lunedì, 30 maggio 2011 ore 11:54
Lo stupro fa notizia, l'assoluzione dello stupratore, no
http://www.go-bari.it/notizie/cronaca/2613-lo-stupro-fa-notizia-lassoluzione-dello-stupratore-no.html
Claudio Spagnoletti ricostruisce un "caso" di cronaca lasciato a metà dal sistema mediatico (a torto) più rinomato
LIl 19 febbraio 2009, il Sig. Abdelaziz Mabrouk, cittadino marocchino senza permesso di soggiorno, venne tratto in arresto con l’accusa di avere violentato una quarantenne italiana, senza fissa dimora, notoriamente dedita all’abuso di bevande alcooliche ed al consumo di sostanze stupefacenti. Naturalmente, le principali testate giornalistiche si affrettarono a pubblicare la notizia con dovizia di particolari, sottolineando la condizione di degrado in cui vivevano tanto il “mostro” extracomunitario, quanto la vittima italiana.In particolare, sono riuscito a reperire, fra gli altri, presenti in rete ancora oggi a due anni di distanza, due articoli, uno della Gazzetta del Mezzogiorno, l’altro della redazione di Bari de La Repubblica, che potete leggere ai seguenti link:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=229098&IDCategoria=1
http://bari.repubblica.it/dettaglio/Fermato-marocchino-per-un-presunto-stupro/1593480
Il Sig. Mabrouk nominò, quale difensore di fiducia, l’Avv.to Marcello Mastrangelo, il quale mi associò nella difesa. Parlammo con il Pubblico Ministero titolare dell’indagine, il quale - pur spiegandoci che a suo giudizio si trattava più “…di una serata finita male” che di una vera e propria violenza sessuale - ci invitò ad accedere ad un patteggiamento predibattimentale, impegnandosi a contenere la pena in limiti che avrebbero consentito la sospensione condizionale e, dunque, la scarcerazione dell’indagato.
Il clima era, peraltro, difficile in quel momento. Pochi giorni prima, il 14 febbraio 2009, infatti, era stato commesso l’efferato delitto noto come “Stupro della Caffarella”, conclusosi con l’omicidio della vittima, la cattura di tre rumeni poi risultati innocenti ed una immediata reazione del Legislatore, che arrivò a negare al Giudice la discrezionalità in ordine alla scelta della misura cautelare da adottare in caso di violenza sessuale. Come per la associazione di tipo mafioso: esigenze cautelari presunte e obbligo di custodia in carcere.
Abdelaziz, che aveva ammesso di avere consumato un rapporto sessuale con la persona offesa, ma proclamava la sua innocenza sin dal primo momento, rifiutò recisamente questa proposta, mostrando una insospettata fiducia nella macchina della giustizia italiana.
Il Pubblico Ministero richiese il giudizio immediato e il Giudice per le Indagini Preliminari respinse la nostra richiesta di trasformazione del processo in rito abbreviato, condizionato alla audizione della persona offesa.Arrivammo, così, al dibattimento, che si dimostrò, sin da subito, assai complicato. La presunta vittima, infatti, non si presentò a rendere testimonianza, per cui il Pubblico Ministero, ben conscio della condizione di persona senza fissa dimora della stessa, richiese l’acquisizione della denuncia e delle sommarie informazioni testimoniali rese innanzi alla Polizia Giudiziaria, ai sensi dell’art. 512 c.p.p., essendo la persona offesa, a suo dire, irreperibile.
Per fortuna scovammo, nel fascicolo del P.M. la prova della avvenuta citazione testimoniale, che dimostrava che la persona offesa non era affatto irreperibile, ma che vi erano soltanto difficoltà nel reperimento e il Tribunale dispose nuove ricerche.
Sennonché, alla udienza successiva, il Pubblico Ministero diede atto del decesso della vittima e il Tribunale dispose l’ascolto dell’agente di P.G. che lo aveva costatato. Apprendemmo, così, che la vittima era deceduta in seguito ad una overdose di metadone ed, essendo divenuto impossibile ascoltarla, venne disposta l’acquisizione di quanto aveva riferito nel corso delle indagini preliminari. All’udienza del 26 maggio 2011, il Tribunale di Bari ha assolto il Sig. Mabrouk dalla imputazione di violenza sessuale perché il fatto non sussiste o, meglio, perché manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova della sussistenza del fatto.
La motivazione è riservata, ma è assai probabile che il Giudice abbia ritenuto di dovere assolvere l’imputato, non avendo potuto sottoporre la persona offesa a quel vaglio di attendibilità che la Cassazione richiede affinché possa essere pronunciata una condanna sulla base delle sole dichiarazioni della vittima, non riscontrate da alcun altro elemento.
Nel caso di specie, ovviamente, era oltretutto venuta a mancare la formazione della prova nel contraddittorio delle parti, che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ritiene condizione fondamentale perché il processo possa essere ritenuto equo. Abbiamo, naturalmente, inviato un comunicato stampa a tutte le testate giornalistiche, al fine di permettere al Sig. Mabrouk di ottenere una almeno parziale riabilitazione mediatica ma, a tutt’oggi, la notizia della assoluzione è stata pubblicata soltanto dal quotidiano online Go-Bari, diretto dall’ottima e sempre attenta Fortunata Dell’Orzo.
Siamo ancora fiduciosi che nei prossimi giorni provvederanno alla rettifica anche le altre testate, e sopratutto quelle che due anni fa dipinsero il Sig. Mabrouk come stupratore. Ma siamo anche ben consci del vecchio detto che “cane che morde uomo non fa notizia”…
Claudio Spagnoletti, Avvocato
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| 20 Febbraio 2009
Stupro a Bari, storia di degrado e disagio
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=229098&IDCategoria=1
BARI - Marginalita', disagio sociale, clandestinità e periferia urbana: è lo scenario che fa da sfondo alla violenza sessuale subita l’altra notte a Bari da una donna italiana di 38 anni, senza fissa dimora e con problemi legati al consumo di droga, da parte di un cittadino marocchino, irregolare che vive con altri connazionali in una baraccopoli alla periferia della città. L’uomo è stato sottoposto a fermo dalla polizia che ha anche denunciato una cittadina romena, accusata di concorso nella violenza: secondo gli investigatori avrebbe adescato la donna alla stazione di Bari per poi portarla nella baracca dove è avvenuta la violenza.
La vicenda risale a due sere fa ed è cominciata nella stazione centrale dove convergono i senzatetto che cercano un posto per passare la notte. Qui la 38enne ha conosciuto l’altra donna, cittadina romena, che ha detto di chiamarsi Corinne. Insieme hanno bevuto alcolici e assunto droghe per ore. Poi, verso mezzanotte, Corinne l’ha invitata a raggiungere altri amici nelle baracche che si trovano alla periferia di Bari.
Dopo avere percorso diversi chilometri a piedi, le due donne hanno raggiunto la baraccopoli, un agglomerato di costruzioni fatiscenti, prive di elettricità e di servizi, abitate prevalentemente da immigrati marocchini. Hanno ancora bevuto e consumato droghe. Ad un certo punto, Corinne ha preso un coltello agitandolo in modo da spaventare la donna e inducendola ad accettare di trasferirsi in un’altra baracca con il suo amico marocchino. Qui, quando i due sono rimasti soli, si è consumata la violenza.
Secondo quanto accertato dalla squadra mobile, coordinata dal dirigente Luigi Liguori, per bloccare ogni resistenza, l’uomo avrebbe preso a schiaffi la vittima che, ormai in stato di alterazione psichica, non ha potuto opporsi alla violenza. Peraltro, quando poco prima aveva tentato di andare via, la romena le aveva preso le scarpe tagliandole con il coltello in modo che, visto il freddo, non potesse allontanarsi.
L'indomani mattina, la donna con una scusa è uscita dalle baracche ed è fuggita, ha raggiunto a piedi un’edicola in città dove ha chiesto aiuto e dove è stata soccorsa dalla polizia. Gli investigatori hanno subito interrogato le persone che abitano nella baraccopoli e nel giro di poche ore hanno trovato riscontri alle accuse della donna.
Il marocchino fermato, Abdelaziz Mabrouk, di 40 anni, nato a Casablanca, era arrivato clandestinamente in Italia sbarcando a Lampedusa nel 2006. Aveva chiesto il riconoscimento dello status di rifugiato che gli era stato negato con l’invito a rientrare in patria. Da allora aveva fatto perdere le proprie tracce.
Nelle baracche gli agenti della squadra mobile hanno trovato riscontri alle accuse e anche testimoni che hanno aiutato a ricostruire l’accaduto. Nel corso dei controlli sono stati anche individuato altri due immigrati marocchini irregolari, uno dei quali è stato arrestato e portato nel centro di identificazione ed espulsione perchè inottemperante all’obbligo di lasciare il territorio nazionale.
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