Non Sottovalutate la Papessa Arcobaleno. Non è un Fuoco di Paglia.
Il destino dei riformatori è quello di essere riformati: riforme è buon sinonimo di informe. Sinodi permanenti, formazione continua, più diritti per tutti, lotta al cambiamento climatico (il cambiamento che si batte contro il cambiamento nun se po’ senti’), aggiornamento, migrazione, accoglienza, ascolto: la realtà, anche ecclesiale e politica, è all’insegna del mutamento continuo.
Un ectoplasma galleggiante in un liquame imprecisato.
La nuova papessa della sinistra progressista – anche il progresso è riforma – è Elly Schlein, una sorta di concentrato woke di vaniloquio, sogni, scemenze assortite, magnifiche sorti e progressive e “piccole rivoluzioni” (per usare parole sue). Tutto è sempre nuovo, fresco, positivo, salvo invecchiare presto e male. Ma non c’è problema: ci si aggiorna, si cambia, ci si pone in ascolto, e via banalizzando.
Fossi in Bergoglio, ancora una volta superato a destra nel tentativo di aprire alle donne, agli omosessuali, ai migranti, a questa umanità imprecisata che ci attende risolto qualche problemuccio legato all’ostinazione di una manipolo di retrogradi, sarei preoccupato, e molto.
Giudicare la babele riformista dai risultati non è possibile – non ci saranno,
fine lavori mai – ma
è un fatto che il PD abbia un’epica propria, insieme ridicola e pomposa, ma ce l’abbia.
Si parlano addosso che è una meraviglia, ma in qualche modo costringono il pubblico ad assistere inerme a questi pipponi. Il vecchio prelato in pensione invece sosta davanti ai cantieri e guarda i lavori in corso. Tanto è vero che il tema del pensionamento dei vescovi e financo del papa è carsico ma vivo e vegeto.
L’omelia, la predica (mai più di dieci minuti raccomanda Bergoglio, che la gente deve seguire Mezz’ora in più dell’Annunziata, che non a caso dura mezz’ora più di Mezz’ora) il pistolotto, insomma il pippone auto-ctonio che agita il bassofondo melmoso della subcoscienza il Partito Democratico ce l’ha. La Chiesa non più.
Sono i cattolici adulti alla Prodi, alla Franceschini, alla Fioroni (che si sfila perché appoggiava Bonaccini: cattolici che sbagliano) ad avere sospinto questa suffragetta dell’anticattolicesimo militante nel gotha dell’uomo nuovo, anzi della donn* nuov*. Qualcosa vorrà pur dire.
E se è vero che si discute animatamente di Di* Madr*, l’inclusione di un sacerdozio femminile surrettizio e altre facezie contrabbandate per aggiornamento,
bisogna registrare ad un livello profondo queste giovani donne come Sanna Marin, Annalene Baerbock, Jacinta Ardern, la stessa Schlein – taccio sulle più attempate come Ursula Von der Leyen – che si battono con passione per la guerra ad oltranza, l’aborto, l’omosessualismo, le carriere alias e ogni genere di sovversione dell’ordine naturale, che come sappiamo è sbagliato e marcio alla radice.
Dicevo: fossi in Bergoglio, sarei preoccupato perché
queste figurine sono agguerrite e capaci di scatenare panico morale e spirituale ben più degli uomini, che poveretti tendono alla superficialità e al vivi e lascia vivere.
La papessa arcobaleno Elly Schlein è tutt’altro che una figura minore. Incarna, come e meglio di Bergoglio, qualcosa di verginale anche nel soma, ed
è infinitamente più determinata a provocare la fine del mondo (almeno sul piano epistemologico, ma perché porsi dei limiti) del papa venuto dalla fine del mondo.
Nel Nuovo Credo Antropocratico non c’è un millimetro di spazio per la Nuova Chiesa Apotropaica che tiene lontani antichi fedeli, per tacere di latinorum, corpi mistici, Sacre Specie e altre quisquilie. Il cattolico decrepito che per disgrazia cercasse spazi possibili nel mondo, fatalmente proporrà qualche Elly, qualche
Schlein ricca come Creso e con triplo passaporto, per piazzare al volgo pipponi radicalmente anticattolici su inclusione, povertà e reddito universale di base che non durano dieci minuti, ma da almeno dieci anni.
A cosa serve un papa cattolico di una Chiesa Cattolica animata da fedeli cattolici? Davvero abbiamo tempo di attendere una chiesa finalmente riformata?
C’è Elly I, Inclusiva Subito, espressione di un Partito Democratico sinodale, in un paese e un mondo in cui la partecipazione politica – come quella religiosa – è ormai soltanto nominale. La gente non va in chiesa come non va a votare. E dal pianeta da salvare per il momento è tutto.
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