Autore Topic: Marrazzo,Giulio Cesare e il grande fratello della portinaia  (Letto 2220 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Marrazzo,Giulio Cesare e il grande fratello della portinaia
« il: Novembre 07, 2009, 08:48:37 am »
Metto questo intervento sulla questione  Marrazzo qui perchè vorrei che fosse letto il più possibile.
A mio avviso il modo giusto di affrontare la ''questione'' ce l'avevano i romani.E' poco noto ma anche Giulio Cesare era bisessuale,la cosa era risaputa ma non lo toccava molto,durante il ritorno dalla campagna di Gallia infatti i soldati come tradizione,per far sì che gli dei non venissero irritati dal trionfo di Cesare ,lo schernivano anche facendo riferimento alle sue frequentazioni private,non per questo si è dimesso,NE' DEL RESTO SI E' VERGOGNATO.
Le legioni di Cesare in Gallia al momento del trionfo canticchiavano satiricamente:

 “Gallias Caesar subegit, Nicomedes Caesarem: ecce Caesar nunc triumphat qui subegit Gallias, Nicomedes non triumphat qui subegit Caesarem”

“Cesare ha sottomesso le Gallie, Nicomede ha sottomesso Cesare: ecco, Cesare che ha sottomesso le Gallie, ora trionfa, Nicomede, che ha sottomesso Cesare, non riporta nessun trionfo”.

E NON E' NEANCHE VERO COME SI TENTA DI FAR CREDERE CHE L'OMOSESSUALITA' FOSSE ''NORMALE'' ALLORA,ERA PURE SEMPRE RITENUTA UNA DEPRAVAZIONE,UNA MANCANZA MORALE, E' SUFFICIENTE LEGGERE CAIO VALERIO CATULLO PER CAPIRE COSA MOLTI ALLORA PENSASSERO DELLE ''FREQUENTAZIONI'' DI CESARE.

Il greco Plutarco nel suo “Vite parallele”, al capitolo 59 (su Antonio) ricorda che Cesare in gioventù amò il ragazzo Sarmento, uno di quelli che i romani chiamano "deliciae" e Caio Valerio Catullo nei suoi “Carmina” se la prende con un certo Mamurra, “praefectum fabrum” di Cesare:

 

« Pulchre convenit improbis cinaedis,

Mamurrae pathicoque Caesarique.

nec mirum: maculae pares utrisque,

urbana altera et illa Formiana,

impressae resident nec eluentur:

morbosi pariter, gemelli utrique,

uno in lecticulo erudituli ambo,

non hic quam ille magis vorax adulter,

rivales socii puellularum.

pulchre convenit improbis cinaedis”.

 

Ovvero:

 

“Perfetto accordo tra sfrontati finocchi,
Mamurra rottinculo e Cesare.
Si sa: eguale sozzura entrambi,
quello formiana, questo cittadina,
che niente potrà mai detergere:
depravati ugualmente, veri gemelli,
due in un sol letto a mutua erudizione,
l'uno più dell'altro adulteri voraci,
in sodalizio rivali alle ragazze.
Perfetto accordo tra sfrontati finocchi”.

Non si tenti di credere che la società romana fosse una società dell'accettazione,una sorta di paradiso dei gay politically correct ante litteram,ROTTINCULO FINOCCHI NON E' PROPRIAMENTE UNA DICITURA POLITICALLY CORRECT,OGGI PRONUNCIARLA COSTEREBBE LA CARRIERA A QUALSIASI GIORNALISTA.

Però nonostante tutto Cesare non si è dimesso perchè?

Un'altro grosso errore è quello di credere alla società romana come una società di ''libertini'' casanova ante litteram,si può essere indotti a tale errore per esempio da alcuni ''lasciti'' degli antichi romani,come per esempio quegli affreschi di pompei dove sono presentate una quantità di posizioni nell'amplesso da fare invidia al kamasutra,E TUTTO QUESTO NELLE TERME NON IN UN BORDELLO,IN UNO SPAZIO PUBBLICO APERTO A TUTTI...
verrebbe da pensare ai Romani come a degli inguaribili libertini,Roma come un gay pride,una Amsterdam per 3,14 NULLA DI PIU' FALSO.
Questa visione è totalmente semplicistica e stride con altri episodi come quello del senatore sanzionato per aver baciato sua moglie in pubblico,che noi categorizzeremo come episodio vittoriano e bacchettone.
Dunque bacchettoni o libertini?
La realtà era semplicemente un'altra,loro distinguevano tra la sfera privata di un uomo e quella pubblica,IN QUELLA PUBBLICA NON ERA PERMESSA ALCUNA MANIFESTAZIONE PUBBLICA DI EROS,ANCHE PER NOI INNOCENTE COME UN BACIO,IN QUELLA PRIVATA TUTTO POTEVA ACCADERE E NON ERA CONSIDERATO PENALMENTE PERSEGUIBILE.
Nel 68 c'era uno slogan:il privato è pubblico,bene con questo slogan è l'inizio della fine della libertà,perchè solo nella sfera privata si compie la libertà dell'uomo,solo se è sicuro di non essere visto e controllato l'uomo è libero,E NON SOLO NEL SESSO MA IN TUTTO,QUANTI DI NOI SCRIVEREBBERO QUI SE DOVESSERO METTERE NOME E COGNOME?
LA SFERA PRIVATA E' LIBERTA',LA LIBERTA' SENZA LA SFERA PRIVATA E' UN CONCETTO ASTRATTO E FATUO,FORSE DI CIO' DOVEVANO ESSERE CONSAPEVOLI I ROMANI QUANDO CENSURAVANO I BACI IN PUBBLICO,PERCHE' UNA VOLTA ROTTO L'ARGINE FRA PUBBLICO E PRIVATO SAREBBE FINITA LA LIBERTA'.
La libertà di mostrare il culo in pubblico come nel gay pride non è vera libertà e non è un caso se nessun arcigay,o luxuria o progressisti dalle parole levigate come pietre di un fiume,o professori suorine laiche politically correct abbiano detto UNA PAROLA UNA A FAVORE DI UN GAY,DI UN GAY VERO E NON DI UN ESIBIZIONISTA.
Sappiano tutti i gay che non saranno tutelati da questi soggetti,nè tantomeno dal politically correct.
Anzi il politically correct E' UNA LIMITAZIONE ALLA LORO LIBERTA' UN OBBLIGO A DICHIARARE CIO' CHE E' LORO E SOLTANTO LORO,UNA DIMENSIONE PRIVATA E PERSONALE CHE IN UNA SOCIETA' SANA DOVREBBE RIMANERE TALE.
Nei fatti l'unico modo che ha un omosessuale di proteggersi dalla situazione Marrazzo è appunto quello di fare outing,di essere costretto da solo a mostrare in pubblico ciò che al pubblico non appartiene e francamente non deve interessare.Pecoraro Scanio per esempio se venisse beccato coi trans non sarebbe ricattabile,perchè ha fatto outing.
Così si obbliga la gente a dire i cazzi suoi in giro,ovvero in un modo o nell'altro saranno alla berlina.
Questo è ciò che si ottiene quando il privato diventa pubblico,IL GRANDE FRATELLO DELLA PORTINAIA.





 

Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline ilmarmocchio

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Re: Marrazzo,Giulio Cesare e il grande fratello della portinaia
« Risposta #1 il: Novembre 07, 2009, 11:45:13 am »
Ma infatti il politicamente corretto e' autoritario e , come tutti gli autoritarismi, vuole la trasparenza