Autore Topic: Varie: argomenti che non valgono una discussione.  (Letto 39080 volte)

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Milo Riano

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Varie: argomenti che non valgono una discussione.
« il: Ottobre 21, 2009, 23:41:20 pm »
femmina australiana maschilisticamente sfruttata  :'(

Australia: vota il bikini, l'ira delle femministe
"Mandaci una tua foto in bikini e, se piaci, ti offriamo una formazione da star nel mondo dello spettacolo". Questo il richiamo utilizzato dal network australiano Sportsmodel.TV per convincere centinaia di donne a inviare fotografie in costume da bagno nell'ambito di una gara di bellezza online, dal mese prossimo disponibile anche via iPhone. L'idea ha avuto successo: da ogni parte dell'Australia sono arrivate foto sexy e ammiccanti, che hanno fatto schizzare alle stelle il numero dei votanti. L'iniziativa ha però suscitato le ire del principale gruppo femminista australiano, Women's Network Australia. "Ancora una volta le donne vengono utilizzate per esere messe in vetrina", ha affermato la manager Lynette Palmen, che si è detta incredula del successo che la competizione sta avendo tra le sue connazionali. In più perché, secondo il giornale online "Perth Now", a mandare le foto sono state donne di ogni genere, dalle esperte di finanza alle scienziate.

http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/modelle-bikini-australia/1.html
« Ultima modifica: Marzo 19, 2010, 20:30:02 pm da milo »

Offline Warlordmaniac

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #1 il: Novembre 25, 2009, 18:09:12 pm »
http://www.terapiedigruppo.info/documents/VIOLENZA.AGLI.UOMINI.pdf

I ntervista con Barbara Rossi, psicologa, psicoterapeuta

Marco Deriu, Ricercatore e docente di Sociologia della cultura presso l’Università di
Parma, fa parte dell’Associazione nazionale Maschile Plurale e del Circolo della
differenza di Parma.

Dott. Deriu, cosa ne pensa della violenza tra i sessi?
In primo luogo credo sia fondamentale distinguere l’idea di violenza da quella di
conflitto. Ritengo che un conflitto tra i sessi ci sia sempre stato e che in una certa
misura sia ineludibile. Il conflitto attiene al confronto tra differenti e di per sé non è
negativo o distruttivo. Al contrario il conflitto se accettato e affrontato con modalità
nonviolente può essere terreno di riconoscimento di sé e dell’altro, di cambiamento e
maturazione, di costruzione di legami più forti. Dunque per chiarirci “violenza tra i
sessi” non è sinonimo di “conflitto tra i sessi”. A mio avviso la violenza tra i sessi è
semmai la conseguenza del rifiuto di un reale conflitto. Ovvero sia il tentativo di
seppellire la dimensione interrogante e dinamica del conflitto in una forma di dominio
unilaterale e statico.
La questione della violenza tra i sessi ha radici profonde nella nostra storia e nella
nostra cultura, per questo è difficile parlarne senza sottovalutare il problema o
renderlo una faccenda superficiale. Penso sia sensato distinguere tra diverse forme di
violenze. Esistono molti tipi di violenze: sessuali, fisiche, psicologiche, materiali,
simboliche e strutturali. Le violenze sono commesse sia da uomini che da donne. Ma
tutti i dati a nostra disposizione sottolineano che gli autori delle violenze sono nella
maggioranza dei casi uomini. Alcune forme di violenza, in particolare e
mi riferisco
alle violenze sessuali, alle molestie, alle violenze fisiche sono
storicamente violenze
commesse dagli uomini ai danni delle donne. Qui c’è evidentemente un dato culturale
molto forte e profondo che interroga la cultura maschile, i suoi modelli e i suoi valori.
Anche le donne ovviamente possono usare la violenza, anche nelle sue forme
tradizionali come botte, maltrattamenti o omicidi. Ma la violenza femminile il più delle
volte si esprime attraverso altre modalità, più “relazionali”, più psicologiche e anche
più sottili. In generale la cultura in cui siamo immersi “suggerisce” forme di
comportamento diverso agli uomini e alle donne, anche di comportamento violento. Le
violenze in questo senso non sono solo espressioni di scelte e inclinazioni individuali
ma anche di modelli predefiniti di espressione e comportamento.
Da questo punto di vista ci tengo a dire che non c’è nessuna equivalenza possibile
tra la violenza maschile verso le donne e quella femminile contro gli uomini. Certo è
interessante e anche importante approfondire il tema della violenza femminile verso
gli uomini, come cerchiamo di fare in questa occasione, sia per illuminare forme di
violenza di cui si parla meno sia per chiarire meglio alcune connessioni, ma è bene
non scordare che la violenza maschile verso le donne ha una dimensione culturale e
strutturale molto forte e radicata. Ancora oggi le donne sono soggette a violenze,
soprusi, discriminazioni a livello sessuale, economico, politico, nella famiglia, nel
lavoro, nello spazio pubblico.
I n che senso possiamo parlare della violenza agli uomini?
Da un punto di vista generale le donne possono esprimere forme di violenza differenti.
Ma come dicevo prima, le forme di comportamento violento sono soggette a loro volta
ad una standardizzazione culturale, a seconda dei diversi generi. Credo che nella
maggior parte dei casi le violenze contro gli uomini avvengano su un piano relazionale
e psicologico più che fisico o materiale. Il terreno in cui possono avvenire più
facilmente è quello dei rapporti tra madre e figli o dei rapporti di coppia. Nel primo
caso possono essere forme di violenza legate ad un atteggiamento soffocante in cui la
madre impone la propria centralità o il proprio volere sul figlio minando la sua
autonomia, la sua autostima, la sua integrità.
Nel rapporto di coppia la violenza può essere legata ad un tentativo di svalutare o
di umiliare il proprio compagno per tenerlo in qualche modo sotto controllo o in una
posizione di scacco. Nel contesto famigliare le forme della violenza sugli uomini
possono passare anche attraverso delle dinamiche triangolari, per esempio quando si
cerca di instaurare nei figli un’immagine molto negativa dei padri, quando si cerca di
utilizzarli contro i padri, o quando in caso di conflitti o separazioni si cerca di minare il
legame affettivo tra padre e figli rendendo difficile o addirittura impossibile ai padri di
vedere o frequentare i bambini.
Data la centralità e l’importanza delle donne nella vita affettiva e psicologica degli
uomini, spesso la violenza può assumere le forme del ricatto affettivo, sia nel rapporto
tra madre e figli che nel rapporto tra partner. In altri casi si cerca di instaurare un
senso di colpa radicale e incolmabile o di proiettare tutta dell’”ombra” e del negativo,
sulla figura maschile. Va detto invece che esistono forme di crudeltà e di sadismo
anche femminili anche se sono meno invisibili. Ci sono donne che infieriscono sugli
uomini con grande freddezza e anche donne capaci di inscenare storie, situazioni o
racconti agghiaccianti pur di suscitare grandi sensi di colpa o di distruggere
l’immagine di una persona verso cui si prova un sentimento negativo. Andrebbero
indagate anche quelle forme di violenza che agiscono dietro o comunque mescolate
insieme a forme di dolore femminile. Spesso la violenza o il dolore non si dividono in
due campi contrapposti in maniera netta. Una donna che soffre, e addirittura che si
ammala per il proprio malessere – penso a situazioni patologie tipicamente femminili
come quelle dell’isteria o dell’anoressia – può anche agire contemporaneamente
attacchi molto violenti. Chi soffre non è obbligatoriamente soltanto una vittima. Per
certi aspetti può essere una vittima, perchè ha subito dei torti o delle violenze, ma per
altri può essere un aguzzino. Bisogna riconoscere e comprendere questa complessità
negli esseri umani.
Se devo rischiare una generalizzazione, consapevole di tutti i rischi del caso, penso
che nel caso delle donne ci troviamo spesso di fronte a forme di violenza più sottili,
indirette o nascoste; forme meno brutali e anche meno evidenti rispetto a quelle
maschili. Tuttavia queste modalità possono essere estremamente potenti, profonde e
anche devastanti o distruttive soprattutto se praticate sistematicamente. Per loro
natura questo tipo di violenza “non fa notizia”, non arriva ai giornali. Esempi di queste
forme si possono invece ritrovare facilmente nell’immaginario collettivo, letterario o
cinematografico.
Naturalmente ci sono anche donne che commettono atti di violenza più tradizionali,
violenza fisiche, botte, omicidi ma percentualmente questo avviene in misura molto
minore rispetto agli uomini. Basta pensare alla grande asimmetria nella popolazione
carceraria composta, non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo, nella stragrande
maggioranza da uomini.
Infine dobbiamo aggiungere a questo elenco il ruolo che le donne stanno
assumendo nelle guerre contemporanee: non più solo vittime, come verrebbe lo
stereotipo, ma anche soldatesse, attentatrici terroriste, istigatrici del genocidio come è
avvenuto in Rwanda, o torturatrici nel carcere di Abu Ghraib, dove la soldatessa
americana Lynndie England si divertiva a farsi fotografare mentre teneva un soldato
iracheno, un maschio, al guinzaglio. Si tratta di episodi che hanno avuto un forte
impatto sul nostro immaginario, contribuendo a minare l’immagine di una donna o di
un femminile tutto luminoso, incapace di violenza o rinchiudibile nell’immagine
stereotipata della vittima.
Qualcuno ha commentato che forse i sessi da civilizzare sono due.
I n che modo gli uomini subiscono questa violenza?
Si tratta credo di una forma di violenza che si insinua nelle relazioni quotidiane. Che
agisce nei legami più stretti e che si mescola con situazioni affettive e con vincoli
profondi. Gli uomini talvolta la subiscono perché fanno fatica a riconoscerne il disegno
e a capirne le modalità e la logica. Bisogna avere profondi strumenti psicologici e
relazionali per riconoscerla in azione e per bloccarla, o quando non è possibile, per
sottrarvisi.
Gli uomini denunciano? Come reagiscono rispetto alle donne?
Proprio perché si mescola alle relazioni affettive spesso questa violenza non è
riconosciuta in quanto tale dunque spesso non viene denunciata. In altri casi gli
uomini non denunciano perché si vergognano. Per un uomo apparire pubblicamente
sottomesso alla donna può essere ancora più intollerabile che esserlo poi
effettivamente.
Altre forme di violenza sono invece un terreno di conflitto molto forte. Penso alla
violazione dei diritti dei padri e dei figli in casi di separazione. Si tratta di una delle
situazioni in cui le violenze si ripetono più spesso. E negli ultimi decenni gli uomini
hanno iniziato a denunciare questi casi e anche a organizzarsi per difendere i propri
diritti.
P ensiamo ad una situazione come la separazione coniugale. Spesso si parla
delle ritorsioni che fa l’uomo nell’usare sotterfugi e non pagare alimenti alla
ex moglie per i figli; oggi si assiste maggiormente anche alla segnalazione
degli uomini che vengono “ derubati” dei figli e non si sentono tutelati dalla
legge. Cosa potrebbe fare un padre per tutelare la sua paternità, il diritto del
bambino ad un padre, la loro relazione?

Si, quello che descrive è uno degli ambiti delle relazioni tra i sessi in cui si esplica
più facilmente una violenza contro gli uomini. Questo non vuol dire che le stesse
situazioni non siano terreno anche di violenza contro le donne. Sappiamo bene che i
casi di violenza contro ex compagne o ex mogli sono molto diffusi e occupano le
pagine della cronaca nera. Allo stesso tempo, tuttavia, questo è uno dei pochi ambiti
in cui una visione tradizionalista e stereotipata dei ruoli sessuali consegna
generalmente una posizione di vantaggio alle madri e consente loro di approfittarne
anche oltre il lecito e soprattutto oltre ogni senso di civiltà. I casi di soprusi e violenze
verso i padri sono più diffusi di quello che culturalmente siamo disposti a riconoscere.
Ritiene che questo tipo di violenza abbia conseguenze a livello sociale?
Ovviamente si. Credo che il rischio più grande sia quello di generalizzare o di
proiettare il vissuto di violenza sull’immagine generale dell’altro sesso, delle donne o
degli uomini. Se come ho cercato di spiegare la violenza nasce dal disconoscimento
della differenza certamente non è un passo avanti proiettare su un intero sesso la
colpa del male e del dolore che si è patito.
Da un punto di vista psicologico e soprattutto esistenziale costa molto lavoro non
generalizzare, non proiettare concentrarsi sulla propria storia personale, sulla propria
vicenda e rielaborarla in quanto tale, riconoscendo responsabilità specifiche,
individuali e relazionali, senza con questo distruggere l’immagine interiore dell’altro
sesso dentro di sé.
A questo proposito dobbiamo impegnarci tutti nella promozione di una cultura delle
differenze. Dobbiamo aiutarci – uomini e donne a
reinventare una civiltà delle
relazioni basata sul riconoscimento della propria parzialità e sull’accettazione
dell’alterità. Dobbiamo imparare a costruire relazioni basate sulla libertà, con la fiducia
che le differenze siano un’occasione e non una minaccia.
I n che modo genitori, educatori, insegnanti, psicologi, potrebbero aiutare le
nuove generazioni a ridurre la violenza per incontrarsi in modo più sereno? È
pensabile che si possa ridurre la violenza?

Il terreno educativo è fondamentale soprattutto se si comincia a lavorare con i
bambini educandoli fin dalla più tenera età ad un rapporto positivo e riconoscente
verso entrambi i sessi.
Ma non si può neanche proiettare tutto sulle future generazioni. In questo campo
delle relazioni tra i sessi occorre un’educazione anche degli adulti, forse soprattutto
degli adulti, perché sono quelli che devono più liberarsi da stereotipi e armature
culturali. È un lavoro culturale che non si fa solo nelle scuole, ma in tutti gli spazi
relazionali e sociali: dalla famiglia al lavoro, dall’amicizia alla sessualità, dalla politica
allo sport.
È una sfida in cui tutti – nessuno escluso – dobbiamo sentirci al contempo
insegnanti ed allievi, con umiltà ma anche senso civile. Dobbiamo costruire una nuova
civiltà delle relazioni tra i sessi.

Offline XY

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #2 il: Novembre 25, 2009, 21:13:57 pm »
http://www.terapiedigruppo.info/documents/VIOLENZA.AGLI.UOMINI.pdf
Finalmente qualcuno riconosce la pericolosità della violenza femminile (in tutte le sue forme).

Offline Rita

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #3 il: Novembre 25, 2009, 22:44:34 pm »
Citazione
Da questo punto di vista ci tengo a dire che non c’è nessuna equivalenza possibile
tra la violenza maschile verso le donne e quella femminile contro gli uomini. Certo è
interessante e anche importante approfondire il tema della violenza femminile verso
gli uomini, come cerchiamo di fare in questa occasione, sia per illuminare forme di
violenza di cui si parla meno sia per chiarire meglio alcune connessioni, ma è bene
non scordare che la violenza maschile verso le donne ha una dimensione culturale e
strutturale molto forte e radicata. Ancora oggi le donne sono soggette a violenze,
soprusi, discriminazioni a livello sessuale, economico, politico, nella famiglia, nel
lavoro, nello spazio pubblico

qui si riconosce il Marco Deriu di maschileplurale.. :rolleyes:

però il resto dell'articolo mi pare sorprendente ... per essere stato scritto da Marco Deriu di maschileplurale, stanno diventando singolari anche loro?  :cool:

http://www.maschileplurale.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=3&Itemid=5
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline JAROD72

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #4 il: Novembre 25, 2009, 22:46:05 pm »
Ottima intervista.  Il sociologo dice cose giuste che peccato però che quello che dice non abbia la sua dovutà visibilità.

Però mi ricordo qualche tempo fa di avere letto da qualche parte dei manifesti che parlavano di un dibattito, con ospiti delle donne nella maggior parte specialiste in materie psicologiche che trattavano la violenza psicologica e fisica che le donne operano sugli uomini.

Non so il nome, ma mi pare che da qualche parte, forse, dovrei ancora avere il volantino, sempre se non è andato perso di cosa esattamente trattavano.

Harmonica

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #5 il: Dicembre 01, 2009, 13:23:47 pm »
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-11-30/09.spm
Donne e lavoro: la parificazione degli stipendi

Caro Beppe,
permettimi alcune riflessioni riguardo al tuo commento «Il corpo delle donne (italiane)» (Chase Behringer, 25 novembre). Come sai ho 75 anni, e ho incominciato a lavorare al Credito Italiano nel 1954. Dopo un anno di agenzia, in cui allora non c'erano donne, andai in sede e fui colpito dal fatto che il mio stipendio fosse superiore a quello delle mie amiche impiegate. Qualche anziano mi spiegò che ciò era dovuto al maggior rendimendo degli uomini per via dei periodi mestruali delle donne, della maternità e via dicendo. Io eccepivo che in certi lavori loro erano decisamente superiori a noi e quindi continuavo a non accettare la differenza di stipendio. Nella vita ebbi poi occasione di trattare con molte donne manager e le trovai in generale più attente ai problemi, reattive e capaci di prendere decisioni senza le infinite lungaggini dei loro colleghi uomini. Tutto il resto dei discorsi sull'uso del corpo delle donne lo considero sinceramente privo di ogni sostanza sociologica e pura aria fritta. Le donne usano dal giorno della creazione la loro bellezza così come il maschio la maggior forza muscolare. Le scelte sono chiare da sempre e c'è chi preferisce guadagnare di più utilizzando la bellezza così come i cultori di bodybuilding utilizzano i loro muscoli.
Però ho qualche curiosità da soddisfare. Perché tutti i difensori dell'intelligenza della donna, indipendentemente dal corpo che la esprime, accettano quella differenza di stipendio che tanto mi sorprese 55 anni fa? L'accettazione di queste leggi non è forse il segno del potere maschile che gli uomini vogliono mantenere come segno della loro superiorità a dispetto di tutti i discorsi, pochi sinceri e moltissimi ipocriti? Possibile che tutti gli uomini che hanno la possibilità, compreso te, di comunicare non siano riusciti a convincere gli altri uomini sull'operazione, semplicemente giusta, di parificare gli stipendi?

Giovanni Kauffmann, giokauff@libero.it



Citazione
L'accettazione di queste leggi non è forse il segno del potere maschile che gli uomini vogliono mantenere come segno della loro superiorità a dispetto di tutti i discorsi, pochi sinceri e moltissimi ipocriti?

Personalmente, piu' tempo passa e piu' mi (stra)convinco che gli uomini, in generale, sono degli autentici e irrecuperabili coglioni.

Questo a prescindere dal femminismo e tutto il resto.

"Il potere maschile"...  :doh:

Offline ilmarmocchio

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #6 il: Dicembre 01, 2009, 13:32:54 pm »
Personalmente, piu' tempo passa e piu' mi (stra)convinco che gli uomini, in generale, sono degli autentici e irrecuperabili coglioni.


Impossibile non quotare al 100% :doh:

Offline Rita

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #7 il: Dicembre 01, 2009, 14:49:35 pm »
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-11-30/09.spm
Donne e lavoro: la parificazione degli stipendi

Caro Beppe,
permettimi alcune riflessioni riguardo al tuo commento «Il corpo delle donne (italiane)» (Chase Behringer, 25 novembre). Come sai ho 75 anni, e ho incominciato a lavorare al Credito Italiano nel 1954. Dopo un anno di agenzia, in cui allora non c'erano donne, andai in sede e fui colpito dal fatto che il mio stipendio fosse superiore a quello delle mie amiche impiegate. Qualche anziano mi spiegò che ciò era dovuto al maggior rendimendo degli uomini per via dei periodi mestruali delle donne, della maternità e via dicendo. Io eccepivo che in certi lavori loro erano decisamente superiori a noi e quindi continuavo a non accettare la differenza di stipendio. Nella vita ebbi poi occasione di trattare con molte donne manager e le trovai in generale più attente ai problemi, reattive e capaci di prendere decisioni senza le infinite lungaggini dei loro colleghi uomini. Tutto il resto dei discorsi sull'uso del corpo delle donne lo considero sinceramente privo di ogni sostanza sociologica e pura aria fritta. Le donne usano dal giorno della creazione la loro bellezza così come il maschio la maggior forza muscolare. Le scelte sono chiare da sempre e c'è chi preferisce guadagnare di più utilizzando la bellezza così come i cultori di bodybuilding utilizzano i loro muscoli.
Però ho qualche curiosità da soddisfare. Perché tutti i difensori dell'intelligenza della donna, indipendentemente dal corpo che la esprime, accettano quella differenza di stipendio che tanto mi sorprese 55 anni fa? L'accettazione di queste leggi non è forse il segno del potere maschile che gli uomini vogliono mantenere come segno della loro superiorità a dispetto di tutti i discorsi, pochi sinceri e moltissimi ipocriti? Possibile che tutti gli uomini che hanno la possibilità, compreso te, di comunicare non siano riusciti a convincere gli altri uomini sull'operazione, semplicemente giusta, di parificare gli stipendi?

Giovanni Kauffmann, giokauff@libero.it



Personalmente, piu' tempo passa e piu' mi (stra)convinco che gli uomini, in generale, sono degli autentici e irrecuperabili coglioni.

Questo a prescindere dal femminismo e tutto il resto.

"Il potere maschile"...  :doh:

c'è da dire una cosa: l'accordo per la parità di retribuzione salariale tra uomini e donne è del 1961, quindi è vero che nel 1954 le donne potessero prendere meno a parità di lavoro. Evidentemente non è vero però di converso che erano relegate in casa, costrette a non avere autonomia economica se in "sede" (non in agenzia dove c'è più da lavorare) si è trovato a "poter" fare il confronto con le "amiche impiegate".

Citazione
Perché tutti i difensori dell'intelligenza della donna, indipendentemente dal corpo che la esprime, accettano quella differenza di stipendio che tanto mi sorprese 55 anni fa?

perchè non l'accettarono più già 48 anni fa, esattamente 7 anni dopo lo stupore di quel sant'uomo isolato  :doh:
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Giulia

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #8 il: Dicembre 01, 2009, 16:04:30 pm »
Citazione
Caro Beppe,
permettimi alcune riflessioni riguardo al tuo commento «Il corpo delle donne (italiane)» (Chase Behringer, 25 novembre). Come sai ho 75 anni, e ho incominciato a lavorare al Credito Italiano nel 1954. Dopo un anno di agenzia, in cui allora non c'erano donne, andai in sede e fui colpito dal fatto che il mio stipendio fosse superiore a quello delle mie amiche impiegate. Qualche anziano mi spiegò che ciò era dovuto al maggior rendimendo degli uomini per via dei periodi mestruali delle donne, della maternità e via dicendo. Io eccepivo che in certi lavori loro erano decisamente superiori a noi e quindi continuavo a non accettare la differenza di stipendio. Nella vita ebbi poi occasione di trattare con molte donne manager e le trovai in generale più attente ai problemi, reattive e capaci di prendere decisioni senza le infinite lungaggini dei loro colleghi uomini. Tutto il resto dei discorsi sull'uso del corpo delle donne lo considero sinceramente privo di ogni sostanza sociologica e pura aria fritta. Le donne usano dal giorno della creazione la loro bellezza così come il maschio la maggior forza muscolare. Le scelte sono chiare da sempre e c'è chi preferisce guadagnare di più utilizzando la bellezza così come i cultori di bodybuilding utilizzano i loro muscoli.
Però ho qualche curiosità da soddisfare. Perché tutti i difensori dell'intelligenza della donna, indipendentemente dal corpo che la esprime, accettano quella differenza di stipendio che tanto mi sorprese 55 anni fa? L'accettazione di queste leggi non è forse il segno del potere maschile che gli uomini vogliono mantenere come segno della loro superiorità a dispetto di tutti i discorsi, pochi sinceri e moltissimi ipocriti? Possibile che tutti gli uomini che hanno la possibilità, compreso te, di comunicare non siano riusciti a convincere gli altri uomini sull'operazione, semplicemente giusta, di parificare gli stipendi?
è un discorso del caxxo.
ogni lavoro che si offre lo scopo è solo di far soldi e se davvero una donna ci ha delle capacità in più se ne tiene conto eccome, anche se tale capacità è dovuta al solo fatto che la donna "attira di più" ...un mio amico osò chiedere di poter fare il segretario , invece che il procacciatore di affari,  gli risposero che non aveva voglia di lavorare seriamente... lui disse: " allora le ragazze qui che fanno le segretarie,non hanno voglia di lavorare ?"
la risposta fu: "beh dai... una donna attira di più almeno."

Offline TMan075

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Re: Varie - articoli che non valgono una discussione
« Risposta #9 il: Dicembre 01, 2009, 21:10:50 pm »
Il cartello stradale in Spagna è donna
a cura di Performedia

Basta con il sessismo... anche nei cartelli stradali. Sembra questo l'imperativo dell'attuale politica spagnola e così una piccola cittadina in Provincia di Madrid ha voluto rispondere a questa ondata di desiderio di uguaglianza che ha pervaso la penisola iberica con un'iniziativa che sta già facendo discutere.

L'idea è venuta a Rosalina Gujarro, Assessore alle Politiche della Sicurezza del Comune di Fuenlabrada ed è stata quella di trasformare parte della segnaletica stradale sostituendo le figure maschili con quelle femminili.

Una guerra che non sta coinvolgendo solo i cartelli, ma addirittura i semafori, i cui simpatici "omini" sono stati sfrattati per far spazio a più eleganti "donnine" che dal verde al rosso sfoggiano capelli lunghi e gonna.

Resta però un fatto a nostro parere. L'idea, per quanto condivisibile non dovrebbe arenarsi alla semplice sostituzione da uomo a donna nella segnaletica stradale e speriamo quindi si tratti solo del primo (per quanto originale) passo verso il raggiungimento di una parità vera in tutti i settori.

A.Macaluso



ma dico io... la Spagna ha il 15 % di disoccupazione (Usa 9.8 % mentre la  media erupoea è del 9.5 %).
La sua economia crolla.
La gente incomincia ad avere FAME.

E il parito comunista di Zapatero tira fuori una un'altra cagata femminista... i cartelli con le donne!!!
La barca affonda e le donnine fanno sentire la loro voce...  poverette sempre declassate ... :doh:
"Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole"
John "the duke" Wayne

Offline TMan075

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« Risposta #10 il: Dicembre 01, 2009, 21:20:42 pm »
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-11-30/09.spm
Donne e lavoro: la parificazione degli stipendi

Caro Beppe,
permettimi alcune riflessioni riguardo al tuo commento «Il corpo delle donne (italiane)» (Chase Behringer, 25 novembre). Come sai ho 75 anni, e ho incominciato a lavorare al Credito Italiano nel 1954. Dopo un anno di agenzia, in cui allora non c'erano donne, andai in sede e fui colpito dal fatto che il mio stipendio fosse superiore a quello delle mie amiche impiegate. Qualche anziano mi spiegò che ciò era dovuto al maggior rendimendo degli uomini per via dei periodi mestruali delle donne, della maternità e via dicendo. Io eccepivo che in certi lavori loro erano decisamente superiori a noi e quindi continuavo a non accettare la differenza di stipendio. Nella vita ebbi poi occasione di trattare con molte donne manager e le trovai in generale più attente ai problemi, reattive e capaci di prendere decisioni senza le infinite lungaggini dei loro colleghi uomini. Tutto il resto dei discorsi sull'uso del corpo delle donne lo considero sinceramente privo di ogni sostanza sociologica e pura aria fritta. Le donne usano dal giorno della creazione la loro bellezza così come il maschio la maggior forza muscolare. Le scelte sono chiare da sempre e c'è chi preferisce guadagnare di più utilizzando la bellezza così come i cultori di bodybuilding utilizzano i loro muscoli.
Però ho qualche curiosità da soddisfare. Perché tutti i difensori dell'intelligenza della donna, indipendentemente dal corpo che la esprime, accettano quella differenza di stipendio che tanto mi sorprese 55 anni fa? L'accettazione di queste leggi non è forse il segno del potere maschile che gli uomini vogliono mantenere come segno della loro superiorità a dispetto di tutti i discorsi, pochi sinceri e moltissimi ipocriti? Possibile che tutti gli uomini che hanno la possibilità, compreso te, di comunicare non siano riusciti a convincere gli altri uomini sull'operazione, semplicemente giusta, di parificare gli stipendi?

Giovanni Kauffmann, giokauff@libero.it



Personalmente, piu' tempo passa e piu' mi (stra)convinco che gli uomini, in generale, sono degli autentici e irrecuperabili coglioni.

Questo a prescindere dal femminismo e tutto il resto.

"Il potere maschile"...  :doh:

guarda ... non se che dire... la tua ultima affermazione la vorrei mettere su una targa in bronzo di 2 metri per 6.
E farne una copia per ogni comune d'Italia...
Poi andare sotto la sede dell UAAR (che non so dove sia) e ricercare quegli utenti rincoglioniti che scrivono delle blasfemie nei confronti dell'essere umano (maschio). E vedere quanto schifo fanno...
Mi rendo conto che la predestinazione alla nullità di molti individui è inevitabile... e quelli dell'UAAR fanno parte di questi "eletti".
Meno male che tra loro c'è un certo "Gedeone" che cerca di salvare la faccia ...  :D
« Ultima modifica: Dicembre 01, 2009, 21:27:21 pm da TMan075 »
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Offline ilmarmocchio

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« Risposta #11 il: Dicembre 01, 2009, 22:23:40 pm »
@ Tman : ma dico io... la Spagna ha il 15 % di disoccupazione (Usa 9.8 % mentre la  media erupoea è del 9.5 %).

Queste iniziative sceme vengono prese spesso per distrarre l'opinione pubblica dai veri problemi. la Spagna poi, che aveva tutta quell'arroganza senza avere un vero apparato industriale, e' bene che faccia un po' di penitenza . ( e anche a Bambi con le sue SPLENDIE figlie  :disgust:)

Offline Angelo

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« Risposta #12 il: Dicembre 01, 2009, 23:33:12 pm »

Non so come si possa scendere così in basso, però esistono queste "interviste" su youtube...


Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Ethans

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« Risposta #13 il: Dicembre 02, 2009, 01:00:55 am »
Meno male che tra loro c'è un certo "Gedeone" che cerca di salvare la faccia ...  :D

Anche un certo Potomiak.

 :rolleyes:

Offline fabriziopiludu

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« Risposta #14 il: Dicembre 02, 2009, 16:03:08 pm »

Non so come si possa scendere così in basso, però esistono queste "interviste" su youtube...



Questa LadyFikaSicula è una invasata visionaria!!!
E chi la sostiene ha una cecità totale sulla verità dei fatti!!!

Di questa donna, anche peggio è il video su "phallocrazia", che, con la canzone di Modugno, contesta tutto quello che noi diciamo qui.
« Ultima modifica: Dicembre 03, 2009, 11:00:43 am da fabriziopiludu »