Vicus
Vedi, Vicus, io non ho alcun dubbio riguardo al fatto che anche gli uomini ne approfitterebbero (poi bisognerebbe vedere in che percentuale, ovvio), ma non è questo il punto.
Il punto è che le donne si reputano moralmente e intellettivamente superiori alla controparte maschile, ragion per cui è qui che casca l'asina.
Chi è superiore non può né deve abbassarsi al livello di chi reputa inferiore.
Ed invece, guarda un po', le suddette parassitano ché è un piacere.
Perciò delle due l'una: o le donne non sono superiori agli uomini e pertanto si può concedere loro qualche attenuante; oppure, se lo sono, non hanno la benché minima giustificazione e pertanto son colpevoli al 100%.
Certo, ma parlare di ingegneria sociale non comporta affermare che le donne sarebbero superiori, o anche solo meno responsabili dei loro atti.
Vicus
Non ho mai letto nulla al riguardo, ma non dubito delle tue parole.*
Resta il fatto che un certo atteggiamento spocchioso, tipico delle donne, (mia madre e mia sorella comprese) non ha niente a che fare con questa o quella propaganda.
Son semplicemente radicate convinzioni femminili, che prescindono certi articoli del menga.
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* Hai qualche articolo risalente a quel periodo ?
Le donne sono le stesse sempre e ovunque, e vanno tenute a bada. Però non hanno
solo un potenziale negativo (una donna può fare bene quanto male, se si comporta male però
non è giustificata quasi fosse un'incapace) e se la società permette loro di esprimere il peggio
non significa che la responsabilità femminile ne sia diminuita, non più di quanto ne sarebbe diminuita quella di un uomo nella stessa situazione.
Ho parecchi articoli di quel periodo, citati da quello che è stato forse il primo antifemminista della storia, il pittore e romanziere Wyndham Lewis. La lettura di un suo libro apre la mente come poche altre. Il primo che ho trovato è questo,* che anticipa alla lettera certa narrativa dei media di oggi:
Einstein, the
Child-like Master, who is
Mothered by His Wife.
It was Mrs. Einstein who greeted me. A sweet, lovable, motherly woman,
whose attitude towards her distinguished husband is that of a doting parent towards a precocious child.
There was the sound of bare feet on the floor, and holding a black and white bathrobe about him, apparently oblivious of his surroundings, Einstein himself entered ... about his entire manner there is a repressed and malleable quality that is
almost childlike, and this is accentuated by his wife’s attitude towards him.
As he stood there saying he would be ready in a few minutes, it was easy to understand why
his home showed so little of his personality. It is doubtful if he even knows what is in it. . . .
Patting him on the back, his wife told him to get dressed, and as he left the room, with a smile she said: ‘He is terribly hard to manage.’Mother-like Care.
In a few minutes he returned. His brown suit needed pressing, and on his feet he wore, over wool socks, a pair of open-work sandals. His coat collar was half turned up at the back, and as we started to go upstairs, Mrs. Einstein went over to him, fixed his collar and arranged his hair,
much as a mother sending her boy to school.
We came to the top floor.... I was in his study.... Before I had arranged my materials he had taken from his pockets some scraps of paper on which there were figures, and also a black fountain pen, and as if he were absolutely alone he began jotting down notes. As far as he was concerned I was not there.... As I left I asked him what he considered the formula for success in life. He smiled, that same
awkward bashful smile.
*Tratto da Doom of Youth (Chatto & Windus, 1932), tra i più bei libri del '900, oggi introvabile (vederne una copia presso un antiquario inglese è stata un'emozione
).