Autore Topic: La salute maschile come forma della rivoluzione  (Letto 920 volte)

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Offline Caiovaleriocatullo

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La salute maschile come forma della rivoluzione
« il: Settembre 04, 2021, 00:28:04 am »
Crescere uomo e crescere donna sono due cose molto diverse. Alle femmine viene detto sin da piccole che il mondo è loro, che ruota intorno a loro, che potranno avere tutto quello che vogliono. I maschi vengono educati invece al sacrificio, alla fatica, al sudore, a non avere aspettative.
Conoscendo uomini e donne, forse sarebbe meglio un'educazione al contrario.
Checché ne dicano le donne, la vita maschile è molto più difficile della loro. Un uomo deve andare ogni giorno incontro alla fatica e alla morte per conquistarsi una briciola di dignità, e tutti si aspettano da lui esattamente questo: che sacrifichi se stesso per la collettività ( = per le donne ). Una donna riceve un riconoscimento dignitoso per il solo fatto di essere tale.

Se però la società attuale è responsabile di questo stato di cose, altrettanto responsabile è ogni uomo che lo accetti. L'amor proprio è il primo requisito per la libertà. Ho trovato molto raramente qualcuno che comprendesse il significato del termine "libertà". La libertà è possibile in ogni ordine e grado della società, in ogni condizione socioeconomica e culturale e consiste innanzitutto nell'amare se stessi incondizionatamente. Solo chi si ama incondizionatamente può aprirsi agli altri e comprenderli, quindi imporsi contro i torti e gli abusi che si subiscono o si rischia di subire. Questo principio vale per la questione maschile, e lo vedremo nel dettaglio, ma vale anche su un piano politico più ampio. Solo chi, amando se stesso, si ribella alle angherie del potere può esercitare resistenza: il potere neutralizza gli individui attraverso la supremazia culturale, economica e bellica, ma questi sono solo mezzi che il potere adotta per conquistarsi un proprio diritto. Il diritto vincola il potere alle proprie stesse regole e diviene l'espressione di un bene comune, la giustizia, che assegna la pienezza del diritto (leggasi: il privilegio) a chi possiede i summenzionati mezzi. L'uomo capace di amare se stesso oltre ogni diritto è l'unico capace di conquistarsi i mezzi per capovolgere gli equilibri del potere attraverso il diritto. Per l'uomo comune il diritto è un mezzo, per l'uomo nobile e privilegiato, per il potente, il diritto è un fine. L'uomo comune mira al potere, il potente mira al diritto. Ciò che per l'uno è veleno, per l'altro è ristoro nella vittoria: ma il diritto si fonda sull'universale consenso, e nessun uomo libero darà mai il suo consenso alle ingiustizie nei propri confronti. Ciò basta come controesempio che scardina l'impalcatura del diritto e con questa la distribuzione del potere. Per questa ragione più si è andati avanti con l'acculturamento delle masse e più si sono livellati i confini socioeconomici fra le persone, finché con la distruzione della scuola pubblica non si è invertita la tendenza.

La salute maschile si muove, come per ogni essere umano, su tre livelli:

1 - la salute fisica;
2 - la salute psicologica;
3 - il benessere socioeconomico.

Possiamo rilevare come tutti e tre i fattori in questione sono compromessi dalle usanze e dalle circostanze storiche attuali e come la mancanza di amor proprio da parte degli uomini contribuisce a fare sì che il malessere maschile prosperi. Bisogna innanzitutto indicare che si tratta di una problematica tutta maschile. Qui il genere è decisivo. Agli uomini non mancano i mezzi per procurarsi il benessere: agli uomini manca il basilare istinto di autoconservazione che li porterebbe verso il benessere individuale e collettivo. Perché manca? Le cause sono molteplici, prima fra le quali è l'onnipresenza del femminile nel nostro mondo, anche e soprattutto a livello culturale. Quando una minaccia arriva da una donna noi tendiamo a percepirla in ritardo e la nostra civiltà è come una donna. Un'altra causa è lo svilimento del maschile. Siamo considerati cittadini di serie B perché uomini: questo fatto si basa su scelte del tutto irrazionali motivate da criteri istintivi di selezione naturale. La donna genera parametri di selezione sempre più alti o irraggiungibili, l'uomo vede gli altri uomini come concorrenti sessuali e tende ad abbatterli ed escluderli: di conseguenza tutta la società vede ciascun uomo come un nemico da abbattere, come un cittadino di serie B da eliminare e schiavizzare. Gli effetti si vedono nelle nostre leggi, nel nostro mercato del lavoro, negli indici sulle morti bianche, sugli omicidi, sui suicidi, sulla povertà, sul rendimento scolastico, sulla tossicodipendenza... Tutto ciò inibisce di fatto quel tanto di amor proprio che basta a chiedere di più e condizioni lavorative migliori per un lavoro nel quale si rischia la vita ogni giorno, dove il capo rischia soltanto il suo capitale per fare il suo lavoro. Quel tanto che basta per decidere di andare periodicamente dall'andrologo, dal cardiologo e dall'endocrinologo. Quel tanto che basta per avere relazioni sane sul lavoro e fuori, senza essere logorati da donne immeritevoli d'amore.