Autore Topic: La realtà dei paesi dell'Europa dell'est  (Letto 76626 volte)

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #330 il: Dicembre 16, 2019, 03:25:37 am »
Che aria c'è a Praga? Com'è la gente?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #331 il: Dicembre 16, 2019, 20:47:38 pm »
Che aria c'è a Praga? Com'è la gente?

Ci sono stato un po' di anni fa e per pochi giorni, per cui non posso fare un'analisi dettagliata.
Per farlo bisognerebbe viverci per un po' di tempo.
Nondimeno, per quello che ho avuto modo di vedere, la gente è abbastanza cordiale. *
Di certo c'è che Praga è una città affascinante, col suo centro storico, i suoi castelli, il suo orologio astronomico,** etc.
**
https://it.wikipedia.org/wiki/Orologio_astronomico_di_Praga

@@

* ... comunque neppure lì ho visto "femmine cacciatrici e sessualmente aggressive"!  :lol:

Offline Duca

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #332 il: Dicembre 16, 2019, 23:15:00 pm »
A Praga e Bratislava, bellissime città, ho visto donne chiaramente eccelse dal punto di vista estetico, ma piuttosto tiepidine per non dire scostanti nei confronti degli italiani, cioè sono molto inquadrate e non amano i caciaroni e/o casinisti.



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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #333 il: Dicembre 17, 2019, 00:49:32 am »
A Praga e Bratislava, bellissime città, ho visto donne chiaramente eccelse dal punto di vista estetico, ma piuttosto tiepidine per non dire scostanti nei confronti degli italiani, cioè sono molto inquadrate e non amano i caciaroni e/o casinisti.

E' così.
Peraltro il discorso riguarda anche Budapest e altre città dell'Europa dell'est.
Pure lì le donne sono molto distanti.

Offline Vicus

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #334 il: Dicembre 17, 2019, 01:05:14 am »
A Breslavia c'è ancora un'atmosfera da Cortina di Ferro, la gente è seria e avvilita. Molto diverso in Russia (almeno a San Pietroburgo in Siberia non so), si sono ripresi un bel po' e c'è un'aria praticamente occidentale. In Russia c'è molto più senso di solidarietà e comunità che da noi, non dico sia sempre così ma non è una cultura individualista. In compenso ho visto solo cesse (cellulite a 20 anni), a parte le animatrici della proloco di fronte all'Hermitage.
Sul solito FB è pieno di italiani che vanno in brodo di giuggiole per quelle dell'Est, ora specialmente le Ucraine e non è difficile capire il perché: una biro e un paio di calze di nylon e ti fanno gli occhi dolci come ai bei tempi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline TheDarkSider

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #335 il: Dicembre 17, 2019, 12:37:31 pm »
Che aria c'è a Praga? Com'è la gente?
I cechi sono un popolo serio e laborioso, finiti solo per caso al di la' della cortina di ferro. Sono simili ai tedeschi (freddi e rigorosi, tranne quando hanno bevuto) ma sono anche molto piu' atei.

Detto questo, Praga e' una citta' internazionale invasa dal turismo da oltre 20 anni e con una significativa presenza di expat (anche italiani) che hanno stipendi, nel settore IT, piu' alti che in Italia.
Questo per dire che a Praga non troverai certo donne che sono attratte dal fascino dell'esotico (vedono stranieri, turisti o immigrati, ovunque) o dalle nostre possibilita' economiche (tanti lavoratori qualificati hanno stipendi alla pari o anche maggiori che in Italia).

Quanto all'aspetto fisico, e' vero che le donne ceche da giovani sono veramente belle, ma e' anche vero che l'alimentazione molto pesante e l'alcolismo estremamente diffuso le imbruttisce molto rapidamente... 
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
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Offline TheDarkSider

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #336 il: Dicembre 17, 2019, 13:53:56 pm »
I cechi sono un popolo serio e laborioso, finiti solo per caso al di la' della cortina di ferro.
Mi autocito perche' ho trovato un grafico che dimostra in modo esemplare che i cechi, in generale, non c'entrano niente con il resto dell'Europa dell'Est (e d'altronde Praga e' piu' a ovest di Vienna, per dire).

Il grafico indica la percentuale di giovani fino ai 34 anni che si oppone ai matrimoni gay:
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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #337 il: Dicembre 17, 2019, 14:50:13 pm »
Mi autocito perche' ho trovato un grafico che dimostra in modo esemplare che i cechi, in generale, non c'entrano niente con il resto dell'Europa dell'Est (e d'altronde Praga e' piu' a ovest di Vienna, per dire).

Il grafico indica la percentuale di giovani fino ai 34 anni che si oppone ai matrimoni gay:


E' interessante notare il 50 % della Grecia , paese semplice, distrutto dalla Troika e nonostante tutto , coi turisti che vanno in massa in quelle zone  - che  praticamente da soli reggono in piedi Zante - , riescono sempre ad essere sorridenti ed accoglienti, oltre a farti trovare i servizi che riescono a darti.

Non so se ci sei mai stato , ma come le giudichi le donne greche ?
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline TheDarkSider

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #338 il: Dicembre 17, 2019, 16:45:53 pm »
E' interessante notare il 50 % della Grecia , paese semplice, distrutto dalla Troika e nonostante tutto , coi turisti che vanno in massa in quelle zone  - che  praticamente da soli reggono in piedi Zante - , riescono sempre ad essere sorridenti ed accoglienti, oltre a farti trovare i servizi che riescono a darti.

Non so se ci sei mai stato , ma come le giudichi le donne greche ?
Jason qui passo la palla: non ci sono mai stato e non so niente dei greci, a parte il detto "una fazza una razza" che sento spesso dire.
Comunque sicuramente e' un paese che voglio visitare non appena trovo l'occasione.
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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #339 il: Dicembre 17, 2019, 16:47:27 pm »
I cechi sono un popolo serio e laborioso, finiti solo per caso al di la' della cortina di ferro. Sono simili ai tedeschi (freddi e rigorosi, tranne quando hanno bevuto) ma sono anche molto piu' atei.

Detto questo, Praga e' una citta' internazionale invasa dal turismo da oltre 20 anni e con una significativa presenza di expat (anche italiani) che hanno stipendi, nel settore IT, piu' alti che in Italia.
Questo per dire che a Praga non troverai certo donne che sono attratte dal fascino dell'esotico (vedono stranieri, turisti o immigrati, ovunque) o dalle nostre possibilita' economiche (tanti lavoratori qualificati hanno stipendi alla pari o anche maggiori che in Italia).

Quanto all'aspetto fisico, e' vero che le donne ceche da giovani sono veramente belle, ma e' anche vero che l'alimentazione molto pesante e l'alcolismo estremamente diffuso le imbruttisce molto rapidamente...
Ho frequentato per breve tempo una donna ceca, era biologa di laboratorio. Dopo qualche tempo è tronata in patria per motivi di lavoro, ora è diventata una balena irriconoscibile.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #340 il: Dicembre 17, 2019, 20:02:25 pm »
https://www.eastjournal.net/archives/101335

Citazione
RUSSIA: La stagione di repressioni contro gli studenti universitari
Sergio Urussov 1 giorno fa

A causa della partecipazione a movimenti di opposizione politica, molti studenti russi si vedono adesso costretti a fronteggiare le conseguenze della loro presa di posizione in favore della democrazia, contro la repressione e la strumentalizzazione della giustizia. Uno di questi è Egor Zhukov, studente di scienze politiche della Higher School of Economics (HSE) di Mosca, condannato il 6 dicembre a tre anni di detenzione con la condizionale. Il suo caso è sintomatico della chiusura degli esigui spazi di libertà rimanenti in ambito accademico, ma non solo.

Il caso di Egor Zhukov

Il 6 dicembre si è concluso a Mosca il processo dello studente della HSE Egor Zhukov, uno dei venticinque imputati per i fatti del 27 luglio. Quel giorno si tenne una delle più importanti proteste “per elezioni pulite” il cui elemento scatenante fu l’esclusione dei maggiori candidati dell’opposizione alle elezioni della Duma di Mosca. Queste manifestazioni sono state duramente represse dalle forze dell’ordine, accusate a più riprese di aver fatto uso eccessivo della forza contro manifestanti inermi (e persino passanti ignari). Amnesty International ha parlato di un attacco senza precedenti alla libertà di manifestare, di arresti ingiustificati e condanne arbitrarie effettuate nell’ambito di una campagna di intimidazione di massa, nonostante il carattere pacifico delle proteste.

Egor Zhukov, inizialmente accusato di aver organizzato e preso parte a manifestazioni non autorizzate (il capo d’accusa è stato poi ritirato), si è successivamente dovuto difendere dall’accusa di istigazione all’estremismo. Il Pubblico Ministero aveva richiesto per il giovane studente moscovita, una condanna a quattro anni di colonia, a fronte dei cinque previsti come pena massima per il capo d’accusa in questione. Se l’è finalmente “cavata”, come detto, con tre anni con la condizionale. Zhukov era stato arrestato il 3 agosto, pochi giorni dopo aver pubblicato un video sul suo canale Youtube in cui esortava a sostenere i manifestanti antigovernativi arrestati nei giorni precedenti. I video pubblicati da Zhukov sono al centro della faccenda giuridica nella quale si è trovato invischiato e che gli è valsa il dubbio onore di vedere il suo nome iscritto sulla lista nera degli estremisti e terroristi compilata dal Rosfinmonitoring. Durante l’ultima udienza del processo, Zhukov aveva dichiarato che ad essere sotto processo in quella corte erano le sue parole e il significato attribuitogli. Un’imponente campagna di solidarietà in favore di Zhukov e degli altri imputati si è messa in moto sin dal mese di agosto, senza purtroppo sortire gli effetti desiderati (quella di Pavel Ustinov è una felice quanto isolata eccezione). Secondo la corrispondente a Mosca della BBC Sarah Rainsford questa sentenza è comunque quanto più si avvicina a un’assoluzione nella Russia odierna (un parere espresso anche dal noto rapper russo Oxxxymiron, molto attivo sin dall’inizio dell’affaire di Mosca). È bene infatti ricordare che meno dell’un per cento dei processi in Russia termina con un’assoluzione.

Repressione nel mondo accademico

Perché il caso di Egor Zhukov è significativo e come siamo giunti a questo punto? Per capirlo è necessario fare un passo indietro. Come accennato precedentemente, l’estate moscovita è stata attraversata da una serie di movimenti che hanno dato luogo a un numero insolito, per numero e partecipazione, di manifestazioni. Diversi osservatori hanno rimarcato la grande partecipazione degli studenti e in generale dei giovani a questo movimento, un dato in controtendenza rispetto a quanto sottolineato dalle indagini sociologiche effettuate negli ultimi anni che evidenziavano l’apatia politica dei giovani ed in particolare della cosidetta Generazione Z (ovvero quella che nel corso della sua vita ha non mai visto un inquilino diverso da quello attuale al Cremlino).

Non sorprende quindi il fatto che, oltre a Zhukov, altri quattro studenti universitari siano stati coinvolti in quello che la stampa russa ha ribattezzato il moskovskoe delo, il caso Mosca. Benché due di loro, Daniil Kanon e Valerij Kostenok, siano stati giudicati innocenti, i rimanenti, Ajdar Gubajdulin e Andrej Baršaj, sono tuttora in attesa di giudizio. Gli involontari protagonisti di questa faccenda, così come i loro colleghi, rischiano oltretutto di non poter continuare gli studi universitari. Il portale OVD-info, specializzato nel monitoraggio di proteste, arresti e repressioni, riporta che diversi rettori di università moscovite hanno dichiarato durante l’estate che i partecipanti alle manifestazioni, qualora fossero sanzionati a livello amministrativo o penale, sarebbero stati espulsi dai rispettivi corsi di studio. Nonostante le leggi federali non facciano menzione dell’espulsione di uno studente in seguito a una sanzione amministrativa o penale, lo statuto di molte università lo prevede. Le regole della HSE, per esempio, stabiliscono che uno studente non debba violare “l’ordine pubblico”. Molte università usano formulazioni estremamente vaghe che possono essere interpretate in diversi modi. Ad esempio, le regole della facoltà di giurisprudenza dell’Università Statale di Mosca obbligano gli studenti a “essere disciplinati” e a “comportarsi con dignità”. Cosa questo implichi precisamente non viene specificato. Pertanto, secondo il giurista Tural Ibragimov, dell’organizzazione “Rus’ Sidjaščaja”, sulla base di questi elementi  “qualsiasi comportamento di attivismo civile da parte di uno studente, può essere considerato deviante e servire da base per la sua espulsione“.

Il tallone di ferro delle autorità

Alla luce degli ultimi sviluppi non sembra quindi esagerato prevedere un futuro prossimo nel quale la libertà di espressione nel mondo accademico e studentesco sarà ulteriormente limitata. Riprova ne è quanto accaduto in questi giorni alla rivista studentesca DOXA dell’università HSE. La rivista si è vista revocare lo statuto di organizzazione studentesca da parte del comitato universitario in carica della gestione dei finanziamenti a quest’ultime. Secondo uno dei responsabili, alcuni dei loro articoli avrebbero leso la reputazione dell’istituto. DOXA aveva pubblicato nel corso dell’estate un articolo critico nei confronti di uno dei candidati filo-governativi alla Duma di Mosca e aveva partecipato alle campagne di solidarietà in favore degli imputati dell’affaire di Mosca.

L’ondata repressiva non sembra nemmeno fermarsi ai confini della Russia. Lo scorso 27 novembre la sociologa francese ed esperta di movimenti sociali Karine Clément, che doveva tenere una conferenza a Mosca sui gilets jaunes, si è vista rifiutare l’ingresso in terra russa in quanto “minaccia per la sicurezza nazionale” secondo lo FSB.

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #341 il: Dicembre 17, 2019, 21:09:10 pm »
In Russia i comunisti sono al 20% e la TV manda programmi nostalgici con l'emblema della stella rossa. Chissà cosa succederà dopo Putin.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #342 il: Dicembre 18, 2019, 20:08:00 pm »
Chissà cosa succederà dopo Putin.
Niente, resteranno il popolo che sono, perché non è stato certo il buon Vladimiro a farli diventare nazionalisti, lo erano anche prima.
Non ha caso Stalin ha vinto la guerra facendo appello al nazionalismo, mica al comunismo di cui già i russi avevano le balle piene. Ma se la stella rossa è ancora popolare (come analogamente Putin oggi è molto amato in patria) è perché grazie al comunismo la Russia è diventata una grande potenza, rispettata e temuta (un meccanismo che spiega, al netto delle evidenti differenze, la popolarità del Duce a suo tempo e anche oggi).

Offline Vicus

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #343 il: Dicembre 18, 2019, 20:54:14 pm »
Ma se la stella rossa è ancora popolare (come analogamente Putin oggi è molto amato in patria) è perché grazie al comunismo la Russia è diventata una grande potenza
Esattamente, ma proprio per questo non sappiamo cosa diventerà la Russia dopo Putin, è pieno di nostalgici e c'è ancora il culto di Stalin.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #344 il: Dicembre 18, 2019, 21:00:16 pm »
Esattamente, ma proprio per questo non sappiamo cosa diventerà la Russia dopo Putin, è pieno di nostalgici e c'è ancora il culto di Stalin.
Ma appunto - come del resto alcune russe ebbero modo di precisarmi - il culto del baffone non significa assolutamente voglia di ritorno al comunismo, anzi... è apprezzare una persona che difende i valori nazionali, che sono le nostre radici da cui, nonostante gli sforzi dell'imperialismo globalista, è impossibile prescindere.
Guarda in che modo Salvini ha portato la Lega dal 3% al 30% e oltre...