C'è bisogno ancora di qualcos'altro per renderci conto che è in atto da tempo e a favore delle donne un giustificazionismo alla rovescia?
Persino in casi come questi: figlicidio e suicidio. Rinnovo ancora la domanda che sempre ci si pone quando l'azione è maschile: "MA NON POTEVA SPARARSI LEI E BASTA?".
La risposta alla tua domanda c’è. Ma è indicibile.
Se venisse data, cadrebbe tutto il castello che da cinquant’anni faticosamente, menzogna dopo menzogna è stato costruito.
Quel povero ragazzo, non aveva nessuna attribuzione propria.
I figli sono la mera estensione della madre.
Creature. Nel senso etimologico del termine.
Sono il frutto dei “loro” diritti riproduttivi.
Niente più.
Nei casi più tragici (come questo) hanno come destino di sparire assieme alla loro “creatrice”.
Ma in tutti gli altri casi (la stragrande maggioranza...per fortuna), i figli, maschi o femmine indistintamente, sono ormai elaborati al di fuori dell’azione della natura.
La riproduzione, il concepimento, la gravidanza, il parto, sono innanzitutto eventi legati al naturale.
Al ciclo biologico degli esseri umani. Che ne sono il tramite.
Alle nostre latitudini invece, si è deciso che non è così.
Che i figli sono un diritto.
E quando si stabilisce un diritto esso si accompagna inesorabilmente alla responsabilità di chi lo esercita.
Milioni (miliardi?) di donne sono state convinte che la maternità è un fatto loro.
E’ fonte di realizzazione propria. E’ un fatto “magico”. Carico di simbologie.
Ogni 28 giorni, senza il seme maschile, ogni donna in età fertile "produce" semplicemente un grumo di cellule.
Ma questa insuperabile necessità di un altro essere umano, l’uomo….il “maschio”, è stata aggirata, con un’azione strategica ben congeniata e meglio orchestrata.
Gli scenari futuribili dell’eugenetica femminista che più di una volta qui, e non solo qui sono stati adombrati, non sono all’anno zero.
Questo è il loro cultivar.