Autore Topic: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più  (Letto 7270 volte)

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Offline Vicus

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Divorzi, suicidi, perdita di diritti. gli uomini non si sposano più.

di Roberto PECCHIOLI

La rivoluzione antropologica che stiamo subendo ha molteplici facce. Una è l’attacco concentrico contro il maschio, la mascolinità, l’universo virile, i suoi valori. Femminicida, stupratore, molestatore seriale, violento. Questa è l’immagine maschile veicolata dal sistema di comunicazione e intrattenimento della società dello spettacolo; non è senza ragione se l’assalto è guidato da ambienti del cosiddetto infotainment. Il problema è serissimo. Si tratta di un’evidente operazione di ingegneria sociale che mira a sovvertire la natura, distruggendo il senso virile della vita in nome di un’equivoca riparazione storica di torti, e più concretamente, del compimento di una rivoluzione volta a omologare l’umanità in un unico indigeribile pappone, eliminando le differenze per costruire il consumatore globale, sradicato, androgino, eterodiretto.
Il sacerdote, il cavaliere e il lavoratore. Le tre funzioni della virilità perduta.

Sarebbe il caso che ne prendessero atto non solo gli uomini istupiditi da assurdi complessi di colpa o raggiunti dalla sindrome di Stoccolma che spinge a simpatizzare con il proprio persecutore, ma innanzitutto le donne, nel loro ruolo di compagne di vita, madri di giovani uomini deboli, fragili, senza direzione, nonché di responsabili educative dopo la conquista della maggioranza nella scuola.

Uno degli elementi che più sorprende è la fuga dal matrimonio, lo spavento che suscita nei giovani maschi. Lasciamo fuori ogni considerazione sul gender e le nozze omosessuali. Restiamo sul terreno naturale del rapporto uomo donna, sfidando il politicamente corretto che impone di tacere su questo, come su altri argomenti sensibili. I segnali d’allarme sono molteplici. Secondo il Centro di Ricerca Pew, un prestigioso think tank statunitense di elaborazione statistica, sul tema del matrimonio si sta producendo in Occidente una catastrofe. Mentre negli anni 80 uno schiacciante ottanta per cento di uomini americani tra i 25 e i 29 anni erano sposati, oggi la cifra è del 40 per cento: la metà esatta. Se valutiamo classi di età più adulte, il che dovrebbe favorire una maggiore convergenza statistica tra passato e presente, le differenze continuano ad essere enormi. Se allora l’85 per cento dei maschi dai 30 ai 34 anni erano sposati, adesso la percentuale nella stessa fascia di età raggiunge a malapena il 60 per cento.

Non è solo una questione di cifre. L’enorme decadenza dell’istituzione matrimoniale riguarda la natalità, la coesione sociale e il futuro delle nostre società. In Italia alla fine degli anni 70 si celebravano circa 400 mila matrimoni all’anno, con una popolazione di 50 milioni di abitanti. Nel 2016, il totale si è fermato a 195.000 su 60 milioni di residenti, un dato che è un modesto rimbalzo rispetto al primato negativo dell’anno precedente. L’età media in cui ci si sposava quarant’anni fa era di circa 25 anni e mezzo per la donna, due in più per l’uomo. A consultare i diagrammi dell’Istat, si trattava già di un significativo aumento rispetto a periodi precedenti. Nel 2016, l’età media dei nuovi matrimoni superò i 32 anni per le donne e 35 per gli uomini, anche se devono essere inseriti nel conto le seconde e terze nozze, poco ininfluenti nelle statistiche del passato.

Ovvia è la diretta incidenza sulla natalità. Infatti, nel desolante silenzio della politica e del potere viviamo da anni l’inverno demografico. L’Italia ha il poco invidiabile primato di seconda nazione più vecchia del mondo, nonché un indice di fertilità di 1,26 figli per donna. L’estinzione è rapida e sicura. I figli arrivano sempre più tardi. In quattro decenni, l’età delle primipare si è alzata di ben quattro anni e mezzo: 32, 6 contro 28 per il primo figlio che spesso rimane l’unico. Il ritardo, ovviamente, si ripercuote sulla possibilità biologica e la volontà della coppia di avere altri discendenti. Ci si abitua, anzi si preferisce vivere senza figli.

Quarant’anni dopo la legge sull’aborto, mancano sei milioni di nuovi nati e se consideriamo persona il feto rifiutato, l’interruzione di gravidanza legale diventa la maggiore causa di mortalità dei paesi europei. Anche con le cifre in diminuzione (ma ci sono la pillola del giorno dopo e la generalizzazione degli anticoncezionali) ogni giorno si eliminano in Italia almeno 200 nuove vite. E’ come se chiudessimo una scuola ogni due o tre giorni. In un paio di settimane, gli aborti legali equivalgono alle vittime di incidenti stradali di un intero anno.

In soli vent’anni la percentuale di donne che considera il matrimonio molto importante è tuttavia aumentato di diversi punti, dal 28 per cento del 1997 al 37 del 2017. Significativamente è crollato specularmente il numero di uomini che la pensa allo stesso modo: dal 35 al 29 per cento. Sono freddi numeri, ma la loro costanza nel tempo ne certifica la drammaticità. La nostra è una società non malata, ma moribonda.

Vediamo di darne una valutazione, una volta tanto, dal punto di vista maschile. Se l’uomo attribuisce sempre meno importanza al matrimonio non è solo per il crollo del senso di responsabilità, per una infantilizzazione di massa con annessa sindrome da Peter Pan o per assaporare il gusto sempre più amaro di una libertà fatta di assenza di vincoli. Un serio elemento psicologico è l’esistenza e il continuo allargarsi di legislazioni concepite per beneficiare sistematicamente la donna nelle questioni dove può sorgere conflitto. In siffatte condizioni è naturale che il maschio, più o meno coscientemente, si senta vessato, messo da parte, colpevolizzato per il fatto di essere tale. La conseguenza è una ulteriore fuga dalle responsabilità, sino a concepire il matrimonio come pericoloso. Si finisce per pensare che ciò una denuncia di una donna può rovinarci, magari in assenza di prove.

La legislazione e il senso comune indotto rispetto a diversi comportamenti hanno portato alla rottura dell’uguaglianza di fronte alla legge e della presunzione di innocenza, inducendo un enorme fattore di sfiducia tra uomini e donne. Naturalmente, nessuna tolleranza per attitudini violente e comportamenti da censurare, ma osserviamo forme di discriminazione legale a carico del maschio.

Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda i suicidi, con la maggior probabilità di togliersi la vita nella fascia di età tra i 45 e 49 anni per i maschi divorziati o reduci da separazione. E’ noto il maggiore tasso di suicidi dell’uomo rispetto alla donna, in una proporzione superiore a due a uno. Tale dato esplode in modo incredibile tra divorziati e separati di ambo i sessi, con esiti davvero laceranti. Le donne aumentano il tasso di suicidio da 2,5 ogni 100 mila a 6, ma l’uomo passa da 6 per centomila a un drammatico 38 per centomila. Il tasso di suicidi raddoppia nelle donne, ma si moltiplica per sei negli uomini: raggelante.

Pare dunque che rinunciare al matrimonio sia per alcuni uomini una sorta di autodifesa esistenziale. Siamo convinti che a ciò non sia estranea la legislazione, fondata sulla discriminazione “positiva” a favore delle donne, che fa supporre l’incrinatura del principio di uguaglianza davanti alla legge, lasciando l’uomo in posizione di inferiorità. Forse una vendetta postuma dinanzi a errori del passato, ma nulla la giustifica in società individualiste fondate sull’ideologia dell’uguaglianza. Sono sempre di più gli uomini che prendono atto della spiacevole realtà e rifuggono dagli impegni. Per quanto le statistiche siano variamente interpretabili, sino al 15 per cento dei suicidi potrebbero avere una relazione con i divorzi. Balza agli occhi la relazione tra l’enorme divergenza statistica tra i sessi e le legislazioni favorevoli alla donna. Aggravi economici pesanti, perdita di autostima, l’abbandono forzato dei figli, la difficoltà di vederli, la casa coniugale assegnata alla moglie in due terzi dei casi, l’intrusione non imparziale di figure come psicologi e assistenti sociali.

Se in principio la rivoluzione sessuale successiva al Sessantotto poté sembrare un paradiso per il maschio, le sue conseguenze non lo sono state affatto. L’introduzione degli anticoncezionali nelle relazioni di coppia, oltre a diminuire drasticamente la possibilità (e la volontà) di fecondazione, hanno generalizzato le relazioni sessuali occasionali, sporadiche, i giovani sono educati ad una sessualità come divertimento, intrattenimento quasi ludico privo di legami. La logica conseguenza sono generazioni è sempre più restie ad assumere impegni seri, stabili e meno ancora a tempo indeterminato. Pare che il mercato del lavoro precario faccia il paio con legami sentimentali brevi, precari, sentiti come provvisori, a scadenza.

Intanto, le attuali situazioni fattuali di inferiorità giuridica hanno generato un aumento della misoginia tra i giovani uomini. Ogni inchiesta seria segnala tale tendenza, nonostante l’orchestra mediatica progressista cerchi di negare o relativizzare dati che mettono in questione il modello vigente. Tra i suoi fattori emerge l’insistenza educativa su un’uguaglianza intesa non come pari opportunità, ma come negazione del dimorfismo sessuale della specie umana, ovvero della naturale diseguaglianza tra i sessi.

Intanto, mentre le mogli e i figli godono di sempre maggiori diritti, il maschio adulto li va perdendo. Non è quindi strano che nelle attuali circostanze gli uomini sentano una crescente riluttanza a prendere un impegno come il matrimonio, che produce in loro una sensazione di subordinazione e insicurezza. Il tema è delicato, richiede equilibrio, cautela e grande sensibilità. Ancora una volta, tuttavia, viene a galla l’incredibile eterogenesi dei fini di una società sottilmente ideologica come la nostra. L’ideologia è quella dell’identico in ogni campo, tranne naturalmente quello economico, dove le disuguaglianze più rivoltanti, disumane, immorali vengono giustificate, enfatizzate, poste come prova del “successo”. Uomini e donne non sono nemici né devono diventare tali. Sono creature complementari, le due facce dell’umanità, della natura, della creazione.

Esagerazioni o errori del passato vanno corretti, non sostituiti con ingiustizie di segno uguale e contrario. Ne va dell’umanità intera, in particolare di quella europea e occidentale, sottoposta da mezzo secolo a uno sconvolgente cambio di paradigma antropologico ed esistenziale, con il quale, tra altri spropositi, si sta distruggendo il senso virile della vita. Non crediamo che ciò corrisponda all’interesse femminile, ma a quello di chi ha ridotto i sessi, anzi i generi, due, quattro o ventidue, secondo le recenti follie mascherate da conquiste, ad altrettante variabili dipendenti di un Dio falso, bugiardo e esigentissimo, il Mercato. Divide et impera. Niente di nuovo sotto il sole, infine.

https://www.maurizioblondet.it/divorzi-suicidi-perdita-di-diritti-gli-uomini-non-si-sposano-piu/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #1 il: Maggio 22, 2018, 23:34:09 pm »
Citazione
Uomini e donne non sono nemici né devono diventare tali.
Penso che per questo sia già troppo tardi, non lo dico per me e nemmeno lo dico per enfatizzare, ma solo per essermi guardato intorno. Del resto i numeri sui rapporti di coppia sembrano darmi ragione. Bisognerebbe invece partire proprio dalla consapevolezza di uno stato di guerra tra i sessi (come in effetti è) per tentare di riportare pace. Cosa per nulla semplice, visto che sembra una condizione voluta da chi governa in occidente. Ma far finta di nulla certamente non servirà.
Blondet e compagnia prendano coraggio a quattro mani e parlino di malthusianesimo legato alle relazioni di coppia. Che con ogni probabilità è il motivo per cui, il busillis; non servono geni per capirlo.
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Vicus

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #2 il: Maggio 22, 2018, 23:46:33 pm »
Uomini e donne pur con i loro innati difetti tendono naturalmente ad essere complementari. Questo stato di guerra è mantenuto in vita con mezzi artificiali. Basterebbero leggi certe ed eque per cominciare a riequilibrare la situazione.
« Ultima modifica: Maggio 23, 2018, 00:40:23 am da Vicus »
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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #3 il: Maggio 23, 2018, 02:59:04 am »
Mi pare ovvio che Roberto Pecchioli ha preso molto da siti, blog e forum dedicati alla questione maschile,* per cui non è che stia dicendo qualcosa di nuovo.
Tuttavia mi piacerebbe sapere qual è la fonte secondo la quale:
Citazione
In soli vent’anni la percentuale di donne che considera il matrimonio molto importante è tuttavia aumentato di diversi punti, dal 28 per cento del 1997 al 37 del 2017.
perché a me non risulta.
Anzi, se dovessi basarmi solo sulla mia esperienza personale, dovrei concludere che la percentuale di donne che considera molto importante il matrimonio, è a dir poco crollata rispetto a 20 anni fa.

Inoltre, come ho già avuto modo di scrivere più volte in passato, ritengo le donne - e non i cosiddetti poteri occulti - le principali responsabili di tutto ciò.
Donne che se fossero veramente migliori degli uomini (così si narra...), in questa epoca avrebbero potuto realmente cambiare il mondo.
E invece niente.
Le suddette passano la loro esistenza a scimmiottare gli uomini, a denigrarli, a competere con loro e a rompergli quotidianamente i maroni.
Alla faccia della c.d. superiorità femminile.
Alla faccia del sesso superiore, dotato di una marcia in più e di un leggendario sesto senso, che però fa regolarmente cilecca.
...

@@

* Niente di male, intendiamoci, del resto ciascuno di noi ha preso qualcosa o molto da uomini che ci han preceduto.
Io compreso.

Offline Vicus

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #4 il: Maggio 23, 2018, 03:55:35 am »
L'interesse dell'articolo non sta nel dirci qualcosa di nuovo (siamo tra i pionieri della QM) ma nel far conoscere la QM su un sito generalista molto frequentato.
La mia impressione (che poi è quella di altri QMisti come MGTOW Italia, Homodus ecc.) è che le donne scoprono il matrimonio quando è tardi e hanno fatto ogni sorta di esperienza con uomini che non le cercano più.

Diversamente da Pecchioli, non penso che i poteri siano tanto occulti, avviene tutto sotto i nostri occhi. Ma le donne non sarebbero capaci di montare la macchina femminista, che richiede cordinazione, organizzazione e risorse. Altrimenti il femminismo si sarebbe affermato anche in  Arabia Saudita.
Se esprimono il peggio di loro stesse, è perché hanno un ampio supporto economico, legislativo e sociale per farlo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Fazer

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #5 il: Maggio 23, 2018, 08:30:16 am »
Triste vedere questa versione annacquata, diluita, di Roberto Pecchioli.
Solitamente potente, incisivo, diretto.
Un Grandissimo.
Stavolta però, procede cauto, si guarda le spalle, evita di calcare troppo la mano.
Anche lui, poveraccio, capisce che è meglio non sfidare troppo la sorte.
Una cosa è sfanculare pubblicamente banche, politici, presidenti della Repubblica, Europa, globalisti e sorosiani vari, altra cosa è parlar male dell'intoccabile Dea Femmina.
E quindi si, i maschi soffrono e bla bla, ma "naturalmente, nessuna tolleranza per attitudini violente e comportamenti da censurare", "esagerazioni o errori del passato vanno corretti", e via di questo passo.
Intendiamoci, grande Pecchioli anche solo per aver osato, ma pare gli manchi il coraggio o la consapevolezza necessari per ammettere, anche solo con se stesso, quello che definirei il nocciolo del FazerFrank pensiero, ovvero: ma qualche cazzo di colpa a 'ste femmine gliela vogliamo dare o no? Lo troviamo il coraggio, da uomini, di smetterla di giustificarle (ché è sempre colpa della società, dell'educazione etc.)?
Una vecchia Panda scassata di quattordicesima mano (che si crede una Ferrari nuova di fabbrica) improvvisamente si interessa al matrimonio ed è colpa della società? Ma scherziamo?
Anche noi del forum saremmo ampiamente giustificati e "supportati" da questa società di merda a comportarci come cercopitechi. Come mai non lo facciamo? Sarà che qualcosa (etica, morale, boh) ce lo impedisce?
Le donne, queste due paroline le conoscono?
No, certo, la società non gliele ha insegnate... :doh:

Offline Vicus

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #6 il: Maggio 23, 2018, 09:36:54 am »
Certo, Pecchioli poteva essere più esplicito anche se tra le righe dice questo, perché a divorziare e "favorire il conflitto" non è il giudice ma la moglie (visto che al marito, come dice anche lui, non conviene farlo).
Due attenuanti però gli si possono dare:
- B&F non è uno spazio quemmista dove certe cose sono scontate. Pecchioli sfida il politicamente corretto (presente ovunque tranne in siti come questo) per cui la donna è sempre una vittima innocente dell'uomo. In comunicazione (col solito termine inglese) si dice "frame", un atteggiamento creato da anni di bugie. Non si appare credibili ai lettori sfidando apertamente questa mentalità (cd. effetto boomerang sempre ben noto in comunicazione)
- Come ho avuto modo di vedere su Facebook, appena accusi le donne di qualcosa arrivano in massa a stracciarsi le vesti parlando di mariti che le hanno mollate per una di vent'anni più giovane abbandonandole coi pargoli, che non pagano il mantenimento lasciandole in miseria, che trascurano i figli e l'affido neppure lo vogliono, ecc. Alle peroratrici di questi "casi pietosi" sbatto sempre in faccia le cifre che dimostrano ben altra realtà, ma resta difficile accusare le donne di alcunché in modo credibile per il volgo.

Il merito maggiore dell'articolo è di aprire una strada (e con la ruspa) in un pubblico generalista, che finora conosceva soltanto la narrativa femminista. Scopo che si ottiene con un minimo di diplomazia, a sbancare tutto si ha ragione ma il pubblico si ribella.
« Ultima modifica: Maggio 23, 2018, 09:47:05 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline freethinker

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #7 il: Maggio 23, 2018, 09:42:53 am »
Triste vedere questa versione annacquata, diluita, di Roberto Pecchioli.
Solitamente potente, incisivo, diretto.
Un Grandissimo.
Stavolta però, procede cauto, si guarda le spalle, evita di calcare troppo la mano.
Anche lui, poveraccio, capisce che è meglio non sfidare troppo la sorte.
Una cosa è sfanculare pubblicamente banche, politici, presidenti della Repubblica, Europa, globalisti e sorosiani vari, altra cosa è parlar male dell'intoccabile Dea Femmina.
E quindi si, i maschi soffrono e bla bla, ma "naturalmente, nessuna tolleranza per attitudini violente e comportamenti da censurare", "esagerazioni o errori del passato vanno corretti", e via di questo passo.
Intendiamoci, grande Pecchioli anche solo per aver osato, ma pare gli manchi il coraggio o la consapevolezza necessari per ammettere, anche solo con se stesso, quello che definirei il nocciolo del FazerFrank pensiero, ovvero: ma qualche cazzo di colpa a 'ste femmine gliela vogliamo dare o no? Lo troviamo il coraggio, da uomini, di smetterla di giustificarle (ché è sempre colpa della società, dell'educazione etc.)?
Una vecchia Panda scassata di quattordicesima mano (che si crede una Ferrari nuova di fabbrica) improvvisamente si interessa al matrimonio ed è colpa della società? Ma scherziamo?
Anche noi del forum saremmo ampiamente giustificati e "supportati" da questa società di merda a comportarci come cercopitechi. Come mai non lo facciamo? Sarà che qualcosa (etica, morale, boh) ce lo impedisce?
Le donne, queste due paroline le conoscono?
No, certo, la società non gliele ha insegnate... :doh:

Sono perfettamente d'accordo con te, Fazer.
Finchè non la smetteremo permettere loro di accusarci di corresponsabilità in colpe che non abbiamo, finchè non diremo chiaro e tondo che le cose sono (ed erano anche in passato) molto diverse da come ce le vorrebbero raccontare i femministumi vari, non cambierà nulla.
Certo dire che la frase "prima le donne e i bambini", come prassi navale ha sempre significato: "ultimi gli uomini, che crepino pure!", non suona molto bene, ma è (ed è sempre stata) la cruda realtà. Con tutto il rispetto per i bambini. 
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline tasendir

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #8 il: Maggio 23, 2018, 10:04:28 am »
Forse ho una visione delle cose molto limitata,ma a me sembra che alla fine sia una questione di soldi.
Ogni guerra si è sempre conbattuta per denaro e col denaro.
[Compresa quella di Toria, Elena era solo una scusa IMHO.]
Per gli uomini nessuno pagherà mai, temo. Non simo un investimento.
Memento Audere Semper

Offline Vicus

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #9 il: Maggio 23, 2018, 12:29:40 pm »
Triste vedere questa versione annacquata, diluita, di Roberto Pecchioli.
Solitamente potente, incisivo, diretto.
Un Grandissimo.
Stavolta però, procede cauto, si guarda le spalle, evita di calcare troppo la mano.
Anche lui, poveraccio, capisce che è meglio non sfidare troppo la sorte.
Una cosa è sfanculare pubblicamente banche, politici, presidenti della Repubblica, Europa, globalisti e sorosiani vari, altra cosa è parlar male dell'intoccabile Dea Femmina.
E quindi si, i maschi soffrono e bla bla, ma "naturalmente, nessuna tolleranza per attitudini violente e comportamenti da censurare", "esagerazioni o errori del passato vanno corretti", e via di questo passo.
Intendiamoci, grande Pecchioli anche solo per aver osato, ma pare gli manchi il coraggio o la consapevolezza necessari per ammettere, anche solo con se stesso, quello che definirei il nocciolo del FazerFrank pensiero, ovvero: ma qualche cazzo di colpa a 'ste femmine gliela vogliamo dare o no? Lo troviamo il coraggio, da uomini, di smetterla di giustificarle (ché è sempre colpa della società, dell'educazione etc.)?
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Le donne, queste due paroline le conoscono?
No, certo, la società non gliele ha insegnate... :doh:
Comunque ho riportato questo commento da Pecchioli, non risponderà ma lo leggerà. E probabilmente migliorerà la prossima volta.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #10 il: Maggio 23, 2018, 18:48:15 pm »
Diversamente da Pecchioli, non penso che i poteri siano tanto occulti, avviene tutto sotto i nostri occhi. Ma le donne non sarebbero capaci di montare la macchina femminista, che richiede cordinazione, organizzazione e risorse. Altrimenti il femminismo si sarebbe affermato anche in  Arabia Saudita.
Se esprimono il peggio di loro stesse, è perché hanno un ampio supporto economico, legislativo e sociale per farlo.

Vicus, in Arabia Saudita, come in Afghanistan, Iran, Iraq, etc, c'è l'islam che detta le regole, indottrina le masse e compatta gli uomini.
Mentre in Occidente - ma in parte anche in Europa dell' est - non c'è nulla di tutto ciò.
In questa parte di mondo gli uomini sono a dir poco disgregati e le donne fanno il bello e il brutto tempo.
Le suddette non hanno bisogno di montare alcuna macchina femminista, per dettare legge in maniera invisibile, per così dire.
Per esser più chiaro: sui media, in TV, a scuola, etc, non si fa altro che parlare dell' orribile potere maschile, anche se poi, ad osservar bene, ci si rende conto chiaramente che in tutte le situazioni in cui scorrono la vita, la famiglia, le coppie, ai festini o in discoteca, a guidare il gioco dei sentimenti e del potere, che da quei sentimenti deriva, sono le donne e non certamente gli uomini.
A questo aggiungiamo pure che le donne si reputano superiori agli uomini (l'ho già scritto innumerevoli volte; ma va be'...), ragion  per cui lor signore e signorine non hanno la benché minima attenuante.
Chi è superiore non può essere manipolato da chi è inferiore.
Casomai è il contrario.


Citazione
Se esprimono il peggio di loro stesse, è perché hanno un ampio supporto economico, legislativo e sociale per farlo.

Ovvio, senza un terreno fertile non potrebbero farlo.
Resta il fatto che qui e ora quel terreno esiste e pertanto sono loro che fanno e disfanno.
Consequenzialmente sono le donne le principali responsabili dell' odierno sfacelo, non i c.d. poteri occulti.

Offline Red-

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #11 il: Maggio 23, 2018, 22:48:17 pm »
Io penso invece, così come Vicus ed altri, che le femmine da sole non avrebbero mai potuto montare una macchina così portentosa. E, sopprattutto, portarla avanti fino ai nostri giorni.
Per me è poco ma sicuro che c'è qualcuno dietro le quinte. Loro fanno solo le autiste. Ciò non le rende del tutto incolpevoli, sia chiaro, però cambia la visione del tutto.

Ps.
a me è piaciuto l'articolo postato. Mi domando solo come mai nessuno parli mai dell'effetto più evidente, palese e chiaro prodotto da tutto ciò che l'articolo descrive, sarebbe dire il crollo della natalità. A cui si collega, deduzione elementare, la questione malthusiana. Non ci credo che nessuno riesca a capirlo.
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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #12 il: Maggio 24, 2018, 00:28:32 am »
Red
Citazione
Io penso invece, così come Vicus ed altri, che le femmine da sole non avrebbero mai potuto montare una macchina così portentosa


Infatti io ho scritto altro.

Citazione
Le suddette non hanno bisogno di montare alcuna macchina femminista, per dettare legge in maniera invisibile, per così dire.


Red
Citazione
Per me è poco ma sicuro che c'è qualcuno dietro le quinte. Loro fanno solo le autiste. Ciò non le rende del tutto incolpevoli, sia chiaro, però cambia la visione del tutto.

Sono colpevoli e "non del tutto incolpevoli".

Poi va be', ognuno è libero di pensarla come vuole.
Tanto ho preso atto da tempo che a parte me, Fazer e pochissimi altri (compresi alcuni che non scrivono in questo forum), anche tra i quemmisti c'è la tendenza a deresponsabilizzare le donnicciole moderne e ad attribuire ai soli e soliti poteri occulti la causa di tutto l' odierno casino tra i due sessi, compresa la (presunta) manipolazione degli esseri superiori,* cioè le femmine della specie umana.


@@

*
Superiori ma manipolate.
Eccezionale.

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #13 il: Maggio 24, 2018, 00:43:53 am »
Scusa, ma sei tu che dici che sono superiori, io non l'ho mai detto.
Per essere chiari sul resto, io penso che sostanzialmente siano delle utili idiote. Anche colpevoli, si capisce.
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Frank

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Re: Divorzi, suicidi, perdita di diritti: gli uomini non si sposano più
« Risposta #14 il: Maggio 24, 2018, 01:17:42 am »
Red
Citazione
Scusa, ma sei tu che dici che sono superiori, io non l'ho mai detto.

...  :hmm:

Non lo dico io, ed inoltre mi pare(va) ovvio che non mi riferisco(riferissi) a te.
Red, ti occupi della QM da più tempo di me, perciò dovresti conoscere bene certe teorie ormai vecchie come il cucco.

http://razzismodemocratico.blogspot.it/2008/02/razzismo-democratico.html

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GIORGIO ALBERTAZZI: " GLI UOMINI SONO INFERIORI. SONO EREZIONEDIPENDENTI "
FEDELTA' E TRADIMENTI: L'INFERIORITA' DEL MASCHIO

Ieri al teatro Filodrammatici di Milano Giorgio Albertazzi, Lella Costa, Gianna Schelotto
hanno presentato il libro di Carlo Castellaneta "Le donne di una vita", editore Mondadori

Ieri al teatro Filodrammatici, davanti a un pubblico soprattutto femminile, pubblico in eta' di sogni d' amore dai 20 agli 80 anni, e' stato presentato da Giorgio Albertazzi, Lella Costa e Gianna Schelotto l' ultimo libro di Carlo Castellaneta "Le donne di una vita" (ed. Mondadori). La serata, che aveva il titolo malandrino "Gioie della fedelta' e piaceri del tradimento", si e' risolta in un' analisi di Stefano, il cinquantenne protagonista del libro, che in 308 pagine affronta il suo turbolento passato amoroso raccontando appunto le donne della sua vita. Donne che si sono ben guardate dal comparire a quel sezionamento dell' anima e del corpo. Deliziosamente assorta sedeva invece, in seconda fila, l' ultima compagna dello scrittore che chiaramente tentava d' imparare la lezione per non entrare anche lei presto a far parte delle donne della vita passata. Stefano e' piaciuto ai relatori. La Schelotto l' ha definito un uomo coraggioso che finalmente ha la forza di guardarsi dentro. "Quando un amore va male le donne si raccontano, gli uomini mai. Ci voleva uno che cominciasse". Visto che il pubblico era in maggioranza femminile Giorgio Albertazzi [Biografia] non ha perso il colpo di conquistarsi la sala ed ha esordito con un "Gli uomini sono inferiori. Sono erezionedipendenti". Le signore che avevano l' aria di saperla lunga si sono soffermate piu' sul travaglio psicologico denunciato da Castellaneta: "Sono fedele fino a quando sono innamorato. Poi conscio di aver dato quello che avevo da dare sono spietato". Irresistibile Lella Costa ha concluso fra le risate del pubblico: "Stefano ha confermato la mia idea. Gli uomini da noi vogliono una cosa sola. Il piu' delle volte non sanno che farsene".

Sotis Lina - 23\11\1993 - [Pagina 17 - (Corriere della Sera)]



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" Hanno più agilità intellettiva. Sono più duttili, curiose, serie e competitive. "
SHAKESPEARE OGGI SAREBBE UNA DONNA

ROMA (m.g.) - "Shakespeare, fosse stata donna ai suoi tempi, non avrebbe scritto nulla. Non
sarebbe stata... Shakespeare. Oggi, sì". Luigi Maria Lombardi Satriani [Biografia] , docente di antropologia culturale e di etnologia alla Sapienza, ha sotto gli occhi, in aula, il sorpasso delle donne. Sono più intelligenti? "Hanno più agilità intellettiva. Sono più duttili, più curiose, più serie, più competitive. I maschi? Cercano una complicità amichevole. A volte, però, soffrono di un eccesso di spregiudicatezza femminile. E allora si coalizzano fra loro". Per ributtarle ai margini? "Ci provano, a ricacciarle nello stereotipo della femminilità come unica carta da giocare nella vita. Qualcuna ci sta, ma la maggioranza no. Il riscatto femminile non è più borghese elitario, come nel ' 68. È massiccio, generalizzato". Lei si fida più delle colleghe donne? "No, ma so che da loro posso ottenere più impegno e creatività". Matematica e scienza non sono più "tabù" per le donne. "Una volta i maschi sostenevano che la razionalità non è femmina perché il ciclo mestruale la mette a rischio. Chi ancora avesse dubbi, pensi a Rita Levi Montalcini". Qual è l' handicap delle ragazze intelligenti? "Rassegnarsi a un' opinione che non condividono: che il corpo, in fondo, sia l' unica strada per avere il consenso maschile".

Autore dell'articolo: Non specificato - 27\11\2000 - [(Sezione: CRONACA) - Pagina 10 - (Repubblica)]


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PIGRI, EGOISTI, INCAPACI DI DIALOGO E FISSATI CON IL SESSO
PIETA' PER GLI UOMINI. Parola di femminista

Un' indagine mette sotto accusa i maschi: pigri, egoisti e
incapaci di dialogo. Ma la scrittrice Fay Weldon li difende.

In Inghilterra, racconta il "Guardian", sempre meno coppie desiderano figli maschi, perche' i maschi sono piu' difficili da educare, piu' disordinati, violenti o prepotenti, perche' molto piu' delle femmine rischiano di morire, per incidenti di moto o auto, per risse o droga, prima dei 25 anni, perche' a scuola prendono voti peggiori delle loro compagne, perche' piu' difficilmente trovano lavoro, perche' raramente accettano di accudire gli anziani genitori e perfino perche' sono piu' difficili da accasare: i maschi sono pigri, egoisti, incapaci di dialogo, fissati con il sesso, dicono le giovani donne. Per non parlare della crisi generale nella quale sta precipitando il maschio, sfiancato da anni di femminismo, impaurito, frustrato, insultato e che neppure sul lavoro riuscira' a mantenere il suo predominio. Proiezioni annunciano che tra vent'anni in Inghilterra ci saranno piu' donne che uomini nelle fasce alte delle professioni e la differenza salariale comincera' a penalizzare i maschi. L'allarme non viene da un uomo, ma da una donna, la scrittrice Fay Weldon, femminista di provata fede e autrice di un feroce e divertente romanzo sui rapporti tra i sessi ("Vita e amori di una diavolessa", Feltrinelli). "Pieta' per gli uomini - chiede adesso - Avevamo combattuto contro le ingiustizie, non per una nuova oppressione e tantomeno per una vendetta". Questa e' l'Inghilterra, non ancora l'Italia. Tuttavia i prodromi di quello che potrebbe avvenire gia' si fanno sentire. Non sono forse le rubriche di posta sui giornali invase da messaggi di lettrici che si lamentano: gli uomini sono tutti pigri, egoisti, incapaci di dialogo, fissati con il sesso?

Bossi Fedrigotti Isabella - 10\12\1997 - [Pagina 33 - (Corriere della Sera)]



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UOMO FRA I 25 E I 44 ANNI - SINGLE DEGLI ETERNI, IMPAURITI RAGAZZI
IL NUOVO SINGLE ? UOMO FRA I 25 E I 44 ANNI.
IL SORPASSO DEGLI ETERNI, IMPAURITI RAGAZZI.

[...] Dove sono al netto dei gay tutti questi uomini, e perchè non si accasano con simpatiche coetanee? Dove e chi sono si sa, a pensarci. Sono gli eterni ragazzi esasperanti; i lasciati dalla moglie diventati serial killer per vendetta; quelli grazie ai quali le morose di maschi sposati si giustificano dicendo "gli uomini ancora liberi sono tutti psicopatici"; quelli con problemi sessuali (in aumento), i mammoni (stabili) i raramente fidanzati che scaricano pornografia da Fastweb; quelli che motivano lo scaricamento con la scarsità di ragazze affidabili, non troppo prese da se stesse e dal lavoro - lamento maschile classico - e disinteressate. Lamento maschile storico di nuovo di moda. In questi giorni - autocitazione, chi scrive lo modera - il "avanti Pop" del Corriere.it è pieno di messaggi di singoli infuriati con le donne che badano ai soldi, alle vacanze di lusso, alle Suv; e che, dicono, come marito vorrebbero un commercialista. Al netto delle smentite femminili e dei nervosismi in periodo di tasse: c'è un pò di verità o una proiezione da maschi impauriti ? Certo se va così , con la recessione continueranno ad esserci molti s-coppiati in giro, anche commercialisti, visto che possono scegliere.

Maria Laura Rodotà - 26\05\2005 - [Corriere della Sera]


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SUPERIORITA' FEMMINILE - FIN DALL' INFANZIA
Gb: bambine più intelligenti di maschietti già all'asilo

LONDRA - Le bambine sono più intelligenti dei bambini e hanno un apprendimento più veloce già all'età di quattro e cinque anni quando sono ancora all'asilo. È quanto emerge da un nuovo progetto sperimentale di statistiche realizzate dagli insegnanti nelle scuole inglesi che è stato però criticato come eccessivamente burocratico dai sindacati degli insegnanti.

I dati si basano su una serie di 117 punteggi dati ad ogni bambino divisi in 13 categorie che giudicano l'apprendimento del piccolo secondo parametri come sviluppo personale, sociale, comportamentale, abilità numeriche, di scrittura e comprensione del mondo esterno. [...]

Autore dell'articolo: Non specificato - 24\06\2004 - [Italy.indymedia.org]


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LA STRUTTURA DEL CERVELLO FEMMINILE RENDE LA DONNA DOMINANTE SULL'UOMO
UOMO FATTI PIU' IN LA' IL POTERE SARA' DONNA

"Il terzo millennio si veste di rosa. Dominatrici nel lavoro, nel sesso e nella famiglia, le donne finiranno per relegare i maschi in una riserva piena di agi da cui potranno assistere ad una società gestita dal "gentil sesso". A rendere la donna dominante sull'uomo la struttura del suo cervello, come dimostrano quattro studi condotti presso le università di Roma, Napoli, L'Aquila e Genova. "La comunicazione tra l'emisfero destro e sinistro - ci informa Paolo Pancheri, psichiatra all'Università La Sapienza di Roma, nel corso del convegno "Cervello maschile e femminile" - è più rapida e completa nel sesso femminile". Questo consente una migliore integrazione tra pensiero ed emotività, sensibilizza e potenzia i processi di intuizione nella risoluzione dei problemi e stempera la rigidità sequenziale del pensiero maschile. Più attiva anche la parte del lobo frontale del cervello che soprintende al comportamento e alla valutazione critica. "Queste differenze - afferma Pancheri - suggeriscono una maggiore possibilità di adattamento e sopravvivenza della donna, anche in virtù del fatto che il cervello femminile ha programmi riproduttivi più complessi in grado di ottimizzare il prodotto del concepimento e migliorare la specie".

Autore dell'articolo: Non specificato - 28\05\1999 - [Repubblica]


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IL CERVELLO DELLE DONNE STA SUPERANDO QUELLO DELL'UOMO
LE DONNE SONO PIU' INTELLIGENTI NEL 2000 IL SORPASSO SULL' UOMO

ROMA - Idee più lucide, riflessi più veloci, maggiore capacità di creare connessioni fra gli eventi. In sintesi, più intelligenza. Il cervello delle donne sta superando quello dell' uomo. E il terzo millennio sarà dominato da loro. Lo rivela uno studio condotto da ricercatori italiani che per diversi anni hanno preso in esame dati biologici e sociali. Il risultato sarà presentato a fine mese a Roma dagli stessi studiosi. "Il sorpasso della donna sull' uomo - anticipano i ricercatori - è tanto imminente che si può ipotizzare un solo protagonista sul palcoscenico del prossimo millennio: la donna, con l' uomo in uno stato di sudditanza". Secondo un altro studio sul cervello, realizzato da ricercatori inglesi, le donne hanno una più alta percentuale di materia grigia degli uomini anche se il cervello maschile ha dimensioni più grandi: i due sessi sono comunque dotati di pari abilità intellettuali, nonostante le differenti "taglie" cerebrali. Il cervello maschile - sostengono Ruben e Raquel Gur sull' autorevole "Journal of Neuroscience" - presenta rispetto a quello femminile una più alta densità di materia bianca, composta dalle estensioni a forma di dito delle cellule cerebrali. Quello femminile, rispetto a quello maschile, ha invece più materia grigia: ovvero più parti centrali delle stesse cellule. "La materia grigia - spiegano i due studiosi - è più attiva di quella bianca: di conseguenza, il cervello femminile, anche se più piccolo di quello maschile, ha una composizione più efficiente".

Autore dell'articolo: Non specificato - 20\05\1999 - [(Sezione: CRONACA) - Pagina 19 - (Repubblica)]


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Gran Bretagna, la BBC annuncia " L' irresistibile ascesa delle donne "

Le studentesse di oggi destinate a occupare i posti chiave nella societa' al posto dei maschi

LONDRA - Cari uomini, preparatevi a cedere il passo alle donne. Non per cavalleria, ma perche' l' epoca della supremazia del maschio sta definitivamente per chiudersi: le studentesse di oggi sono destinate a occupare i posti chiave della societa'. Altro che sesso debole: le ragazze sono in media decisamente piu' intelligenti e studiose dei ragazzi. Questa volta "e' provato", assicura la Bbc. E non sara' facile contestare i dati della televisione britannica, da sempre presa ad esempio per l' autorevolezza ed il valore scientifico delle sue trasmissioni culturali. Proprio in una di queste e' stata prevista "l' irresistibile ascesa delle donne", sulla base dei risultati di complesse ricerche ed accurate statistiche. E gia' noto da tempo - e comunemente accettato - che lo sviluppo intellettuale delle femmine e' piu' precoce. La frase "le bambine maturano piu' in fretta" e' un luogo comune tra i piu' banali. Ma finora una societa' maschilista aveva permesso ai ragazzi di recuperare senza difficolta' il "ritardo" e raggiungere quasi sempre livelli superiori, in campo professionale e in termini di prestigio. Molti indizi rivelano che presto non sara' piu' cosi' . Alcuni dati sono incontestabili. Quest' anno, ad esempio, le ragazze che hanno conseguito la maturita' nei licei britannici sono state per la prima volta piu' numerose dei ragazzi. E presto sara' lo stesso anche nelle universita' , dove solo vent' anni fa c' era solo una donna ogni dieci laureati. Ma alcuni autorevoli studiosi invitati alla trasmissione della Bbc sono andati ben oltre i numeri delle statistiche. "Da un po' di tempo a questa parte - ha affermato il professor Richard Kimball, della London University - le femmine si dimostrano molto piu' dotate dei maschi. Tra i migliori studenti di ogni facolta' quasi due terzi oggi sono donne". E un esperimento condotto con speciali sensori avrebbe dimostrato che il cervello delle donne funziona meglio e piu' rapidamente di quello degli uomini.

Autore dell'articolo: Non specificato - 26\10\1994 - [Pagina 9 - (Corriere della Sera)]


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DONNE GENETICAMENTE PIU' INTELLIGENTI DEGLI UOMINI
L' INTELLIGENZA E' DONNA MERITO DI QUELL' "X"

SIDNEY - Le donne, secondo due ricercatori australiani, sono geneticamente più intelligenti degli
uomini: o meglio, meno esposte dei maschi al rischio di presentare ritardi mentali. Lo sostengono i professori Gillian Turner, dell' ospedale pediatrico di Sidney, e Joun Mulley della clinica pediatrica di Adelaide. In uno studio finanziato dal consiglio nazionale australiano della ricerca medica, i due professori sostengono che, in base alle loro ricerche, l' intelligenza ha una sua base genetica sul cromosoma X, sul quale dei geni presiederebbero ad alcune delle funzioni più elevate dell' attività cerebrale. Turner e Mulloy affermano di avere individuato l' ubicazione di uno dei geni addetti a queste funzioni, appunto sul cromosoma X, e di avere da ciò ricavato la convinzione di avere scoperto perché i maschi soffrono più spesso delle femmine di ritardi mentali: le donne, infatti, dispongono di ben due cromosomi X, e se uno dei geni è difettoso, c' è sempre un gene di ricambio per sopperire alle loro eventuali deficienze. Al posto della doppia X che caratterizza il gentil sesso, i maschi invece dispongono di una XY, e quindi di un solo cromosoma X: con la conseguenza che se il gene intelligente è difettoso, il maschio non ha nulla con cui sostituirlo e dovrà rassegnarsi al cretinismo. I due medici affermano nella loro relazione di avere individuato l' ubicazione del gene esaminando i profili genetici di 180 persone, membri di quattordici famiglie nelle quali molti maschi soffrivano di gravi forme di ritardo mentale. Alcune delle donne di questi gruppi familiari avrebbero dimostrato di essere portatrici sane, disponendo nel loro patrimonio cromosomico di una X col gene difettoso, ma anche di un cromosoma sano: non soffrirebbero quindi di ritardi mentali, ma potrebbero trasmettere ai loro figli maschi il cromosoma contenente il gene difettoso, che in assenza di ricambi renderebbe manifesto il disturbo nel figlio. La scoperta dei due medici australiani è stata accolta con un certo scetticismo negli ambienti dei genetisti e in quelli dei neurobiologi. Per gli scienziati, infatti, è difficile ipotizzare un gene dell' intelligenza, essendo questa in gran parte prodotto di fattori ambientali, delle connessioni sinaptiche che si producono nel corso dello sviluppo, a loro volta innescate dai condizionamenti sociali e culturali. Diverso naturalmente il discorso sui ritardi mentali, che possono spesso avere origine genetica: è probabile, si dice, che i due ricercatori abbiano individuato un gene portatore di disturbi strutturali mentali allocato sul cromosoma X, che trasmesso alla prole maschile ha maggiori possibilità di rendersi manifesto. Forse non è vero che le donne siano geneticamente più intelligenti degli uomini, ma questi ultimi hanno più possibilità di divenire deficienti.

Autore dell'articolo: Non specificato - 06\06\1991 - [(Sezione: CRONACA) - Pagina 25 - (Repubblica)]

* Nota per i Lettori *
Nell'articolo sono state evidenziate (in rosso)
le frasi con il più alto contenuto misandrico.
DONNE PIÚ INTELLIGENTI, SICURE E BRAVE A SCUOLA
"RINASCERE FEMMINA? MAGARI..."

PER SEI su dieci adolescenti, femmine e maschi, il vantaggio dell' essere donne è sicuro:
più intelligenti, sicure, brave a scuola. Mentre le ragazze che si augurerebbero di risvegliarsi
nei panni di un maschietto vedono con favore allontanarsi la schiavitù del cibo e del look.
«Lo vivono come un fatto transitorio, poi per fortuna si svegliano, dicono in molti»
chiarisce la psicologa Gianna Schelotto [Biografia], che ha promosso la ricerca, che sarà
presentata a Genova il prossimo 10 marzo con I Buonavoglia. A PAGINA XI

Autore dell'articolo: Non specificato - 29\02\2008 - [(Sezione: GENOVA) - Pagina 1 - (Repubblica)]


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MA LE DONNE SONO MEGLIO!

ROMA - "Non si può avere tutto dalla vita, ma neanche niente però". La frase non è tratta dalla
piccola enciclopedia dei motti celebri, ma è il titolo della rubrica di Marisa Laurito [Biografia] che
andrà in onda, a partire dal prossimo 9 marzo, sulle radio del circuito Sper. Sono 146 emittenti,
distribuite su tutto il territorio nazionale, che già da qualche anno hanno sperimentato un programma
del mattino (dalle 9 alle 11) dal nome Obiettivo donna. Lo ripropongono ancora una volta, con una
veste parzialmente nuova e con tante rubriche diverse. Se Obiettivo donna parlerà al pubblico
femminile di dietetica, moda, cosmesi, cronaca, cultura, la Laurito ha preso per sè un incarico
diverso. Nei cinque minuti della sua rubrica che andrà in onda tutti i giorni per trecento puntate,
realizzerà una sorta di "candid camera" radiofonica. Si servirà soprattutto del telefono, ma anche di interviste fatte ai passanti per strada, per fare emergere alla luce del sole il vero mondo delle donne. E lo farà attraverso le parole delle donne e anche quelle degli uomini. Una Laurito femminista? Lei non usa questo termine sul quale d' altra parte ormai la confusione è grandissima. Però spiega: "Amo il mondo delle donne ed è perciò che, nonostante gli impegni, ho accettato di avere un ruolo fisso nella trasmissione. In realtà ho sempre pensato che noi donne siamo superiori agli uomini". Poi, temendo di essere fraintesa aggiunge: "Non parlo del cervello naturalmente, intelligenti e scemi sono categorie che attraversano i due sessi. Però è certo che le donne, allevate alla sofferenza, acquisiscono presto una forza interiore che la maggior parte degli uomini non ha". Ma in Obiettivo donna discorsi di stampo così serio non ce ne saranno. "La mia sarà una "telefono-novela" divertente, piacevole e un po' demenziale" dice ancora Marisa. "Per strada mi riconoscono quasi sempre e perciò userò di più il collegamento telefonico. La Sper ha predisposto tutto un macchinario qui in casa mia e io ho già cominciato a registrare le prime puntate. Che risate! Ho fatto anche litigare una intera famiglia intervistandone separatamente tutti i componenti! Incredibile a dirsi, ma padre, figlio e perfino il nonno, alla domanda che pensate delle donne, hanno risposto che sono tutte puttane. Quando l' ho detto alle loro donne, non sapete che rissa e quante preghiere di non mandare in onda!" E il fatto di iniziare il giorno successivo a quello della festa della donna è simbolico? "Un po' sì, ma che delusione scoprire che la maggior parte della gente non sa ancora cosa sia l' 8 marzo".

Autore dell'articolo: Non specificato - 26\02\1987 -
[(Sezione: RADIO E TELEVISIONE) - Pagina 27 - (Repubblica)]


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LE DONNE SONO SUPERIORI
DONNA È MEGLIO, IL GIOVANE MASCHIO PERDE IL CONFRONTO

Sono superiori gli uomini o le donne? Io personalmente non ho dubbi: oggi le donne sono superiori. Negli ultimi decenni hanno dovuto superare difficolta' incredibili per entrare nel mondo del lavoro, per farsi accettare alla pari, per abbattere i pregiudizi e l' arroganza maschile. Hanno combattuto su cento fronti e hanno imparato a fare moltissime cose contemporaneamente. La donna lavora, studia, legge, si tiene informata, si occupa della sua casa, della pulizia, della bellezza del suo corpo, dei suoi capelli, del suo trucco, ma anche dei figli, dei rapporti emotivi, degli amici. Crea un tutto armonico fisico e psichico, un ambiente vitale. L' uomo non sa farlo. Per questo, senza l' aiuto di una madre o di una moglie, non riesce a sopravvivere. Quando resta solo la sua casa diventa una caverna. Quando va in pensione crolla e, senza una donna che lo aiuta, si abbrutisce e muore. Il maschio separa gli ambiti vitali. Da un lato la sessualita' , dall' altro la tenerezza, da un' altra parte ancora i figli. L' erotismo femminile invece ingloba tutto: l' uomo, il figlio, la casa, i vestiti, i fiori, le luci. Il puro rapporto sessuale e' percio' per lei meno importante, mentre l' uomo ne e' schiavo, ossessionato. Le dive porno, come delle brave mamme, cercano di soddisfare, almeno nella fantasia, questa sua avidita' infantile. Le donne sono decisamente meno aggressive degli uomini. Non organizzano bande di rapinatori, non vanno in giro a compiere vandalismi, non amano la guerra, non urlano, non lanciano insulti. Tendono a costruire, ad armonizzare. Guardate la pubblicita' dei giocattoli alla televisione. I maschi cercano carri armati, armi spaziali, samurai e guerrieri Ninjia con scontri, esplosioni, duelli. Le bambine giocattoli che riproducono tutte le situazioni dalla vita adulta, se stesse, il bambino, la casa, l' uomo amato, la famiglia, i viaggi, l' ufficio, le feste. Oppure oggetti deliziosi e delicati come un cavallino dalla lunga criniera bionda. A dieci anni la bambina ha gia' imparato a gestire le piu' importanti relazioni amorose della sua vita. Arrivata alla puberta' potrebbe mandare avanti una casa come la sua bisnonna. Il maschio della stessa eta' e' un essere primitivo, scoordinato e ben poco attraente. E infatti le ragazzine sognano i cantanti, gli attori, i divi, cioe' personaggi piu' ricchi di vita, piu' interessanti per loro. E li studiano, esaminano il loro carattere, li valutano sotto tutti gli aspetti. Hanno un progetto ideale di vita amorosa, famigliare e sociale. Poverette. E' incredibile quanto poco sappiano e capiscano i giovani maschi. Di solito non hanno gusto nell' abbigliamento, non sanno decifrare i gesti e i sentimenti delle loro compagne, non riconoscono nemmeno la bellezza femminile. Quando fanno bene una cosa pensano di aver esaurito ogni dovere, e si aspettano solo applausi e riconoscimenti. Anche gli uomini migliori tendono a concentrarsi su un solo campito, e ottengono grandi risultati attraverso l' eccesso, la dismisura. E' una strada che puo' condurre alla violenza intellettuale o fisica. La storia e' piena di filosofi e di inquisitori fanatici, di despoti senza sentimenti morali. Di personalita' unilaterali. E' per questa tendenza alla dismisura che gli uomini riescono bene nel comico. Si deformano, si rendono grotteschi, mostruosi. Le donne no, cercano sempre di conservare un minimo della propria integrita' , della propria armonia. E nel mondo moderno, rimpicciolito, sovrappopolato, fragile non abbiamo bisogno di eccessi e di violenza, ma proprio di armonia. Domani un libro in regalo con il Corriere "Guidare sicuri": piacevole guida al nuovo codice.

Alberoni Francesco - 11\01\1993 - [Pagina 1 - (Corriere della Sera)]



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VINCITRICI E VINTI

Maternita', altruismo, talento e amore: con le armi di sempre lei ha sbaragliato il maschio.
Qualcuno teme il ritorno al matriarcato, ma le post femministe replicano: " e' solo il Bene
che finalmente si impone sulle forze del Male " . E cosi' , per gli uomini, non resta altro che
partecipare a mesti raduni di autocoscienza e piangere il potere perduto.

NEW YORK - Le donne sono migliori degli uomini? Si scrive questa domanda e gia' si immagina la lettrice sorridente, "certo, che scoperta!" e il lettore un po' seccato "ma che sciocchezze adesso?". Eppure la questione sta impegnando in America filosofi e saggiste, studiose e giornaliste. La rivista "The Nation" dedica la sua copertina all' interrogativo: "Le donne sono moralmente superiori agli uomini?", mentre "Utne Reader", il piu' intelligente mensile statunitense, offre la prima pagina al tema "Uomini e donne: possiamo andare d' accordo, o non vale la pena di tentare?". I rotocalchi lanciano le basi di pettegolezzo al dibattito culturale, Anna d' Inghilterra divorziata e risposata, Andrea e Sarah lontani, Carlo e Diana gelidi, Edoardo, l' ultimo rampollo, misogino, Woody e Mia in odio, il giovane Kennedy e il pugile Tyson processati per stupro, il giudice Thomas accusato di molestia sessuale, la teorica Camille Paglia che predica l' ineluttabilita' della violenza carnale. Mai come ora i segni di Marte e Venere sembrano opporsi, detestarsi, scontrarsi. Ed ecco arrivare in libreria eruditi tomi che spiegano come la guerra dei sessi si fondi sulla superiorita' delle donne, creature migliori dell' uomo e vittime, sempre meno imbelli, della sua dittatura. La filosofa Carol Gilligan, autrice del best seller In a different voice, sostiene che la supremazia etica delle donne deriva da un differente criterio di scelta: gli uomini decidono secondo la "morale dei diritti", le donne secondo la "morale della compassione". Un uomo tende al gelo della legge, chi ha torto e chi ragione, la donna al calore della pieta' , chi ha sofferto di piu' ? Prove della tenerezza intrinseca nella condizione femminile sono il ruolo materno, i giochi non aggressivi delle bambine, l' eccellere delle donne nelle professioni dedite agli altri, maestre, infermiere, fisioterapiste. A chi invoca gli esempi d' acciaio di Golda Meir, Indira Gandhi e Margaret Thatcher, Gilligan replica che sono gli uomini a stabilire le regole della politica e dunque solo donne con carattere "maschile" raggiungono il potere, le altre restano a irradiare tenerezza in casa o sul lavoro. Il successo delle confortanti teorie di Carol Gilligan si spiega facilmente, da una parte fa leva sul senso di colpa maschile, dall' altra e' deliziosa conferma per l' identita' femminile, "diversa perche' migliore". La tesi accademica e' popolarizzata da un libretto che sta avendo un' enorme diffusione You just don' t understand, non capisci davvero, scritto da Deborah Tannen per scoprire come mai Lui e Lei parlano linguaggi opposti. Quando Lui parla cerca di farsi ragione, non ascolta, tende a cospargere il dialogo di trappole, misura "chi ha vinto e chi ha perduto". Lei, invece, vorrebbe comunicare, capire, intendersi ed esce amareggiata, isolata, umiliata dallo scontro verbale. Lui e Lei, spiega la Tannen, non si capiscono perche' esprimono culture diverse, come un Ayatollah faticherebbe a dialogare con Moana Pozzi. Non solo le donne sono diverse, argomentano Tannen e Gilligan, sono anche migliori. La spiegazione piu' razionale viene dalla filosofa Sara Ruddick, autrice di "Maternal thinking", pensiero materno, il debutto della Mamma tra Platone, Kant e Hegel. A giustificare la supremazia morale delle donne non c' e' , secondo la Ruddick, un fattore genetico, non dobbiamo accusare o elogiare il Dna per i comportamenti diversi tra maschietti e femminucce, ma l' esperienza materna. Restare incinta, portare il figlio in grembo, partorire, nutrire il poppante, svezzarlo, cambiarlo, rende la donna assai piu' sensibile ai bisogni degli altri di quanto un uomo, impegnato nel freddo mondo della competizione sul lavoro, riuscira' mai a essere. Se il Padre accettasse di prendersi cura dei pargoli, potrebbe diventare una Madre, scrive la Ruddick, cosi' come una Madre professionista, distante e indaffarata, rischia di trasformarsi in Padre, vocabolo che denota vizi e non virtu' : egoismo, grettezza, sterilita' affettiva. Cambia la ragione, non l' esito: per Gilligan e Tannen le donne sono moralmente superiori agli uomini per genetica, per la Ruddick vince l' educazione, ma che Eva sia di gran lunga migliore di Adamo nessuno dubita. Contro la volgare divisione del mondo in razionalita' maschile e irrazionalita' femminile, sorge l' Arcadia della cura Materna, opposta alla violenza del mondo Paterno. A dare dignita' storica alla Donna Stella Polare, arriva da Harvard la studiosa Theda Skocpol, da tempo considerata la piu' importante scienziata sociale d' America. Nel suo volume: "Protecting soldiers and mothers: the political origins of social policy in the United States" (proteggere soldati e donne: origini politiche della legislazione sociale negli USA, edito da Harvard University Press) la Skocpol scrive: la vera differenza tra Stati Uniti ed Europa sta nell' assistenza sociale del nuovo continente, che dal 1830 assicura benessere e promozione sociale agli ex combattenti e alle donne. Solo grazie al movimento delle donne, gia' dall' Ottocento, i politici americani si convinsero a creare quello che la Skocpol definisce "un welfare state matriarcale". Mentre le donne francesi, tedesche e italiane ancora pativano in cucina, Rheta Childe Door, protofemminista americana, scriveva nel 1910: "Il posto della donna e' in casa, vero, un luogo comune da cui nessuna donna dissentira' . Ma la Casa non finisce tra le quattro mura della propria abitazione, Casa e' la comunita' . La citta' piena di gente e' la Famiglia. La scuola pubblica e' la stanza dei bambini. E la Casa comunita' , la Famiglia citta' e la Stanza dei bambini scuola hanno tanto bisogno della loro Madre". Sentenza dopo sentenza, legge dopo legge, scatto di pensione e salario anno per anno, Theda Skocpol documenta in 714 pagine come gli Stati Uniti abbiano creato, in parrocchia, sezione di partito, associazione delle Vedove di Guerra, il "matriarcato sociale" che ha difeso generazioni di donne e sostenuto una lobby femminile, immensa e nascosta. Non solo le donne sono migliori degli uomini, geneticamente o per cultura, ma hanno partorito l' assistenza sociale d' America, vera e profonda radice che assicura agli USA stabilita' e ricchezza che continuano a mancare all' Europa, ideologica, balcanica, faziosa e maschile. La battaglia per l' uguaglianza e' finita, agli uomini non restano che i piagnucolosi raduni organizzati dal poeta Robert Bly, dove energumeni tinti con i colori di guerra si abbracciano e baciano seminudi alla ricerca del "Padre perduto". Gilligan, Tannen, Ruddick, Skocpol disegnano un mondo, biologico, storico e emotivo, in cui il Bene deriva sempre dalle donne e il Male dagli uomini. E le aule universitarie, come le classifiche dei libri, si schiudono attente. Stona, nel coro, la polemica di Karen Lehrman, impegnata a finire un ponderoso tomo sul "Futuro del femminismo": in un' epoca in cui i politici maschi finiscono a ripetizione accusati di molestie sessuali, le femministe devono riconoscere che alcune donne usano il sesso per la loro carriera personale. Sul "Washington Post" la Lehrman cita la lobbista in minigonna di leopardo, la funzionaria progressista che elenca gli amanti senatori nei colloqui di lavoro, la cronista che amoreggia a caccia di interviste e notizie, "parliamoci chiaro, femministe, non solo c' e' complicita' da parte di alcune donne in parlamento, ma c' e' anche chi considera sesso e sessualita' legittime armi professionali... e quando una donna usa il sesso come merce di scambio con un uomo, finisce sempre con il danneggiare le altre donne". Impiegare "il sesso anziche' il talento", argomenta la Lehrman, perpetua il maligno equivoco del Senatore Porcellone, sii gentile e farai carriera. Ma dove finisce cosi' la superiorita' morale della Madre? Il mensile "Utne Reader" se lo chiede da pagina 52 a pagina 82, tra grandi firme e citazioni, ma la risposta e' evanescente: Uomini e Donne possono andar d' accordo?

Riotta Gianni - 07\01\1993 - [Pagina 23 - (Corriere della Sera)]