Il senatore Pillon propone un DDL sulla bigenitorialità, con alcune caratteristiche rilevanti:
- pari tempo di frequentazione del minore (con una soglia minima di 12 giorni al mese) da parte dei due genitori
- stop all'assegnazione della casa coniugale
si tratta di obiettivi assolutamente rilevanti, perchè rispondono a criteri di equità da un lato e perchè metterebbero fine alla guerra tra coniugi conseguenti a separazione e divorzio.
Ora: nel DDL ci sono anche altre cose (ad esempio la mediazione obbligatoria) in allegato trovate una valutazione tecnica di un legale di una organizzazione di famiglie. È possibilissimo che ci siano attriti, incongruenze, difficili conciliazioni tra una norma e un'altra.
Però:
- le organizzazioni maschili si stanno a mio parere muovendo in modo demenziale: anzichè sostenere in modo entusiastico la prima porposta legislativa che va nella direzione giusta, vanno a cercare il pelo nell'uovo. Va bene, non è detto che si arrivi là dove si vuole arrivare, è possibile che tutto resti come prima, è possibile (o forse certo) che ci sarà qualcosa da migliorare, MA, PORCA MISERIA, VOGLIAMO MUOVERCI O VOGLIAMO RESTARE FERMI?
- le organizzafioni femministe e LBGT invece si muovono in assoluta coerenza per conservare i privilegi e lo strapotere femminile nel campo delle separazioni.
In questa sede mi interesserebbe evidenziare alcuni argomenti del fronte avverso:
La lotta all'
Alienazione Parentale. Posto che solo i folli possono negare il tentativo da parte degli ex-coniugi di influenzare i figli a proprio favore e che questa manipolazione il più delle volte viene effettuata con un certo successo dalle madri, [Infatti anche le femmiste riconoscono che :" Il che non significa che non esistano genitori che spingono i figli ad odiare l’ex partner, oppure che durante o dopo un divorzio non si assistano a “contese di fedeltà” tra mamme e papà"
https://www.nextquotidiano.it/pillon-affido-condiviso-divorzio/ ] è significativo l'anatema che le femministe lanciano verso quelle disposizioni in tal senso:
il giudice nel riconoscere al genitore una colpa di condizionare il minore al rifiuto dell’altro genitore, potrebbe ricorrere strumenti come il togliere il bambino all’affidatario (solitamente la madre) per assegnarlo a strutture nelle quali la ìbigenitorialitàì venga garantita. Una scelta nella quale l’unico a pagare il prezzo più alto sarebbe proprio il minore.
[
https://www.letteradonna.it/it/articoli/punti-di-vista/2018/08/29/ddl-pillon-affido-figli-mantenimento/26435/]Cioè, fatemi capire, se il giudice constata la presenza di comportamenti alienanti e non riesce in alcun modo a convincere il genitore (solitamente la madre, dicono le femministe
) a desistere dal comportamento lesivo nei confronti della figura dell'altro genitore, che dovrebbe fare? Rinunciare? È evidente dalla lettura del DDL che l'affidamento a soggetti terzi rispetto ai genitori è una estrema ratio, ma solo delle folli femminaziste possono negare la necessità di prevedere anche questa estrema ratio.
Il
tempo di frequentazione paritetico tra i genitori. L'ostilità delle femministe a questo punto è davvero stupefacente. Ad esempio sembra che questo aumenterebbe a dismisura le spese complessive, perchè si dovrebbero mantenere due case con annessi e connessi ...
E c’è da chiedersi quante coppie di genitori saranno in grado di soddisfare le condizioni economiche per ottemperare agli obblighi di legge.
https://www.nextquotidiano.it/pillon-affido-condiviso-divorzio/cioè, fatemi capire:
una coppia si separa, il genitore A si prende la casa e ci vive con i figli e il mantenimento versato dal genitore B, il quale va a vivere in macchina. OK. Questa è evidentemente una soluzione economica, perchè il benessere del figlio viene garantito dalla vita da barbone del genitore B al quale viene anche impedito di vedere quel figlio per il quale si sacrifica (o che comunque vede molto meno dei 12 giorni previsti dal DDL Pillon, sennò l'alzata di scudi non si capirebbe)
c'è qualcosa che non mi quadra, ma non ho ancora capito cosa ...
La fine dell'assegno di mantenimento e dell'assegnazione della casa coniugale. La qual cosa fa molto piangere le femministe perchè
Ignora inoltre il persistente squilibrio di potere e di accesso alle risorse proponendo un’equiparazione tra i genitori, il doppio domicilio dei minori, l’eliminazione dell’assegno di mantenimento e dando per scontate disponibilità economiche molto spesso impossibili da garantire per le donne in un paese con elevatissimi tassi di disoccupazione femminile, dove è ancora presente il gap salariale, che continua ad espellere dal mercato del lavoro le madri, ne penalizza la carriera e garantisce sempre meno servizi in grado di conciliare le scelte genitoriali con quelle professionali, mentre scarica i crescenti tagli al welfare sulle donne schiacciate dai compiti di cura.
http://www.womenews.net/perche-la-proposta-di-legge-sulla-separazione-e-laffido-non-puo-passare/ dunque, signore paucineuroniche, fatemi capire: una donna nel mondo del lavoro è penalizzata in quanto donna perchè legata a ruoli di accudimento dei figli che la rendono meno produttiva. Perciò mettere quella donna nelle condizioni di competere con i colleghi maschi, parificando le sue mansioni di accudimento con quelle dell'ex coniuge, significa
ignorare la pervasività e l’insistenza della violenza maschile che determina in maniera molto significativa le richieste di separazioni e genera le situazioni di maggiori tensioni nell’affidamento dei figli che diventano per i padri oggetto di contesa e strumento per continuare ad esercitare potere e controllo sulle madri
oibò! e io che pensavo che anzi le donne avrebbero esultato sentendosi liberate di tale fardello e messe nelle condizioni di essere economicamente produttive ed indipendenti!
c'è qualcosa che non mi torna!