consiglio di leggere anche i commenti:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/24/la-decrescita-e-donna-2/147413/
Per me quell'articolo è una specie di polpettone, mi suggerisce l'immagine di un tralcio di vite fotografato nella parte centrale: non si capisce dove inizia e dove finisce, l'alto e il basso, non si capisce il senso e ci si confonde.
Gli autori ci dicono che la decrescita è femmina: sono d'accordo e lo si sa da millenni. Il progresso è maschile da sempre, si sa che la quasi totalità delle scoperte, e delle "pensate" che hanno premesso all'umanità di progredire è stata fatta da uomini, non è una novità. Il motore del mondo è maschile.
Ma sembra voler dire che la decrescita è augurabile: è tutto da discutere, e poi si tratta di capire di quale decrescita si parla. Non mi sembra che la decrescita economica sia così auspicabile. Se per loro lo è, ebbene che inizino a dare l'esempio, che vivano magari con 1000 euro al mese, rinuncino ai telefonini, ai computer e compagnia bella.
Costoro ciurlano nel manico: cercano di intorbidire le acque e con ciò di far passare per buono un principio (simil) filosofico che buono non è. Dove vogliono arrivare!?