Autore Topic: Epstein è "stato suicidato" in carcere?  (Letto 909 volte)

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Offline Vicus

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Epstein è "stato suicidato" in carcere?
« il: Agosto 10, 2019, 19:50:04 pm »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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Re:Epstein è "stato suicidato" in carcere?
« Risposta #1 il: Agosto 10, 2019, 20:10:53 pm »
Probabile. Come i detenuti della banda Baaden Meinhof.

Online Frank

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Re:Epstein è "stato suicidato" in carcere?
« Risposta #2 il: Agosto 12, 2019, 20:05:59 pm »
In merito stavo leggendo l'ennesimo articolo idiota, in salsa femminil/femminista.

https://www.esquire.com/it/news/attualita/a28643497/jeffrey-epstein-miliardario-morto/?utm_term=Autofeed&utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR1rdD6bElUM00hWDYdYf6clA3-l7kBXi1xYQmzak5IOsyaMxZTZMmOAAN4#Echobox=1565447445

Citazione
l caso Jeffrey Epstein, miliardario suicida accusato di molestie, ci aiuta a capire tante cose
La triste vicenda del finanziere accusato di molestie e traffico di minori, ci aiuta a indagare le dinamiche di sesso e potere nella società maschilista.

DI EUGENIA FATTORI
10/08/2019

Questa criptica frasetta sta qui a riassumere un notevole numero di conversazioni online degli ultimi due anni, che in genere crescono per numero e per intensità di invettive reciproche tra innocentisti e colpevolisti a ogni nuovo “mostro” che viene sbattuto in prima pagina (o meglio, nelle bacheche della bolla a cui interessa l’argomento), a ogni uomo tossico che viene alla luce: Weinstein, Spacey, Louis CK, R. Kelly e prima di loro Allen, Polanski, Kinski, Jackson, addirittura il Presidente degli Stati Uniti in carica, e ultimo in ordine di tempo, Jeffrey Epstein, il finanziere travolto da uno scandalo sessuale è accusato di abusi, sfruttamento di prostituzione femminile e traffico di minori che, come riporta la Nbc, la scorsa notte si è suicidato nella sua cella a Manhattan.

Accusati di molestie di differente gradazione, che spaziano da “gli piacciono le ragazzine molto giovani” alla tratta delle bianche, questi individui non sono tutti criminali da galera (pare ovvio, ma è meglio specificarlo di questi tempi) specialmente al netto del tempo passato da alcuni episodi con relativo cambio di percezione della gravità dell’atto: nel 1974 Angelica Houston vedeva una bambina nel letto del suo amico Roman e non le si spostava neanche una spallina del vestito, oggi se Quentin Tarantino racconta la storia della defunta moglie dello stesso Roman il suo film viene passato al microscopio alla ricerca di eventuali rappresentazioni misogine.

Quello che hanno in comune, tutti questi uomini, è la definizione di “tossico” che ad essi si può applicare, o in alternativa l’equivalente e molto pittoresca definizione usata da E. Jean Carroll che li chiama nella sua autobiografia Uomini Schifosi, forse citando Foster Wallace. Tossici o Schifosi a vari livelli di gravità appunto: dallo sposare figlie adottive e avere relazioni con ragazzine sedicenni alla non più verdissima età di 41 anni come Woody Allen, dalla sistematica molestia delle colleghe come Louis C.K. allo statutory rape di Polanski, dagli abusi di potere che sfociavano in violenze sessuali di Weinstein, Trump, Spacey fino alle non ben chiarite (causa morte, che in genere impedisce il contraddittorio in modo definitivo) relazioni con bambini e bambine di Jackson e Kinski. Figlia addirittura, nel caso di Kinski.

Com'è stato possibile che un uomo così in vista commerciasse, di fatto, in ragazzine?

A ogni nuovo Uomo Schifoso che sale alla ribalta, il dibattito si ripete piuttosto similmente, dispiegandosi tra le reazioni di chi sostanzialmente se ne frega, chi ritiene fondamentale una pubblica ammenda anche in caso di non-reati o reati ormai caduti in prescrizione, chi difende la reputazione dei propri idoli fino all’estremo; informati e disinformati discutono persino delle intenzioni, di presunti complotti, di età del consenso, di leggi e processi. E in fondo è tutto intrattenimento che serve nel migliore dei casi a verificare la fallibilità delle nostre opinioni sulle persone famose e la triste umanità dei nostri idoli, restando nella maggior parte dei casi uno scontro finto e superficiale che non tocca mai la radice del problema, limitandosi all’analisi del caso specifico; un atteggiamento più orientato a vincere una discussione che ad approfondire le dinamiche di potere che sempre vicende del genere nascondono.

Prendiamo Jeffrey Epstein: finanziere, ex Bachelor of The Month di Cosmopolitan, amico di politici americani e stranieri (c’è in giro un dossier che pare contenga i nomi dei Clinton, di diversi membri del congresso e anche di importanti e attuali primi ministri europei). Già nel 2007 aveva miracolosamente – o meglio, pagando molto per stringere un accordo segreto con l’accusa – evitato accuse di traffico di esseri umani e violenza sessuale, che oggi però risorgono in grande stile, grazie a una serie di vittime che si sono fatte avanti e ad anni di indagini della FBI-NYPD Crimes Against Children Task Force.

Com’è stato possibile che per decenni un uomo così in vista commerciasse, di fatto, in ragazzine usandole come benefit per le sue transazioni commerciali e le sue pubbliche relazioni? Che potesse assumere o intrattenere rapporti con una élite letteraria, giornalistica e persino scientifica (Stephen Hawking, è questo il livello), pur possedendo un aereo privato che chiamava Lolita Express, e dichiarando a cena con stimati scienziati progetti come quello di inseminare venti donne in un colpo nel suo ranch per avviare un progetto transumanista non meglio identificato? Come ha potuto sopravvivere a processi, accuse, al carcere per decenni, conservando integro il proprio status sociale – compresa una magione a Manhattan, un palazzo a Palm Beach e un’isola nei Caraibi?

La risposta non si troverà nel particolare carisma di Epstein stesso, né dando colpe al suo circolo neanche troppo ristretto di conoscenze potenti e influenti (che pure, ha finto di non vedere per decenni e non sembrava turbato dalla presenza di ragazzine minorenni a ogni occasione e ora del giorno in casa di Epstein), né in una particolare astuzia, in una particolare combinazione di eventi o nel ritratto di un criminale geniale che è riuscito a scansare tutte le accuse.

Pur con la brillantezza della loro reputazione, gli Uomini Schifosi non sono quasi mai dei geni del male, sono invece quasi sempre dei privilegiati: che sia la classe sociale, che sia il denaro, che sia il semplice esistere come maschio borghese eterosessuale cis bianco che garantisce un lasciapassare per molti comportamenti (che a chi non lo è vengono perdonati con più difficoltà), tutti questi uomini hanno esercitato un privilegio dandolo probabilmente anche per scontato. Al netto dei vari livelli di gravità delle azioni commesse, il fil rouge dell’uomo tossico non parte mai dall’intrinseca volontà di far del male ma dalla certezza dell’impunità parziale o totale, dall’idea di trovarsi come essere umano un gradino sopra rispetto alle proprie vittime.

Uomini come Epstein o R. Kelly infatti, non aggrediscono a caso ma puntano direttamente a un genere ben preciso di donna, sempre giovane e spesso con poche difese perché inesperta, sola o in cerca di un riscatto sociale, in ogni caso sempre corrispondente a un profilo che la rende manipolabile, influenzabile, isolabile dal contesto. In sostanza, utilizzabile come un oggetto e come tale capace di confondersi con l’arredo.

L'equivoco è considerarle relazioni di natura sessuale: il sesso c'è ma il punto principale è un altro, il potere

Comprendere il contesto in cui queste vicende sono inserite e il filo rosso da cui sono unite significa mettere a fuoco il grande fraintendimento secondo cui questo genere di relazioni sarebbero di natura sessuale. Non lo sono. Il sesso c’entra, ovviamente, ma solo nella misura in cui rappresenta uno strumento di potere, un modo di possedere un altro essere umano, di esercitare su di esso un’influenza.

Louis C.K. non mostrava il pene alle colleghe in preda a un irresistibile desiderio di mostrarne la bellezza, ma perché POTEVA. Epstein commerciava in ragazzine perché poteva. La certezza di essere nel giusto soltanto perché ci si trova nella posizione migliore della scala del potere accompagna questo genere di uomini lungo le varie gradazioni di umiliazione e sopraffazione a cui vogliono spingersi. Se ci si pensa, non è un abuso di potere diverso dagli altri, è solo facile che ci tragga in inganno perché c’entra il sesso e lo scambiamo con l’attrazione.

Certo, non si può lasciare da parte la naturale fascinazione verso chi ha il potere, che gioca un ruolo importantissimo e spesso trasforma in oggetto d’attrazione chi senza il potere non lo sarebbe neanche lontanamente – ancora una volta, il potere come lasciapassare per essere “liberi” di fare ciò che si vuole, un po’ come un Ministro degli Interni che va al Papeete anziché alla commemorazione della strage di Bologna o come un ragazzino che urla “puttana” a una regista durante un festival del cinema. Lo fa perché pensa di poterlo fare e perché vuole far vedere a tutti che può farlo, esattamente come Trump e il suo “grab’em by the pussy”.

 Imperia U.S. Launch Party at The Statue Of Liberty
Patrick McMullanGetty Images
Ma da qualunque lato si guardi la questione, la risposta è una parola sola: POTERE. Qualsiasi tipo di forma esso prenda, è un potere che oggi è in mano ai maschi non per natura, ma per cultura. Per questo è ridicolo, in questi casi, ogni riferimento alla “natura maschile” o a “i maschi tutti porci”: non esiste uomo cattivo in quanto uomo ma soltanto una società che lo circonda e che gli consente da secoli di essere la peggiore versione di sé stesso, spesso premiandolo per questo.

Non esistono Uomini Schifosi senza un contesto che consenta loro di farlo, che accetti le loro prevaricazioni in nome del fatto che sono in qualche modo speciali e che il loro essere artisti, ricchi, potenti, brillanti li giustifichi in ogni eccesso e che ciò che producono (che siano soldi, cultura o altro) valga di più delle vittime che lasciano sul proprio percorso.

La regola del #notallmen secondo la quale la gente come Epstein rappresenta un caso isolato di devianza è quindi al tempo stesso vera e profondamente falsa: ovvio, Epstein non ha fatto ciò che ha fatto per via della sua natura maschile, ma è riuscito a continuare a farlo perché uomo (uomo potente, chiaramente), il che pare una questione di lana caprina ma non lo è per nulla, perché nell’urlare al mostro eccezionale si perde di vista il contesto tanto quanto nell’urlare “tutti i maschi fanno schifo”.

Isolare i casi come Epstein rende solo più facile che si verifichino di nuovo, perché elimina la differenza tra devianza e caso isolato: Epstein, R. Kelly. e C.K. sono devianze dalla norma ma tutt’altro che eccezioni in una società che tende a lasciare a chi ha il potere la libertà di fare ciò che vuole ad altri esseri umani, creando di fatto dei mostri.

Finché non capiremo che la condanna del singolo non vale nulla senza un cambiamento collettivo, finché non riusciremo a prenderci la responsabilità di quello che fanno i peggiori tra noi e finché non riusciremo a vedere come problematiche tutte le volte in cui abbiamo guardato altrove, in cui abbiamo dato potere a chi ne ha abusato, gli Uomini Schifosi resteranno al loro posto.

Online Frank

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Re:Epstein è "stato suicidato" in carcere?
« Risposta #3 il: Agosto 12, 2019, 20:13:45 pm »
Innanzitutto ci sarebbe una domanda da fare all'autrice dell'articolo: ma le donne non si reputano intellettivamente superiori agli uomini e parimenti dotate di un fantomatico "sesto senso" ?
Non sono le donne ad affermare di essere "avanti anni luce" rispetto agli uomini ?
Perciò come è possibile che degli esseri intellettivamente inferiori - quali sarebbero gli uomini - possano manipolare, raggirare, ingannare chi è "superiore" ?
Anche questa affermazione, peraltro di chiaro stampo femminista, è semplicemente ridicola:

Citazione
Qualsiasi tipo di forma esso prenda, è un potere che oggi è in mano ai maschi non per natura, ma per cultura.

Il "potere" sarebbe in mano agli uomini? (Anzi, ai "maschi"...)
Quali uomini? E di quale potere parliamo...?
Forse quello sessuale? Devo quindi scompisciarmi dalle risate ?
No, perché il potere sessuale è femmina e non maschio, ma per il semplice motivo che la sessualità femminile è diversa da quella maschile e pertanto le esigenze sessuali femminili non sono le stesse di quelle maschili.
Ergo, contrariamente a quanto si narra in ogni dove, le femmine hanno bisogni sessuali inferiori a quelli dei maschi, ed è lì che ha origine il potere femminile.
Chi ha minori bisogni ha il coltello dalla parte del manico.
Diciamo pure che alle donne gli uomini piacciono molto meno di quanto agli uomini piacciono le donne.
Magari la tipa si riferisce al "potere economico" ?
Cazzarola... quindi anche i muratori, i carpentieri, i manovali, gli elettricisti, gli idraulici, gli operai delle acciaierie, etc, esercitano un "potere economico" nei confronti delle femmine ?
Rammento alla donzella in questione che gli uomini ricchi sfondati son quattro gatti rispetto alla massa maschile, per non parlare del fatto che molto spesso i soldi dei succitati ricchi, finiscono in gran parte (o del tutto) nelle tasche femminili.
L'unico reale potere che gli uomini hanno (anzi, che potrebbero avere... ma che non possono esercitare, perché verrebbero sbattuti in galera dagli stessi uomini...), è quello muscolare.
Tolto quello, gli uomini, nei fatti, non esercitano alcun vero potere nei confronti del cosiddetto (e inesistente) "gentil sesso".

Online Frank

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Re:Epstein è "stato suicidato" in carcere?
« Risposta #4 il: Agosto 12, 2019, 20:26:55 pm »
Questo brano tratto da "Questa metà della terra" lo trovo condivisibile.

http://questametadellaterra.blogspot.com/2011/02/367-fine-degli-ormoni.html

Citazione
3.6.7 Fine degli ormoni
La diversità delle due passioni è di tale portata che se in un esperimento ideale le abolissimo separatamente otterremo un risultato sorprendente: la cancellazione del desiderio sessuale maschile sconvolgerebbe il mondo mentre la scomparsa di quello femminile non avrebbe alcun effetto. Si immagini che d’improvviso tutti i maschi del mondo perdano radicalmente e definitivamente ogni interesse per il sesso a seguito di una malattia universale che inibisca l’effetto dei loro ormoni e che   diciamo così   li “liberi dal sesso”, d’un tratto tutto il rapporto tra i due ne uscirebbe stravolto, in verità non vi sarebbe più alcun rapporto dal momento che non vi sarebbe più ragione per i maschi di avvicinarsi alle femmine le quali non avrebbero più nulla che possa interessar loro, nulla da dar loro in cambio di tutto quel che esse sin lì hanno ottenuto, la quasi totalità di ciò che esiste. In quella ipotetica condizione i maschi si interesserebbero alle femmine tanto quanto se ne interessano gli omosessuali e lo sconvolgimento sociale che ne deriverebbe sarebbe radicale.

Simmetricamente, si immagini di inibire l’asserita “passione femminile per gli uomini” lasciando però invariata nelle donne quella per i figli e tutto questo nella condizione in cui sempre si sono trovate sino all’avvento della società postindustriale. Impossibilitate a fare da sole nel concepimento e nel mantenimento esse sarebbero costrette ad interagire con i maschi così come hanno sempre fatto, senza alcuna differenza. L’interesse femminile per gli uomini in quanto tali, a prescindere dal loro reddito e dalla riproduzione, la c.d. “attrazione sessuale” che gli uomini esercitano sulle donne, avrebbe potuto essere pari a zero senza che nulla mutasse dai tempi più remoti sino alla fine del XX Secolo. La storia dei rapporti tra i due (la storia dell’umanità) non sarebbe stata diversa da quel che fu se le donne fossero originariamente prive di qualsiasi interesse sessuale, di qualsiasi passione nei confronti degli uomini, beninteso fino al giorno in cui avessero potuto concepire e mantenere i figli autonomamente e quel giorno - temuto dagli uni e sognato dalle altre - è arrivato alla fine del XX Secolo. La cancellazione della passione maschile avrebbe sconvolto (e sconvolgerebbe) il mondo, l’assenza di quella femminile non avrebbe cambiato nulla sino a quella fatidica data. Sino a questa data.

Online Frank

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Re:Epstein è "stato suicidato" in carcere?
« Risposta #5 il: Agosto 12, 2019, 20:31:12 pm »
Anche quest'altro brano, tratto sempre dal libro di Rino Barnart, è molto interessante.

Citazione
Il caso rappresentato nel film ‘Rivelazioni’ sotto le vesti di molestia sessuale ai danni di Michael Douglas suggerisce paradossalmente una delle modalità di esercizio di possibili molestie in salsa rosa. Non la molestia sessuale, ma l’uso delle attrattive sessuali unite alla minaccia della denuncia per molestia, cioè esattamente il suo rovescio, ecco un elemento costitutivo del clima ostile antimaschile che si va progressivamente costituendo sui luoghi di lavoro. Questa possibilità nasce ovviamente dalla sempre negata diversità nel rapporto con il sesso tra i due, per gli uni lo scopo, per le altre uno strumento. Se questa verità negata fosse vera risulterebbe subito chiara la natura delle possibili molestie femminili, ossia l’uso del potere gerarchico, di quello sessuale e di quello etico legale per la conquista della mente, non del corpo maschile.
Per chiarire il fatto è però necessario dire qualcosa sulla struttura generale del comportamento dei due sessi, alla luce di considerazioni un poco più ampie. Si immagini che esistano due creature una delle quali può usare la forza per ottenere ciò che vuole mentre l’altra ne sia priva. Per ottenere ciò che le interessa quest’ultima userà il solo strumento che possiede e che consiste in quei bisogni del forte che essa solo può soddisfare, beninteso di quel forte che a causa della legge o della Cavalleria o di vincoli etico emotivi di origine naturale o culturale non può usare quella forza, che pure possiede, per soddisfare i suoi bisogni. Il predone che non può predare. La parte debole non può nulla contro l’altra se questa usa la forza, ma può tutto se e quando a questa non sia consentito predare e rapinare come pur le sarebbe virtualmente possibile.
L’intera storia delle relazioni tra i sessi assume contorni più chiari se la si legge alla luce di questa discriminante essenziale che è di natura epistemologica e perciò universale, astratta e quindi del tutto vincolante. In questa condizione tenderanno a svilupparsi due diverse psicologie, quella del forte, la psicologia della rapina, e quella del debole, la psicologia del ricatto, il Predatore e la Ricattatrice. Infiniti sono i corollari di una simile ipotesi, eccone alcuni. Il Predatore deve agire, la Ricattatrice non ne ha bisogno, il primo si fa avanti, si mostra, si espone, la seconda sta ferma, dissimula, si ritrae. Il primo deve essere attivo, la seconda può, anzi deve, essere passiva; quello si espone e si compromette, questa si cela e si sottrae alla vista. Ogni rapina sarà allora costituita da una azione, ogni ricatto da una non azione. Si starà in attesa che il bisognoso si muova, si faccia avanti, certe che, prima o poi, la necessità biologica lo spingerà ad agire e quindi ad esporsi. Se non si muove si potrà incrementare il suo bisogno accrescendo gli stimoli che lo attivano, nel nostro caso, accorciando le gonne. Abolito ogni confine tra il lecito e l’illecito del suo comportamento, l’uomo si farà avanti inquieto e timoroso, dipendente.
In questo quadro diventa subito chiaro in cosa consistano le molestie femminili e quale forma possano avere, saranno quelle che soddisfano la psicologia della Ricattatrice e ne saranno strutturalmente improntate, avranno di mira la mente e non il corpo e saranno invisibili, evanescenti, sfumate, indirette, non saranno gesti o parole ma forme e modi. Non mireranno a possedere il corpo ma la mente degli uomini, perciò non il potere per il sesso, ma il sesso per il potere.
La molestia femminile sarà dunque l’esercizio sistematico del ricatto in tutte le sue forme ed espressioni, in tutti gli ambiti e gli aspetti sui bisogni maschili, quali che siano. Così ferie, permessi, trasferimenti, collocazioni, assegnazioni, promozioni, premi, attività, incarichi saranno strumenti di esercizio del controllo della mente maschile da parte delle sovraordinate; la speculazione sulle attenzioni, le anticipazioni, i complimenti, i favori (espressioni della proiezione maschile verso il sesso femminile) lo sarà da parte delle colleghe e la sollecitazione quotidiana, lo stimolo sessuale, la gestione della libido e dei sentimenti degli uomini da parte di tutte queste e delle altre. La molestia femminile avrà per obiettivo la creazione e la gestione dell'uomo che dipende, che chiede, che implora, che trema, che fibrilla, quel che l'uomo fa immediatamente prima del coito. L’esito sarà l’infantilizzazione degli uomini, la loro riconduzione allo stato preadolescenziale in risposta alla pulsione profonda alla maternizzazione universale. Così come il sogno maschile è l’harem, simmetricamente, quello femminile è la nursery, un mondo nel quale gli uomini dipendano da Lei per ogni cosa, nel quale la coscienza sia confusa e la maschilità matura inibita. La condizione del bambino davanti alla madre. Il tossico sta davanti al pusher in condizioni di assoluta dipendenza tanto che questo può permettersi di fargli e di imporgli qualsiasi cosa anche dopo che abbia pagato le dosi che sta per ricevere. Il pusher, bustina in mano, gliela allunga e poi gliela sottrae, la solleva in alto, gliela mette sotto il naso e poi la nasconde dietro la schiena, chiede al tossico di autoinsultarsi e di umiliarsi, talvolta di strisciare per terra, infine, dopo averlo portato alla fibrillazione, gliela consegna. Non sorprende che i tossicodipendenti si riferiscano ai loro fornitori chiamandoli "mamma".
Quelle molestie non saranno dunque sessuali in senso proprio giacché non avranno di mira il sesso e perciò non potranno essere denunciate come tali e non entreranno nelle statistiche delle prevaricazioni femminili, né appariranno come sessualizzate, eppure, da un più alto punto di vista, saranno davvero di carattere sessuale perché agite da un sesso contro l’altro sulla base della loro differenza fondamentale: invasioni della sfera maschile attuate nei modi specifici del femminile. L’altra faccia della differenza. Questi saranno i caratteri delle molestie femminili quando gli uomini si renderanno conto della loro esistenza e prenderanno atto che se vi è differenza nel bene deve esserci differenza anche nella forma, nella natura e nelle finalità del male. Non riconoscendo gli elementi strutturali di questa diversità nel peggio non è possibile individuarla e si è indotti a credere che le molestie femminili abbiano lo stesso carattere e lo stesso scopo di quelle maschili. Malati di desiderio e ingannati da un racconto che non è il loro gli uomini credono che si riferiscano al sesso e perciò non solo non le temono, ma, come si sa, le auspicano.

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Re:Epstein è "stato suicidato" in carcere?
« Risposta #6 il: Agosto 12, 2019, 21:39:11 pm »
Citazione
il semplice esistere come maschio borghese eterosessuale cis bianco che garantisce un lasciapassare per molti comportamenti (che a chi non lo è vengono perdonati con più difficoltà),
Ci risiamo col maschio-bianco-etero. Che invece è proprio lui ad essere discriminato.
Donne in cerca di "riscatto"? Perché non invece cortigiane parassite del potere in cerca di favori?
Dice che la causa di tutto è il potere ai maschi. E quale potere servono lei e le femministe?

Il pezzo di Barnard si riassume nella frase: l'orgasmo femminile non è necessario alla riproduzione. Le sue osservazioni sull'inseminazione artificiale sono assolutamente condivisibili, e allarmanti. Ma la natura si vendica prima o poi, checché ne dicesse Huxley una società di nati in provetta non è sostenibile.

Notevole il passaggio sulle molestie femminili, che per il loro intrinseco carattere sono evanescenti e indimostrabili.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.