I grassetti dicono tutto. Duro colpo per la teoria di Frank sulle donne tendenzialmente refrattarie
Quella che segue è la mia storia,
la storia degli ultimi 20 anni di vita di un ragazzo che credeva di aver coronato l’obiettivo della sua vita: fidanzarsi con la ragazza dei suoi sogni e costruire una famiglia apparentemente perfetta. Ovviamente molti particolari sono stati omessi per questioni di carattere legale e per evitare che le persone coinvolte possano riconoscersi nella ricostruzione dei fatti descritti. Eventuali licenze rispetto alla realtà storica non incidono minimamente sulla verità sostanziale di quanto narrato. Buona lettura.
Una città di mare italiana, inizio anno 2000. In un normale pomeriggio invernale passeggiando da solo sul lungomare mi imbatto casualmente nel mio primo amore che non vedo dalla quinta elementare. Sono passati circa 10 anni, per tutte le scuole elementari quella bambina bionda, bella “da spot”, era stata il mio sogno, il mio ideale di figura femminile. E’ lei a riconoscermi e ci fermiamo a parlare.
Io sono un ventenne, di ottimo aspetto, la versione etero e più figa di un Tiziano Ferro degli esordi; brillante studente universitario, sportivo di livello, di buona famiglia, decisamente agiato. In quegli anni ho un discreto successo con le ragazze, le occasioni non mancano, vengono semmai sfruttate molto poco. Alle medie ero un bambino grassottello, timoroso del rifiuto e per questo avevo sempre evitato qualunque situazione che potesse comportare un no. Alle superiori la svolta: cambia il fisico e anche l’atteggiamento delle ragazze nei miei confronti. Grazie ai bei lineamenti del viso, uniti a tanti capelli e con un’aria da finto bravo ragazzo (che fa a pugni per strada ed è un animale da feste) le cose si fanno facili. Il primo bacio a 16 anni con una ragazzina francese da 10, ad un torneo sportivo all’estero, ovviamente fece tutto lei. Le super belle comunque non arrivano da sole ma dal 7 in giù,
ho una vita facilissima. Non c’è amica dell’amica che non mi voglia conoscere, ci sono episodi incredibili, arrivo ad avere 3 fidanzate a tempo, le ragazze mi si infilano letteralmente in macchina o si imbucano alle feste dove ci sono io. L’estate della Quinta superiore conosco una ragazza molto carina (diciamo un 6,5 pieno) che mi fa perdere la testa: dolce, sexy, studia storia dell’arte, il mix per me è esplosivo. Dura pochi mesi, intensissimi, dico il primo “ti amo”, è la prima ragazza a essere presentata ai miei genitori. Purtroppo la mia possessività, unita alla
gelosia di una amica “speciale” (a buon intenditor…) di lei rendono il tutto molto pesante e complicato.
Arriva finalmente la prima volta, a 19 anni, con una
ragazza decisamente “in giostra” ma di livello estetico assoluto (l’estate prima avendola notata in spiaggia un amico mi disse: “Marcolin, nemmeno in 3 vite ti scopi una così!”) e
dotata di una sessualità voracissima; dura comunque poco per un mio “disinteresse” e per la
prepotente infedeltà di lei (non puoi legare un pitbull con la salsiccia). L’idea di ritorno è quindi sempre quella di trovare “la ragazza giusta”, quella adatta a impegnarsi. Ma parliamo di lei, che è davvero molto graziosa, una giovane Meg Ryan, un 7,5 pienissimo. Bionda, occhi azzurri incredibili, un metro e settanta di altezza, fisico da olimpionica. E’ il prodotto della migliore genetica mitteleuropea, che per i casi della vita è finito dall’altra parte d’Italia. Studia senza troppo impegno all’università, sogna il principe azzurro e
si divide tra amiche sfigate e tanto volontariato. Ci si sente, anzi
lei vuole sentire me, alla fine mi invita a uscire; una birra, una serata insieme e arriva il primo bacio. Io già quella sera, tornando a casa in macchina, decido che sarebbe stata la madre dei miei figli. L’amore è da subito travolgente e meraviglioso. Tutto sembra perfetto: intesa su valori fondamentali della vita, la scoperta della sessualità (lei era
praticamente [??] vergine e io poco esperto), si condividono i primi cinque anni davvero bellissimi sino al periodo post laurea in cui arrivano le prime inattese difficoltà. Lei ha cambiato giro di amicizie, ragazze molto meno raccomandabili delle solite con cui ha condiviso infanzia e adolescenza.
Lei sembra strana, pare sia tutta una crisi interna. La superiamo,
le chiedo di sposarmi prima di partire per un viaggio di lavoro all’estero di alcuni giorni. Al mio ritorno il mio migliore amico mi confessa che la mia fidanzata ha avuto una storia di alcuni mesi con un amico comune, un belloccio che frequentavamo saltuariamente in compagnia. Il mondo mi crolla addosso, scenate, isteria, urla e disastri vari. Distruggo casa sua, in cui viveva sola da un anno.
Chiedo di parlare con lui che candidamente mi dice che la mia fidanzata lo ha usato, che stavano insieme e che poi lei lo avrebbe mollato per rimettersi con me. E mi dice la cosa che mi fa più male: “Lei voleva qualcos’altro… qualcosa che non eri tu!”.
La paura di restare solo, di perderla e la voglia di possesso
mi fanno compiere un insano gesto: chiedo a suo Padre la sua mano. Tutto sembra perfetto: la coppia più bella che si potesse assortire: una ragazza bellissima e di sani principi e un promettente libero professionista di famiglia agiatissima. E’ amore vero, sicuramente da parte sua, nel 2006 arriva un figlio e a seguire subito un altro. Se posso essere onesto nel corso di 15 anni di matrimonio, ho ricevuto più di quello che ho dato, almeno a livello personale. Siamo la famiglia perfetta, la mogliettina che tutti desidererebbero, la casa da rivista, un lavoro impegnativo ma ben retribuito e di prestigio. Io non sono però molto felice,
ingrasso come un maiale, aumentano i litigi. Le faccio presente che vorrei semplicemente più sesso e maggiore comprensione sul fatto che il lavoro è pesantissimo dato che insieme al denaro cresce anche la responsabilità. I tuoi figli risultano più educati, preparati, assertivi e intelligenti degli altri, merito di un’educazione scrupolosa, di
asili privati da migliaia di euro all’anno e di un padre presente in modo assiduo che li ha sempre stimolati nel modo corretto.
Ma a quel punto, comunque stiano le cose, che te ne fotte se sei un
ciccione depresso? Hai l’alibi perfetto per non vedere la tua
infelicità, per continuare a fare il bancomat e tollerare gli stupidi atteggiamenti limitanti che ormai ti condizionano. Passano gli anni,
le distanze aumentano. Fare l’amore per lei ormai è un dovere, noto spesso che deve bere un paio di bicchieri di vino per concedersi. Anche lei a fasi alterne appare molto meno bella di quello che è in realtà. Lei recrimina spesso che non la amo più, che sto con lei solo per i figli, per un’idea di famiglia; in parte coglie nel segno. Lei rinasce, appare di nuovo bellissima, una seconda giovinezza unita al fascino della maturità, ha 40 anni ma è meglio di molte ragazze di 20. E’ un tripudio di
bellezza, esibita senza volgarità, ma con costanza sui social. Ovviamente tutte le sue amiche la pompano nell’ego e
non mancano i maschi che cercano di avvicinarla. Oggi rifletto sul fatto che amiche, parenti, conoscenti si siano sempre complimentati con lei dicendo “Quanto sei bella!”
Mai una persona che le abbia detto “Come sei intelligente!”. A me però è sempre mancato l’aspetto culturale nella nostra relazione: mai un film serio, mai una mostra, mai una discussione su un libro (dal primo volume di Fabio Volo sul comodino dovevo capire che sarebbe finita male). Sembra comunque andare tutto avanti regolarmente, ma nel corso dell’autunno la distanza è sempre più marcata. Purtroppo un mio scatto d’ira, durante un litigio, mi porta a dire alcune cose veramente pesanti e offensive e lei dice che a questo punto è davvero finita.
Cerco in tutti i modi di riconquistarla, nei mesi successivi, ma sembra tutto inutile.Lei mi rinfaccia anni di presunte mancanze, dice che era succube di me e che ora non le faccio più paura (sic). Alla fine dopo varie liti, la decisione di rivolgersi a un legale per farmi consigliare come gestire la cosa. Da subito
cerco di essere conciliante e lo stesso legale vuole cercare un approccio soft. Lei invece si rivolge al peggior bastardo del foro (dice di averlo trovato casualmente) ed inizia una estenuante trattativa legale.
Le sue richieste appaiono folli pur considerando il mio ottimo reddito, eppure pur di evitare drammi familiari cerco di andare incontro a tali richieste. Nonostante tutti i tentativi possibili non ci sono però alternative a una futura
separazione giudiziale. Onestamente il suo comportamento appare assurdo da un punto di vista processuale, vista la situazione apparente, ma c’è sempre una spiegazione a tutto. Mi rivolgo a una associazione specializzata nel fornire assistenza psicologica ai futuri separati uomini.
Il Counselor, senza avermi mai visto e conosciuto mi dice: “Ragazzo, lei ha un altro, è semplice!”.
Mi sembra assurdo, impossibile! Invece, dopo alcune settimane, ormai già fuori di casa, scopro che è tutto vero. Questa storia dura da circa due anni.
Tutto appare chiaro, cento situazioni illogiche a cui avevo dato plausibili e rassicuranti giustificazioni devono essere riviste sotto un’altra prospettiva. Non posso dettagliare come e perché ho avuto tale certezza ma posso dire che vi era una possibilità su un milione di scoprire il tutto e casualmente è accaduto. Adesso il mio avvocato utilizzerà questa “novità” per cercare di limitare i danni in tribunale, anche se sarà durissima, considerando che sono un uomo. Mi interessa solo “picchiare duro” legalmente, cercare di limitare i danni, non versare nulla a lei e il minimo per i figli (a cui voglio provvedere direttamente io senza dare soldi a lei – so già che sarà praticamente impossibile).
E lui? E’ un bellissimo ragazzo molto più giovane, uno di quelli che spruzza seme in giro e che ha lasciato una moglie e un figlio piccolissimo per mettersi con mia moglie. A parti invertite è come se io mi fossi messo con una ragazzina o mi fossi trovato una amante russa di 25 anni; solo che io non potrei mai avere la legge dalla mia parte e magari la giustificazione morale pre confezionata tipica di certe situazioni (“Poverina, suo marito pensava solo al lavoro…”). E la moglie di lui? Questa ragazza è la fotocopia sbiadita di mia moglie, sembrano due sorelle, una acqua e sapone, l’altra molto più pepata, una saporita MILF quarantenne. Mettiamoci poi il continuo bombardamento con le MILF in ogni aspetto dei media mainstream ed il gioco è fatto.
Peraltro lei cornificata più volte… ma si sa al maschio alfa è tutto concesso. Onestamente per quanto mi senta umiliato non ha senso fare paragoni con un bel
ragazzo con una dozzina di anni in meno di me. L’ipergamia è reale e a questo giro la tocco con mano.
Avrei accettato che lei mi chiedesse la separazione, anche senza darmi giustificazioni ma
la rabbia e l’odio immotivato dimostrato nei miei confronti negli ultimi mesi, non possono restare impuniti. Dopo vedremo, noto già alcuni segnali preoccupanti in tema di accudimento dei figli, un calo nella performance di genitore non è accettabile specie se dovuto a una nuova relazione.
Non ho idea di come sarà la mia vita domani. La rabbia è forte, specie per aver perso quel corpo meraviglioso, quella sicurezza di avere la famiglia apparentemente perfetta,
aver perso la casa, che continuo a pagare io (dove lei incontra il suo nuovo uomo, quando i figli sono da me). Adesso non ho voglia di pensare al mio futuro sentimentale. Tutti mi dicono che sono un bell’uomo (lo sono tornato), che ho un ottimo lavoro (vero), che sia in ottima salute e che
presto troverò un’altra donna [e due...].
Purtroppo in me vi è una parte che prova piacere nel sentirsi apprezzato dal prossimo, specie se donna. E così noto per strada alcuni ristorantini nei quali mi piacerebbe portare una nuova fidanzata, fantastico di fare l’amore con una bella signora nella mia nuova casa, continuo a innamorarmi di angeli biondi che escono da un liceo… Dall’altra parte la suggestione è quella di concentrarmi esclusivamente su lavoro, figli e passioni culturali / sportive quali viaggi, lo studio delle lingue, il mare… Le altre donne? Beh ho alcune amiche (le conti sulle dita della mano di un falegname sbadato) che mi vogliono sinceramente bene e che ho piacere di sentire ogni tanto per ascoltare i loro “caxxi”, come se fossero degli amici maschi, e non per zerbineria. Si vedrà dunque, adesso
la lotta per sopravvivere al tritacarne della giustizia italiana è appena cominciata, devo salvare me stesso, i miei figli, i miei soldi e soprattutto la mia dignità.
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