http://www.corriere.it/esteri/10_ottobre_31/feccondazione-medioriente-maschi-battistini_f2efe4f0-e517-11df-8ccb-00144f02aabc.shtmlMedioriente e fecondazione in vitro
Le richieste: figli sani (e maschi)
Abir Dabaneh: nella nostra cultura un maschio "vale" di più. Ma molti vogliono solo "bilanciare" la famiglia
In alcuni centri verrebbe messo "a contratto" che l’erede nasca come desiderato
GERUSALEMME – Entrò un po’ smarrito al Farah Hospital di Amman. Era la prima volta. Chiese a un infermiere dove fosse il dottor Youses. «Questa settimana non c’è, opera negli Emirati», gli risposero. «Torni la prossima». La settimana dopo, l’uomo si ripresentò. Sempre solo. Youses era impegnatissimo. Ma l’uomo non aveva fretta. Aspettò ore. Alla fine, riuscì a farsi ricevere. «Mia moglie è in lista d’attesa per la fecondazione», disse. Il medico controllò: era vero, ma non se ne sarebbe parlato prima di sei mesi… L’uomo buttò via ogni imbarazzo: «Lo so, dottore, ma lei prima deve garantirmi una cosa, altrimenti non se ne fa niente…». Youses aveva già capito, ma lo lasciò dire. «La fecondazione si fa, dottore, ma solo se è sicuro che mio figlio sarà un maschio».
SPERIAMO CHE SIA MASCHIO - Non sperano: ordinano. La fecondazione artificiale è diventata un luogo comune anche nelle patriarcali società del Medioriente. Dal Maghreb ai Paesi arabi, dal Golfo all’Iran, nel 2009 sono raddoppiate le richieste di ricorrere a questo sistema per avere figli. Il giordano Farah Hospital è fra i più considerati della regione ed è passato, in un anno, da 380 interventi a 500: la lista d’attesa è lunghissima. Un po’ perché la crisi si fa sentire, e calano le nascite pure qui. Un po’ perché tra le famiglie ricche fa "occidentale", in Libano o negli Emirati, non avere più quelle nidiate al seguito. I pregiudizi sono duri, però, e resistono pure ai progressi della scienza: «In Giordania – racconta Abir Dabaneh, capo del Centro studi femminili dell’Università di Amman, che sulla materia ha condotto una ricerca -, le coppie più giovani vogliono meno figli. Ma esigono che siano maschi.
È un retaggio della nostra cultura: un maschio "vale" più d’una femmina». Quando arrivano in ospedale, spiegano gli scienziati, molti sanno già tutto delle tecniche di studio sull’embrione e sulle possibilità di modificare il sesso del nascituro. In alcuni centri, addirittura, verrebbe messo "a contratto" che l’erede nasca come desiderato, pena uno sconto sulle spese ospedaliere. L’American University di Beirut ha riscontrato lo stesso fenomeno e ha voluto censirlo: «Più dell’80 per cento delle coppie intervistate, se viene a sottoporsi a fecondazione in vitro, chiede due cose: che sia sano e che sia maschio».
«PREFERISCONO BILANCIARE» - Chi fa questa richiesta è chi può spendere 4-5mila dollari e quindi, ci si aspetta, dovrebbe avere fatto buoni studi, essere entrato in contatto con ambienti evoluti. «Ma non c’entra solo il pregiudizio – precisa il dottor Youses, che è embriologo alla Fakih Ivf Clinic di Abu Dhabi -, molti vogliono il maschio anche per "bilanciare" la famiglia, se ci sono troppe femmine. Nel mondo arabo, una famiglia senza maschi è considerata, a qualsiasi livello sociale, una famiglia più infelice».
La scelta del maschio a tutti i costi non è solo una fissa dei padri. Secondo l’indagine dell’università beirutina, quando alle candidate alla fecondazione in vitro è stata posta la domanda «Preferite un figlio maschio o una femmina», il 75 per cento delle future mamme ha risposto come da copione: Dio non voglia, e il dottore nemmeno, che si debba comprare il fiocco rosa.
Il capo del Centro studi femminili dell’Università di Amman parla di retaggio culturale: le femmine "varrebbero meno " dei maschi...
Mi sembra una spiegazione semplicistica, la gente è meno sciocca di come viene dipinta dai vari "centri studi femminili"...
Forse ci sono anche ragioni più...pratiche, chissà...
Non stiamo parlando delle decadenti e femminilizzate società occidentali "con la pappa pronta"...
Tra l'altro, anche il 75% delle future mamme dichiara di preferire un figlio maschio...