Desideravo approfittare della preziosa presenza di Santiago in questo storico forum per sottoporgli (a lui e ovviamente a chi è interessato) un articolo che nello specifico si preoccupa... di noi (la manosphera o androsfera che dir si voglia).
https://anonym.to/?http://www.ingenere.it/articoli/uomosfera-rivolta-maschi-umiliati?fbclid=IwAR3x4IGrnwmgejC92d3d1AwmndjsFVUSki6_cF5KK0ogLA-RK27MdHBwxKk
Ho letto con attenzione (e tanto sforzo!) l'articolo che menzioni.
Nel sottotitolo (quello sintesi) dice: “Agnieszka Graff si è inoltrata nelle tane telematiche degli odiatori delle nuove destre americane” tane, odiatori,... con quale disposizione dovrei affrontare la lettura dell'articolo che inizia proprio così?
Sostanzialmente sono d'accordo con te, l'autrice non affronta seriamente e in profondità alcuna problematica segnalata dai movimenti maschili né menziona i loro argomenti.
Tre spunti di riflessioni sul testo:
1. A conclusione l'autrice segnala l'”infondato” vittimismo come causa di questi movimenti maschili e spiega i meccanismi psicologici che lo formano. Con un piccolo sforzo mentale di ribaltamento, l'autrice potrebbe applicare lo stesso ragionamento al femminismo e ne trarrebbe senza difficoltà le stesse conclusioni sul femminismo.
2. La crisi economica e la perdita di lavoro del 2008 è segnalata dall'autrice come la prima causa della nascita di questi movimenti maschili vittimisti. Si dimentica di osservare che nello stesso periodo di tempo tutti i governi occidentali hanno continuato a promuovere politiche per favorire le donne nel mondo lavorativo. Magari gli uomini si lamentavano di non essere trattati parimenti. Magari... è soltanto un sospetto.
3. Di tutto il discorso mi tengo la prima frase: “La narrativa sui maschi come vittime del femminismo ha una lunga storia che risale alla metà dell'800.” Infatti, in ogni epoca sono esistiti uomini che si sono lamentati della propria condizioni rispetto a quella femminile. Molte persone critiche col femminismo attuale sono dell'idea che è esistito un femminismo “buono e giusto”, sono critiche con il femminismo “radicale” attuale che sarebbe una sfortunata deviazione di quello “buono”. Questa posizione non è minoritaria, così l'hanno espresso anche esplicitamente in tanti (Hoff Sommers, Warren Farrell, Agustìn Laje, molti youtubers noti in inglese o spagnolo), ma presuppone una presunzione ingiustificata di trovarsi oggi loro nel giusto, invece quei uomini che si lamentavano nel passato sarebbero in torto. La mia posizione (espressa anche nel libro) è che il femminismo in sé come ideologia è sbagliata, per cui non è mai esistito un femminismo “buono”. Non è mai esistita una prima ondata buona.
Blu, a proposito della Tecnica, di cui parli nei post successivi, la penso più o meno come te.
Tecnica e progresso non sono in sé e per sé buoni o cattivi, siamo le persone nei nostri comportamenti che agiamo attraverso la tecnica comportamenti buoni o cattivi.
Bisogna dire anche che Tecnica o progresso non sono sinonimi di positivo o negativo. Non tutto quello che arriva dal progresso deve essere per forza positivo o negativo.
Il discorso aperto sulle nuove tecnologie di riproduzione e le implicazioni future nella società sono molto interessanti, elucubrazioni ipotetiche nelle quali per ora preferisco non entrare. Quando si ipotizza il futuro si rischia di sbagliare creando utopie che diventano distopie.
Infatti, la mia opera, o miei scritti, non costruiscono una teoria alternativa, non incoraggiano a decostruire alcunché, come è stato ipotizzato, né a costruire un Paradiso nuovo, mi limito ad analizzare cosa hanno detto le femministe sul passato e cosa è stato in realtà o ha rappresentato il passato (i rapporti sessuali, i rapporti economici, i rapporti di potere,...) secondo un punto di vista maschile alternativo (condivisibile o meno).