Autore Topic: Maurizio Ferrera - Il Fattore D  (Letto 1882 volte)

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Maurizio Ferrera - Il Fattore D
« il: Novembre 11, 2009, 14:46:56 pm »
http://www.ibs.it/code/9788804568179/ferrera-maurizio/fattore-perche-lavor.html

Da anni l'Italia cresce poco o nulla. Cresce poco dal punto di vista economico. E cresce ancora meno sul piano demografico. Negli ultimi mesi sono state scritte molte pagine e sono state spese fin troppe parole per elencare tutto quello che andrebbe fatto per rimettere in moto il paese: liberalizzazioni, mercati più efficienti, fisco più leggero, investimenti in ricerca e innovazione e così via. Eppure esiste una risorsa più importante, di cui si parla poco: il lavoro femminile. "Fare largo alle donne" e promuoverne l'occupazione è diventato urgente non solo per ragioni di pari opportunità e di giustizia sociale, ma soprattutto perché senza di loro l'Italia non cresce. L'Italia, senza rendersene conto, sta rinunciando a quello che recentemente si è rivelato essere il vero motore dell'economia mondiale: nell'ultimo decennio l'incremento dell'occupazione femminile negli altri paesi sviluppati ha contribuito alla crescita globale più dell'intera economia cinese. Il fattore D, il lavoro delle donne, è un fattore decisivo di crescita perché garantisce più ricchezza alle famiglie. Maurizio Ferrera, con acume e leggerezza, ci insegna a guardare al lavoro femminile in modo rivoluzionario. E ci spiega perché la più grande occasione per il nostro futuro è semplice e sorprendente: fare largo alle donne.

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Re: Maurizio Ferrera - Il Fattore D
« Risposta #1 il: Novembre 11, 2009, 14:53:52 pm »

Fare largo alle donne cosa vuol dire? Vuol dire che gli uomini dovrebbero mettersi da parte.

I sacerdoti dello sciovinismo donnista fanno sempre strani giri di parole per teorizzare il loro razzismo, e come si vede anche qui il sesso del protagonista è ininfluente.

E' un uomo.

Come in Parlamento, dove sono quasi tutti uomini.

Perché la salvezza dell'economia starebbe nel dare lavoro alle donne che non lavorano? Perché non agli uomini, anch'essi numerosi, che sono disoccupati?

Perché il decadimento demografico si risolleverebbe distraendo ulteriormente la donna dalla maternità?

Perché la donna dovrebbe accentrare su di sé tutto, sia il ruolo di sostentamento che quello di accudimento, lasciando senza utilità sociale l'uomo e il padre?

Queste sono domande senza risposta. Perché?

Non perché non le conoscono bensì perché tutto ciò è solo un depistaggio dalla volontà di sopraffazione donnista.

I danni soggettivi e collettivi di tutto ciò sono incalcolabili, altro che sviluppo e fattore D.


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Re: Maurizio Ferrera - Il Fattore D
« Risposta #2 il: Novembre 11, 2009, 14:58:26 pm »
http://www.corriere.it/politica/09_novembre_11/gelmini-e-la-maternita-a-casa-neanche-un-giorno-marco-cremonesi_7e15a22c-ce8a-11de-9c90-00144f02aabc.shtml

Gelmini e la maternità
«A casa neanche un giorno»
«Mai stata così bene, ma mi servirà una nursery al ministero»

MILANO - Mariastella Gel­mini da Leno (Brescia), mini­stro dell’Istruzione, non ci pensa neppure un istante: «Quanto mi fermerò? Io non starò a casa neppure un gior­no ». Il ministro in aprile di­venterà mamma, dopo aver sposato, il prossimo febbraio, il compagno Giorgio Patelli. Ma, appunto, non pensa af­fatto di doversi fermare in oc­casione della nascita del picco­lo. O della piccola: al momen­to, Gelmini ancora non cono­sce il sesso del figlio in arrivo. Mamma e ministro, sembra un bell’impegno: mestieri as­sai meno stressanti sono già difficili da coniugare con la vi­ta lavorativa. «È vero — osser­va lei — eppure io vedo che ci sono milioni di mamme che riescono a fare bene entrambe le cose. Certo, a prezzo di qual­che sacrificio, di qualche fati­ca... ». Mariastella Gelmini sembra aver finito, ma poi ri­prende: «Inoltre, la vuol sape­re una cosa? Io non sono mai stata così bene. Mi sento in stato di grazia, molto più forte rispetto al solito. Mi sento dentro l’energia e l’entusia­smo per fare tutto quello che ho di fronte».

Eppure, il rischio di non po­ter seguire il figlio come si vor­rebbe, soprattutto in un caso come questo, esiste: «Lei cre­de? Di certo, il modello anni Ottanta della donna in carrie­ra che rinuncia ai figli, alla fa­miglia e più in generale alla vi­ta personale in nome del lavo­ro non mi appartiene. Piutto­sto, ho trovato molto interes­sante l’ultima opera di Mauri­zio Ferrera». E cioè, Il fattore D. Perché il lavoro delle donne farà crescere l’Italia . Un titolo che potrebbe essere un pro­gramma politico.

In ogni caso, Gelmini non ritiene che il tempo a disposi­zione del figlio sarà poi così poco: «Io mi sono sempre te­nuta degli spazi per la mia vi­ta privata, servono a mantene­re equilibrio e a ossigenare la mente. E comunque, le donne sono poliedriche, da sempre conciliano tante attività. Io poi sono tedesca, organizzatis­sima». Probabilmente, qualche col­lega di Mariastella Gelmini avrebbe preferito che la mini­stro si prendesse un ben più lungo «congedo» di materni­tà: «Qualcuno credo lo abbia pensato. Ma nessuno me lo ha detto. La cosa più divertente è venuta da un parlamentare dell’opposizione, Guido Gal­perti, bresciano come me: 'Fi­nalmente — mi ha detto — fai una cosa seria'».

Va anche ricordato che, ol­tre al lavoro di coordinatrice delle attività scolastiche nazio­nali, a pesare potrebbe anche essere il fattore mediatico, i ri­flettori sempre accesi: «Certo — riconosce Gelmini —, ma è inevitabile. Il mio ministero entra nel quotidiano di milio­ni di famiglie, è una realtà molto... nazionalpopolare. Ma ripeto, sono sicura di farcela». La sua guida è il ministro al­l’Ambiente, Stefania Prestigia­como: «Lei ha vissuto la stes­sa esperienza durante lo scor­so governo Berlusconi, e mi pare che sia riuscita a fare il suo lavoro egregiamente. Spe­ro di riuscirci anch’io. Che de­vo dire? Metterò una nursery al ministero». La più famosa d’Italia, forse, è proprio quella che la Prestigiacomo installò alle Pari opportunità nel 2002, che tuttora funziona e anzi ha allargato i posti disponibili. Il capitolo, tuttavia, è com­plicato: in Italia, nonostante le esperienze non manchino, l’asilo aziendale non è mai de­collato. Mariastella Gelmini sembra sensibile all’argomen­to: «In effetti, manca un’ade­guata rete di welfare per l’in­fanzia. Ne avevo parlato in tempi non 'sospetti' con i mi­nistri Mara Carfagna e Mauri­zio Sacconi».

E il premier? Silvio Berlu­sconi ha saputo la novità qual­che giorno fa: «Mi è sembrato davvero emozionato — rac­conta lei —, quasi commosso. Mi ha detto dell’emozione per la nascita degli ultimi nipoti­ni, che questa è la cosa più bel­la che possa capitarmi nella vi­ta. E che la nascita porterà for­tuna anche al governo». Ma Mariastella Gelmini non ha qualche apprensione? «Soprat­tutto una: che il bambino non dorma».

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Re: Maurizio Ferrera - Il Fattore D
« Risposta #3 il: Novembre 11, 2009, 15:01:29 pm »
"... Piutto­sto, ho trovato molto interes­sante l’ultima opera di Mauri­zio Ferrera». E cioè, Il fattore D. Perché il lavoro delle donne farà crescere l’Italia . Un titolo che potrebbe essere un pro­gramma politico. ..."

Dalle pieghe del ragionamento fa capolino la verità: quel titolo nasconde la teorizzazione di apartheid maschile, e secondo la ministra dovrebbe essere un programma politico.

Il programma politico consistente nel togliere agli uomini ogni ruolo sociale e familiare.

Però devono pagare e costruire la nursery per farle fare la mamma-ministro.

Così come devono continuare a morire zitti zitti, senza rompere i coglioni, nei cantieri per costruire i palazzi dove loro faranno le mamme eroine lavoratrici.

Un delirio sessista.



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