E allora si giocano la "violenza psicologica", da usare come supporto prima, in primis adesso.
Ma ritengo sia per loro un campo minato (e lo sanno bene), se specificano con evidenza al pubblico cosa intendono per violenza psicologica (così come la intende anche l'ISTAT), penso siano migliaia, milioni, gli uomini che penserebbe di essere loro le vere vittime e le donne le "maltrattanti" (e non solo nelle forme anche ridicole inventate dalle femministe, ma anche di quella vera).
Da quello che vedo io in tema di "violenza psicologica" attiva, le donne non sono certe allieve.
A me questa storia della violenza psicologica verso le femmine fa "morire dal ridere", considerando tra l'altro che la grandissima maggioranza degli uomini non fa altro che dar ragione alle appartenenti al sesso femminile.
Fa "morire", perché basterebbe osservare e ascoltare attentamente la realtà per rendersi conto che, di norma,
è l'esatto contrario.Dico, non c'è situazione in cui anche "la donna migliore" non perde occasione di lanciare frecciate verso il sesso maschile in toto, a cominciare dalle più piccole banalità, alle quali gli uomini ben difficilmente danno peso.
Ad esempio: non me lo invento certamente io che moltissime donne si sentono molestate, se non "violentate", anche da un insistente sguardo maschile; come non me lo invento io che tante donne si sentono "offese e umiliate" dalle critiche (così dicono) dei rispettivi compagni, fidanzati o mariti che siano, in merito al loro abbigliamento.
Be', io fra poco più di un mese e mezzo compirò 48 anni e a tutt'oggi mi devo ancora ricordare di un uomo che critica in pubblico la "propria" fidanzata o moglie per i suddetti motivi.
Casomai mi è capitato più volte di ascoltare il contrario, l'ultima proprio ieri sera, in una pizzeria della mia città d'adozione.
Si trattava di una coppia sui 58-60 anni, seduta vicino a me, e lei non ha fatto altro che rivolgere "piccole" critiche al marito, sia in merito al fatto che "non sapeva vestirsi" (si riferiva all'abbinamento camicia-pantaloni, etc) sia al fatto che quando si sono alzati per andarsene, il marito non si era accorto che gli era caduto il cappello e allora lei, con tono da maestrina, glielo ha fatto notare, aggiungendo la seguenti parole:
"Eh, come i bambini..." (Estremamente significativa è stata l'espressione del suo viso).
Parole ascoltate dalla cameriera (una tizia sui 28-30 anni) la quale ha
subito solidarizzato con la suddetta, sentenziando che
"gli uomini sono fatti così".Ah, altro particolare da evidenziare: mentre il marito della succitata maestrina del menga stava finendo di mangiare, la moglie ha ordinato due caffè.
Allorché la cameriera le ha chiesto se doveva aspettare, visto che il marito stava finendo di mangiare, e lei ha risposto di no, sennò il marito... si mangiava anche un pezzo di pizza che era avanzato a lei. *
(Naturalmente lui non ha fiatato, come soventemente accade).
Però, quando è arrivato il conto da pagare, lei non ha detto una parola e si è messa a giocherellare col cellulare.
Ai più queste potrebbero sembrare (e sembrano) delle sciocchezze, ma in realtà non lo sono affatto, perché atteggiamenti del genere sono diffusissimi tra le donne, mentre sono veramente rari tra gli uomini.
Ora, considerando che per le donne ogni parola e atteggiamento maschile non compiacente nei loro confronti è una forma di violenza inaudita, i sopracitati comportamenti cosa sarebbero? Cosa sono?
Ovviamente delle forme di violenza psicologica, che nascono dalla disistima e dal senso di superiorità, perché come ho già avuto modo di scrivere innumerevoli volte, le donne si reputano superiori agli uomini in ogni ambito della vita.
Del resto questo è il motivo principale per cui io non gli concedo alcuna attenuante quando si mettono insieme a un certo genere di uomini, che successivamente le prendono a calci in culo.
Chi è superiore non può essere raggirato da chi è inferiore.
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* Un uomo non si comporterebbe mai in maniera così cafona.
Non in un locale pubblico.
Anzi, gli uomini sono anche troppo rispettosi nei confronti delle spocchiose appartenenti al sesso femminile.