A questo punto, anche un serial killer :bad: puo' sostenere di avere una forma di dipendenza... :bad:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48288girata.asp"Ero aborto-dipendente". Tutte le confessioni choc di Irene Vilar
in un libro che ha diviso l'America
WASGHINGTON
Ha abortito quindici volte in diciassette anni. E' la storia di Irene Vilar, 40 anni, che ha ammesso di essere "aborto-dipendente". Il racconto choc delle sue continue interruzioni di gravidanza è documentato nel libro “Impossibile Motherhood: Testimony of an Abortion Addict” (Maternità impossibile: la testimonianza di una donna dipendente dall’aborto). Le confessioni di Irene, che da 16 a 33 anni ha dovuto lottare con la sua dipendenza, hanno sconvolto gli Stati Uniti, dove il suo manoscritto è stato appena pubblicato. Le sue parole hanno suscitato forti critiche da parte delle associazioni anti-abortiste e Irene, che ora ha due figlie bellissime di cinque e tre anni, deve fare i conti con continue minacce di morte.
Nel suo libro racconta di non aver mai abortito per paura o per mancanza di denaro, ma solo per fare un dispetto al suo primo marito. «Il mio ex si vantava della brevità delle sue relazioni, mai superiori ai cinque anni. Sosteneva che avere bambini uccide il desiderio sessuale». Così Irene ha iniziato a dimenticarsi di prendere la pillola e poi, una volta rimasta incinta, ad abortire per non farsi lasciare.
«Molte donne hanno scritto libri per raccontare le loro esperienze con l’anoressia o con la bulimia. Anche io ho voluto fare lo stesso facendo conoscere agli altri la mia dipendenza dall’aborto», dice la Vilar al Daily Mail. La donna in quegli anni ha tentato il suicidio diverse volte e riuscire a guarire dalla dipendenza non è stata certo un'impresa facile. «Continuavo a farlo, ma non volevo. Anche un tossicodipendente si vuole fermare ogni volta». In America i lettori sono già divisi tra anti-abortisti e abortisti. Charmaine Yoest, presidente di un’associazione pro-life negli Usa non ha dubbi: «Il libro è una conferma di quello che sosteniamo: l’aborto è una parte triste nella storia della vita di ogni donna».