto profondamente le loro vite. Tra le tante, ne raccontiamo una sola, perché i moltelici piccoli dettagli che le distinguono, e che chi le racconta tiene sempre tantissimo a sottolineare, nascondono una trama comune che è evidente. Una madre ha deciso di separarsi dal marito violento e di denunciarlo. La figlia ha testimoniato con lucidità le scene di violenza alle quali è stata costretta ad assistere. Una lucidità che -sostiene il padre e con lui il giudice- non può provenire spontaneamente da una bambina tanto piccola. La madre è stata accusata di aver "plagiato" la figlia, di averla convinta di aver visto cose che non sono mai successe. Il padre ha ottenuto la custodia della bambina, purché restasse a Madrid. Lui l'ha portata a vivere con sé all'estero. Il giudice non ha intenzione di prendere provvedimenti al riguardo. La bambina, stupita e disperata ha raccontato alla madre che le hanno detto che le cose che ha raccontato non sono successe davvero, che è stata lei a convincerla ripetendogliele all'infinito. Che i suoi ricordi e le sue paure sono solo una allucinazione.

Domanda la madre, prima di finire il suo racconto: cosa deve fare un uomo perché gli venga tolto l'affidamento? Se commettere violenze, violare disposizioni giudiziali, tentare di uccidere la moglie e in alcuni casi purtroppo con successo, se tutto questo non basta, perché per una donna è sufficiente che venga messa in dubbio la denuncia di queste stesse stesse violenze subite, assieme alla parola dei suoi figli, perché gli vengano allontanati? Chi è il soggetto da difendere, chi è il soggetto che la PAS vuole difendere? Come ci si può difendere da una accusa che non deve dimostrare nulla, ma che invece interpreta ogni tentativo di difesa come una conferma della "programmaticità" della madre? Lasciare alla difesa il compito di provare la non esistenza della accusa è il marchio riconoscibile del sopruso e va molto di moda negli ordinamenti totalitari.

La realtà è che, quando a denunciare è una donna, che sia per violenza domestica, molestie sul luogo di lavoro o stupro, è lei a finire sul banco degli imputati, a dover dimostrare di non esserselo inventato o ancor peggio meritato (come se questo giustificasse la violenza).

La giornata si conclude con l'invito a tornare in piazza ogni ultimo lunedì del mese per continuare a lottare, sempre più numeros* e consapevoli.

Compañer@s un abrazo! la lucha sigue y junt@s lo conseguiremos!

«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #7 il: Giugno 17, 2010, 15:31:26 pm »
E invece la PAS esiste

05/03/08,11:00, Editoriali a cura di Massimo Zanin - Psicologo presso poliambulatorio di Pordenone; Antonella Besa - Psicologo presso
poliambulatorio di Pordenone; Mauro Marin - Medico di medicina generale presso l'ASS n. 6 Friuli Occidentale
La sindrome da alienazione genitoriale (I parte)
La sindrome da alienazione genitoriale (Parental Alienation Syndrome - PAS) è una forma di conflitto interno alle
famiglie coinvolte in separazioni e divorzi, in cui il comportamento di uno o più figli diventa ipercritico e denigratore nei
confronti di un genitore, in quanto l'altro (genitore programmante o GP) lo ha così condizionato nel contesto del
conflitto di coppia.
Si stima che negli USA l'alienazione a vari livelli venga praticata dall'80% dei genitori divorziati e che il 20% di questi
ultimi coinvolgono i figli in tali comportamenti almeno una volta al giorno.
Il medico di famiglia, osservatore delle dinamiche familiari e dei loro effetti sulla salute mentale dei singoli componenti
il nucleo familiare, può rilevare per primo i sintomi di questa nuova sindrome e indirizzare i genitori ai servizi
specialistici di mediazione familiare.
Il quadro familiare
Spesso la PAS viene mantenuta dal genitore affidatario al fine di "demolire" il rapporto tra il figlio e l'altro genitore,
attraverso l'uso di tecniche di programmazione che attingono ad un sistema di credenze, quali i valori morali, religiosi,
filosofici, personali e sociali (box 1).
Ma anche il genitore bersaglio (GB) e i figli possono avere un ruolo nella costituzione della PAS.
A volte i tentativi del GP di alienare il figlio dal GB possono essere così pervasivi da determinare nel bambino
comportamenti ambivalenti: quando è presente il GP il bambino dimostra di rifiutare il GB ma quando invece si trova
solo con il GB gli dimostra affetto. Altre volte entrambi i genitori sembrano avere una parte nel processo di
alienazione mentre il figlio è capace di distaccarsi dal conflitto genitoriale mantenendo un rapporto indipendente con
entrambi. Se il figlio ha un contatto regolare con il GB e questi è capace di mantenere un rapporto sano ed
indipendente con il bambino, la PAS spesso non si sviluppa.
Dunque la PAS non è soltanto il frutto del GP ma è una dinamica familiare nella quale tutti i membri della famiglia
giocano un ruolo ed hanno proprie motivazioni con lo scopo di evitare qualsiasi cambiamento.
Il genitore programmante
Nel tipico caso di PAS, il GP ha dei motivi per schierare il bambino contro l'altro genitore, sostiene e sviluppa delle
ideazioni che giustificano il rifiuto del GB; progetta ed impiega le tecniche più appropriate di programmazione del
figlio; ha inoltre, una limitata capacità introspettiva in merito al danno che sta causando, avendo però ben chiare le
motivazioni e gli obiettivi del suo comportamento; per esempio gli obiettivi spesso includono l'eliminazione del GB;
riguardo le motivazioni del GP, queste possono variare da famiglia a famiglia e le più comuni sono:
    ottenere l'affidamento totale del figlio
    vendetta contro il partner
    convinzione di essere il genitore più adatto
    allontanamento del figlio dal partner perché ritenuto pericoloso o non idoneo ad un rapporto con lui
    paura di perdere l'affetto del figlio
    gelosia per la situazione del partner
    desiderio di controllo e di potere
    timore che il figlio scopra fatti negativi sul conto del GP
    salvaguardia del proprio senso di identità
Il genitore bersaglio
Il GB che presenta le seguenti caratteristiche comportamentali facilita l'instaurarsi della PAS:
    abbandono del bambino o desiderio di farlo
    desiderio di avere un ruolo marginale nella vita del bambino nonostante le apparenti proteste rabbiose contro il GP
    sostanziale incapacità di svolgere il ruolo genitoriale o di sostenere la relazione genitore-figlio
    presenza di problemi psicologici o emotivi



12/03/08,09:00, Editoriali a cura di Massimo Zanin - Psicologo presso poliambulatorio di Pordenone; Antonella Besa - Psicologo presso
poliambulatorio di Pordenone; Mauro Marin - Medico di medicina generale presso l'ASS n. 6 Friuli Occidentale
La sindrome da alienazione genitoriale (II parte)
Riconoscimento della PAS
Le tematiche dell'alienazione riguardano gli argomenti utilizzati dai genitori per programmare i figli. Nei casi di PAS le
convinzioni su queste tematiche sono spesso irrealistiche e diventano ossessioni. Il GP mette in atto una serie di
strategie per influenzare emotivamente il figlio: colpa, intimidazione o vere e proprie minacce, paura, giocare al ruolo
della vittima, ricercare compassione, dire ai figli "la propria verità" sugli eventi passati, indulgenza e permissività.
Attraverso l'induzione ripetitiva di questi stati d'animo nel bambino il GP ottiene l'alleanza del figlio e continua a
controllarne il comportamento attribuendolo però ad una scelta propria del figlio. Più il figlio sostiene il GP nel rifiutare
il GB, più il GP mette in risalto l'importanza dell'opinione del bambino. Una volta testata la complicità del figlio essa
viene rinforzata e qualsiasi segnale di defezione viene punito.
Gli schemi tipici della PAS si riconoscono attraverso l'analisi delle specifiche forme di conflitto familiare, ad esempio:
   Contraddizioni: le dichiarazioni del bambino sono contraddittorie, oppure contraddicono la realtà dei fatti o le
   percezioni di individui imparziali.
   Il bambino ha informazioni inappropriate e inutili su temi della vita di coppia dei genitori.
   Il bambino si uniforma allo stile alienante del GP nell'attacco alla personalità del GB con generalizzazioni negative
   contro il GB per le quali non sa dare giustificazioni specifiche.
   Il bambino ripete in modo pappagallesco le tematiche del GP, perfino utilizzando le stesse parole.
   Il bambino ricerca informazioni sul GB e/o considera le informazioni sul GP come segrete, da non divulgare.
   Divisione: Il bambino non può trovare alcun aspetto positivo riguardo al GB o alcun aspetto negativo riguardo al
   GP.
   Il bambino dimostra un sensazione di limitazione nella facoltà di amare o di essere amato.
Effetti della PAS nei bambini
Gli effetti della PAS sui bambini sono sempre negativi e incidono su:
   Organizzazione psicologica ed emozionale del bambino. Il bambino sviluppa l’identità e il concetto di sé attraverso
   un processo di identificazione con entrambi i genitori e il rifiuto del genitore odiato diventa un rifiuto interiorizzato
   che induce, a distanza di tempo, sintomi di ansia e depressione. Queste conseguenze sono spesso inaspettate
   poiché durante il periodo di alienazione il bambino appare invece di norma tranquillo e sicuro.
   Concetto di sé poiché il bambino interiorizza la rabbia del GP come parte del concetto di sé e spesso l'associa ad
   un senso di colpa per il male fatto al GB.
   Queste emozioni col tempo diventano stati d'animo cronici e sono spesso accompagnati da tendenza alla
   distorsione della realtà, pessimismo e maggior rischio di depressione.
   Funzionamento interpersonale del bambino
   Spesso la dipendenza dal GP inibisce lo sviluppo del bambino che può apparire isolato o immaturo e da adulto
   persiste in tipi di relazioni adolescenziali, continua ad essere dipendente dal GP e impara ad usare il
   comportamento ostile e manipolatorio nelle relazioni interpersonali.
Gli effetti della perdita di un genitore sugli altri aspetti dell'adattamento sono pervasivi. I bambini allevati da un solo
genitore e che hanno perso l'altro hanno minori prestazioni scolastiche; maggiori probabilità di disturbi psicologici;
minore autostima; deficienze cognitive; maggiori problemi nel controllo degli impulsi; problemi di adattamento
scolastico; una maggiore ansia e paura (in modo particolare dell'abbandono); maggiore dipendenza che interferisce
con altri aspetti dello sviluppo e un danno nell'identificazione del ruolo sessuale.
Invece nelle famiglie divorziate in cui entrambi i genitori sono coinvolti attivamente nella vita dei figli si osserva più
spesso che i bambini, mantenendo relazioni continue con entrambi i genitori, hanno maggiori soddisfazioni dalle loro
famiglie, un migliore adattamento complessivo (inclusa una maggiore autostima, una migliore identificazione del ruolo
sessuale, quozienti intellettivi maggiori e prestazioni scolastiche migliori, un migliore adattamento al divorzio e un
miglior adattamento nell'adolescenza), livelli minori di paura ed ansia, specialmente nei confronti dell'abbandono, e
una più elevata qualità di relazione con entrambi i genitori.
Interventi
Il medico di famiglia e l’avvocato probabilmente sono i primi professionisti che vengono a contatto con i casi di PAS.
Non appena si riconosce che il proprio assistito è coinvolto nella PAS si dovrebbe informarlo su questa sindrome. Il
passo successivo sarà quello di identificare i comportamenti alienanti utilizzati dal GP e dal GB e di consigliare
all’assistito di accettare un aiuto psicologico da un esperto nella PAS e in mediazione familiare.
Dopo aver verificato la presenza della PAS lo psicologo ha il compito di capire le motivazioni sottostanti a tutti i
membri della famiglia, i fattori di difesa e la funzione che svolge la PAS nella famiglia, le specifiche tecniche
impiegate e gli schemi coinvolti.
Il processo da seguire dovrebbe aiutare i coniugi a modificare quello che è "l'approccio alla risoluzione dei conflitti". Il
piano di intervento deve essere basato sui fattori che contraddistinguono ogni singolo caso, sebbene in tutte le
situazioni ci siano degli obiettivi comuni:
   1. Stabilire i benefici dei contatti tra il bambino e il GB. Se tutti i membri della famiglia contribuissero a riconoscere i
      benefici del contatto, incomincerebbero ad adottare una cultura familiare di valorizzazione del contatto piuttosto
      che del conflitto.
   2. Strutturare il contatto, includendo contratti comportamentali che riguardano il comportamento problematico. Per
      esempio telefonate frequenti da parte del GP al bambino potrebbero impedire l'instaurarsi di una esperienza
      indipendente con il GB. Contrattare un certo numero di telefonate a certi orari potrebbe ridurre l'ansia.
   3. Evitare l'uso dell'affidamento come strumento correttivo. Nella maggior parte dei casi la relazione con il GP è
      importante perché ha avuto un ruolo di sostegno primario e la paura di interrompere questo attaccamento
      potrebbe condurre alla distruzione del sistema familiare.
      Ciò nonostante frequenti contatti con il GB provvedono a controbilanciare le influenze del processo di PAS e
      possono fare in modo che il bambino abbia dei rapporti stabili con altre persone (per esempio i nonni), che siano
      stimate e significative per il bambino. Se necessario però l'affidamento può essere utile affinché il bambino abbia
      delle esperienze correttive.
   4. Incoraggiare il GB a consultare degli esperti per capire come rapportarsi al bambino con sensibilità, pazienza e
      amorevole insistenza. Al GB potrebbe essere richiesto di dare spiegazioni delicate della situazione al bambino,
      senza però denigrare il GP.
   5. Ottenere alcuni permessi dal GP affinché il bambino possa frequentare il GB. Se risulta che il GP dà questo
      permesso, il bambino può avere il coraggio di progredire; ciò può anche dare delle rassicurazioni al bambino in
      quanto esiste qualche probabilità che la relazione tra il bambino e il GB si consolidi.
   6. Contare sulla presenza esterna di un professionista che assumendosi un ruolo protettivo nei confronti del
      bambino trasmetta un messaggio forte quale: "Il GB non è una persona cattiva" e in tal modo opponendosi
      direttamente al messaggio del GP. Questo approccio deve essere coerente con le reali esperienze avute dal
      bambino: se il GB si è comportato male la cosa non va ignorata o coperta.
   7. Trasmettere alla famiglia il messaggio chiaro che il processo di alienazione è dannoso per il bambino. In alcuni
      casi potrebbe essere saggio identificare la PAS come una forma di abuso psicologico.
   8. Delineare un quadro preciso dei benefici che avrebbe il bambino nel mantenere un contatto con il GB. Questo
      comporta sia dei benefici generali (quelli derivanti dal processo di identificazione; quelli riguardanti il mantenimento
      su una base di realtà,delle paure del bambino, in quanto l'assenza di contatti porta quasi sempre ad un
      incremento irrazionale del livello di paura così concorrendo ad ingigantire le fantasie a proposito del GB; quelli
      riguardanti la prevenzione della perdita di un oggetto d'amore, che spesso porta a un auto risentimento del
      bambino e a un senso di colpa sulle cause della perdita) sia dei benefici specifici che sono dati dal GP, dal GB e
      dalle sue amicizie, e dai familiari. Provvedere al sostegno emotivo. Il GP potrebbe aver bisogno di sostegno
      emotivo affinché il cambiamento abbia luogo, poiché la scomparsa dell'alienazione potrebbe far emergere altri
      problemi per il GP.
Conclusioni
Ogni caso di PAS sospetta deve essere valutato in modo attento, esauriente, collaborativo, deve essere sviluppato
un piano e ordinati degli interventi. Ognuna delle figure professionali coinvolte può giocare un ruolo costruttivo in ogni
famiglia purchè gli interventi siano sinergici e concordati.
univadis                                                            http://www.univadis.it/medical_and_more/Print?url...
         Bibliografia
           Gardner, R.A.(1999), Family Therapy of the Moderate Type of parental Alienation Syndrome. The American
           Journal of Family Therapy, 27(3):195-212.
           Rand, Deirdre C; The spectrum of Parental Alienation Syndrome (part 1), American Journal of Forensic
           Psychology, (1997) 15 (3) p 23-52.
           Rand, Deirdre C; The spectrum of Parental Alienation Syndrome (part 2), American Journal of Forensic
           Psychology, (1997) 15 (4) p39-92.
         Riferimenti Internet:
           www.parentalalienation.com
           www.centrostudi-ancoragenitori.it/
           www.papaseparati.it

Offline ilmarmocchio

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #8 il: Giugno 17, 2010, 15:33:44 pm »
Scusate la lunghezza, ma ho postato questi articoli da un sito che richiede la registrazione.

IDV toscana, quel senatore di m. e la dirigente IDV toscana, oltre alle megere spagnole ( W la Svizzera , tie' )  mentono , sapendo di mentire

Offline jorek

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #9 il: Agosto 10, 2010, 16:54:41 pm »
basterebbe sinceramente rigirare la questione a queste signore:e se un padre a cui è stato affidato in esclusiva il figlio(tipo perchè la madre è una tossicodipendente) non facesse altro che dire peste e corna dell mamma in modo che il figlio la mandi a fare in culo per la vita?secondo voi come reagirebbero? :hmm:

Offline COSMOS1

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #10 il: Settembre 12, 2010, 11:25:36 am »
non c'è peggior idiota di chi vuole esserlo
se qualcuno mi avvisa di un errore, la prima cosa che farò, sarà di non ripeterlo
invece le femminaziste insistono  :w00t:

LA PAS NON ESISTE

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/09/12/il-documento-della-associazione-spagnola-di-neuropsichiatria-sulla-pas/#more-5614

ora, cerchiamo di usare quei 4 neuroni ancora attivi, signorine!

Citazione
Crediamo che il successo che ha avuto il termine nel campo giudiziario si deve al fatto che si tratta di una risposta semplice (e semplicistica) ad un grave problema

lo dite voi, e allora dovreste accontentarvi e chiudere, non insistere

in ambito scientifico ci sono alcune regole:
1 se i problemi ci sono, non si risolvono ignorandoli
2 di tutte le risposte possibili, la + plausibile è la + semplice
3 prima di passare ad una risposta + complessa, bisogna aver indagato a fondo quella + semplice. Se questa ha delle gravi contraddizioni interne (mai dimostrate per la PAS) o non spiega aspetti importanti del problema (anzi accusano la PAS proprio del contrario: che spiegherebbe troppo!), o risulta inefficace nella soluzione dello stesso (x la PAS è l'esatto contrario: solo il sapere che esiste risolve il problema!) si può pensare ad una alternativa. Ma l'alternativa
3A le paucineuroniche non l'hanno mai indicata
3B in ogni caso va sottoposta al medesimo vaglio

perseverare è diabolico, davvero!
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Online Jason

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #11 il: Settembre 12, 2010, 13:03:53 pm »
Citazione
l'alternativa le paucineuroniche non l'hanno mai indicata

Veramente l'hanno indicata , cioè il padre dovrebbe farsi da parte se il figlio lo rifiuta alias deve sottomettersi ai voleri dell'ex moglie ( di solito un figlio ti rifiuta se lo tratti a pesci in faccia ( mi sembrava abbastanza logico ) , se comincia a rifiutarti così di punto in bianco la cosa puzza, e cazzo se puzza , ecco cos'è la PAS ) : bel concetto di parità che hanno le gentil donzelle, eh ? :cool:
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Online Jason

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #12 il: Settembre 12, 2010, 13:24:11 pm »
Cosmos goditi questa , che è più bella ancora  :lol: :lol: :lol: :lol:

[anonym]http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/09/12/fare-del-male-ad-un-bambino-per-vendicarsi-dellex-moglie/#more-5640[/anonym]

Fare del male ad un bambino per vendicarsi dell’ex moglie
E’ domenica, giorno di domande sul senso della vita. Ci chiediamo:

- come fanno certi uomini a volersi vendicare sulle loro ex a tal punto da insinuare che il loro figlio sia malato?

- come fanno certi uomini a volersi vendicare sulla loro ex al punto tale da portare i bambini in tribunale a sostegno delle loro strampalate tesi?

In generale troviamo orripilante, essenzialmente mostruoso, il fatto che esistano uomini che possano pensare che sia salutare obbligare con la forza un bambino ad abbandonare la madre e a stare con loro anche se non vogliono, o che osino immaginare che i bambini possano essere riprogrammati e persuasi che i loro ricordi sono falsi, che le sensazioni che provano non sono corrette, che la loro madre, il loro punto di riferimento, la loro certezza utile per il loro equilibrio, sarebbe cattiva e vorrebbe fare loro del male, indurli perfino a farsi periziare, consegnandoli a professionisti di dubbia categoria, sottoponendoli ad ore e ore di sperimentazioni atroci, per poi esibirli biecamente in tribunale come fossero cavie, scimmie ammaestrate. ( Eh lo so, è orripilante che ci siano uomini che non si sottomettono alle ex mogli  :D vabbè dai piano piano ci si fa l'abitudine, in fondo essere schiavetti prima o poi stufa  :D )

Di un bambino non si può neppure dire che sia un protagonista di arancia meccanica e dunque davvero non si spiega come mai debba essere trattato da criminale o peggio come un perfetto deficiente che non è in grado di distinguere una carezza da uno schiaffo e una parola gentile da un discorso pieno di odio. Qualunque uomo che goda nel vedere trattato il proprio figlio in questo modo non è degno di essergli padre. ( anche qualunque donna che riduce a larve gli ex mariti non è degna di essere chiamata madre, no cazzo è un'offesa alle madri per amore!  )

Se un bambino non vuole stare con l’uomo che gli ha dato lo spermatozoo forse c’è una buona ragione (quando si dice sei utile solo per gli spermatozoi) . Se un bambino ha paura, timore, indifferenza, distanza nei confronti di quell’uomo forse c’è una buona ragione. Se un uomo è o è stato una brava persona, non violento con la madre di suo figlio o con il figlio stesso, se è stato un buon padre non ha alcun motivo per immaginare che possa essere rifiutato ( Ripeto fumate meno canne, la realtà non è sempre così )  Nel caso contrario non ci si può aspettare che un bambino rimuova la propria capacità di difendersi allontanando le persone che sente nocive per sè o che rimuova le contraddizioni che il padre non ha voglia di affrontare. In quel caso è abbastanza chiaro che il bambino ha voglia di crescere, libero dall’odio e dalla violenza, e il padre invece no. (ma poi tutti sti padri violenti dove sono ?  :huh:)

L’uomo che viene rifiutato dovrebbe dunque chiedersi il perchè. (ah certo, sempre l'uomo. Mai la donna! )  Dovrebbe cercare risposte nel proprio comportamento, in ciò che è stato e in quello che ha fatto perchè nella vita, alla fine, i conti tornano tutti e i figli, che certi uomini trattano come fossero una proprietà, non dimenticano niente. Proprio niente. ( Anche i figli si ricordano che le ex mogli stronze non hanno mai permesso di vedere il padre. Non dimenticano proprio niente )

Secondo te è pura cattiveria o solo una dose presa in eccesso ? :lol:
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline mik

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #13 il: Settembre 12, 2010, 15:23:51 pm »
Cosmos goditi questa , che è più bella ancora  :lol: :lol: :lol: :lol:

[anonym]http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/09/12/fare-del-male-ad-un-bambino-per-vendicarsi-dellex-moglie/#more-5640[/anonym]

Fare del male ad un bambino per vendicarsi dell’ex moglie
E’ domenica, giorno di domande sul senso della vita. Ci chiediamo:

- come fanno certi uomini a volersi vendicare sulle loro ex a tal punto da insinuare che il loro figlio sia malato?

- come fanno certi uomini a volersi vendicare sulla loro ex al punto tale da portare i bambini in tribunale a sostegno delle loro strampalate tesi?

In generale troviamo orripilante, essenzialmente mostruoso, il fatto che esistano uomini che possano pensare che sia salutare obbligare con la forza un bambino ad abbandonare la madre e a stare con loro anche se non vogliono, o che osino immaginare che i bambini possano essere riprogrammati e persuasi che i loro ricordi sono falsi, che le sensazioni che provano non sono corrette, che la loro madre, il loro punto di riferimento, la loro certezza utile per il loro equilibrio, sarebbe cattiva e vorrebbe fare loro del male, indurli perfino a farsi periziare, consegnandoli a professionisti di dubbia categoria, sottoponendoli ad ore e ore di sperimentazioni atroci
, per poi esibirli biecamente in tribunale come fossero cavie, scimmie ammaestrate. ( Eh lo so, è orripilante che ci siano uomini che non si sottomettono alle ex mogli  :D vabbè dai piano piano ci si fa l'abitudine, in fondo essere schiavetti prima o poi stufa  :D )

Di un bambino non si può neppure dire che sia un protagonista di arancia meccanica e dunque davvero non si spiega come mai debba essere trattato da criminale o peggio come un perfetto deficiente che non è in grado di distinguere una carezza da uno schiaffo e una parola gentile da un discorso pieno di odio. Qualunque uomo che goda nel vedere trattato il proprio figlio in questo modo non è degno di essergli padre. ( anche qualunque donna che riduce a larve gli ex mariti non è degna di essere chiamata madre, no cazzo è un'offesa alle madri per amore!  )

Se un bambino non vuole stare con l’uomo che gli ha dato lo spermatozoo forse c’è una buona ragione (quando si dice sei utile solo per gli spermatozoi) . Se un bambino ha paura, timore, indifferenza, distanza nei confronti di quell’uomo forse c’è una buona ragione. Se un uomo è o è stato una brava persona, non violento con la madre di suo figlio o con il figlio stesso, se è stato un buon padre non ha alcun motivo per immaginare che possa essere rifiutato ( Ripeto fumate meno canne, la realtà non è sempre così )  Nel caso contrario non ci si può aspettare che un bambino rimuova la propria capacità di difendersi allontanando le persone che sente nocive per sè o che rimuova le contraddizioni che il padre non ha voglia di affrontare.[/u] In quel caso è abbastanza chiaro che il bambino ha voglia di crescere, libero dall’odio e dalla violenza, e il padre invece no. (ma poi tutti sti padri violenti dove sono ?  :huh:)

L’uomo che viene rifiutato dovrebbe dunque chiedersi il perchè. (ah certo, sempre l'uomo. Mai la donna! )  Dovrebbe cercare risposte nel proprio comportamento, in ciò che è stato e in quello che ha fatto perchè nella vita, alla fine, i conti tornano tutti e i figli, che certi uomini trattano come fossero una proprietà, non dimenticano niente. Proprio niente. ( Anche i figli si ricordano che le ex mogli stronze non hanno mai permesso di vedere il padre. Non dimenticano proprio niente )

Secondo te è pura cattiveria o solo una dose presa in eccesso ? :lol:

Chi ha scritto questo "capolavoro" di analisi psicologica (si tratta per caso della stessa "facitrice di miracoli psicoterapeutici" nei confronti degli uomini non machisti o e' un'altra mente altrettanto geniale?) ha mai sentito parlare di qualche studio di terapia sistemica familiare? (se ne scrivono in abbondanza dal 1956).
Mai sentito parlare di mistificazione?(Ronald Laing)
E di doppio legame? (Gregory Bateson, Haley, Jackson, Weakland)
"Giochi psicotici" nelle famiglie?(Mara Selvini Palazzoli)
Lealta' invisibili?(Ivan Boszormenyi-Nagy)
mai dato un'occhiata alle centinaia di saggi scritti sulle dinamiche familiari e facilmente reperibili in qualunque biblioteca o libreria?
Probabilmente no, erano troppo impegnate a studiare i profondi testi sacri del femminismo(che, a dire il vero, qualcosa-molto- ci dicono su chi li ha scritti:vedi l'esempio della Solanas e non solo).

Come fanno certe donne (troppe) ad infischiarsene completamente dei propri figli al punto di usarli come armi di ricatto e ripicca nei confronti di molti ex mariti?
Come fanno a vedere nei figli solo delle proprieta' su cui accampare inesistenti diritti e a dimenticarsi dei doveri che entrambi i genitori(madri incluse) hanno nei loro confronti?
E' mostruoso che ci siano donne che negano ai loro figli il diritto al rapporto con la figura paterna per miserabili motivazioni di rancore e vendetta(e qualche volta interesse economico).

"Nel caso contrario non ci si puo' aspettare che un bambino rimuova la propria capacita' di difendersi allontanando le persone che sente nocive per se'...": magari i bambini avessero questa capacita'(sai quante madri manderebbero a quel paese all'istante!). La realta' e' che il bambino pone sopra ogni cosa l'essere accettato dall'adulto che lo accudisce ed e' piu' che disposto ad adattare le proprie idee, le proprie emozioni, la propria visione degli altri, le proprie priorita' sulla falsariga dell'adulto da cui dipende: non e' difficile per l'adulto che (agli occhi del bambino) garantisce la sua protezione e la sua sopravvivenza spingerlo nella direzione desiderata: cio' naturalmente al prezzo della felicita' del bambino(ma a quante madri e padri oggi interessa veramente il benessere dei propri figli?).

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Re: La PAS Non esiste (dicono le femministe)
« Risposta #14 il: Settembre 13, 2010, 09:15:34 am »
ieri scrivendo che il "problema esiste" non potevamo sapere che oggi i giornali ci avrebbero confermato in pieno:

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/13/news/sereni_padri_separati-7018364/?ref=HRER2-1

silenzio, per favore, e rispetto!

Citazione
Il caso
Sereni para tutto e si sfoga in tv
testimonial dei padri separati dai figli
Il portiere del Brescia: "Non vi vedo da mesi, vi dedico la vittoria". Non incontro i mei bambini da molto tempo, e non per mia volontà. Si moltiplicano le associazioni di chi dopo il divorzio si vede negare la possibilità di mantenere rapporti con i figli di MAURIZIO CROSETTI

Sereni para tutto e si sfoga in tv testimonial dei padri separati dai figli

TORINO - Mentre parla ai suoi bambini dentro una telecamera, la voce di Matteo Sereni trema un po', non come le mani che parano tutto. "Dedico questa vittoria ai miei figli che non vedo da molto tempo, e non per colpa mia". Di solito, dopo una partita i giocatori raccontano della prestazione, del risultato, del mister, dei compagni, dei tifosi. Invece Matteo Sereni, 35 anni, portiere del Brescia, migliore in campo ieri contro il Palermo (3-2 il risultato, grazie anche ai voli e ai guizzi del vecchio numero uno), nell'intervista a caldo spalanca una porta sull'abisso in cui spesso precipitano i padri separati, in guerra giudiziaria con le ex mogli.

La storia del calciatore è uguale a tante, dolorosa allo stesso modo: nel 2009, 100.252 bambini (66.406 dei quali minori) sono stati coinvolti in separazioni non consensuali, e 49.087 in divorzi. Le vittime sono innanzi tutto loro, oggetti di violenza anche psicologica, costretti a crescere nel parziale vuoto affettivo, usati come merce di scambio o ricatto, ma anche il destino dei padri può essere triste e senza uscita; nell'85 per cento dei casi, i giudici affidano i figli alle madri, e spesso gli accordi e gli obblighi sul tempo da concedere ai papà vengono disattesi o ignorati.

Il portiere del Brescia si è separato dalla moglie Silvia un anno fa. Si conobbero quando lei si occupava di pubbliche relazioni per alcune discoteche genovesi, fu un amore dirompente con tanto di matrimonio esotico su una spiaggia giamaicana. Un'unione atipica e duplice, perché Silvia era anche la procuratrice del marito: fece scalpore il duro scontro che la signora ebbe con Claudio Lotito, presidente laziale, quando Matteo giocava a Roma. Donna che non teme il muro contro muro e non solo nella professione, la signora Sereni cura anche gli interessi di David Di Michele, appena passato dal Torino al Lecce.

Nel primi mesi dopo la separazione, Matteo poteva vedere i figli col contagocce, e da giugno non riesce neppure a sentirli al telefono. Così, l'unico modo per comunicare con Giorgia, 5 anni e con Simone, 9 anni, è stata l'intervista televisiva dopo la formidabile partita.

Il messaggio scritto dal calciatore dentro quella specie di bottiglia che può essere una telecamera, nel giorno in cui il Brescia tornava a giocare e vincere in serie A, in casa, dopo cinque anni, è identico a quello che decine di migliaia di padri separati affidano ogni giorno al web, dove non si contano le associazioni che li tengono uniti, dando possibilità di sfogo e ascolto condiviso, oltre ad assistenza legale e consigli pratici. Su Internet colpiscono le storie di questi uomini, dentro blog e siti che si chiamano "Caro papà", "Figli contesi", "Forza papà", "Figli negati" oppure "Papà separati": dove, per separati, bisogna intendere dai figli e non solo dalle mogli.

Gallerie fotografiche toccanti, nelle quali i padri sfilano cullando bambolotti che simboleggiano i bimbi contesi, e forse perduti. Non è raro che sullo sfondo delle battaglie tra genitori possa esplodere la tragedia: negli ultimi dieci anni, sono stati uccisi in raptus o a sangue freddo 158 minori, trasformati in oggetto di vendetta e follia. Ma vi sono anche pagine e pagine di testimonianze, di sofferenza ma anche di indigenza, perché proprio tra i padri separati sta crescendo enormemente la percentuale dei nuovi poveri che si rivolgono alla Caritas o ai servizi sociali, appelli e lettere che si rivolgono ai piccoli lontani. Un po' come ha fatto Sereni. E la sensazione, molto forte, è che in quei pochi secondi di intervista (gli importava davvero qualcosa, ormai, della grandiosa partita appena disputata?), l'anziano portiere parlasse e soffrisse a nome di tanti.
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati