Autore Topic: Dietro a un grande pirata si nasconde sempre una grande piratessa...  (Letto 1760 volte)

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Online Frank

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http://www.linkiesta.it/it/article/2017/05/09/una-storia-antica-e-dimenticata-le-donne-nella-pirateria/34099/

Citazione
Una storia antica e dimenticata: le donne nella pirateria
Non tutti lo sanno, ma ci furono anche donne che si infiltrarono, sotto mentite spoglie, tra le ciurme che battevano i sette mari. Alcune di loro erano ferocissime e cattive
di LinkPop

Dietro a un grande pirata si nasconde sempre una grande piratessa. Una verità spesso tenuta celata: se tutti ricordano i nomi di Barbanera o di Capitan Kidd, sono esistite numerose donne-pirata che hanno accompagnato i loro colleghi nei sette mari alla ricerca di navi da depredare e tesori da scovare.

Qualche nome? Anne Bonny, o Mary Read. Come spiega lo storico Marcus Rediker, erano in tante e tutte travestite da uomo, nella tradizione “del cross-dressing, paneuropea nelle sue dimensioni, ma forte in modo particolare in Inghilterra e in Olanda”. Per essere più precisi, si trattava di persone disperate. Emarginate e dimenticate, avevano una sola possibilità per sopravvivere. Imbarcarsi e partire. Ma visto che la pirateria, come molte altre attività dell’epoca (compreso il teatro) era un “mestiere per uomini”, erano obbligati a fingersi maschi.

Succede. Oltre alle durezze della vita di bordo, con tanto di difficoltà fisiche, i marinai pensavano che portassero sfortuna e, in generale, causassero disordini e ammutinamenti. Lo pensavano anche i pirati, che pure erano interessati solo al profitto, condividevano questa lettura. Le donne indeboliscono le strategie, rovinano gli attacchi e suscitano discordia nella ciurma. Meglio senza.

Questo però non impedì a certe coraggiose di indossare abiti maschili e imbarcarsi lo stesso. Ad esempio la succitata Anne Bonny si distinse per atti di grande crudeltà. Uccise alcuni compagni per la loro codardia, mentre la collega Mary Read fece secco un nemico del suo fidanzato in duello. Esatto, il suo fidanzato: la verità è che a un certo punto le donne si trovarono entrambe costrette a rivelare la loro identità e, anche grazie al loro coraggio, vennero accettate nonostante il loro genere. Alcune di loro, con furbizia, ricorsero alla carta “ma io sono una donna” per sfuggire a qualche punizione, facendo appello a vere e presunte gravidanze.

“Non sapremo mai quante donne-pirata sono esistite”, conclude lo studioso. Di sicuro, però, “aggiunsero una dimensione del tutto nuova al fascino sovversivo della pirateria, impossessandosi di quella che, allora, era considerata libertà per uomini”. In un certo senso, compivano un atto di pirateria sulla pirateria stessa.
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Online Frank

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Re:Dietro a un grande pirata si nasconde sempre una grande piratessa...
« Risposta #1 il: Maggio 11, 2017, 19:22:29 pm »
http://libramenteblog.blogspot.it/2017/05/linkiesta-jstor-daily-e-le-donne-pirata.html

Citazione
Linkiesta, Jstor Daily e le donne pirata
maggio 11, 2017

Allora, partiamo da una premessa: se prendi un pezzo, un bel pezzo, di qualcun altro e lo traduci o lo reinterpreti nella tua lingua, non fai di per sé un male. Anzi, magari permetti a dei lettori che non potrebbero accedere a quei contenuti, banalmente, per un problema di decodificazione linguistica, di sapere qualcosa in più su un determinato argomento.
Ma dato che è tra i dettagli che si deve frugare per capire i reali interessi in gioco, quando si tratta di buona fede, la prima cosa da fare è dichiarare che si sta traducendo o prendendo ispirazione. Così non è per un recente articolo di Linkiesta (lo trovate qui) che riprende praticamente per intero un articolo pubblicato su Jstor Daily (questo). Ripeto, di per sé nulla di male, se non fosse che da nessuna parte si leggono:
A) il rimando bibliografico al saggio dello storico che viene citato, Marcus Rediker;
B) il rimando o il link all'articolo originale.

Vogliamo essere sicuri che si tratti di una traduzione? Prendiamo il primo paragrafo:

    Dietro a un grande pirata si nasconde sempre una grande piratessa. Una verità spesso tenuta celata: se tutti ricordano i nomi di Barbanera o di Capitan Kidd, sono esistite numerose donne-pirata che hanno accompagnato i loro colleghi nei sette mari alla ricerca di navi da depredare e tesori da scovare.

E ora prendiamo il primo paragrafo dell'originale:

    How many real-life pirates can you name? While Captain Kidd or Blackbeard might come immediately to mind, names like Anne Bonny and Mary Read probably don’t. But as noted historian Marcus Rediker writes, they were just a few of the many women who sailed the seven seas disguised as men.

Certo, la traduzione non è letterale, ma l'ispirazione è evidente. Come bastava dire che per scrivere questo articolo si era presa ispirazione da qualcun altro, per evitare una brutta figura.
Etichette: Cultura Jstor Daily e le donne pirata Linkiesta

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Alberto1986

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Re:Dietro a un grande pirata si nasconde sempre una grande piratessa...
« Risposta #2 il: Maggio 11, 2017, 20:54:53 pm »
 :D :D :D

Offline bluerosso

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Re:Dietro a un grande pirata si nasconde sempre una grande piratessa...
« Risposta #3 il: Maggio 11, 2017, 22:37:50 pm »
tara tara ta!....tara tara ta!...tara tara ta ta!....figur'e mmmerda!

Ma cos'è questa irrefrenabile voglia di alcuni uomini ( :hmm: ) di mettersi a culo all'aria a favore del gentil sesso?
Tra l'altro senza esplicita richiesta, e quasi sempre con ricambio d'indifferenza se non di disprezzo!

Cojones!

Offline Sardus_Pater

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Re:Dietro a un grande pirata si nasconde sempre una grande piratessa...
« Risposta #4 il: Maggio 12, 2017, 11:54:16 am »
tara tara ta!....tara tara ta!...tara tara ta ta!....figur'e mmmerda!

Ma cos'è questa irrefrenabile voglia di alcuni uomini ( :hmm: ) di mettersi a culo all'aria a favore del gentil sesso?
Tra l'altro senza esplicita richiesta, e quasi sempre con ricambio d'indifferenza se non di disprezzo!

Cojones!

Es peor, estàn (o son) pendejos :lol: .

Nei fumetti di Zagor (vedi la trasferta africana di 16/7 anni fa) compariva il personaggio (non so se reale o inventato) di Denise Lafitte che partecipava alle scorribande del padre, il grande Jean Lafitte.

EDIT: ho controllato, l'esistenza di una Denise Lafitte è sicuramente di tipo leggendario.
Il femminismo è l'oppio delle donne.