Autore Topic: giri sui siti femministi  (Letto 8301 volte)

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Offline recher70

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Re: giri sui siti femministi
« Risposta #30 il: Agosto 21, 2010, 23:44:32 pm »
forse è vero ,sono troppo testardo a volte ,forse credo ancora che le cose possono cambiare ,o magari solo di dare un altra possibilità , in fondo non è detto che .avuto una esperienza di vera censura su un sito anchwe estremista ,non si possa credere che esistono siti più"democratici , sul problema delle violenze (che loro chiamano femminicidi) ,ho provato a postare qualche mio pensiero .anche critico .la risposta è sempre la stessa ,o mi censurano ,o mi moderano ....faccio un copia ,incolla dei miei interventi per farti vedere che non sono stato maleducato ..

il mio primo intervento mio è questo

per quanto riguarda contro la violenza ,diqualsiasi genere e di qualsiasi tipo ,credo che siamo d’accordo tutti a condannarla nel modo più assoluto , ma qui si parla di rispetto ,potrei non essere più d’accordo che il ripsto .l’equità tra i sessi porterebbe solo che benefici ,purtroppo ,e lo dico con dispiacere ,alcuni siti femmnisti ,denigrano l’uomo ,o meglio “il maschio” come lo chiamano loro ,nella maniera più subdola ,partendo dal suo aspetto fisico ,dedicandoci post come “l’uomo brutto ” che se prima era brutto ,cattivo ,e perchè no anche sporcomnel post successivo diventa adirittura stupido ,vogliamo parlare di rispetto ?? io sono pronto a rispetare un no ,ne ho presi alcuno uno in più non fa una grande differenza ,spero solo che ,ad un suo rifiuto ,non ci sia la frase “levati cesso del cazzo” ,le cose bisogna farle in due ,in ogni modo sono molto vicino a pianta di serra come pensiero

questa francesca viene fuori con un post democratico ,che fa ben sperare

Francesca Sanzo - Panzallaria scrive:
16 agosto 2010 alle 20:27

@eli: donne pensanti è uno spazio aperto alle PERSONE e promuoviamo il dialogo e il reciproco rispetto. Mi preme fortemente sottolineare che la nostra associazione è volta a promuovere modelli di femminile alternativi agli stereotipi e una cultura del rispetto per andare oltre la lotta uomo/donna. La questione femminile riguarda tutti, uomini e donne ed è un problema sociale e culturale, specchio di altre questioni del nostro Paese. La divisione su questi temi fa bene solo alla discriminazione e al mantenimento dello status quo di certe posizioni. Uno può essere d’accordo o meno con quanto scritto, può dissentire con alcuni commenti o no, ma se non ci saranno offese, siamo qui per cercare il DIALOGO anche con chi la pensa diversamente. grazie


come vedi ,per lei ,se non si cade nel torpiloquio ,non ci sono problemi a scrivere in questo blog ,in fondo è aperto alle persone 

allora io scrivo ancora questo post


ma ,vedi nadia ,la situazione e questa ,credo che tutti si dovrebbero indignare dinanzi ad un omicidio o ad un crimine qualsiasi ,ma questo non è il punto ,il punto sta che si usa spesso la parola uomo e non assassinoo ,cosa che effettivamente è…
In quanto tale (cioe uomo),mi state mettendo alla pari dell’ucraino ,o del stupratore ,o di qualsiasi altro tipo di criminale , e come dire che ,chi ha gli occhi chiari ,sia più inclini ad essere criminali .
ma ,se si pensa che sia l’uomo(in quanto uomo) ad essere il problema ,l’unica soluzione sarebbe quella di una pulizia etnica del genere ,senza scomodare orrori del pasato ,ma anche ,negli anni 40 si era iniziato a dare colpa agli ebrei , e poi si è visto come è andata a finire …
diamo la colpa ai veri colpevoli ,cioe agli assassini , senza facili generalizzazioni che non fanno altro che aumentare il dissenso tra i sessi , e non cerchiamo sempre di rivendicare ,in una vera e propria galleria dell’orrore se siano più cattivi le donne o gli uomini ….




lei risponde in questo modo ,come vedi la dose di equilibrio e democrazia ,è andata a farsi benedire

@mauro, pianta di serra: vi chiedo gentilmente di fare uno sforzo concettuale per uscire dal vostro personale. In questo post è contenuto UN APPELLO. Chiediamo di firmarlo e condividerlo a chi si sente in sintonia, non di fare inutili polemiche: siamo un’associazione che si occupa della questione femminile in tuttti i suoi aspetti, ci occupiamo di questo, non vedo perché si debba polemizzare verso un gesto che non si propone generale ma MOLTO specifico e CONTESTUALIZZATO. Nessuno criminalizza l’uomo: PARTIAMO DA CONSIDERAZIONI OGGETTIVE SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, ovvero che l’escalation di OMICIDI nei confronti delle donne è pazzesca. @mauro: chiedi di non discriminare e poi non vuoi essere assimilato agli ucraini facendo un palese atto di razzismo. Ora basta. Ho lasciato a tutti la libertà di esprimersi ma tutto ha un limite: se questo appello non è condiviso basta non firmare. I dati dei siti proposti da pianta id serra mi sembrano quanto mai opinabili mentre è la Farnesina stessa a produrre dati molto chiari sugli omicidi in famiglia. Non è una lotta e se avrò la sensazione che la china sia questa, mi vedrò costretta a cancellare alcuni commenti. Per il momento inserisco la moderazione e consiglio a tutti di spostare, se vogliono, la polemica su “chi ammazza più chi” altrove. Non è un gioco che ci interessa.

questo pianta di serra che mettero i suoi post dopo ,aveva praticamente la mia stessa opinione ,nessuno vuole minimizzare gli avvenimenti recenti , solo che ,si fanno troppe generalizzazioni
come vedete ,e qui l'unica cosa che ho sbagliato e di fare discriminazione mettendo "ucraino" mentre volevo mettere assassino ....cosa che mi scuserò con questo post ,è giusto amettere i propri errori
che è ancora in attesa di moderazione 

Francesca ,hai ragione,me ne sono accorto dopo di aver fatto descriminazione anch’io ,mi scuso se ho ferito qualcuno/a di quella provenienza ,intendevo dire assassino che ,purtroppo ,riguarda tutto il pianeta , ….ma vorrei che fosse chiaro ,e poi concludo (anche se credevo che si potesse discutere di un argomento ,anche se delicato,bastava che il post nno scadesse nel offensivo e triviale)che ,almeno io, non intendevo mancare di rispetto alle vittime ,ne tanto meno alle famiglie ,che hanno il dolore nel cuore..volevo solo chiarire questo punto che mi sembra fondamentale….


pianta di serra aveva scritto cose molto interessanti a mio avviso

Premesso che condivido la causa in sé, io non sottoscrivo. Comincerò a prendere sul serio questo genere di appelli quando vedrò le stesse donne che vi aderiscono indignarsi anche per la violenza (sia fisica che psicologica) sugli uomini da parte delle donne, che viene quasi sempre giustificata in quanto, si sa, il maschio se si becca un ceffone o un insulto o un calcio nelle palle è perché qualcosa per meritarselo l’avrà pur fatto.

Non ha senso parlare di educazione al rispetto reciproco se le aspiranti educatrici hanno a cuore soltanto la difesa dei diritti e della dignità di una sola delle due parti in causa. Per decenni un certo femminismo (purtroppo quello mainstream) si è illuso di poter risolvere il naturale conflitto uomo/donna demonizzando il genere maschile ed esaltando in pari misura quello femminile. Nei fatti, ha gettato benzina sul fuoco e ulteriormente complicato – se mai ce ne fosse stato bisogno – il cammino che conduce alla consapevolezza.

Lo dico perché qui vedo un problema analogo. Continuando a fare inutili distingui tra questo e quel tipo di violenza, tra vittime di serie A e B, tra danni collaterali inaccettabili (nel caso specifico, le donne sacrificate sull’altare dell’emancipazione) e accettabili (avete una vaga idea di quanti uomini hanno le loro vite rovinate da false accuse di stupro/molestie?), si ottiene solo, a lungo termine, l’effetto di alienare l’altro. Sono sempre di più gli uomini che oggi, davanti alla scena di una ragazza che viene maltrattata, girerebbero la testa dall’altra parte e andrebbero dritti per la loro strada. Avete provato a chiedervi il perché?

-Un uomo che ha rispetto per il suo prossimo.


questo è il secondo

@ Nadia Somma ed Eli: E la cultura che giustifica la violenza sulle donne sarebbe il maschilismo, suppongo? Per me non ha molto senso parlare di cultura maschilista dominante in un paese in cui gli uomini vengono fatti oggetto di scherno e di persecuzione (tanto verbale quanto giudiziaria) senza che nessuno (tantomeno il Ministero per le Pari Opportunità) muova un dito.

Giusto stamattina ero lì che facevo colazione e, in preda alla noia, ho acceso la tv e preso a fare zapping. Su RaiUno c’era un talkshow il cui argomento era: gli uomini italiani che “snobbano” le connazionali e vanno a fare “conquiste” all’estero. Sapevo già come sarebbe andata a finire, ma ho ceduto al mio ottimismo e aperto le orecchie comunque. Non si sa mai, mi sono detto. Invece, la solita storia…! Una cacofonia di insulti diretti a tutti gli uomini, tanto quelli giovani (nelle parole dell’esperto collegato da nonmiricordodove, l’onnipresente Saluzzi, dei “maschietti” in crisi d’identità “incapaci di fare ALCUNCHE’”) che i non più così verdi, fatti passare per degli aspiranti dongiovanni, mammoni ed emotivamente insicuri. Questo tipo di trattamento in tv è riservato solo agli uomini, e praticamente è la norma in ogni dibattito su temi attinenti alla questione del maschile/femminile. La cosa veramente grottesca è che spesso e volentieri sono gli uomini stessi ad indulgervi! Mi chiedo, dove sono i maschilisti? Chi e quanti sono? Perché insultare le donne, o anche solo una donna in particolare, attira immancabilmente accuse di sessismo, di maschilismo, quando non di ottusità mentale, ma insultare gli uomini è una specie di sport nazionale? Non sono domande di poco conto, eppure gli unici (con rare eccezioni) che se le pongono sono uomini, e sono pochini (anche se stanno aumentando). Anche questo è un bel mistero, non credi?

Sai perché alcuni uomini si sentono colpiti dagli appelli contro la violenza sulle donne? No, non è perché sotto sotto hanno paura delle donne e provano qualche tipo di non bene specificato astio nei loro confronti (ovvio, sicuramente per qualcuno sarà pure così, ma penso che si tratti di una minoranza). E non è nemmeno perché gli uomini fanno tutti parte di una qualche diabolica mente collettiva che li porta a volere le donne sottomesse, impotenti e piene di lividi. La mia opinione è che molti di quegl’uomini sono stati a loro volta, nel corso della loro vita, vittime di ingiustizie e violenze di vario tipi, o ne sono stati testimoni, e semplicemente reagiscono ad un martellamento mediatico che insiste ormai da anni sullo schema rigido donna vittima/uomo carnefice, e contribuisce soltanto a far sentire le donne un po’ più vittime, e gli uomini un po’ più stronzi.

Quanto tu, uomo, che orco non sei, non solo ti vedi stereotipato e vilipeso, ma pure sminuito, perché la violenza contro gli uomini è generalmente una barzelletta, è ovvio che scuoti la testa… Forse è perfettamente naturale che esista una gerarchia delle violenze e delle sofferenze, e che, come alcuni sostengono, gli uomini siano considerati (persino da loro stessi!) “sacrificabili”. Però io non lo trovo giusto, tu sì forse? Anche questo appello, che riconosco essere animato da un nobile proposito, si inserisce in una lunga serie di appelli e di campagne che per un motivo o per l’altro puntano sempre l’accento sulla violenza contro le donne, implicitamente affermando che è l’unica violenza che conta. Che poi sotto quell’unica bandiera ci si voglia ci si voglia riunire, a margine, anche altri soggetti, poco importa, perché è chiaro fin da subito che li si vuole destinare ad una condizione di subalternità.

@ Eli: “Con quale faccia si può paragonare un “calcio nelle palle” a un omicidio? Con quale faccia si
paragona la condizione delle donne a quelle degli uomini?”

La violenza è violenza, non sei d’accordo? Una spinta, un pugno, una castrazione coatta, una coltellata, dov’è che si comincia a fare una distinzione? Prima ho fatto alcuni esempi, ma avrei potuto farne altri. Ci sono anche uomini che perdono la vita per mano di donne, e non è mai difficile in quei casi rintracciare nei commenti di alcuni amici, familiari o naviganti, la malcelata volontà di giustificare l’assassina. Come dicevo nel post precedente, questo è dovuto in gran parte ad un pregiudizio sempre più diffuso nei confronti degli uomini. E la condizione della donna e dell’uomo sarà anche diversa, ma da qui a dire che una è assolutamente peggiore o migliore dell’altra, ce ne passa. Non so chi ti abbia raccontato cosa, ma neanche per gli uomini la vita è tutta rose e fiori.

“Una cosa dovrebbe essere chiara a tutti: le donne sono arrabbiate con gli uomini perché vivono in una costante situazione di oppressione (con casi più o meno gravi). Gli uomini odiano le donne perché le vogliono succubi e socialmente morte (a volte anche fisicamente): non mi pare proprio la stessa cosa.”

Donne buone, uomini cattivi. Chiaro, cristallino direi. Libera di crederci eh, per carità, ma a che scopo, mi chiedo io. Dove può portare una simile filosofia?

“Se un uomo assiste a uno stupro e non soccorre la donna è un VERME e un COMPLICE, altro che colpa dell’odio delle donne per gli uomini? Ma stiamo scherzando?”

Sono d’accordo, abbiamo tutti il dovere di intervenire quando un crimine viene compiuto sotto i nostri occhi, che si tratti di uno stupro o di un borseggio o di una mamma che picchia i propri figli. Io ho semplicemente constatato che 1. c’è una spinta fortissima, da più parti, per alimentare la diffidenza e l’odio tra i sessi 2. si fanno sempre più numerose le voci di uomini che si sentono ormai completamente estraniati e alieni ad una logica di civile convivenza e rispetto. E tra questi due punti ho tracciato una linea, individuato un rapporto di causalità. Non ci vedo niente di scandaloso. Non ho usato il termine “colpa”, non a caso, perché non mi sembrava appropriato in un discorso simile. Parlerei piuttosto di “responsabilità” condivise.

“Il problema di aprire queste discussioni agli uomini, è che sono pochissimi a stare REALMENTE dalla parte delle donne.”

Ebbene, mi dichiaro colpevole. Io non sto dalla parte delle donne… né degli uomini. Sto, cerco di stare dalla parte della giustizia.

P.S.: ho scritto un altro mezzo papiro, e sicuramente anche stavolta mi sono dimenticato di dire qualcosa di importante, qualche precisazione… invoco il beneficio del dubbio ovunque applicabile.


questo è il terzo
http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/pelizzari.pdf

http://violenza-donne.blogspot.com/2008/01/references-examining-assaults-by-women.html

http://violenza-donne.blogspot.com/2008/12/nasce-roma-uno-sportello-per-i-mariti.html

http://pn.psychiatryonline.org/content/42/15/31.2.full
Traduzione: http://violenza-donne.blogspot.com/2009/05/violenza-di-genere-unaltra-statistica.html

http://www.reenasommerassociates.mb.ca/a_wfn.html
Traduzione: http://violenza-donne.blogspot.com/2010/08/controversia-sulla-ricerca-sulla.html

http://www.batteredmen.com/batsewel.htm


questo è l'ultimo si era rotto anche lui

E’ proprio vero, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Si continui coi vecchi metodi, dunque. Io tolgo il disturbo.


penso che questo ultimo pensiero riassume tutto