Qualcosa di profondo e misterioso è in atto. La magistratura emiliana, invece che mollare l’osso, lascia trapelare ogni giorno dettagli sempre più scioccanti: psicologhe vestite da lupo urlano contro i bambini (nel tentativo, a quanto ci è dato di capire, di far rivivere il trauma ai bambini strappati), consulenti intercettate che ridacchiono sull’idea di far sapere ai carabinieri presenti che potrebbero togliere loro i figli, psicoterapeuti celebratissimi che (emerge dalle intercettazioni) disseminano l’abitazione della ex di cacca di cane, coppie lesbiche che abbozzano un abbandono della loro «figlia» data in affido per strada sotto la pioggia scrosciante, bambini dati a proprietari di sexy shop, una delle «mamme» affidatarie omosessuali beccata a parlare da sola in macchina, urlare, alternare canti eucaristici a bestemmie. Poi le «macchinette dei ricordi», di cui diremo più sotto.
La lista è lunga e via via sempre più delirante. La storia si inserisce in un quadro più ampio che si è fatto nei decenni sempre più allucinante, dalla famiglia auto-sterminata a Sagliano Micca, al caso (sempre emiliano) dei «demoni della bassa», quella riportata in auge nel libro Veleno dall’ex iena poliglotta Pablo Trincia, quello che poco prima faceva servizi sul magico mondo del porno americano.
La faccenda qui si tinge di toni fantascientifici: le macchine ad impulsi elettrici saltate fuori a Bibbiano prendono alla sprovvista anche chi questo tipo di cronache negli anni le ha seguite.
Il partito del popolo contro il popolo
Il PD si chiude a riccio, nel senso che è pronto a pungere con violenza chiunque gli si avvicini: Zingaretti promette querele a raffica per chiunque osi avvicinare il PD ai fatti di Bibbiano (comune, come tanti altri nella rossa Emilia, in mano da sempre al PD): «chiunque» significa proprio tutti, dal vicepremier Di Maio, denunciato per aver definito i Democratici «il partito di Bibbiano», al quivis del populo che su Facebook dice la sua, con tanto di pagina aperta e task force dedicata per ricevere «segnalazioni», cioè delazioni.
Una deterrenza atomica: prova ad aprire bocca (ricordando, magari, gli eventi a Roma e in Regione a Bologna tenuti dal PD con gli indagati di Bibbiano) e noi ti fulminiamo. Solo questo dato dovrebbe far comprendere ai più che, a differenza dell’incerto Zingaretti, Renzi è vivo e vegeto dentro il partito, e la sua politica della terra bruciata – quella con cui è partito con querele a raffica, denunciando Dagospia per mezzo milione di euro e addirittura la scrittrice cattolica Costanza Miriano per un post – ha fatto presa sul partito in modo integrale. La neonata pagina aperta nel sito ufficiale del PD «Segnala un contenuto diffamatorio» altro non è che l’istituzionalizzazione partitica di quanto aveva fatto Renzi pochi mesi prima, cioè l’apertura della casella di posta denunce@matteorenzi.it per raccogliere segnalazioni da trasformare in querele e richieste di risarcimento danni.
La morale della favola è bellissima: il partito del popolo querela il popolo.
Il fu-PCI ha completamente perso il controllo della comunicazione – e, forse con lo scandalo CSM, ha perso armonia con la magistratura – e quindi si risolve non nella dialettica, ma nella minaccia.
Il ragionamento è semplice: abbiamo preso il 20% alle europee, ci basta. Non cerchiamo altro, non abbiamo bisogno di altri voti, in questo momento – quindi non dobbiamo convincere il popolo, possiamo propriamente minacciarlo. Non ci serve la politica, dobbiamo mantenere il metabolismo basale. Che significa: tutta la sovrastruttura (coop, amministrazioni, e il relativo indotto miliardario) dell’Emilia Romagna. Lì i voti arrivano comunque, perché – alla faccia di decenni di retorica nordista sui meridionali e la Cassa del Mezzogiorno – con la sovrastruttura in Emilia ci mangiano tutti, e davvero molto bene.
Ripeto: al PD non interessano i voti; nemmeno gli interessa chi far votare (avete presente Calenda, capolista PD in Veneto alle Europee, ora pronto a varare il suo partito personale?). Il PD deve salvare il suo Stato profondo. Che senza l’obbediente Emilia, senza i miliardi coop, non può esistere.
Per questo Bibbiano è qualcosa di più di un intoppo per il PD: le elezioni regionali sono alle porte, se la Regione, a seguito di un simile scandalo, divenisse contendibile dalla Lega, sarebbe per il sistema profondo emiliano-romagnolo (e più avanti, per quello toscano) puro Armageddon. Un rischio sistemico, un rischio atomico, di annichilimento totale di un mondo intero. A questo si deve la strategia ostinata e confusa del PD, che nel frattempo ha approvato nottetempo, proprio nei giorni dello scandalo dei bambini dati alle lesbiche, una legge sull’«omo-trans-negatività», cioè il vecchio progetto della legge Scalfarotto, legge nazionale sull’omofobia non passata nella scorsa legislatura gettata in Regione, in modo da aprire la Finestra di Overton.
L’apocalisse delle coop, l’erosione ulteriore del famoso patto – di cui parla Bernabei nel libro L’uomo di fiducia –tra De Gasperi (per la DC), Togliatti (per il PCI) e Mattioli (per la massoneria): ai bianchi la politica e la magistratura (per la seconda, come sappiano, non durò); ai rossi lo spettacolo e la cultura e due regioni (dite voi quali) strafinanziate rispetto alle altre; ai massoni le banche.
Ma c’è qui da azzardare un rilievo più profondo, metafisico, financo metastorico.
È un mondo pazzo e ridicolo, in cui i manipolatori sono mezze calzette, e pensano di gabbare il prossimo (l’elettore) senza grandi sforzi. Dobbiamo dimenticarci di anni di insulti tra PD e M5S, come con il patto del Nazareno, grande capolavoro che mandava quell’aroma toscano-massonico, dovevamo dimenticarci del ventennio di fango che Repubblica e partito gettavano sul Berlusca.
L’innesto di falsi ricordi, la cancellazione di quelli che non rispondono all’agenda politica del potere, non ha esempio migliore dell’invasione africana incontrollata. Ci hanno ripetuto che «scappano dalla guerra», quando l’unica guerra che esiste al momento in Africa è in Sud Sudan, e di profughi sud sudanesi (altro staterello fallito creato dal genio di Washington) non ne vediamo nemmeno l’ombra: vanno in Uganda, quelli, a noi con evidenza stanno arrivando nigeriani, gabonesi, senegalesi, ivoriani, ragazzotti che vengono in alcuni casi da Paesi che crescono dell’8% all’anno.
Ci dicono che sono poveri, malati e minorenni: abbiamo visto tutti i negri palestrati con le collanine d’oro.
L’evidenza delle balle che ci raccontano è sotto gli occhi di tutti, ma giornali e politici fanno quello per cui sono pagati, ripeterci la menzogna sino a che il plagio della nostra volontà – cioè l’incapacità di vedere la realtà – sarà completa.
Vi innesteranno una nuova memoria: va tutto benissimo, l’inciucio M5S–PD è quello che gli italiani hanno votato, Prodi è stato un grande statista e sarà un Presidente della Repubblica ancora migliore.
Siamo tutti cittadini di MK ULTRA Italia. Ed è uno spettacolo di fantascienza oscena, tossica, intollerabile.
Roberto Dal Bosco