LA COSTITUZIONE DELL’OCCIDENTE E IL RELATIVO
25 maggio 2011
di Giuseppe Corona
Se, come già dissi in precedente articolo, l’Assoluto, alla maniera dell’antico, è l’incontrovertibile, la Verità che assicura e guida, eterna, esso è l’Agathon platonico, l’Idea delle idee, il Buono per eccellenza. Se Dio, dunque, è Verità eterna, è Buono, e il male, si dedusse, non appartiene al suo dire e fare, ma a un ente inferiore e imperfetto, l’uomo, cui, però, è stata data la libertà di scegliere, il libero arbitrio. Tuttavia l’Assoluto è un ente, il Sommo ente, ma ente, ente che è essenza ed essenza che è ente, ente, però, che nessuno riuscì a scovare, artista sommo del nascondimento. Un ente totalmente buono non si scorse in nessun tempo e in nessun luogo. In realtà, è la prova del male che Dio, questo Dio, per quanto ontologiche, cosmologiche e teleologiche, fossero queste prove, non superò la prova dei sensi, l’esistenza di un ente buono, ed eterno, nessuno lo vide e lo toccò, né altra via dei sensi lo percepì. La verità è che, per ab-solverlo, le prove procedevano per rimozione, dei sensi, della carne!, si dovette, alla fine, definirlo “asomatos”, incorporeo, prendendo in prestito Aristotele.
Un ente incorporeo, bah! Può essere, un ente simile, la negazione della carne, una buona cosa? Molto dubitò l’uomo e di dubbio in dubbio giunse al moderno. I sensi dissero no a questo Dio, lo uccisero, fu la fine di quell’Assoluto che, magari, esiste ma altro è, non Dio, forse non è nemmeno eterno – dogma, in senso kuhniano, ma non eterno! Trionfò il particolare, l’empiria, che, però, a differenza dell’antica non si ispirava a Principi assoluti, al Verbo, invece di vincolarsi si divincolava svincolandosi. Da allora, svincolato, si dichiarò libero, ognuno ha potuto credere, autorizzato, tutto ciò che a lui par di essere e di dover essere. Dostoevski, sgomento, si chiese: “Ma, allora, tutto è permesso?”. Il parere, infatti, trionfò, opinione moderna, tutti divennero opinionisti e Facebook sembra realizzare, fino in fondo, questo sogno, il sogno del giorna-lista, di colui che fa la lista delle cose, giorno per giorno.
Nacque la stampa libera, oggi più che mai, perchè l’opinione è sacra, va tollerata se non rispettata, anche se fa male a qualcuno o a tutti. Si disse, per la verità, temendo di averla detta troppo grossa, “purché non danneggi nessuno”, ma valla a trovare un’opinione che non danneggi nessuno! Non essendoci alcunché che valga per tutti, un assoluto, uno sciolto dalle opinioni, queste sono svincolate e libere, invece di un’orchestra e un concerto la musica diventa dissonanza totale, sempre di più improvvisazione e rumore. Ognuno fa quel che gli pare giusto per sé, ossia ciò che gli pare e piace. Così è inevitabile che sia, se ognuno è per-sè, persona, che rifiuta l’in-se. La guida vera diventa il piacere, ma cos’è il piacere? Ciò che soddisfa il mio, il tuo, il suo desiderio, ognuno per sé, non “uno per tutti e tutti per uno”. Ciò che ti gusta vien consigliato di fare, assicurata è la tolleranza dell’uomo liberale, che non è la liberalità dell’uomo antico, ove la liberalità è il prodigarsi, il donare, il prendersi cura. Il gusto di ognuno va tollerato, se non rispettato, va concessa all’azione di ognuno che abbia dietro delle ragioni, come non rispettare la ragione di ognuno? E, però, vallo a chiedere allo stuprato, bambina/o, adulta/o, vecchia/o, che sia. Crescono, di contra, sempre più i sentimenti di vendetta, è il gusto del violentato, va tollerato e rispettato! Anche i vecchi si organizzano in movimenti, ne hanno ben donde per la solitudine in cui vengono lasciati, deboli e maltrattati, quando vigeva l’Assoluto, per loro era altra la musica, la vecchiaia era venerata, adesso bisogna chiedersi se uscire di casa ma, anche, se rimanerci!
Perché accade tutto ciò? Perché, oggi, non c’è più assoluto del relativo, del particolare che si astrae dal tutto, dall’assoluto. E’ questo il tempo dell’arte astratto, delle mani al posto dei piedi e viceversa, degli organi sessuali al posto della bocca e viceversa, in politica, della mano destra che non sa cosa fa la sinistra. Anche la politica è astratta, assoluta! Forse tutto ciò, per qualcuno è stata protesta, ironia, contro l’arbitrio, il più delle volte, ormai, è puro arbitrio che giace nei musei moderni dove il visitatore, in visibilio, dice: “interessante”, ma fra sé e sé, dopo un poco, si chiede: ma cos’è? Già il quid di una volta, l’Assoluto. E’ solo un breve momento di smarrimento, si passa subito ad altro di interessante. Arte per l’arte, musica assoluta, pittura e scultura astratta, lirismo intimistico, con stati d’animo e visioni folgoranti astratte dalla vita del tutto, che, chissà perchè, vengono pubblicate e pretendono più che l’applauso, gridolini di piacere ineffabile. Già, tutto è per il pubblico e tutto è pubblicizzato, astratto e, allo stesso tempo, pubblico, figli l’uno dell’altro. E’ la nascita dell’individuo, intoccabile e privato, ossia un astratto dai rapporti, privacy assoluta, nel proprio angolo. Tuttavia, più ci si nasconde più si viene spiati, perchè cresce la curiosità se il nascosto aumenta. Quanto piacere dà una curiosità soddisfatta, e il piacere va soddisfatto se è nel gusto dell’uomo curioso e pettegolo! Guardoni e pettegoli, that’s it, isn’t it?
Nasce il romanticismo, lo psicologismo spicciolo su passioni torbide e sordide dell’intimo, privacy e psicologia, figli l’uno dell’altro! Solo spionaggio, tutti spiano e tutti protestano per essere spiati, ma, in fondo, chi non darebbe qualcosa per essere spiato? Si può diventare famosi, in ogni caso, qualcuno parla di te, si può vivere senza che alcuno parli di te. L’occhio delle telecamere è l’aspirazione di tutti. La società è il luogo del Contratto sociale, della Costituzione, essa fu immaginata come luogo di soci per uscire dallo “stato di natura”, dell’ “homo homini lupus”. E’ accaduto questo? Tutte le nostre Costituzioni dell’Occidente sono Contratti sociali, rifiutano l’homo homini lupus. Si può, oggi, dire che così sia? E’ questo l’esito dei Contratti sociali, delle Volontà generali figlie dei contratti, dei patti, pattizie? O è lo scannamento generale? Cosa si rifiutò davvero? E’ peregrino pensare che si rifiutò l’Assoluto e che questi accomunava, e, con esso, si rifiutò la comunità naturale, perchè per natura l’uomo è destinato ad accomunarsi, non, invece, perchè protesta contro la natura, ad associarsi? Difatti il Contratto sociale è figlio dell’uomo protestante, del contronatura!Era questa la Natura, la Physis di Eraclito, di quella Natura che amava nascondersi, che quando si svelava, appariva in tutta la sua forza nutritizia, bella e saporosa, benefattrice, quasi fosse un Assoluto? Quello che fu una volta e poi non più, nel tempo dell’assolutismo degli individui, delle classi, della parte? Saranno scomparse le ideologie, ma non sono queste, invece proprio le idee astratte dell’individuo astratto, singolo o collettivo, non è tutta un’astrazione il nostro tempo? Si vada a calcolare l’incremento degli –ismi! Antico e moderno, non c’è significato di parola che appaia lo stesso, che non sia stato tradito e stravolto, devastato, perchè ognuno di noi ha voluto diventare un Assoluto! Eppure, se, con passione e, qualche volta, adirato, difendi il comune, l’individuo rabbiosamente ti salta addosso e ti incolpa di volerti imporre con la violenza. Tristi tempi per chi cerca il Comune, l’Assoluto, nel tempo della privacy e della psicologia sentimentale.
Psicologica è la Costituzione dell’Occidente, tutti adagiati sul lettino dello studio! La natura dei moderni è altra cosa che l’antica, è qualcosa cui bisogna contrapporre il Contratto Sociale, l’arte, la tecnica, la società e lo Stato, l’artefatto. Per essere un animale sociale l’uomo esce dallo stato di natura. Che cosa strana, per l’antico l’obiettivo era essere naturale, raggiungere lo stato di natura che si nascondeva, per il moderno, invece, è il contrario, l’obiettivo è raggiungere lo Stato sociale. L’abbiamo raggiunto, rovesciando il significato delle parole, la testa sulla terra e i piedi in aria. C’è qualcosa di strano e bizzarro in tutto ciò. Bisogna guardare meglio dentro questi assoluti moderni, questi individui assoluti che si ammassano ma non si uniscono. Nella Società è importante stabilire una relazione tra Massa e Potere, chi più ammassa più sembra di avere potere, ma, nella massa, gli individui sgomitano e scalpitano, non sopporta l’essere toccato, ognuno cerca di sterilizzarsi, come Jack Nicholson nel film “Accadde una volta”. Viene, alla fine, salvato dall’amore, ma è un film, fiction! Nella realtà l’amore, la cura, è scomparso. Insieme all’assoluto che veniva chiamato Dio, ma Dio non è. Dio è altro, ma forse qualcosa ha a che vedere con l’assoluto che, forse, vale qualcosa, forse è il senso, il Valore. Val la pena di indagare sulla questione! Ma ci vorrebbe un poeta, colui che crea! Non i nostri poeti che si piangono addosso lacrime assolute! Chissà! I Contratti sociali si sciolgono come neve al sole, ma vengono difesi dagli astratti con le unghie e con i denti, imbracando sempre più la vita. Già, la Vita, cos’è, è qualcosa? Può essere qualcosa la vita, visto che scorre sempre e cambia, cambia perennemente? Eppure le diamo un nome, ma lo vuole essa? Forse è Lei che può darci un cenno su come dovrebbero andare le cose tra il fondamento, l’Assoluto, e il particolare, il relativo, senza cadere nel fondamentalismo, dell’uno o dell’altro, assolutistico o relativistico.
Giuseppe Corona, 24 maggio 2011
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