Autore Topic: Perseguitati fin da bambini: preside ed assistente sociale avevano già deciso !!  (Letto 1499 volte)

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Citazione
A giudizio preside e 2 maestre
Processo anche per psicologo e assistente sociale

(ANSA) - MILANO, 7 MAG - Una preside, due maestre, uno psicologo e una assistente sociale sono stati rinviati a giudizio a Milano. La vicenda e' quella dei due fratellini di Basiglio (Milano), che, nel 2008 vennero tolti ai loro genitori per oltre due mesi e affidati ai servizi sociali. Il provvedimento fu preso per un disegno ose' trovato sotto il banco di scuola della bambina, che poi risulto' pero' realizzato da un'altra alunna.Lo ha deciso il Gup di Milano, Maria Grazia Domanico.

Offline COSMOS1

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FINALMENTE  :D

erano anni che aspettavo questa decisione

fu un fatto assolutamente scandaloso e inaccettabile

peccato che non rischino ciò che meritano (l'impiccagione)  :mad:
Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline COSMOS1

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anche il giornalista si accorge che i giudici sono un po' troppo autoreferenziali ed autoassolutori
ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: meglio di niente, è già un grande passo
dobbiamo forse ringraziare Steffenoni e il suo libro che la cortina su questi casi si è alzata

http://www.ilgiornale.it/interni/in_cinque_processo_aver_tolto_bimbi_basiglio_genitori/08-05-2010/articolo-id=443707-page=0-comments=1

Citazione
In cinque a processo per aver tolto i bimbi di Basiglio ai genitori
di Luca Fazzo

A strappare senza motivo due fratelli alla loro famiglia, catapultandoli nel tunnel degli istituti di accoglienza, fu una sentenza della magistratura: per l’esattezza, del tribunale dei minori di Milano, su parere conforme della Procura per i minorenni. Ma quei giudici non ebbero colpe, dicono ora i loro colleghi della Procura della Repubblica, perché vennero indotti in errore: e a giudizio vengono rinviati ieri solo la preside, gli insegnanti, l’assistente sociale e lo psicologo che con una lunga serie di leggerezze e di falsità preparano la strada al dramma andato in scena a Basiglio, ricco comune dell’hinterland milanese.
La storia di G., nove anni, e di suo fratello A., tredici anni, nel frattempo in tutta Italia è diventata un po’ la vicenda-simbolo di chi sostiene che bambini e ragazzini vengano tolti alle famiglie con troppa leggerezza. Ovviamente, non sempre è così. Ma a Basiglio è ormai certo che andò proprio in questo modo. Sulla base di un disegno si sostenne che una bambina fosse abusata sessualmente dal fratello di poco più grande di lei. «Il disegno lo ha fatto proprio lei», disse la preside. Tutti le credettero senza fare nessun controllo: assistenti sociali, psicologi e magistrati. In realtà, il disegno lo aveva fatto un’altra bambina, e sarebbe bastato confrontare le grafie per accorgersene. Ma prima che la verità venisse ristabilita e che i due bambini potessero tornare dai genitori passarono due lunghi mesi.
Dal 13 luglio prossimo verranno processati la preside Graziella Bonello e due insegnanti della scuola, tutte accusata di falsa testimonianza per avere indicato la bambina come autrice del disegno incriminato: e il reato ipotizzato a loro carico significa che - secondo la Procura - sapevano bene che in realtà a fare il disegno era stata un’altra alunna. Insieme a loro verranno processati per lesioni colpose Federica Micali, assistente sociale, e lo psicologo Luca Motta: ovvero i due dipendenti del Comune di Basiglio che il giorno stesso, senza nessuna verifica, chiesero alla Procura di allontanare entrambi i piccoli dalla famiglia. L’accusa di lesioni non nasce da quell’errore, ma dalla pervicacia con cui nei giorni successivi cercarono in tutti i modi di convincere A., il fratello maggiore, a testimoniare che le cose erano andate come dicevano loro. Da quelle insistenze, sostiene l’accusa, il bambino ricevette un trauma profondo e duraturo.
Eccesso di zelo, leggerezza, presunzione: si potrebbero sintetizzare così, i moventi che hanno reso possibile questa incredibile storia. «Sbagliare è sempre possibile. Ma ogni nostra decisione è stata presa in buona fede e con l’obiettivo di tutelare i bambini», aveva dichiarato al Giornale Marina Caroselli, presidente del Tribunale dei minori di Milano, il giorno in cui era stato finalmente deciso di «liberare» i bambini, nel maggio 2008. Ma aveva insistito a difendere la linea seguita dai suoi giudici nel caso di Basiglio, «i due bambini tornano a casa, certo, ma per noi il caso non è chiuso. Bisogna capire cosa è accaduto davvero. Se potessi raccontare cosa c’è nel fascicolo processuale si capirebbe da dove nascono le nostre preoccupazioni». Ora il caso è chiuso, altri magistrati hanno aperto quel fascicolo. E dicono che i fratellini di Basiglio alla loro famiglia non avrebbero mai dovuto essere tolti.


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