Il Caso di Andrew Cuomo, e la Follia del Tutto è Molestia. Porfiri
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il M° Aurelio Porfiri ci offre questa riflessione, a mio parere molto sensata e condivisibile, su quanto sta accadendo negli Stati Uniti, al Governatore di New York. Buona lettura.
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Se tutto è molestia
Ho seguito con una certa curiosità la vicenda del governatore di New York, il democratico Andrew Cuomo. Certamente le sue idee politiche sono molto lontane dalle mie, ma per amore di giustizia devo dire che mi è comunque sembrato che si sia voluto montare una campagna nei suoi confronti usando lo strumento, oggi molto in voga, delle molestie. Ci sarebbero una decina di donne che lo accuserebbero di “molestie sessuali”. Se poi vai a leggere, noti che in molti casi si è trattato di avances, battute forse sgraziate, ammiccamenti…per quello che ho letto (e certamente ci sarà molto di più di cui io non sono a conoscenza) le molestie vere e proprie si configurerebbero in un caso in cui lui avrebbe toccato il seno di una donna contro la di lei volontà.
Qui certamente si configura un comportamento fortemente inappropriato.
Ma passare da questo a includere nelle molestie anche battute infelici o avances mi sembra che si corra troppo.
Se un uomo vuole manifestare il suo desiderio ad una donna, come deve fare? Nessuno sa che le sue attenzioni sono non desiderate finché non si espone a manifestarle, ma in questo caso esponendosi anche a possibili conseguenze penali.
Se dire ad una ragazza, come avrebbe detto Andrew Cuomo, “hai mai avuto una relazione con un uomo molto più grande” diviene passibile di molestia,
ecco che gli uomini sono ipso facto tutti molestatori.
Se si riduce la passione d’amore, il gioco tra i sessi, ad una pratica burocratica per cui si richiede per scritto (come accade già) se sia possibile mostrare attenzioni, siamo alla disumanità. Poi ci sono uomini bastardi, lo sappiamo,
come sappiamo che le donne non sono tutte sante e accade che approfittino della dinamica sessuale per conquistare altri interessi. Fa parte della natura umana e della sua debolezza.
Allora un uomo sedotto da una donna per svuotargli il portafoglio o come mezzo di carriera (mi dicono che accade…) dovrebbe denunciarle per molestie perché “si è sentito usato”?Insomma, ci sono dinamiche per cui l’uomo solitamente fa il primo passo e la donna, se non interessata, lo respinge. Se poi l’uomo tenta di avere con la violenza quello che gli è negato, allora compie un vero e proprio reato. Ma si deve lasciare all’uomo e alla donna la libertà di corteggiare, senza usare queste dinamiche umane per vendette politiche o personali. Ripeto,
con una concezione così allargata di molestia, nessuno si salva. Ricordo tempo fa un complimento molto garbato di Bruno Vespa all’avvenenza di una scrittrice, usato per farlo passare da pervertito. Siamo su una china estremamente pericolosa.
Lo scrittore Massimo Fini, uomo sicuramente di grande intelligenza, proprio sul caso di Andrew Cuomo ha fatto questo commento: “
Il reato di molestie sessuali è il solo, mi pare, che prevede un’immediata presunzione di colpevolezza invece della presunzione di innocenza che, dal punto di vista giuridico, è il caposaldo di ogni democrazia che voglia definirsi tale. Adesso sotto il torchio di metoo, ma è solo l’ultimo di moltissimi casi analoghi, c’è il Governatore di New York, Andrew Cuomo, accusato di “comportamenti inopportuni” e pressioni da undici donne.
Il presidente Joe Biden ne ha chiesto le immediate dimissioni e la stessa richiesta l’ha fatta in una conferenza stampa la Procuratrice generale di New York, Letitia James, che è un Pm non un giudice.
Vogliamo almeno aspettare una sentenza? In questi casi, come ho già scritto, io consiglio una querela per diffamazione, perché secondo le regole del diritto è l’accusa a dover provare l’esistenza del reato, non la difesa del presunto colpevole a dover provare la propria innocenza. E poi
le “molestie sessuali” hanno assunto contorni sempre più estesi e sempre meno definiti. Che cos’è infatti un “comportamento inopportuno”? Tutto può essere “inopportuno”. Se io seduto sul mio divano abbraccio le spalle della donna che mi sta a fianco è un comportamento “inopportuno”? Se la guardo con troppa intensità è un comportamento “inopportuno”? Ma allora come faccio a farle capire che mi piace e che la desidero? Dovrò forse presentarle una richiesta scritta, come già si fa in America? In quanto a lei ha mille modi per farmi capire che la cosa non le va. Il primo, e il più eloquente, è alzarsi e prendere la porta di casa. Il direttore dell’Orchestra Reale di Amsterdam, l’italiano Daniele Gatti, nel 2018 è stato licenziato in tronco per “comportamenti inappropriati”. Poi si sono aperte le cateratte che hanno investito, fra gli altri, Depardieu, poi assolto per “insufficienza di prove”, Placido Domingo, Vittorio Grigolo e da ultimo Kevin Spacey eliminato brutalmente dal cast di un film di Ridley Scott, carriera finita. Al ministro gallese, Carl Sargeant, non è bastato dimettersi, investito da una campagna stampa si è suicidato a 46 anni. Fin dove vogliamo arrivare? Quando io ero giovane c’era tra noi ragazzi un codice non scritto. Faccio il solito esempio del ballo, “il ballo del mattone” come canta Rita Pavone. Se lei ti metteva il braccio sul petto voleva dire che era meglio lasciar perdere, se ti metteva la mano sulla spalla il segnale era neutro, se ti metteva il braccio attorno al collo era incoraggiante ma non aveva nulla di decisivo, sarebbero seguite altre schermaglie. Era l’eterno gioco della seduzione”.
A me sembra molto sensato tutto questo,
un segno chiaro che si va verso l’inumano, che anche un invito a cena (è accaduto) può costarti l’accusa di molestie. Saremo in grado di fermarci prima del baratro o ci siamo già dentro? Ecco una domanda veramente molesta.
https://www.marcotosatti.com/2021/08/14/il-caso-di-andrew-cuomo-e-la-follia-del-tutto-e-molestia-porfiri/