Autore Topic: Aborto per vacanza e futili motivi. Ginecologa atea: "Non ce la facevo più"  (Letto 1290 volte)

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Offline Vicus

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Pazzesco... leggete un po'. Covid o no, certificati per aborto a spese del contribuente, perché il genocidio degli italiani deve continuare:

La testimonianza di una ginecologa diventata obiettrice di coscienza: "(...) ho dovuto smettere. Vedere la donna che abortisce perché deve andare in vacanza, quella che lo fa per la quinta volta, quella che lo fa perché è l'uomo sbagliato. (...) Un conto è dare la possibilità in extremis, un conto è usare l'aborto in questo modo, approfittando del fatto che lo Stato appoggia. Io non ci stavo più".

Cara Rachele, ti scrivo perché sei stata tu per prima a raccontarmi di te. Ovviamente ti chiedo l’anonimato, per ovvi motivi legati al mio lavoro. Sai che sono ginecologa. Mi occupo per lo più di interventi di ginecologia e meno di sala parto. Da una decina d’anni sono “obiettrice di coscienza” non per coscienza. Mi spiego: per me lo Stato deve dare la possibilità alla donna d’interrompere la gravidanza. Non mi sono mai fatta un problema nel fatto di accogliere la donna che chiedeva sia di abortire nel primo trimestre, sia di farlo nel secondo. Tuttavia io credo che siamo giunti al culmine quando in consultori e ambulatori hanno iniziato a distribuire certificati per l’IVG in qualunque situazione, evitando sia di sensibilizzare la donna verso il figlio (talvolta basta l’ecografia), sia di applicare la Legge che indica chiaramente di aiutare la donna a non procedere. Nessuno avvisa le donne che potrebbero poi soffrire a livello psichico ovviamente. Certificato e basta.
Ma io, come ti ho detto, ho dovuto smettere. Vedere la donna che abortisce perché deve andare in vacanza, quella che lo fa per la quinta volta, quella che lo fa perché è l’uomo sbagliato, quella che lo fa perché l’uomo è brutto (sì, pure quello). Chiedi alle tue colleghe dei consultori, se non ci credi! La leggerezza delle mamme che portano le figlie (anche maggiorenni) e le convincono perché così possono studiare…

Io non ce la facevo più. Un conto è dare la possibilità in extremis (può capitare e non sta a noi giudicare), un conto è usare l’aborto in questo modo, approfittando del fatto che lo Stato appoggia. Io non ci stavo più. Qui non c’entra il fatto di essere religiosi o meno (sai bene che sono atea), qui è questione di onestà intellettuale e professionalità. Il problema dell’obiezione è che verrà arginata con la privatizzazione dell’aborto grazie alla RU486, e questo lo sappiamo tutti, nei corridoi dell’ospedale.

https://it.aleteia.org/2021/04/12/atea-obiettrice-coscienza-10-anni/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.