Le donne si divertono con gli zerbini, adorano vederli che strisciano ai loro piedi, che si sforzano di esaudire ogni loro desiderio, che si industriano per uniformare la realtà al di lei desiderio, ma è un piacere psicologico sadico del tutto privato, assolutamente slegato dall'atto sessuale in sé.
Questo pover'uomo è entrato in un ciclo distruttivo di zerbinaggio e prostrazione ai piedi della Dea che lo porterà a sempre maggiori crisi di maschiopentitismo (bel neologismo, molto efficace) che culmineranno in atti masochisti contro il suo stesso genere o contro il suo membro virile, sozza icona di supremazia e potere fin dall'alba dei tempi, pur di impressionare Colei che Dispensa il Piacere nel tentativo di ottenerne i favori copulativi.
La Dea, compiaciuta dall'offerta di sangue sul suo Altare, lo ricompenserà con la visione di un brandello di pelle nuda (il tallone, il gomito, il mento) e la promessa di "più" in arrivo nel caso egli continui con il self-male-bashing. Tutto contento, il maschio-pentito obbedisce.
È come Scientology o "1984". (I movimenti di "brainwashing" sono tutti simili)
I primi livelli di comprensione sono facili da superare, basta dire le frasi giuste e andare a qualche manifestazione, e promettono grandi ricompense. Finita la fase di apprendista, si viene nominati "parzialmente puri" dalla colpa di essere maschi, si viene gratificati.
Cominciano i livelli più impegnativi, bisogna dare anima e corpo all'organizzazione con la promessa della purezza che si avvicina. Il maschiopentito insulta il proprio sesso, offende la propria virilità, si auto-accusa di avere (in gioventù) propagato il mito della superiorità maschile, afferma l'indiscussa superiorità femminile.
Alla fine, dopo aver versato sangue e sperma, il maschiopentito viene assolto dalla colpa di essere nato con quell'offensivo arnese del piacere. Ma non è ancora finita: l'assoluzione è solo il primo passo passo verso l'ascesa al paradiso.
Iniziano le fatiche più dure: bisogna darci sotto pesante, denigrare la maschilità, professare il proprio disgusto per la congiunzione carnale eterosessuale, auspicare un estinzione di massa dell'uomo, sperare nell'assoluta supremazia politica, finanziaria e sessuale femminile, riverire la Dea in ogni suo atteggiamento, proscioglierla da ogni accusa (dall'abigeato alla rapina a mano armata), venerare il sangue mestruale.
L'ultimo passo, il più duro, il più terribile. La confessione di colpa, completa, spontanea, liberatoria, redentrice, l'espiazione di quel peccato originale.
Come Winston Smith, l'ultimo passo è il più duro: bisogna rigettare tutto quel che si è avuto, rinnegare i propri sentimenti, per abbracciare l'amore completo per la Grande Sorella, che si manifesta attraverso una pallottola che pone fine alla vergognosa vita del maschio, che riceve la morte (morale o fisica) con felicità, finalmente conscio della propria inferiorità, felice di essere rimosso dal mondo.
Ragazzi, il servilismo meschino non vi aiuterà a fare colpo. Tradotto: non si scopa. Tranquilli.
Arrendetevi.