Autore Topic: Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum  (Letto 3136 volte)

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Offline Vicus

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"Consegnato un dossier al governo, ogni 15 giorni un rapporto PD sulle bugie in rete"

https://www.maurizioblondet.it/la-stampa-scopre-le-fake-news-russe-quelle-del-new-york-times-renzi/


“Gli USA:  fake  news russe in Italia”.

La “notizia”  è   di quelle pericolosissime per le libertà civili: i neocon  vogliono coinvolgere anche i media italioti nelle paranoie  del RussiaGate;  le sinistre italiote hanno bisogno di una scusa per censurare i siti e blog che disturbano la loro narrativa falsa, e mancano di rispetto a Laura Boldrini. Quindi bisogna dare il massimo rilievo a questa notizia.

Godetevi l’esordio:

“Dal Dipartimento di Stato americano le carte sull’interferenza russa per influenzare la  politica italiana era stata già  lanciata un anno fa”.

Dunque  è una notizia vecchia quella che la Stampa spara in prima pagina: dura la vita del giornalista al servizio dei poteri forti. All’interno, il corrispondente dagli Usa Paolo Mastrolilli (poveraccio) è costretto a scrivere un articolo su questo rapporto che il Dipartimento di Stato,   secondo lui,   ha mandato all’Italia “nell’autunno del 2016”.  Concretamente,  cosa hanno scoperto le 17 agenzie d’intelligence americane? Ce lo dice il Mastrolilli:

“I servizi americani e i diplomatici avevano notato uno schema che si ripeteva un po’ dappertutto. Ovunque c’erano le elezioni, cominciavano a circolare notizie false, azioni propagandistiche, gruppi politici che favorivano gli interessi della Russia, o puntavano a destabilizzare i paesi che prendevano le distanze da Mosca”  ….”Qualcosa del genere era accaduta anche durante il referendum per la Brexit, e si sarebbe ripetuta nelle presidenziali francesi, le politiche tedesche, la Catalogna. Lo scopo era chiaro: favorire i candidati più vicini al Cremlino, o destabilizzare i Paesi occidentali amici degli Usa e le loro alleanze, come Nato e Ue”.

Ma questa, direte voi, è la soluta vecchia antifona “è stato Putin”, Putin che ha  provocato il Brexit, fatto perdere le elezioni a Merkel, Putin è dietro la secessione di Barcellona….

Ma no, calmi: adesso Mastrolilli ci elencherà le prove, con ampi stralci del documento del Dipartimento di Stato vecchio di un anno.

No no, invece  Mastrolilli (poraccio)  scrive:  “Le prove portate a Roma dalla missione del dipartimento di Stato erano concrete, ma sarebbe impossibile rivelarle senza violare la legge”.

Capito? Il Dipartimento di Stato dice di avere le prove, ma non le dà. Si deve credere alla sua parola, del Dipartimento di Stato – una parola credibile come l’acciaio, chiedete in Medio Oriente.   Il direttore della Stampa però ci crede.

Il guaio è che il Dip di Stato, in base a “prove” segrete, accusa due partiti politici italiani. Scrive Mastrolilli: “I potenziali punti di contatto [coi russi]  in Italia erano stati identificati soprattutto nel Movimento 5 Stelle e nella Lega”.

Dunque  il governo americano  sta accusando due partiti politici italiani di intese con Mosca; senza prove, li espone e li diffama, cerca insomma di danneggiarli: scusate, ma questa non è “interferenza” nelle elezioni italiote?  E pesante, inquisitoria, rozza ed offensiva.  Oltretutto, che Salvini  sia a favore della politica russa,  lo  dice lui stesso. Mica c’è bisogno delle 17 agenzie  Usa  per saperlo.

Forse, adesso, è vietato dire che la Russia ha ragione e gli Usa  torto?  Ai leader  che ammirano Putin bisogna negare l’agibilità politica? Escluderli dalle elezioni?   Vorremmo saperlo: non dal  Dipartimento di Stato  (conosciamo già il suo amore per la democrazia sparsa con le bombe),  ma da Molinari il direttore di La Stampa: se la sente di scrivere che non bisogna votare Lega  e 5 Stelle perché –  secondo il governo Usa   che ne ha le prove segrete –  sono complici della Russia? E che questo è un delitto perché la  Russia è stata dichiarata il Nemico?

Giusto per sapere con che libidini totalitarie vengono coltivate nelle direzioni di certi giornali.

Ché poi, lasciamo perdere il 5 Stelle, perché è stato avvisato, e si è ravveduto. Scrive Mastrolilli: “Il deputato repubblicano Francis Rooney, ex ambasciatore americano presso la Santa Sede e quindi esperto di Italia, ci ha spiegato che «sono stato io a raccontare a Di Maio l’offensiva russa per influenzare le nostre elezioni, non viceversa».  E Di Maio si è subito adeguato: “Il movimento non ha nulla a che fare con certe formazioni xenofobe e antagoniste che crescono un po’ ovunque in Europa”, ha giurato –   nelle mani di Macron.

Quindi, la pesante interferenza americana verso il 5 Stelle è confermata.  Non risulta l’opposto, ossia  che un “ex ambasciatore” russo abbia “avvicinato” Di Maio per  dargli gli stessi avvertimenti  contro gli Usa.  O ci sono le prove? Ma già, il Dipartimento di Stato  forse  le ha ma non le può dare, altrimenti  viola la legge.

Chiedo a Molinari: se non vergogna, un po’ di senso del ridicolo a prestarsi a simili  odiose e ridicole panzane, no, vero? Non gli scappa da ridere?

Ma intanto abbiamo tralasciato il tema: “Gli USA: Fake News russe in Italia”.  Basta poco  per capire che la fonte primaria di questo allarme nuovo (oltre quello vecchio del Dip di Stato) è il New York Times.

Lo ha spiegato l’agenzia AGI il 25novembre: “Il  New York Times ha dedicato una lunga inchiesta al rischio esposizione del nostro Paese a campagne di fake news finalizzate al condizionamento delle opinioni degli elettori in vista delle prossime politiche”.

Apprendiamo che  L’articolo  è stato stilato “dal corrispondente per l’Italia Jason Horowitz considera il nostro Paese come un “probabile obiettivo” della strategia di destabilizzazione che ha già influenzato gli elettori olandesi, francesi e, come si è scoperto [sic!], anche inglesi durante le ultime tornate elettorali”.

E  dove si è documentato, questo infallibile giornalista Horowitz?  Ha una entratura al Dipartimento di Stato? Macché:

“L’inchiesta del Times  – scrive l’Agi –  parte da un report che arriva da Ghost Data, società che fa capo al consulente di Matteo Renzi sulla cybersecurity Andrea Stroppa, esperto di cyber security. Lo studio condiviso da Stroppa che, si scopre oggi, è lo stesso che ha imbeccato BuzzFeed News sull’inchiesta di qualche giorno fa su un’altra galassia di siti poco attendibili”.

Come, come? Dunque è stato un amico  (o uno stipendiato)  da Matteo Renzi e dal suo PD a diffondere il “rapporto”  sulle Fake News russe.  Ma  non basta: chi è esattamente questo Andrea Stroppa, che ha imbeccato Horowitz con un suo rapporto sui russi che mandano fake news che poi Salvini e i 5 Stelle diffonderebbero?

Lo scopre il Corriere della Sera, ed è tutto dire:

“C’è il rischio che le prossime elezioni vengano inquinate da fake news [quindi occorre censurare per il bene della demokràzija nostrana]
. È quanto ha denunciato il New York Times, partendo da un report di Andrea Stroppa, giovane esperto di cybersicurezza, che ha lavorato con Marco Carrai e oggi collabora con Renzi”.

C’è davvero un’emergenza fake news?
«Assolutamente sì, in Italia e nel mondo. Un tempo l’informazione era verticale, garantita da una auctoritas e divulgata solo dai quotidiani.
Ad esempio, per le informazioni sull’economia l’Istat e la Banca centrale erano il riferimento autorevole. Oggi invece grazie ai social, l’informazione è diventata orizzontale: si autoalimenta e per i follower diventa vero solo ciò che è virale. Capisce che questo può dare forza e palcoscenico agli istinti più distruttivi delle persone».

Ha ragione a lamentarsi.  Era più facile per i Padroni del Discorso quando “l’informazione era verticale”, la “auctoritas era garantita dai giornali”, e bastava dunque mettere un direttore yarmulke nella poltrona di ogni  testata per impedire al pubblico di  accedere ad altre voci e informazioni non autorizzate.

Ma il  Carrai sta per dirci che stanno già correndo ai ripari:

Corriere. Il grande manovratore delle fake news è Putin?
«Stento a credere ai complotti, ma chi vuole avere egemonia sul mondo, un tempo faceva propaganda, oggi utilizza i social network».

Qual è il vostro piano per arginare il fenomeno?
«Stiamo lavorando con uno scienziato di fama internazionale alla creazione di un “algoritmo verità”,  :doh: :ohmy: che tramite artificial intelligence riesca a capire se una notizia è falsa”.


Perfetto: saremo giudicati dall’Algorimo-Verità. L’insindacabile software che  ci censurerà ed eliminerà del discorso pubblico. Secondo me, questo AlgoritmoVerità  è già  disposizione di alcuni alti personaggi. Il Molinari direttore de La Stampa ha l’algoritmo verità, come vedete  dal titolo.  Anche la Boldrini ha l’algoritmo verità che le dice quali blog sono da chiudere.
« Ultima modifica: Novembre 28, 2017, 03:49:26 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #1 il: Novembre 28, 2017, 09:39:00 am »
Dopo l'algoritmo dei derivati, adesso abbiamo l'algoritmo Verità. Non avrai altro Dio se non questo. Io sono l'ALGORITMO: questo è il mio
nome. E non devi avere altri dei contro la mia faccia. Non ti devi fare di me alcuna immagine scolpita o dipinta di nessun materiale. Io sono
un dio geloso. Non tollero alcuna opposizione contro di me. Maledetto è chi si prosta dinanzi a ad altre divinità diverse da me e chi le serve

Alberto1986

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #2 il: Novembre 28, 2017, 17:12:45 pm »
Stramaledetto PD e stramaledetti coloro che l'hanno votato e continuano a votarlo. Tanto sono gli ultimi rantoli di un partito abusivo che si avvicina alla sua fine. Comunque, questa sempre più violenta e criminale disinformazione mediatica, conferma solo quali partiti vanno votati e quali no.
Per il resto, il mondo dei media italiani ha bisogno di un urgente quanto drastico intervento di riforma totale. Soprattutto perchè questi criminali scribacchini sono sul libro paga di entità straniere: https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,14259.msg165563.html#msg165563
« Ultima modifica: Novembre 28, 2017, 20:18:01 pm da -Alberto86- »

Offline Vicus

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #3 il: Novembre 29, 2017, 03:30:43 am »
Segue:

https://www.maurizioblondet.it/internet-sara-libero-puo-pagarselo/

Internet sarà libero. Per i capitalisti.

Maurizio Blondet 28 novembre 2017

Da pochi giorni Facebook ha annunciato che avvertirà  gli utenti che leggeranno  conti accusati (dalle agenzie di spionaggio USA)   di diffondere “propaganda russa”,  creando una lista di siti le cui fonti  sono “critiche”. Twitter e Google  (proprietaria di YouTube) hanno già fatto sapere che sosterranno forme di censura  del web. L’amministratore delegato di Google, Eric Schmidt ha fatto sapere quali sono le fonti “critiche”  e dubbie: ha annunciato che “declasserà”  RT (Russia Today), Sputnik News, e “questo tipo di siti”, lasciando intendere che non ha di mira solo le fonti della Russia  in inglese – temutissime –  ma anche  opposizioni politiche più in generale.
Eric Schmidt, patron di Google.

YouTube pratica ampiamente  la censura ideologicamente motivata [ne so qualcosa], sopprimendo, o impedendo di generare introiti pubblicitari, siti che a suo giudizio arbitrario cataloga come “estremisti”. Ne sa qualcosa ByoBlu, il sito di Carlo Messora  con centomila contatti.

Ora,  spero che il lettore cominci a capire   a cosa mira strategicamente  la attuale campagna sulle “fake news”: a ricostituire quella che Marco  Carrai  ha chiamato”l’informazione di un tempo”, che era “verticale , garantita da una auctoritas e divulgata solo dai quotidiani. Ad esempio, per le informazioni sull’economia l’Istat e la Banca centrale erano il riferimento autorevole”.

Adesso  si sa che il progetto esplicito è di mettere fine  alla “neutralità” del web, in questo modo:   la maggior parte degli utenti saranno relegati ad  un internet gratuito, che sarà lento e censurato; mentre la capacità di scambiare informazioni rapide e libere sarà riservata ai  servizi a pagamento “premium”) e alle imprese e privati che possono pagarseli.
Anche Russia Today è censurata su YouTube.

E’ un progetto annunciato da Ajit Pai,  l’uomo (di origine indiana) che Donald Trump ha messo a capo  della Federal Commissione of Communications (FCC), un ente di Stato creato nel 1934 da Roosewelt per controllare le trasmissioni radio.  Repubblicano di fede, il PAj è stato anche amministratore delegato di Verizon, il colosso americano della banda  larga (126 miliardi di dollari di fatturato, 162mila dipendenti), ossia uno di quei semi-monopoli privati che fortemente lamentano di non guadagnare abbastanza perché Internet è gratis. Quanto “fortemente”,  lo dicono gli 11 milioni spesi nei primi tre  mesi del 2017 dai tre oligopoli americani del web, appunto Verizon, AT&T e Comcast, per fare lobby presso i politici e legislatori statunitensi, sempre in crisi d’astinenza di denaro.

Fino al 2015, la FCC (fra l’altro obbligatavi da  varie sentenze  giudiziarie) s’è attenuta al principio che questi tre titani, che  in Usa danno accesso ai fornitori di accessi Internet, ISP (Internet Server Providers), svolgono un pubblico servizio, con ciò che quel significa: è lo FCC (ossia lo Stato) a prescrivere  le tariffe che i tre impongono agli ISP , a vegliarne sull’accesso aperto e libero, eccetera.

Non che la cosa sia sempre andata liscia: nel 2014, Netflix ha “accettato spontaneamente”  (sic) di pagare una tariffa “di priorità” a Comcast e Verizon,  dopo che queste – guarda  caso- avevano ridotto del 30%  la velocità di streaming di Netflix.

https://www.cnet.com/news/netflix-reaches-streaming-traffic-agreement-with-comcast/

D’accordo, Neflix è una azienda a scopo di lucro, diffonde film e ci guadagna per abbonamenti. Ma ora i tre monopolisti stanno guardando agli altri  fornitori da costringere a spontanei accordi di esborso.  Hanno ben presente che oltre la metà degli americani, nella zona dove abitano, ha solo un possibile fornitore del servizio  a banda larga (i più  consultano il web per scaricare   film e puntate e non informarsi), e la maggioranza non ha che due.  Come sempre, diceva Marx, il capitalismo terminale sbocca in monopoli, e i monopoli  hanno voglia e possibilità di estrarre più lucri dall’assenza di concorrenza.  Fatto sta che adesso hanno al FCC uno di loro, Paj.  La loro volontà di  far rendere il web di più,  facendone un mercato  e imponendo prezzi diversi a chi li può pagare, incontra oggi  il favore dei media   cartacei e di quelli televisivi,  a cui continua  bruciare di aver perso il privilegio della “Informazione verticale” e “l’auctoritas  garantita”, col potere di diffondere colossali fake news come: “E’  stato Bin Laden ad abbattere le Twin Towers”, “Saddam ha le armi di distruzione di massa”, ed oggi: “E’ stato Putin a far eleggere Trump”,  “E’ l’Iran che crea il terrorismo islamico, mica Ryad”, “Assad ha gasato il suo popolo, la NATO intervenga”  e via dicendo.   Le ragioni dei media, e quelli del business, convergono ovviamente con l’interesse della superpotenza che diffonde queste colossali menzogne;  ed è disturbato da siti – piccoli e gratuiti che forniscono informazioni libere e non  quelle approvate dal  superstato. Miliardi di persone nel mondo accedono oggi  alle informazioni libere e le condividono. Scrive il World Socialist Website (un sito trotzkista americano, spesso  fonte di ottime informazioni ed analisi critiche della politica USA) : “Le organizzazioni di opposizione e socialiste, escluse da decenni dal discorso pubblico per il monopolio di fatto esercitato da giornali e  catene tv”, non trasmettono per scopo di lucro; non guadagnano,  dovrebbero far pagare  il loro accesso ai lettori?

“Le comunicazioni internet non sono un lusso ma un bisogno sociale vitale e vanno trattate come un servizio pubblico. Ma  in una situazione in cui tre miliardari   accaparrano tanta ricchezza quanto la metà della popolazione americana, e dove tutta la vita sociale ed economica è  controllata da un numero ogni giorno più piccolo di imprese onnipotenti, la fornitura di diritti sociali, anche delle necessità più elementari” diventano un mercato a pagamento.   Fra “la rivendicazione dei diritti sociali più elementari è la libertà di parola e di stampa: ed entra in conflitto con il sistema capitalista”.

Inutile dire che le nuove orme americane avranno  una influenza diretta sui siti europei alternativi, che  raccolgono ampiamente informazioni da siti  Usa, oggi gratuiti, come Zero Hedge, Globalresearch, WhatreallyHappened….

Notiamo questo. Se una società plutocratica ha trovato “il mercato” come metodo di  soppressione della libertà, in Europa, i poteri sembrano preferire la repressione penale, giudiziaria.  Si veda qui:
Laura Boldrini chiede 250 mila euro alla ‘Gazzetta di Lucca’


 Imola Oggi,  lunedì, 27, novembre, 2017

“Laura Boldrini, presidente della Camera e terza carica dello Stato, ha esercitato un’azione civile di risarcimento danni in sede civile e querelato in sede penale, per il reato di diffamazione, Aldo Grandi, direttore delle Gazzette, chiedendogli, a tale titolo, 250 mila euro.

“La parlamentare, ritenendosi diffamata da un articolo apparso nel mese di luglio di quest’anno sulla Gazzetta di Lucca, in un editoriale a firma Aldo Grandi, ha avanzato, come richiesto dalla legge, una richiesta di mediazione per la causa civile, avvalendosi dell’assistenza legale dell’avvocato Caterina Flick del foro di Roma.

Una somma spropositata che non ha alcuna corrispondenza con la realtà” – ha commentato il direttore Aldo Grandi il quale aveva duramente stigmatizzato, nel suo articolo, l’operato della Presidente Boldrini in materia di politiche di accoglienza indiscriminata che ledono, a suo dire, la identità nazionale degli Italiani e formulato decise espressioni di protesta, nell’ambito dell’esercizio di un legittimo diritto di critica politica, per il quale la stessa Corte Suprema ha, da sempre, riconosciuto che possa anche essere sostenuta a tinte forti e con termini anche crudi”,

In un caso e nell’altro, è l’oligarchia ricca dei privilegiati  che depreda  gli oppositori poveri, riducendoli alla fame.

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #4 il: Novembre 29, 2017, 08:20:44 am »
una cosa possiamo farla subito :
non pagare il canone rai .
Qui c'è la procedura da seguire

https://www.guidafisco.it/canone-rai-disdetta-autocertificazione-esenzione-1470

io già da anni non lo pago.
Senza TV vivo meglio

Anzi, dovremmo mettere in evidenza questa possibilità

Offline Vicus

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #5 il: Novembre 29, 2017, 08:56:41 am »
Apri un 3D in guide per gli uomini, spiegando che non bisogna supportare parassite femministe in una TV pubblica. :cool:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #6 il: Novembre 29, 2017, 09:43:27 am »
Apri un 3D in guide per gli uomini, spiegando che non bisogna supportare parassite femministe in una TV pubblica. :cool:

ottima idea

Alberto1986

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #7 il: Novembre 29, 2017, 11:09:56 am »
Non pagare il pizzo rai, legalmente, è la prima cosa da fare. Non bisogna, inoltre, finanziare o aiutare in nessun modo la stampa di regime. Per cui no ad abbonamenti di nessun tipo, no a like su pagine facebook, ecc.

Offline joani

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Re:Fake news russe, parola de La Stampa. Che invoca la chiusura dei forum
« Risposta #8 il: Dicembre 05, 2017, 14:48:52 pm »
Non pago da anni il canone della rai "megafono rivoltante del modaiolo pensiero unico dominante" progressista e "ovviamente" anche femminista
penso che dovremmo ribattere anche agli attacchi misantrici della regina indiscussa delle femministe che e' la Gruber non so se vi e mai capitato di vedere qualche sua puntata dedicata alle donne