Autore Topic: L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny  (Letto 4907 volte)

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Offline Angelo

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L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« il: Ottobre 30, 2017, 15:14:25 pm »
Questo esemplare femminista non lo conoscevo, si tratta di una femminista anglosassone, fa parte dell'ultima corrente femminista, quella del genderfemminismo. Viene ripresa anche da quella carta da cesso, "Internazionale" , il solito giornaletto post comunista, post radical chic, sinistronzoide, femminista, etc.
Questa femminista parla del caso di quella laureanda che dopo aver accoltellato il fidanzato non ha fatto neanche un giorno di galera. Ovviamente, sconsiglio la lettura a coloro che ancora non hanno mangiato...

https://www.internazionale.it/opinione/laurie-penny/2017/10/08/giustizia-differenze-genere-razza

Nell’attuale economia dei mezzi d’informazione non c’è niente che faccia più gola di un crimine violento commesso da una giovane donna attraente, tranne forse quando la giovane donna attraente sembra che la stia facendo franca.

Immaginate l’espressione dei direttori dei quotidiani nazionali quando si è diffusa la notizia che Lavinia Woodward, una bravissima studente di medicina dell’università di Oxford, non sarebbe finita in carcere per aver accoltellato il fidanzato durante una lite violenta, lo scorso settembre. Immaginate i direttori mentre sono davanti a cento avvilenti foto della faccia arancione di Donald Trump, e all’improvviso vengono a sapere non solo che una biondina giovane e bella con un nome degno di un personaggio di Agatha Christie si è trasformata in una dal coltello facile in un college di Oxford, ma anche che ha un profilo Instagram e una passione per i pantaloncini.

A questa storia non manca niente. Presenta persino un dilemma etico per le femministe: se è sbagliato risparmiare il carcere a un ragazzo violento con la scusa che ha davanti a sé un futuro brillante – come capita spesso ai ragazzi se sono anche bianchi e ricchi – non è forse altrettanto sbagliato mostrare la medesima indulgenza nei confronti una ragazza che ha commesso un atto violento?

Chi è promettente e chi no
Woodward sta comunque pagando il suo scotto, anche se questo dai giornali non emerge. È vero, le è stato risparmiato il carcere, ma la sua condanna per un reato violento la seguirà per tutta la vita. Eppure, il suo è diversissimo dai tanti casi di donne meno privilegiate che in tutto il mondo sono finite in carcere per essersi difese. Per esempio Marissa Alexander, afroamericana madre di tre bambini, incarcerata nel 2012 per aver sparato dei colpi di avvertimento contro il suo marito violento e rilasciata solo dopo una campagna nazionale e una battaglia legale andata avanti per tre anni.

Spesso si mostra indulgenza nei confronti di giovani “promettenti” che commettono stupide azioni violente, ma razza e classe ancora determinano chi può essere considerato promettente e chi no. Nel Regno Unito, se la persona condannata è bianca ha meno probabilità di finire in carcere rispetto a una non bianca. Le persone bianche hanno più probabilità di usufruire delle attenuanti, come la presunta relazione violenta che ha raccontato Woodward. Anche il sistema legale interpreta come insolita la violenza compiuta da una persona bianca. Mentre la violenza commessa da una persona nera o non bianca è considerata al tempo stesso inevitabile e non meritevole di compassione.

Questo non significa affatto che Woodward dovrebbe stare in carcere, ma che molte più donne dovrebbero starne fuori.

La storia di Woodward sembra insolita anche perché si suppone che sofisticate e giovanissime donne bianche non si lascino andare a questa sorta di comportamento violento. Ci si aspetta che le ragazze con storie problematiche, a prescindere dalla loro provenienza, indirizzino la rabbia sui propri corpi, tagliuzzandosi, drogandosi e affamandosi. È dai ragazzi che ci si aspetta un comportamento violento, e in quel caso l’evento non fa notizia, perfino quando i giudici li lasciano andare con un buffetto. Dopo tutto, i ragazzi sono fatti così.

Il dettaglio che fa la differenza
Sono tantissime le persone che su internet sfogano la loro rabbia contro Woodward, accusandola di aver beneficiato del cosiddetto pussy pass (o “permesso della figa”) – un mito predicato dalla cosiddetta destra alternativa secondo cui le donne violente evitano la prigione perché sono donne.

Altri si chiedono se vi fidereste a farvi operare da lei. Per quanto mi riguarda, la risposta è sì. Vedete, Woodward non ha solo accoltellato alla gamba quello che all’epoca era il suo ragazzo, gli ha anche lanciato addosso un computer portatile.

È questo il dettaglio a cui ripenso. Le persone ventenni, molto semplicemente, non lanciano un portatile, esattamente come quelle sulla trentina non lanciano un neonato, nemmeno come forma di autodifesa. Per farlo bisogna avere quel genere di patologica determinazione completamente concentrata su un obiettivo che ti rende adatto solo a pochissime professioni, una delle quali guarda caso è la chirurgia. Sarei assolutamente disposta a farmi operare al cuore dalla signorina Woodward. Ma non vorrei che sposasse mio fratello.

La domanda che nessuno riesce a farsi, però, è se il fidanzato di Woodward se lo sia meritato o no. Era stato crudele, o l’aveva minacciata? L’aveva provocata? Aveva approfittato della sua fiducia, le aveva rubato dei soldi, aveva scopato con la sua migliore amica? O magari aveva un aspetto particolarmente accoltellabile quel giorno? Il motivo per cui nessuno fa queste domande è che sono di cattivo gusto, ridicole e del tutto fuori luogo. Alla fin fine la gente non si deve accoltellare, penso che su questo possiamo essere tutti d’accordo. È per questo che abbiamo leggi per questo genere di cose.

Questo però è esattamente il genere di domande che vengono poste regolarmente tutte le volte che gli uomini aggrediscono e molestano donne e ragazze. Se ci fosse davvero uguaglianza di genere in questo caso, al fidanzato avrebbero chiesto se quella notte avesse bevuto, se avesse provocato la sua partner mostrandole le sue cosce tornite e squarciabili, e perché, se non voleva essere accoltellato, fosse tornato nella stanza della ragazza senza indossare un paio di pantaloni a prova di accoltellamento. Le ragazze, dopo tutto, sono fatte così.

Viviamo in un mondo che tollera un certo livello di violenza maschile nei confronti delle donne
Forse lui andava in cerca di attenzione, o di vendetta, o tutt’e due le cose. Non ci si può fidare dei giovani maschi. Meglio lasciarla andare con un buffetto.

Siamo incoraggiati continuamente a essere empatici con chi commette uno stupro o un atto di violenza domestica e a non fidarci delle vittime. Solo quando la colpevole è una donna e la vittima è un uomo, la perversione di un simile approccio diventa evidente.

Quando i giovani uomini aggrediscono le giovani donne, vengono giustificati, difesi come individui “meravigliosi” con tutta la vita davanti e che non dovrebbero avere il futuro rovinato a causa di una scazzottata in un vicolo. Siamo abituati a vedere le loro vittime ignorate e trattate da sgualdrine o da bugiarde, perché la società dà più valore alla reputazione degli uomini che alla sicurezza e all’autonomia delle donne, perfino nei tribunali. Viviamo in un mondo che tollera apertamente un certo livello di violenza maschile nei confronti delle donne e che è pronto a giustificarne molta di più se gli uomini in questione sono atleti eccellenti, talentuosi accademici, comici famosi o anche solo bianchi e ricchi.

Questo pone un problema a quelle femministe che, come me, vogliono giustizia e desiderano sfidare gli schemi della violenza strutturale ma che non per questo vogliono affidarsi ai tribunali e al sistema industriale delle carceri. Non sono una fan della detenzione. Esistono davvero pochissime circostanze in cui rinchiudere qualcuno in una gabbia è eticamente appropriato o rappresenta un utilizzo virtuoso del denaro pubblico. Vorrei solo che il beneficio del dubbio fosse applicato in modo più giusto, superando le differenze di genere e classe.

Quasi tutti meritano una seconda possibilità, a prescindere dalle circostanze. La grazia, come la giustizia, non dovrebbe essere appannaggio di pochi privilegiati con un futuro “promettente”.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Online Frank

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #1 il: Ottobre 30, 2017, 18:18:36 pm »
Angelo, le femministe son solo merda allo stato puro: niente di più niente di meno.
A tipe del genere potrei anche sputare in faccia, tanto mi fanno schifo, proprio perché dal punto di vista morale sono il Nulla Assoluto.

Offline Angelo

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #2 il: Ottobre 30, 2017, 18:24:46 pm »
Frank, io pure le sputerei in faccia. Ma non si meritano questo. Le farebbero "martiri". Anche se è difficile restare calmi dobbiamo sempre divulgare ciò che realmente fanno le femministe. Devono essere indicate pubblicamente come le colpevoli, insieme ai loro amichetti senzapalle, dello sfascio attuale. Perchè loro sono colpevoli delle porcate genderfemministe nelle scuole. Loro sono colpevoli dei padri separati alla Caritas. Loro sono colpevoli dei doppi standard tra uomini e donne. Loro si ingozzano di quote rosa e di soldi "facili", etc. etc.  E sempre loro, piano piano stanno diventando un bersaglio. Troppo lentamente, ma lo stanno diventando...
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Gilbert Keith Chesterton


Offline Sardus_Pater

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #4 il: Ottobre 30, 2017, 19:00:20 pm »
Angelo, stavolta mi deludi :P . Solitamente riesci a trovare vaginate ben più pesanti scritte da femministe più psicolabili di questa Shilling... ehm, Penny :sick: .
Non ti starai ammorbidendo :lol: ?
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Angelo

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #5 il: Ottobre 30, 2017, 20:00:18 pm »
Angelo, stavolta mi deludi :P . Solitamente riesci a trovare vaginate ben più pesanti scritte da femministe più psicolabili di questa Shilling... ehm, Penny :sick: .
Non ti starai ammorbidendo :lol: ?

No, son sempre lo stesso  :lol: :lol: :lol:
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Gilbert Keith Chesterton

Offline Warlordmaniac

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #6 il: Ottobre 30, 2017, 22:38:31 pm »
Non mi è nuova questa Penny. L'aveva sparata molto grossa anche un'altra volta.

Offline Warlordmaniac

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Offline Angelo

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #8 il: Ottobre 30, 2017, 23:41:49 pm »
Eccola: http://www.questionemaschile.org/?p=1112

Complimenti per la memoria. Io non la ricordavo questa bagascia femminista.
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Gilbert Keith Chesterton

Alberto1986

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #9 il: Ottobre 31, 2017, 00:35:11 am »
...le femministe son solo merda allo stato puro: niente di più niente di meno.
....

Scusami Frank, ma la merda qualche utilità ce l'ha pure (tipo come concime o anche per lanciarla sulle femministe). Ma le femministe a che cazzo servono a questo mondo se non a rubare impunemente ossigeno?

Offline bluerosso

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #10 il: Dicembre 06, 2017, 22:56:45 pm »
Altra perla della nostra bella Albiona.



La posto con grande piacere, poiché questa porcheria va fatta circolare.
Va divulgata.
Il rischio che possa passare inosservata va scongiurato.
Personaggi come questa devono essere rese artefici della rovina loro e della putrida ideologia che veicolano.
Vanno lasciate libere di esprimersi...


https://www.internazionale.it/opinione/laurie-penny/2017/11/25/uomini-istinti-potere

Gli uomini sono troppo fragili per la politica
Laurie Penny, New Statesman, Regno Unito

Gli uomini sono troppo fragili per la politica? Mentre un po’ dappertutto potenti maschilisti rinunciano alla vita pubblica per aiutare la polizia nelle indagini, ci viene chiesto di tenere presente che gli uomini sono deboli, schiavi dei loro impulsi più bassi. Ma se è così, allora perché governano il paese? Come altro possiamo interpretare il delirio di scuse che sgorga da Westminster?
L’ex ministro della difesa Michael Fallon, che si è dimesso quando finalmente è diventato chiaro che una poltrona importante non ti dà il diritto di palpare ogni donna giornalista, sostiene di essere vittima del cambiamento degli standard morali, perché oggi non è più accettabile fare le cose che si facevano tranquillamente dieci o quindici anni fa. Non è così. Non era accettabile 15 anni fa. Non è mai stato accettabile.
La differenza è che oggi ci sono conseguenze per chi si comporta in quel modo. È un punto fondamentale. Se la tua definizione di ciò che è moralmente accettabile comincia e finisce con le probabilità di finire in galera, allora non hai diritto ad avere una relazione intima con un altro essere umano, figuriamoci ricoprire la carica di ministro.
Scandali e faccende
A quanto pare la recente marea di “rivelazioni” riguarda fatti di cui tutti erano al corrente a Hollywood, alla Casa Bianca, a Westminster e nel mondo del giornalismo, e nessuno ha mai avuto il coraggio di denunciare la situazione. È una faccenda troppo grande e ingarbugliata per venire liquidata come l’ennesimo “scandalo” che può essere messo a tacere fermando la carica delle donne che non vogliono più restare in silenzio. Non è uno scandalo, perché uno scandalo implica una indiscrezione individuale, mentre qui parliamo di una violenza strutturale.
Alcune persone la chiamano ancora “faccenda di Harvey Weinstein”. È preoccupante. Ho sentito dire che se pronunci il nome “Harvey Weinstein” per tre volte davanti a uno specchio il vecchio Harvey appare in accappatoio e ti giura che non lavorerai mai più se non accetti di guardarlo mentre si masturba sopra un vaso.
A quanto pare la misoginia è una malat-tia bipartisan
Altri hanno riproposto il vecchio argomento “gli uomini sono uomini”, sottoli-neando che non si può pretendere che un uomo si assuma la responsabilità per le sue azioni, soprattutto dopo un paio di brandy consumati nel bar di un albergo. No, mi dispiace. Fino a quando la scienza non isolerà il gene dell’“incapacità totale di assumersi la responsabilità delle proprie azioni” all’interno del cromosoma Y, non intendo accettare l’idea che nella natura maschile ci sia qualcosa che spinge gli uomini a confondere il sesso con l’aggressione.
E se questo gene esiste, allora significa che non dovremmo eleggere gli uomini per cariche di alto livello.
Se ci fosse bisogno di metterlo in chiaro, non è solo un problema dei tory. I cinici opportunisti di ogni schieramento dello spettro ideologico hanno cercato di strumentalizzare le accuse di molestie sessuali per difendere il proprio interesse politico, ma a quanto pare la misoginia è una malattia bipartisan.
Piovono giustificazioni
A destra e sinistra, le donne che denunciano le violenze sessuali sono accusate di fornire munizioni agli avversari, quando la colpa è ovviamente degli stupratori e dei predatori sessuali. Sono loro ad aver fornito munizioni agli avversari, a tradire i loro ideali e loro stessi.
Queste onde radio si diffondono accompagnate dalle parole degli apologeti convinti che un esercito di bisbetiche voglia abolire il corteggiamento, come se la differenza tra il sesso e la violenza sessuale non fosse chiara. Le giustificazioni si sprecano: è una cosa da nulla, lo fanno tutti, è come dimenticarsi di usare il filo interdentale o nascondere enormi somme di denaro in un conto offshore. Non è tecnicamente contro la legge, quindi sarebbe il caso che queste streghe la smettessero di darci la caccia e ci lasciassero rovinare il paese in pace.
Imporre a chi commette gli abusi di prendersi le sue responsabilità non equivale a distrarsi dalla crisi democratica.
È decisivo il modo in cui gli uomini potenti trattano le donne che li circondano perché anticipa come si comporteranno nei confronti dei cittadini di cui dovrebbero difendere gli interessi.
Le istituzioni serrano i ranghi per proteggere i loro esponenti più influenti dalle conseguenze delle molestie sessuali nello stesso modo in cui orchestrano una cultura dell’impunità dello sfruttamento al livello aziendale e giudiziario. Pensate a come Appleby, uno degli studi legali al centro dello scandalo dei Paradise papers, giustifica l’avidità dei suoi clienti, sottolineando che le accuse di illeciti ed evasione fiscale sono “infondate e basate sulla mancata comprensione delle strutture legittime e legali utilizzate nel settore offshore”.
Il filo conduttore
Il problema, però, è proprio il fatto che il settore offshore possa operare in modo legale. Appleby è pagata profumatamente per garantire ai suoi clienti di poter nascondere miliardi senza violare il diritto internazionale, ma questo fatto non mette un punto alla questione, proprio come le molestie nei confronti delle colleghe non sono un uso accettabile del potere, a prescindere dalle conseguenze per la libertà personale di chi le commette.
È proprio questo il punto. Il modo in cui tanti rappresentanti politici hanno trattato le donne è simile al modo in cui trattano i cittadini di cui dovrebbero difendere gli interessi. Il problema non è tanto dare alle persone quello che le persone vogliono o quello di cui hanno bisogno. Il problema è cosa si può fare senza pagarne le conseguenze. Al centro di tutto ci sono l’arroganza, l’imbroglio e lo sfruttamento di qualsiasi scappatoia i potenti possano trovare per ottenere quello che desiderano.
Il filo conduttore è il diritto piovuto dal cielo: gli uomini di potere credono di avere il diritto di ottenere quello che vogliono, che si parli di denaro, influenza o attenzioni sessuali da parte della persona che siede accanto a loro. E credono di poter utilizzare tutta la forza che vogliono, l’importante è che non si facciano beccare. Non esattamente la definizione di “democrazia” che troviamo sul dizionario, né di decenza umana.
È giusto che i potenti maschilisti di tutti i settori della società siano finalmente costretti a pagare perché trattano le donne come spazzatura, ma quando si parla di politici e attivisti bisogna andare oltre e chiedersi: se non possiamo essere sicuri che i politici rispettino le loro colleghe, mi spiegate come possiamo credere che rispetteranno le persone che rappresentano?

Offline Warlordmaniac

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #11 il: Dicembre 06, 2017, 23:13:07 pm »
Guarda, alla fine il discorso è più coerente di quello dei politici maschipentiti. In pratica lei li sbugiarda, dice: "se siete inferiori, fatevi da parte". Invece i vari Civatian-furfarelli, o parenzo-severgnin-cazzulliani se parliamo di giornalismo, prima si dichiarano inferiori e poi col cavolo che si fanno da parte.

Offline bluerosso

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #12 il: Dicembre 06, 2017, 23:54:04 pm »
Guarda, alla fine il discorso è più coerente di quello dei politici maschipentiti. In pratica lei li sbugiarda, dice: "se siete inferiori, fatevi da parte". Invece i vari Civatian-furfarelli, o parenzo-severgnin-cazzulliani se parliamo di giornalismo, prima si dichiarano inferiori e poi col cavolo che si fanno da parte.


La solita impeccabile, essenziale, fredda e spietata analisi.

Mi prostro.

Offline Volpe argentata

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #13 il: Dicembre 07, 2017, 22:19:33 pm »
Quando un uomo commette un delitto o e' accusato di un delitto alla legge importa un emerito piffero sapere se fosse sobrio o ubriaco, e' per questo che il tema viene affrontato in modo differente rispetto alla controparte femminile, non per i motivi addotti dalla psicopatica autrice dell'articolo.

Offline bluerosso

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Re:L'incredibile faccia di bronzo femminista: Laurie Penny
« Risposta #14 il: Dicembre 07, 2017, 22:53:15 pm »
Laurie dixit:

Il problema è cosa si può fare senza pagarne le conseguenze. Al centro di tutto ci sono l’arroganza, l’imbroglio e lo sfruttamento di qualsiasi scappatoia i potenti possano trovare per ottenere quello che desiderano.
Il filo conduttore è il diritto piovuto dal cielo: gli uomini di potere credono di avere il diritto di ottenere quello che vogliono, che si parli di denaro, influenza o attenzioni sessuali da parte della persona che siede accanto a loro. E credono di poter utilizzare tutta la forza che vogliono, l’importante è che non si facciano beccare.



Il problema è cosa si può fare senza pagarne le conseguenze. Al centro di tutto ci sono l’arroganza, l’imbroglio e lo sfruttamento di qualsiasi scappatoia le donne possano trovare per ottenere quello che desiderano.
Il filo conduttore è il diritto piovuto dal cielo: le donne credono di avere il diritto di ottenere quello che vogliono, che si parli di denaro, influenza o attenzioni sessuali da parte della persona che siede accanto a loro. E credono di poter utilizzare tutta la forza che vogliono, l’importante è che non si facciano beccare.



Ha dell'incredibile.
Bastano due piccole sostituzioni e come per incanto lo scritto acquista un senso...