Lugano, Aprile 2011
oggetto:
padre casalingo da 11 anni,
sbattuto ugualmente fuori di casaLugano: ad inizio maggio 2009, un nostro socio del luganese, di 51 anni, padre di 3 figlie di 17, 11 e 8 anni che
accudiva amorevolmente da 11 anni nelle vesti di "mammo casalingo" e nel contempo commerciava part-time in prodotti alimentari di produzione propria all'estero (con un reddito di alcune centinaia di franchi al mese), ha ricevuto la sentenza del Pretore di Lugano, avv. Dott. Matteo Pedrotti (magistrato specializzato in divorzi), che
gli intimava di lasciare l'abitazione coniugale e le 3 figlie entro 3 settimane e mezzo, per il 31 maggio 2009, e di trovare un lavoro da 3'800 fr netti mensili entro 3 mesi. Dal 1 settembre 2009, il Pretore gli ha attribuito un “reddito ipotetico” di 3'800 fr mensili netti coi quali avrebbe dovuto sopravvivere e versare alla madre circa 1'200 fr di alimenti per le tre figlie (non comprensivi di assegni familiari che lei già percepiva integralmente lavorando a tempo parziale). Il fabbisogno minimo del padre, sulla base del predetto “reddito ipotetico” (virtuale e non reale) è stato calcolato dal Pretore avv Matteo Pedrotti in 2'635.- fr mensili, così composto: 1'100.- fr minimo vitale, 335.- fr cassa malati, 1'000.- fr locazione e 100.- fr spese accessorie, 100.- fr trasporti. Insomma, questo padre ultracinquantenne, dopo 20 anni di matrimonio, “casalingo” da 11 anni, viene "giuridicamente buttato" in mezzo alla strada dal
Giudice specialista dei divorzi, che scrive tra l'altro nella sentenza:
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http://www.miopapageno.ch/index.php?option=com_content&task=view&id=3006&Itemid=248morale ulteriore: giudici specializzati?
dalla padella alla brace se restano discriminatori
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