Oportet ut scandala eveniant
(Che avvengano degli scandali è inevitabile, è tragico ma è anche necessario per l'emersione di un problema e per la nostra presa di coscienza).
In questi anni non sono certo mancate, in questo spazio e altrove, prese di posizione e affermazioni che (spesso, ma non sempre) sotto il pretesto della provocatorietà, ci hanno lasciato basiti e trasecolati.
Enunciazioni, slogan, programmi di azione improntati alla revanche non contro il femminismo ma direttamente e apertamente contro le donne con correlate “indicazioni operative” sul da farsi. Inviti aperti all'uso delle minacce fisiche e persino della violenza. Il tutto amalgamato a denigrazioni e insulti spesse volte triviali contro il mondo femminile. Tollerabili e tollerati solo in funzione catartica come suppurazioni, deiezioni emotive delle quali la psiche maschile – compressa da decenni di censura - deve liberarsi. Sfogatoio psicoterapeutico, insomma (anche se non tutti l'hanno intuito).
Ma spesso parole scritte da uomini che, avendo trovato uno spazio promaschile, hanno “capito tutto e subito” e – avendo “capito” - hanno colto l'occasione per dare libero corso al rancore e al risentimento che agitano le loro viscere. Esplosioni misogine di inusitata violenza.
Ma l'affermazione apparsa qui, con cui qualcuno ha rivendicato come cosa buona e giusta nientemeno che la “libertà di stupro” va al di là di ogni possibile immaginazione e supera ogni limite che il più folle vaneggiamento possa concepire.
Tra tutti i deliri che pur ci si aspetta di ascoltare nel presente marasma dei sentimenti maschili (che include anche il puro e semplice odio contro le donne) questo è il più criminale e criminogeno immaginabile. Perché non rivendicare allora l'omicidio libero, la strage libera, il “libero genocidio”?
Dovremmo combattere il femminismo con un programma che neppure i nazisti ebbero? Siamo dunque al di là di ogni aberrazione pensabile. Il diritto al delitto, ecco ciò per cui ci dovremmo battere! Neppure Nietzsche si è spinto a tanto.
Impossibile calcolare il danno che le incursioni di questi squadristi della controvendetta hanno prodotto (producono e produrranno) al movimento maschile e alle ragioni degli uomini. Impossibile.
Pure, tra tutte le affermazioni e le prese di posizione autolesioniste che abbiamo potuto leggere in questi anni, questa è la più esplosiva, la più devastante. Al punto che diventa ragionevole sospettare qualcosa. Un infiltrato che volesse provocare la liquidazione culturale, morale e politica del movimento maschile e persino l'incriminazione di alcuni degli attivisti, non potrebbe depositare nel circuito del Momas una mina più devastante, un'esca più ghiotta per tutti i nostri avversari e nemici.
In ogni caso possiamo stare certi che questo ordigno verrà usato, in un modo o nell'altro, prima o poi, contro di noi. Aspettiamo dunque “fiduciosi”.
Certo, i Deliranti che verranno si troveranno in difficoltà insuperabili, perché al di là del transnazismo non si può andare. Tuttavia questo scandalo non è sterile. Queste esplosioni dell'irrazionale, nella loro terribile ma svelatrice ingenuità, ci mostrano in forma sconvolgente la gravità assoluta della condizione maschile odierna, la profondità della sofferenza che attanaglia gli UU e la cui eruzione è inevitabile. E' uno sguardo nel profondo: siamo di fronte ad angosciate, ultimative richieste di aiuto.
Chi fingerà di non capirlo sarà preda di altro delirio e avrà quindi bisogno di un diverso aiuto. Il medesimo aiuto, giacché la malattia è la stessa. La peste del XXI Secolo.
Oportet ut scandala eveniant.
Rino Della Vecchia (Barnart)