Autore Topic: La decrescita è donna  (Letto 4937 volte)

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Re: La decrescita è donna
« Risposta #15 il: Luglio 25, 2011, 00:13:25 am »
consiglio di leggere anche i commenti:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/24/la-decrescita-e-donna-2/147413/
Per me quell'articolo è una specie di polpettone, mi suggerisce l'immagine di un tralcio di vite fotografato nella parte centrale: non si capisce dove inizia e dove finisce, l'alto e il basso, non si capisce il senso e ci si confonde.

Gli autori ci dicono che la decrescita è femmina: sono d'accordo e lo si sa da millenni. Il progresso è maschile da sempre, si sa che la quasi totalità delle scoperte, e delle "pensate" che hanno premesso all'umanità di progredire è stata fatta da uomini, non è una novità. Il motore del mondo è maschile.
Ma sembra voler dire che la decrescita è augurabile: è tutto da discutere, e poi si tratta di capire di quale decrescita si parla. Non mi sembra che la decrescita economica sia così auspicabile. Se per loro lo è, ebbene che inizino a dare l'esempio, che vivano magari con 1000 euro al mese, rinuncino ai telefonini, ai computer e compagnia bella.
Costoro ciurlano nel manico: cercano di intorbidire le acque e con ciò di far passare per buono un principio (simil) filosofico che buono non è. Dove vogliono arrivare!?
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

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Re: La decrescita è donna
« Risposta #16 il: Luglio 25, 2011, 01:38:45 am »
Ecco cosa scrissero due femministe,Annette Lieberman e Vicki Lindne, in "Unbalanced Accounts" (citazione tratta da un sito che tratta dello shoping compulsivo):

“abbiamo  superato  difficili ostacoli per raggiungere l’ indipendenza economica, a volte con costi enormi, ora non vogliamo ostacoli alla nostra  capacità  di spendere. Le cose che si possono comprare con il denaro le consideriamo una prova tangibile del nostro successo e una prova del nostro impegno”.