Quanta inutile voglia di litigare, quante energie sprecate. Quanto si potrebbe migliorare la propria vita, se non si disperdesse cosi tanto tempo in discussioni sterili? Prima di parlare bisognerebbe chiedersi sempre, se ciò che si sta per dire, vale più del silenzio.
C'è chi ha scritto per esporre idee, concetti, suggerimenti e consigli. Lo si è fatto con altruismo, fino a prova contraria. Se poi i consigli danno fastidio, questo denota che toccano una ferita aperta e sanguinante. E questo è comprensibilissimo.
Se i consigli non toccano ferite, semplicemente viene spontaneo dire "ok, grazie del consiglio. Vedrò un po come fare e cosa fare. Mi regolerò. Intanto, grazie ancora".
Bisognerebbe quindi chiedersi sempre: perchè provo dolore? Per i consigli ricevuti, o perchè hanno toccato qualcosa dentro di me? Avevo colto le dinamiche in gioco. Per questo avevo scritto che siamo tutti sulla stessa barca e che "mal comune mezzo gaudio". Ma persino queste stesse parole, di empatia e compassione, hanno toccato ferite aperte e sono state rifiutate.
Ora leggo persino di minacce di denunce. E mi tornano in mente le parole di Carl Gustav Jung, "si arriva ai limiti dell'assurdo, pur di non fare i conti con sè stessi". Si discute per arricchirsi a vicenda e per esporre idee e concetti. Attaccarsi è inutile e sottrae energie a sè stessi e agli altri.