Riprendo le considerazioni partendo dall'analisi delle figure femminili presenti in entrambi i film in questione.
Hacksaw Ridge: Prevalentemente appaiono due figure, la madre e la fidanzata (poi moglie) del protagonista.
Trattandosi di fatti realmente accaduti auspico nella veridicità di quanto riportato.
La madre di Desmond Doss (questo il nome del protagonista) viene presentata come una pia donna di casa che si ritrova talvolta a subire i problemi d'alcoolismo
del marito, generati dai sensi di colpa vissuti da costui per il fatto di essere uno dei pochi sopravvissuti alla prima guerra mondiale.
Non a caso lo si vede più di una volta a brindare sulle tombe dei suoi commilitoni. (Qui certamente le femministe griderebbero al maschio oppressore).
La fidanzata di Desmond, Dorothy, è infermiera in un ospedale e si occupa di prelievi del sangue. Persona dolce ma affatto ingenua.
Desmond se ne innamora a prima vista e si fa prelevare il sangue apposta per conoscerla.
La scena che ritengo chiave circa la mia considerazione di "donna che affianca l'uomo in modo discreto e fiducioso" è quella in cui lui sta per essere messo a
processo dalla Corte Marziale causa il suo rifiuto di maneggiare armi e lei viene portata in cella per convincerlo a desistere.
Riporto a questo punto il dialogo tra di loro.
Desmond - Non mi lasciavano chiamarti.
Dorothy - Sapevo che non dipendeva da te. Dicono che ti metteranno in prigione, Desmond. Non ne varra' la pena. Ci dev'essere un altro modo.
Desmond - Non so quale potrebbe essere. Ho fatto tutto quanto mi hanno chiesto, a parte questo, e mi trattano da criminale per non voler uccidere.
Dorothy - Ci hai provato. Nessuno puo' dire che non l'hai fatto. Ma, chi salveresti in prigione?
Desmond - Forse nessuno.
Dorothy - Allora, prendi questo stupido fucile e sventolalo un po'! Non sei costretto a usarlo, arriva a meta' strada...
Desmond - Non posso farlo.
Dorothy - Si', puoi. E' solo orgoglio. E ostinazione. Non confondere la tua volonta' con quella del Signore.
Desmond - Sono stato orgoglioso. Forse, lo sono tutt'ora. Ma non so come vivro' con me stesso se non resto saldo
nella mia fede... ne' come tu potresti vivere con me. Non potrei mai essere l'uomo che voglio essere ai tuoi occhi.
Dorothy - Mi sono innamorata di te perche' non eri come gli altri. E neppure cercavi di esserlo. Non pensare neppure per un momento che mi deluderai.
Ti amero'... a qualsiasi costo.
Dinanzi alla libera e ferma convinzione di Desmond Dorothy si arrende e da quel momento lo appoggia nel suo intento ben conscia delle possibili conseguenze.
Non si intestardisce, non si inalbera nella sua posizione iniziale e, soprattutto, non lo molla ritenendolo un fallito.
Desmond Doss salvò da morte certa 75 soldati tra cui anche alcuni giapponesi.
Manchester by the sea: Qui le figure femminili sono cinque: le protagoniste sono la moglie e la cognata del protagonista, quelle non in evidenza sono La dottoressa Bethany,
poi la moglie del migliore amico, infine la madre che non appare mai di persona ma di cui si coglie la presenza all'inizio e, soprattutto, alla fine.
Nelle protagoniste si evidenziano i comportamenti tipici delle "emancipate moderne":
la moglie di lui è un compiendio di disprezzo e noncuranza nei suoi confronti condito da una lista di epiteti ingiuriosi
(nella maggior parte dei dialoghi è così).
Nel momento in cui la disgrazia li colpisce (muoiono i loro tre figli a causa di un errore commesso da lui)
lei prima se ne libera, poi si rifà una vita con un altro, ci fa un figlio e infine, dulcis in fundo, sapendo che lui è
di nuovo in città per la morte di suo fratello, cerca di incontrarlo, parte con un mea culpa che sa tanto di pretesto
per affermare infine davanti al bambino in carrozzina "Io ti amo!"
A quel punto lui va letteralmente in crisi e molla tutto il progetto costruito con immane fatica circa la tutela del nipote rimasto orfano.
Ricordo che nel trailer l'attrice è stata definita "magnifica".
Per cosa? Per tutti i "vaffa..." "str..." "cog..." "caxx..." che ha elargito a piena bocca nei confronti degli uomini?
Passiamo alla cognata, mamma dell'orfano. Ci si sarà chiesti perchè non il ragazzo non sta con lei.
Ebbene, durante la sua permanenza in casa è una depressa ubriacona.
Quando al marito viene diagnosticato uno scompenso cardiaco che potrebbe farlo vivere al massimo altri dieci anni, dà letteralmente
fuori di testa, molla il marito seduta stante in ospedale e, successivamente, lo molla per mettersi con un altro.
Suo figlio, alla morte del padre cerca di reincontrarla, la rintraccia e si fa portare da lei dallo zio con la speranza che lo accolga.
L'accoglienza non dura nemmeno il tempo di un pranzo perchè lei, incapace di collocquiarci in modo tranquillo, s'alza da tavola, va in cucina
e provoca un tal baccano di stoviglie da costringere il compagno ad alzarsi per correre da lei e lasciare il ragazzo desolatamente solo in sala da pranzo.
A quel punto, il ragazzo si convince a rimanere con suo zio.
Le altre tre figure femminili:
La dottoressa Bethany è quella che comunica la diagnosi al fratello del protagonista, incassa le sclerate della cognata
in modo equilibrato, quando il fratello muore il protagonista chiede subito di lei ma questa è assente in maternità.
Lui rimarcherà apprezzamento nei suoi confronti per essere comunque stata sempre vicina al fratello.
La moglie dell'amico è l'unica che accoglie il protagonista in un abbraccio sincero permettendogli uno sfogo.
In quel momento lui capirà di non poter più proseguire e proporrà a lei e al marito di assumersi la tutela del nipote che accetteranno.
La madre del protagonista, infine. Ne appare semplicemente il nome: all'inizio è il nome della barca su cui zio, nipote e padre del ragazzo andavano insieme a pescare. Alla fine si ritrova riportato sulla lapide della tomba di famiglia.
Da questi due soli indizi se ne deduce che la madre dei due fratelli, in vita, doveva essere stata per loro, una vera madre.
In questo film si può cogliere tutta la sconfitta di un uomo che si ritrova come "consorte" una donna che altro non fa che remargli contro.
Per quanto la critica possa definirlo "bellissimo" io lo trovo tragico e deprimente.