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L’uomo ha deciso di chiedere il divorzio apportando come motivazione il suo inappagamento, nonostante questo, è stato comunque deciso un mantenimento. I giudici hanno deciso che la mancanza di sesso non rappresenta un motivo sufficiente per esentarlo dall’assegno post-divorzio. La moglie non ha mai dimostrato coinvolgimento nei confronti del marito e ha un reddito molto inferiore rispetto a quello dell’ex coniuge benestante. La donna lavora come insegnante, ha sempre partecipato alle spese della famiglia, per questa ragione i giudici hanno deciso – secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore – per il mantenimento.La donna ha comunque ammesso di non aver mai avuto nessun trasporto particolare verso il coniuge, e per questa ragione non ha mai voluto consumare il matrimonio. Oltre al mantenimento, la donna ha inoltre chiesto un indennizzo di 300mila euro, il giudice ha però stabilito esclusivamente un assegno mensile di 1.250 euro senza un risarcimento danni ma la costituzione di un pegno di beni mobili fino a 12.500 euro
I giudici hanno deciso che la mancanza di sesso non rappresenta un motivo sufficiente per esentarlo dall’assegno post-divorzio.
Mmmm... per la giurisprudenza è esattamente il contrario. Manca qualche tassello.